Il gatto di Majorana
By Nino Raffa
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Il gatto è, a buon diritto, un personaggio centrale della pièce. Siano rassicurati gli animalisti: il micio non sarà assolutamente avvelenato ma, arzillo più che mai, sarà pronto per innumerevoli, successive rappresentazioni.
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Giallo, Thriller & Noir
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Book preview
Il gatto di Majorana - Nino Raffa
Bohr
Personaggi
(Il) Novecento, la Storia (attrice magra e rasata, in divisa da internata nei lager)
(Il) Pubblico (attore seduto in platea)
Ettore Majorana (1906 - ? )
Quirino Majorana (1871-1957)
Werner Heisenberg (1901-1976)
Enrico Fermi (1901- 1954)
Benito Mussolini (1883-1945)
Padre Japhet Jollain S.J. (provinciale della Compagnia di Gesù)
Helmut Kasse (scienziato nazista)
Padre Ignatius Weber S.J.
Due agenti nazisti
Due passeggeri siciliani
Un marinaio
Un segretario
Un gatto (di nome N...)
ATTO I
SCENA I
Un ufficio. Scrivania, divano, libreria, qualche strumento scientifico in esposizione. Sottofondo d’inni marziali. Heisenberg, il gatto tra le braccia, guarda fuori dalla finestra. Novecento di lato sul bordo del palcoscenico.
NOVECENTO Lipsia. Ufficio del premio Nobel Werner Heisenberg, presso l’Institut für Theoretische Physik. Un manipolo di camicie brune sfila nella sottostante Linnestrasse. Come ai tempi del Kaiser il mondo torna a chiedersi se la Germania è una prigione o una caserma.
PUBBLICO In che anno siamo?
NOVECENTO Potremmo essere nel luglio del 1933. Hitler, vinte più o meno regolarmente le elezioni in Marzo, ha già espulso i comunisti dal parlamento e promulgato le prime leggi razziali. La maggioranza dei tedeschi, più o meno convinta, è dalla sua parte. Ma potrebbe essere anche dopo: in fondo, come la bomba atomica, la precisione delle grosse date non ha molta importanza.
PUBBLICO Ma non potresti essere più esatta?
NOVECENTO L’esattezza è ambizione da fisici. Io, che sono la Storia, amo invece l’indeterminazione.
PUBBLICO Un’altra battuta?
NOVECENTO È una battuta, ma non è una battuta. È scienza: lui potrebbe confermare. (Indica Heisenberg, sempre di spalle alla finestra) Cosa afferma il principio d’indeterminazione?
PUBBLICO Quanto più definiamo la posizione di un elettrone, tanto meno possiamo conoscere la sua velocità nello stesso istante.
NOVECENTO Vedo che hai studiato.
PUBBLICO Sapevo che me lo avresti chiesto. Mi sono preparato.
NOVECENTO E cosa dice il principio d’indeterminazione, riguardo alla nostra vita pratica?
PUBBLICO Non saprei... è una teoria che riguarda le particelle sub atomiche, non penso c’entri qualcosa con noi.
NOVECENTO Uhm... Perché non possiamo misurare contemporaneamente posizione e velocità di una particella? Perché nonostante i nostri sforzi d’ingabbiarlo l’elettrone ci sfugge?
PUBBLICO Immagino che ancora non abbiamo gli strumenti. O forse non sappiamo come farlo.
NOVECENTO Magari.
PUBBLICO Magari?
NOVECENTO Fosse una questione di strumenti o di semplice ignoranza, presto o tardi troveremmo un modo per inchiodare l’elettrone.
PUBBLICO E invece?
NOVECENTO Semplificando, possiamo dire che per vedere un elettrone lo dobbiamo in qualche modo illuminare. Ma se gli gettiamo addosso un fascio di luce dobbiamo per forza trasmettergli dell’energia e quindi l’elettrone non sarà più quello di prima. Lo misuriamo adesso, ma il nostro atto di misurarlo lo ha cambiato e dobbiamo misurarlo di nuovo, ma nel farlo lo cambiamo ancora... all’infinito.
PUBBLICO Questo per semplificare… e se invece volessimo complicare?
NOVECENTO In questo caso avremmo solo l’imbarazzo della scelta. Potremmo ad esempio affermare che l’elettrone in medesimo istante non ha una posizione e una velocità definite: decide di avere una posizione o una velocità in base a quello che noi abbiamo deciso di misurare.
PUBBLICO Mi pare assurdo.
NOVECENTO È così. Fidati.
PUBBLICO Ok, mi fido. Ma tornando alla tua domanda: noi, nella nostra vita di tutti i giorni, cosa c’entriamo col principio d’indeterminazione?
NOVECENTO (Heisenberg attraversa il palcoscenico e mette il gatto nel cestino) Il professor Heisenberg col suo principio ci vuole dire che quando guardiamo un fatto, per il solo fatto di guardarlo, cambiamo il fatto stesso. Le domande che facciamo alla realtà influenzano le sue risposte. Le domande sono già delle risposte.
PUBBLICO E se stiamo in silenzio?
NOVECENTO Esserci è già una domanda. E quindi una risposta. Come stai facendo tu con me in questo momento.
PUBBLICO Vuoi dire che la mia presenza in sala modifica quello che avviene sulla scena?
NOVECENTO E non è così? Noi attori siamo qui per te: senza il pubblico, anche il palco sarebbe deserto.
PUBBLICO In effetti è vero…
NOVECENTO In termini filosofici non possiamo distinguere l’oggetto osservato dal soggetto che osserva. Fanno parte di un unico sistema.
PUBBLICO Vorresti dire che non c’è differenza tra attori e pubblico?
NOVECENTO Esattamente. Tranne il costo del biglietto.
PUBBLICO Quindi le parti potrebbero invertirsi e gli attori potrebbero mettersi guardare il pubblico.
NOVECENTO Pensi che non lo facciamo? Anche noi nella nostra mente applaudiamo un bravo pubblico e fischiamo quello incompetente.
PUBBLICO Quindi per te sarebbe normale se qualcuno venisse a teatro per il pubblico invece