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Il senso del cuore
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Ebook174 pages3 hours

Il senso del cuore

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About this ebook

Desiderio, passione, rabbia, gelosia e sangue alimentano una sequenza di colpi di scena che non risparmiano nessuno dei protagonisti di questa intensa storia d’amore. Charles, il razionale futuro duca di Ward, la sua bellissima fidanzata Anne,  Alice emigrata nelle Antille da bambina, il capitano Sly Ward tornato nella tenuta di famiglia, Sun Park, grazie a una licenza di dieci giorni. Sentimenti contrastanti e un crescendo di sensualità spingeranno ciascuno alla ricerca del senso più profondo dell’amore.
LanguageItaliano
PublisherbookEco Media
Release dateJun 25, 2017
ISBN9788899561154
Il senso del cuore

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    Il senso del cuore - Cristina Lattaro

    Il senso del cuore

    Titolo: Il senso del cuore

    Autrice: Cristina Lattaro

    Questo romanzo è un’opera di fantasia: nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono il prodotto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in modo fittizio. Qualsiasi riferimento a fatti, luoghi o persone è puramente casuale.

    Tutti i diritti di traduzione, riproduzione e adattamento, totali o parziali, con qualsiasi mezzo, anche copie fotostatiche e microfilm, sono riservati.

    © 2016 bookEco

    www.bookeco.it  info@bookeco.it

    ISBN   978-88-99561-15-4

    PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA

    Copyright 2016 bookEco

    Stampato per conto di bookEco nel mese di settembre 2016

    Cristina Lattaro

    Il senso del cuore

    Uno

        Sun Park, Winchester (Hampshire)

    Residenza del duca di Stone,

        19 febbraio 1812

        Primo giorno dei dieci della licenza di Sly

    Lord Sly Ward fece ingresso a Sun Park con una licenza di 10 giorni. Al temine del congedo sarebbe tornato a Gloucester, dove risiedeva il quartier generale del suo regimento. Correva infatti voce che gli Stati Uniti d'America avrebbero presto dichiarato guerra all'Inghilterra, dunque le truppe erano in allerta e i comandanti in agitazione continua. 

    Sly mancava da Sun Park da sei mesi, sarebbe tornato presto anche se non avesse ricevuto una lettera di suo fratello, Lord Charles Ward, marchese di Stone. Lord Charles aveva concluso da poco il Gran Tour che lo aveva portato in giro per l'Europa come si conveniva a un nobile per perfezionare la sua educazione. Nella missiva, Lord Charles aveva espresso a Sly il desiderio di potersi rivedere quanto prima e, d'altra parte, Sly aveva un urgente bisogno di parlargli. Non aveva perso tempo perché di tempo non ne aveva. Aveva chiesto una dispensa dal servizio e l'aveva ottenuta senza difficoltà.

    Sebbene fossero di inclinazioni assai diverse e di carattere opposto, Charles e Sly si erano sempre stimati e amati. Durante i ventidue mesi in cui Lord Charles aveva visitato il vecchio continente, Sly era entrato nella British Army con il grado di capitano, brevetto acquistato per lui da suo padre.

    Ti accontenterò, gli aveva detto il duca, Arthur Ward, dopo averlo tenuto sulla corda per qualche tempo. Resto tuttavia dell'avviso che il beneficio ecclesiastico di Sun Park avrebbe fatto il caso tuo. Fortunatamente il vecchio parroco, Donald Gray, non dava segni di voler tirare le cuoia, mentre disciplinare un animo vivace come quello di Sly appariva sempre più impegnativo per un Pari d'Inghilterra di grande nerbo ma ormai prossimo alle settanta primavere.

    Così, dopo che tuo fratello è via da mesi, ti allontani anche tu! aveva piagnucolato la contessa sua madre, Lady Stone, alla quale la vita militare pareva piena di insidie. Anche lei avrebbe preferito che il minore dei suoi ragazzi abbracciasse la carriera religiosa poiché era molto più giovane del marito e l'idea di restare vedova e senza un Ward accanto da un momento all'altro, l'atterriva.

    Se ci saranno urgenze mi manderete a chiamare, tornerò il prima possibile, aveva ribattuto Sly abbracciandola.

    Sly era smontato da cavallo in prossimità del cancello. Non aveva nemmeno dovuto attaccarsi alla campana per chiamare qualcuno, un servo avvisato della sua venuta, presidiava il varco da ore. Solo dopo aver oltrepassato quella soglia, con l'inferriata chiusa alle spalle, Sly aveva trovato il coraggio di confessare a se stesso che Sun Park gli era mancato. Cinquecento ettari di bosco, un immenso giardino che circondava il palazzo a due piani, una torre e due cottage. Quello era stato il mondo in cui aveva trascorso la sua infanzia e le vacanze durante la frequentazione del college di Eton prima e dell'università di Cambridge poi, esattamente come Charles.

    Eccoci a casa, Trony! sussurrò al cavallo. Smontò per percorre a piedi il sentiero che serpeggiando attraversava una macchia di  faggi.

    A un tratto gli sembrò di non essere mai andato via, di essere di ritorno da una passeggiata qualsiasi in un inverno qualunque della sua adolescenza. Respirando gli odori familiari, gli parve naturale pensare alla sua camera, agli oggetti che nel corso degli anni aveva adunato, come se il pomeriggio ormai inoltrato, fosse uno dei tanti destinati a concludersi con la cena di sempre. Poi, un'immagine avanzò dal retro della sua mente. Era della donna di cui si era invaghito a Gloucester, che desiderava ardentemente anche se non era libera, anche se era sbagliato. Era sorretto dall'idea che avrebbe trovato, prima o poi, un espediente utile per superare le difficoltà e comunque era troppo innamorato per rinunciare a sperarlo. Di lei avvertì una nostalgia così intensa da indurlo a riflettere, per l'ennesima volta, di quanta parte del suo cuore ella avesse ormai il sopravvento.

    Troppa!, constatò mentre una palla di cuoio rotolava ai suoi piedi.

    La fermò senza lasciare le redini, la fece sguisciare tra le caviglie saettando gli occhi intorno, per capire a chi potesse appartenere. Dopo una manciata di secondi, avvistò un ragazzino di sei o sette anni che correva sul sentiero. Sly lo attese con la suola premuta sulla superfice morbida, un mezzo sorriso stampato sul bel volto regolare, illuminato da  due occhi azzurro cupo.

    Il bambino si arrestò a pochi metri da lui, ansando per lo sforzo protratto, diviso tra il desiderio di riappropriarsi di un bene prezioso e un palese timore. La presenza di un estraneo in divisa lo impressionava.

    Prendila, lo invitò Sly calciandola con leggerezza. Il ragazzino la intercettò. Ripassamela!, continuò Sly con tono giocoso. Il piccolo annuì, così tornò tra le gambe del capitano che riprese a  palleggiare.

    Sei bravo, esclamò il bambino avvicinandosi.

    È facile, ti faccio vedere un pezzo fantastico, disse Sly lasciando libero Trony per afferrare la sfera con entrambe le mani. Falla cadere e rimbalzare. Quando inizierà a scendere di nuovo, calciala in aria. Devi colpirla con il piede dominante e con abbastanza forza per farla arrivare all'altezza del petto. Ti chiami?, chiese mentre eseguiva.

    Andrew, Andrew Stafford, rispose il ragazzino senza distogliere lo sguardo. Il cognome richiamò nella memoria di Sly il ricordo di una parentela di cui al momento trascurò i dettagli. Proseguì con la lezione tenendo sotto controllo, con la coda degli occhi, Trony che si era allontanato infastidito.

    Allora Andrew, devi calciare la palla con la parte anteriore del piede leggermente inclinata verso l'alto. Devi colpirla con i lacci, quindi devi assicurarti che non abbiano un doppio nodo le prime volte che provi o potrebbe rimbalzarci sopra con un angolo strano. Andrew annuì e quando con un colpo di ginocchio Sly gli indirizzò di nuovo la sfera, provò a mettere in pratica i suggerimenti.

    Tieni la caviglia bloccata in modo che rimanga inclinata e forte. Con la caviglia molle non riuscirai bene.

    Andrew annuì, si rivelò piuttosto bravo e Sly accompagnò l’esercizio con rapidi complimenti. Finché dalla curva spuntò una ragazza che li inquadrò e si diresse verso di loro senza esitare.

    Fine dei giochi!, sussurrò Andrew arrestandosi.

    Non mi sembra così terribile, fece eco Sly misurando la sagoma piena e armoniosa, i folti capelli corvini che ondeggiavano.

    Non è per quello, è che mi farà smettere di giocare per studiare.

    È la tua istitutrice?

    È mia sorella, disse Andrew, come se fosse peggio ai fini pratici. È fissata con la matematica, concluse prima che fosse troppo vicina da poterlo udire. Quando la ragazza fu a meno di tre metri di distanza, Sly la riconobbe nonostante fossero passati una quindicina d'anni dall'ultima volta che l'avesse vista. Alice, Alice Stafford appunto. Alexander Stafford, il conte Norwich, era il cugino di sua madre e quando la sua bisnonna Lady Rebecca Conway, loro comune ava, era ancora in vita, sua madre Lady Stone come il conte Norwich, usavano andarla a trovare trascinandosi dietro i figli. In seguito, il conte era emigrato nelle Indie Occidentali, dove aveva una tenuta molto prospera. Da quanto Sly aveva saputo da sua madre, lì era rimasto vedovo e lì si era risposato per poi perdere anche la seconda moglie.

    Alice fece un segno di saluto indirizzato al cugino, Sly rispose con un piccolo inchino.

    Lady Stafford, che piacere rivedervi!, disse. Non sapeva decidersi se fosse più stupito o più ammirato. Alice era molto bella, non aveva idea del perché fosse a Sun Park e si aggirasse con il fratellino per il parco, ma soprattutto era fiorita da una gemma poco promettente. Era stata una ragazzina dal viso grazioso, ma anche piuttosto grassoccia e riservata. Durante una delle visite a Lady Conway, Charles l'aveva paragonata a una noce e lei lo aveva sentito e rimproverato per poi allontanarsi indispettita. Con Charles ci aveva riso su di gusto per parecchio, Sly lo aveva preso in giro per il modo in cui si era sorbito la tirata senza fiatare, anche se non c'era altro che Charles avrebbe potuto fare.  

    Ora la noce era una donna dai lunghi occhi scuri, dal viso angelico, le labbra piene, il naso regolare e il corpo conturbante. Si chiese cosa avesse pensato Charles della noce, adesso. Non era inferiore a Lady Anne Spencer, la fidanzata di Charles, sebbene fosse molto diversa dalla contessina.    

    Alice sorrise, l'empito della luce si era smorzato ma sul suo volto era evidente un rossore vivace dovuto alla camminata a ritmo sostenuto e forse anche al leggero imbarazzo per essere lì con lui, inaspettatamente.

    Lord Ward, il piacere è tutto mio, rispose con tono sostenuto, facendo segno al ragazzino di venirle accanto.

    Un momento, per cortesia!, riprese Sly inquadrando Trony tranquillo accanto a un albero. Si allontanò e tornò con le briglie fra le mani.

    È bellissimo, fece Andrew accarezzando il muso del cavallo.

    Puoi montarlo, se vuoi, propose. Lo tengo a bada io, anticipò intuendo la prossima obiezione di Alice.

    Posso?, chiese Andrew a sua sorella.

    Direi che avete combinato già tutto!, rispose secca senza essere davvero piccata.

    A me pare un sì!, disse Sly sorridendo. Sollevò il ragazzino e lo mise in groppa a Trony. Noi Ward a volte siamo invadenti, disse lanciando l'esca.

    Ricordo, ribattette lei in un modo che confermò a Sly che la memoria del giorno in cui Charles la aveva affibbiato il nomignolo offensivo era ancora vivo in lei.

    Alice rammentava quell'episodio, infatti.

    Alice rammentava i due bellissimi cugini che ridacchiavano di lei, della sua pinguedine, che l'avevano chiamata noce. Il più grande, il moro, quello che le piaceva da spezzarle il fiato in gola, Charles, era stato crudele. Anche se le confidenze dei due ragazzini erano state scambiate nel riserbo della loro intimità, si era sentita umiliata come mai. Solo quando le occhiate degli uomini le avevano fatto comprendere di essersi trasformata in una donna avvenente, aveva superato il disagio di allora. Almeno era quanto aveva creduto finché suo padre non le aveva comunicato che dall'isola di Antigua delle Indie Occidentali dove risiedevano da quattordici anni, avrebbero fatto ritorno in Inghilterra. Il conte aveva comprato nell'Hampshire una tenuta, High Park. High Park distava meno di venti miglia da Sun Park. L'idea di vivere accanto ai cugini l'aveva turbata, segno che qualcosa del disagio di allora era ancora presente in lei.

    Sei un soldato?, aveva chiesto Andrew appena la comitiva si era messa in moto.

    Alice scoppiò in una risata suo malgrado, Sly che camminava tra lei e Trony fece lo stesso.

    Fai bene a chiederlo, l'abito non fa il monaco e infatti non ho mai partecipato a una battaglia, quindi sono un soldato ma mi manca il battesimo del fuoco.

    Lei sembra ansioso di riceverlo, esattamente quanto vostra madre ha timore che accada, constatò Alice che, nonostante quanto avesse temuto, si trovava a perfetto agio accanto al cugino nel cui sguardo mansueto non leggeva nulla di inquietante o di offensivo.

    È normale che Lady Ward stia in pensiero, è sempre stata una donna apprensiva. Lei piuttosto, come mai è qui a Sun Park?

    Per via della generosità di Lady Ward. Siamo tornati da Antigua da due settimane e abbiamo trovato High Park incompleto, molto indietro nei lavori rispetto a quanto ci era stato preventivato. Chiasso e polvere ovunque. Lady Ward è venuta a saperlo, ci ha offerto il cottage accanto al laghetto finché la ristrutturazione sarà terminata. Ci siamo trasferiti l'altro ieri. Ci stiamo io, Andrew, nostro padre con il suo valletto, e un paio di cameriere. A High Park, al momento, c'é solo un'ala disponibile ed è quella riservata alla servitù, con annessa un’unica stanza confortevole dove si è  stabilita mia zia Lady Norwich, arrivata dal Londra per stare con noi.

    Mi sembra un'ottima soluzione, il cottage poi è delizioso.

    Sly si era voltato e aveva incontrato gli occhi di Alice resi brillanti da un'insolita commozione. Sly la studiava con circospezione, annotando particolari che lo incantavano. Tra l'altro, Alice si muoveva con sicurezza e  nonostante avesse un decolté piuttosto importante, teneva la schiena eretta senza apparente sacrificio.

    Immagino che sia stata dura abituarsi al vecchio continente dopo aver vissuto in un paradiso naturale, riprese Sly.

    Molto, ma dopo la morte della mia matrigna, la madre di Andrew, mio padre era entrato in uno stato di grave depressione e cambiare ambiente era fondamentale per la sua salute, disse a voce bassa, per non turbare Andrew anche se il ragazzino pareva troppo preso dal suo ruolo di cavaliere per stare ad ascoltarli. Si piegava col busto in avanti per sussurrare parole

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