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Occhi verdi
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Ebook189 pages2 hours

Occhi verdi

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About this ebook

Rachel ha 24 anni, si è appena trasferita con due suoi amici a Montréal in Canada. L’aria oltre oceano fa bene a tutti e tre, trovano un buon lavoro e Rachel conosce in poco tempo un ragazzo affascinante: Constantin, un bellissimo ragazzo carismatico e tenebroso, ma che nasconde un segreto. Lui è il demone della superbia, uno dei sette vizi capitali. È venuto sulla terra per tentare le anime, ma accantona la sua missione perché innamorato di Rachel. La storia d’amore diventa intensa a tal punto da creare invidia sia in paradiso e sia in inferno. Lucifero invierà sulla terra i demoni dei 6 vizi capitali per separarli, ma invano. Rachel scoprirà di avere il potere di infondere amore a qualsiasi anima in sua compagnia che poco alla volta diventa buona. Inizia così una lotta senza fine nella quale i demoni riusciranno a soggiogare l’anima di Constantin, il quale cercherà di uccidere Rachel senza successo, anche perché protetta da Rafael l’angelo. Rachel dovrà affrontare prove difficilissime per riavere indietro il suo amore e quando finalmente ciò accade, una guerra si scatena tra il paradiso e l’inferno.
LanguageItaliano
PublisherAbel Books
Release dateJul 3, 2017
ISBN9788867521913
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    Occhi verdi - Samantha Piscopo

    Samantha Piscopo

    OCCHI VERDI

    AbelBooks

    Proprietà letteraria riservata

    © 2017 Abel Books

    Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.

    Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:

    Abel Books

    Via Milano 44

    73051 Novoli (LE)

    ISBN 9788867521913

    Indice

    Capitolo 1

    LA NUOVA VITA

    Capitolo 2

    DI CHI SARANNO QUEGLI OCCHI VERDI?

    Capitolo 3

    AMORE PERICOLOSO

    Capitolo 4

    C’è AMORE ALL’INFERNO?

    Capitolo 5

    TENTAZIONI

    Capitolo 6

    LA VERITÀ

    Capitolo 7

    LA CACCIA E' APERTA

    Capitolo 8

    TRA DUE FUOCHI

    Capitolo 9

    L’INFERNO CONTRO

    Capitolo 10

    LA PERDIZIONE

    Capitolo 11

    IL MALE CONTRO IL BENE

    Capitolo 12

    IL MIO DILIGO

    Capitolo 1

    LA NUOVA VITA

    RACHEL

    Primo giorno di una nuova vita.

    Mi trovo qui, in una città che non ha nulla a che vedere con la mia,

    Una strana sensazione mi pervade, quella di essere a casa.

    L’Italia non mi manca per adesso, Montreal sembra bellissima con quei suoi grattacieli altissimi e quei contorni che fanno di lei una città americana, oltre oceano per iniziare una nuova vita, una vita da zero.

    Con me 2 amici temerari: Misa e Nicola che mi offrono con la loro presenza, sicurezza e protezione, senza di loro questo viaggio avrebbe un sapore decisamente diverso, non dico ugualmente buono ma forse … salato, mentre che ora lo trovo dolce.

    Sorellina, finalmente siamo qui, dopo tanta attesa e preparativi, sei riuscita a portarmi a Montreal, Misa mi sorride e so di certo che non è ancora del tutto convinto di essere qui, ma il fatto che ci sia io con lui, gli ha dato il coraggio necessario di partire, lui è il più grande ha 30 anni e alle spalle un divorzio fresco, gli serviva proprio cambiare aria.

    Già! Rachel, proprio brava nell’organizzare tutto, ora portaci al nostro appartamento, ma cosa si aspetta Nicola?!, che faccia tutto io??, mah …, e … è no!!, ora collaborerete anche voi ragazzi!!!, vediamo a che livelli è il vostro francese, me la rido sotto i baffi dato che non lo sanno parlare bene, se la cavicchiano un po’ di più con l’inglese, perché non provate a chiedere a quel signore la alla fermata del bus, sembra del posto, un bel canadese d’ok!, me la rido compiaciuta, Misa si avvicina al signore e prova ad accennare un miscuglio tra inglese e francese, fa morire dal ridere: scuse my, mister … emm … one information … emm … wher est la rue, poi si gira verso di me, sorellina come si chiama la via dove dobbiamo andare?, scoppio a ridere mi avvicino al signore e con il mio francese impeccabile gli chiedo meglio l’indicazione, ovviamente Misa non ci ha capito niente, poverino, avrà qualche difficoltà a trovare lavoro, prendiamo il bus 320 consigliato dal signore e ci avviamo verso la nostra nuova casa.

    Il bus si ferma appena fuori dal centro, in un quartiere con delle villette a schiera, molto carine a mio parere, ma per la gente di qua sono case sorpassate, per chi non si può permettere una villa indipendente o un appartamento da sogno in quei grattacieli altissimi al centro della città.

    Entriamo nella nostra nuova casa, devo assolutamente scegliermi la camera migliore, entriamo e l’appartamento si divide in due piani, molto piccoli in realtà, ma danno l’idea di spazio.

    All’ingresso un atrio dove di fronte si trovano le scale, a destra un piccolo salotto con divano e TV, a sinistra la cucina dei miei sogni … o quasi, un po’ meno lussuosa di come la immaginavo, spaziosa e con l’isolotto, al piano di sopra il bagno e tre stanze da letto, 2 matrimoniali e 1 con il lettino, una di quelle matrimoniali ha al suo interno un bagno privato, mi ci fiondo alla velocità della luce gridando miooooo, Nicola e Misa sorridono e Nicola aggiunge: potremmo fare a turni con le stanze, lo fulmino con lo sguardo rimanendo sulla soglia della mia stanza come per impedire a chiunque di entrarvi chi prima arriva meglio alloggia, gli faccio la linguaccia in segno di dispetto, ovviamente sa che e in tono affettivo, Misa ridacchiando, mi mette un braccio attorno alle spalle stringendomi e dice dai Nicola lasciagliela la stanza, cosa c’è ne facciamo noi di un letto matrimoniale e un bagno privato? E poi è giusto che l’unica donna abbia un bagno a parte, ben detto Misa, Nicola ribatte con tono arreso si certo, però io saprei cosa farci su un letto matrimoniale, scoppiamo a ridere, ci sistemiamo le stanze, prima di andare a fare spesa.

    Prima di disfare la valigia, mi butto sul letto a peso morto, pensando che da oggi in poi, o almeno per un bel po’ di tempo se trovo lavoro, questa sarà la mia casa, questo il mio letto e … e, scatto velocemente in piedi e questo mi crea un leggero giramento di testa, ma l’entusiasmo di vedere il mio bagno personale è più forte, mi ci precipito, spalanco la porta e … … wow!!!!!!, fantasticoooo, discretamente piccolo, doccia in vetro alla mia destra, specchiera lavandino di fronte e wc sulla sinistra con finestra accanto e un piccolo balconcino nel quale ci si può sedere per guardare fuori dalla finestra, a mio parere, in conclusione: un ottimo bagno.

    Sono le tre di pomeriggio, riunione in cucina, adagio sul tavolo un foglietto su cui ho annotato i cibi primari che in una cucina non devono mancare, ragazzi ho abbozzato una lista, queste cose se siete d’accordo le compriamo per uso comune, poi ogni uno si comprerà le cose personali da se.

    Certo sorellina, ma che premurosa dice Misa sorridendomi. Sono contenta che mi appoggino.

    Prendiamo il bus e al primo supermercato ci fermiamo, rivolgendomi ai miei due amici dico: non dista poi così tanto da casa, 2 minuti in bus, non starai mica pensando di farcela a piedi al ritorno? dice Nicola, Misa lo rassicura dicendo: certo che no per sta volta, ma per spese più piccole direi che conviene così risparmiamo i biglietti per il bus, entriamo dentro il centro commerciale, il primo carrello lo riempiamo con quello che serve a tutti, poi si prende un secondo carrello dove tutti buttano dentro quello che vogliono comprarsi per se.

    Bel casino, abbiamo preso così tanta roba che risultano 8 buste a testa, o mio dio ma come facciamo adesso? non possiamo caricare i carrelli sul bus e neanche portarle a mano, Nicola dice: be, spingiamo i carrelli fino a casa, tanto è solo un isolato, wow la sua prima buona idea, Bravo Nicola, finalmente partorisci idee utili, mi fa la linguaccia e poi sorride, ok, faremo così aggiunge Misa.

    Il giorno dopo, ci svegliamo tutti di buon’ora, colazione con il mio latte di soia e caffè, aspetto che i maschietti si preparano e poi con i curriculum alla mano, siamo pronti per andare.

    Passiamo negozio per negozio, bar per bar, ristorante per ristorante, lasciamo una copia di cv ovunque, quando Misa il più fortunato di noi, trova lavoro come pizzaiolo in una pizzeria di nome: les garçons.

    Ragazzi, cioè Nicola, vieni, ti piacerebbe fare il cameriere qui?, il proprietario mi ha chiesto se ti interessa, Misa è anche fin troppo entusiasta nel dirlo, aspetta un’ attimo e io???, Nicola risponde un po’ titubante, cercando di nascondere il sollievo di avere trovato lavoro: beh sì … si potrebbe fare, cerco di prendere parola: ragaz …, Misa mi azzittisce subito parlandomi sopra con troppo entusiasmo: che fortuna, sono contento che abbiamo trovato nello stesso posto, a questo punto spazientita prendo parola alzando un po’ troppo il tono della voce: uffa!!!, non è giusto, io sono una ragazza!!!!, perché non prendono anche me?!, interviene Misa, ridimensionando il suo eccessivo entusiasmo, si deve essere accorto che mi ha dato un tantino fastidio, sorellina, scusa, non volevo farti stare male, e solo che … in questo ristorante accettano solo personale maschile, non per niente si chiama: les garçones, a sì bene, ecco spiegato l’arcano, metto su una specie di broncio che mi passa non appena riprendiamo il giro per distribuire solo i miei cv.

    Entriamo dentro un bar verso l’ora di pranzo, wow, ma che bel posticino, sembra quasi una pasticceria questo bar, guarda quanti dolci …, dai Rachel, non preferiresti mangiare uno di quei muffin super decorati? cerca di tirarmi su di morale Nicola, dato che in mezza giornata ho quasi terminato i cv e non ho ricevuto nessuna risposta o per lo meno speranza, un po’ infastidita gli rispondo se fosse integrale sì, mi dovrò accontentare di un cappuccino, Misa interviene accennando un sorriso, con un po’ di sarcasmo, non siamo in Italia sorellina, auguri se chiedi un cappuccio, di soia poi …, mi avvicino al bancone per domandarlo alla barista, la quale titubante prende il brick del latte di soia e cerca disperatamente di farlo montare, ma senza successo, grandioso, mi girano così tanto le scatole che dico: se me lo permetti, preferirei farmelo da sola, così magari impari il tuo mestiere, una signore dall’altra parte del bancone ha sentito quello che ho detto, si avvicina e in modo gentile dice: perché non ci provi davvero?, noi facciamo molta fatica a montare il latte normale e quello di soia diventa impossibile, se ci riesci sarà gratis!, dalla sua richiesta sembrerebbe una sorta di responsabile dato che mi ha permesso di passare dal bancone e farmi il latte da sola, ne approfitto, prendo il brick del latte, né aggiungo un po’ di quello freddo e con estrema facilità nel giro di 2 minuti sto versando il mio bel latte di soia nella tazza del cappuccino, perfettamente montato, un cliente vedendo il mio capolavoro mi chiede: barista, vorrei anche io un cappuccino, poi rivolgendosi alla responsabile aggiunge: finalmente avete assunto una ragazza che sa fare il cappuccino come gli italiani se non meglio!, la responsabile sfodera un grosso sorriso e batte le mani, se non ti dispiace, fai un cappuccino col latte normale a questo signore, un po’ stranita e infastidita per il fatto che sto lavorando gratis, mi metto a farlo, lo servo al cliente il quale emette un gemito non appena la sua bocca sfiora la soffice crema del latte, mi fa i complimenti e afferma: ragazza se ci sarai tutte le mattine, io diventerò un cliente fisso!, la responsabile mi osserva per poi dire: ragazza, ti piacerebbe lavorare qui?, noi siamo al completo col personale, però se vuoi rimanere io sono disposta a lasciarne a casa una, wow, poveraccia quella a cui capiterà, però è un’occasione che non posso farmi perdere, con tono fermo e deciso dico: certo, però vorrei un contratto in regola e azzarderei a tempo indeterminato, sono italiana e non ho il visto, per lavorare mi serve, la responsabile, mi scruta attentamente poi si decide a rispondermi bene, la prossima settimana inizi, io ti farò trovare tutti i documenti, dammi pure i tuoi dati, le fornisco tutti i dati necessari per un contratto visto ecc …, torno al tavolo dai ragazzi che mi fissano stupiti, avete visto ragazzi???, oddio ancora non ci credo!!, sono molto contento per te, brava la nostra italiana barista dice Nicola contento, Misa aggiunge: certo hai avuto una bella faccia tosta a rispondere così a quella povera barista, ma devo dire che ha funzionato, hai trovato lavoro nel giro di mezza giornata …. Emm, si dai poco più, comunque non ci hai messo tanto, lo so …. Grazie … grazie … grazie.

    Ci concediamo il resto del pomeriggio libero, camminiamo lungo il viale dei negozi quando un ragazzo per sbaglio o almeno così vuole far credere, mi rovescia addosso un caffè d’asporto, rovinandomi tutta la mia camicetta da colloqui, ehi tu!!! Guarda dove cammini imbec …, mi interrompe mortificato, ehi è un bel ragazzo, scusami, non volevo, ero distratto, per farmi perdonare ti lascio il mio numero, e ti consiglio la lavanderia dove vado io, così mi chiami quando ci vai e io vengo a pagare il conto, ma è pazzo???, cioè non so se qua funziona così oppure no?!, non potrei mai accettarlo, mah guarda, fa niente la laverò io a mano, mi prende per mano e mi tira dentro un negozio, ma è pazzo??, poi si degna di spiegare: bene allora scegli una camicetta, una qualunque, e io te la regalo, almeno questo devi concedermelo, ok, è decisamente pazzo, un po’ spazientita e in imbarazzo ribadisco: guarda non fa niente, non c’è problema, so lavarla una camicia, per un momento mi guarda fisso negli occhi poi sospira, devo confessarti … che ho fatto apposta, non sapevo come attaccare bottone e allora ti ho rovesciato il caffè, un mio amico ha fatto la stessa cosa anni fa, e ora è sua moglie, poi di colpo arrossisce, capisce di avere detto qualcosa che non va, emm … cioè … non voglio dire che questo accada anche con te, solo vorrei poterti rivedere, non so per offrirti una cena, lo guardo a bocca aperta, be è carino e sinceramente ci uscirei volentieri con lui, ok, quella camicetta penso proprio faccia al caso mio, lui scuote la testa un po’ confuso poi la prende e si avvicina alla cassa, la commessa prima di imbustarla mi chiede se voglio indossarla al posto di quella sporca che ho addosso, vado nel camerino e me la cambio, mettendo quella sporca dentro la busta, ritira lo scontrino e usciamo, il suo tono è confuso mentre dice: be allora posso rivederti?, mi scappa una risatina maliziosa, sfilo dalla borsa la mia biro e sulla mia camicia sporca, trovo un angolino pulito e ci scrivo sopra il mio numero col nome, gli e la porgo e salutandolo velocemente senza neanche dargli il tempo di rispondere, raggiungo i miei amici.

    Capitolo 2

    DI CHI SARANNO QUEGLI OCCHI VERDI?

    Torniamo a casa, sono elettrizzata all’idea di aver trovato un lavoro e anche un tipo carino, chissà quando mi contatterà, sorellina …???, mica starai pensando a quel ragazzo??? dice Misa sorridendo, col suo solito tono allusivo, ribatto troppo velocemente, così tanto da far capire che stavo proprio pensando al ragazzo, ma va …, non so neanche come si chiama, figurati, non mi scriverà mai, proprio mentre l’ho detto, mi squilla il tel, o mio diooo, è lui … il tipo, leggo il messaggio: (ciao, sono Eloi, il ragazzo del caffè, cosa ne dici se domani ti portassi a cena?), leggo il messaggio, un sorriso gigante compare sul mio viso, rimetto in stand by il telefono e dico: ragazzi io vado a farmi una bella doccia bollente, Nicola mi guarda stupito ma Rachel, perché non rispondi al messaggio?, si vede lontano un miglio che sei al settimo cielo, lo guardo e poi con un sorrisino malizioso dico: bisogna farsi desiderare, forse domani gli risponderò, Misa con tono protettivo, quasi da ramanzina aggiunge: vedi di non tirare troppo la corda, altrimenti scappa, Nicola ancora perplesso: "mah, io non vi capirò mai, se ti interessa una persona ci sta aspettare qualche minuto giusto da non sembrare disperata, ma addirittura un

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