La non via. Krishnamurti dal taoismo al tantra: Krishnamurti dal taoismo al tantra
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Il tempo che possiamo conoscere con la nostra anima non si lascia stringere in spazi, non accetta le forme euclidee e ad esse si ribella senza possibilità di appello.
La vita sarà sempre e inevitabilmente l’attimo presente e la nostra serenità e la nostra felicità potranno arrivare solo dalla libertà di potere vivere i singoli attimi.
La possibilità di una prospettiva straordinaria ci mostrerà che senza bellezza non possiamo conoscere l’amore e senza amore non possiamo riconoscere il mondo.
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La non via. Krishnamurti dal taoismo al tantra - Giovanni Andreoli
Giovanni Andreoli
La non via
Krishnamurti
dal taoismo al tantra
Saggio
Nota sull’ autore
Giovanni Andreoli è nato in Irpinia nel 1964. Nel 1982 si è trasferito a Pisa dove ha completato gli studi in ingegneria delle telecomunicazioni. Ha prodotto numerose pubblicazioni scientifiche fra cui un teorema matematico sulla geometria frattale. Diplomato in tromba, suona in alcuni combo jazz ed orchestre toscane.
Assiduo viaggiatore del Sahara, nel tempo libero pratica alpinismo.
Da circa 10 anni si occupa di filosofia del benessere ed ha all’attivo diverse pubblicazioni di testi di cultura orientale, fra i quali un manuale di pratica di tao yoga ed un trattato sui tre tesori del taoismo.
Finito di stampare nel mese di Giugno 2017
ISBN 978-0-244-91949-8
INDICE
INDICE
INTRODUZIONE
L’ALBERO DI PINO
IL TEMPO
I CERCHI
I DANNI DEI CERCHI
DINAMICA DEI CERCHI
UNA IDEA SBAGLIATA DELL ESPERIENZA
CONDIZIONAMENTO CONSCIO E INCONSCIO
MICRO-ALLUCINAZIONI
LA CHIUSURA DEI CERCHI
LA NON VIA
La non via: LA COMPRENSIONE
La non via: LA CHIUSURA
La non via: LA REALTA’.
UNA VIA DI LIBERAZIONE
FILOSOFIE TAOISTE
FILOSOFIE TANTRA
FILOSOFIA DI KRISHNAMURTI
CONCLUSIONI
APPENDICE-1 Taoismo
APPENDICE-2 Tantrismo
APPENDICE-3 Krishnamurti
BIBLIOGRAFIA
INTRODUZIONE
Questo testo si occupa della relazione psicologica ed emotiva che instauriamo con il nostro passato e gli effetti che questa relazione ha sul nostro benessere psicofisico e sulla percezione che abbiamo di noi stessi e del mondo.
La natura psicologica dell’uomo è una argomento vasto e complesso ed è da sempre oggetto di attenzione da parte di medici e studiosi.
Purtroppo qualsiasi prospettiva di analisi che riusciamo ad intravedere ci appare valida ed efficace solo per un periodo limitato della nostra vita. A lungo andare la nostra visione lentamente perde vigore e ci ritroviamo a rivivere la sensazione che tutto resti irrisolto, come sospeso in un continuo ed incomprensibile divenire.
Questo continuum impermanente ci spinge verso una rassegnata incomprensione degli eventi del passato e delle attese del futuro. Spesso finiamo per trasformare il rapporto che noi stessi abbiamo con la percezione del tempo compromettendo il divenire stesso.
Eviteremo di addentrarci troppo in questioni già ampiamente trattate e dibattute nell’ultimo secolo oltre che da filosofi anche da religiosi e mistici delle più svariate tradizioni occidentali ed orientali.
Non sarà nostra preoccupazione determinare il primato del pensiero filosofico di illustri illuminati come Jddu Krishnamurti rispetto a visioni più strutturate come quella di Gurdeijef o ancora più fenomenologiche come la psicologia moderna e post moderna (New Age).
Saremmo inevitabilmente attratti dal fascino irresistibile di Krishnamurti, il maestro del mondo, ritrovando trasversalmente tracce del suo pensiero in straordinarie visioni proprie del taoismo e del tantrismo in particolare kasmirico.
In questo testo cercheremo, più semplicemente, di ragionare su alcuni punti relativi al funzionamento della mente umana non perdendo comunque di vista la possibilità di una più profonda interpretazione del senso stesso della vita e più in generale della verità che la mente umana sembra spesso velare alla nostra comprensione.
Limitare gli errori della mente utilizzando proprio la mente è un percorso difficile e spesso insidioso che difficilmente produce risultati unici ed incontrovertibili.
In questo testo accetteremo, nostro malgrado, le limitazioni dei nostri strumenti cognitivi, ed una momentanea deroga rispetto ad alcuni principi assoluti ci permetterà di proporre un approccio operativo.
Il tempo di cui parleremo è ben lontano dall’essere un fenomeno fisico deterministico, ma è piuttosto un sentire dell’anima solo mutuato dal corpo.
Il nostro intimo rapporto con i ricordi ed il modo in cui questi rappresentano il nostro corpus mentale, definiscono il nostro modello comportamentale.
L’unica possibilità di comprensione sarà ottenuta solo ripercorrendo la relazione che viviamo con il tempo e riflettendo sulle conseguenze di questa relazione su noi stessi.
Nessuna narrazione personale può essere di aiuto nel farvi intendere la natura del problema. Pertanto non troveremo altra strada possibile che quella di stimolare la riflessione su noi stessi per capire come i fatti trascorsi ci hanno condizionato e come quotidianamente si ripresentano nella nostra vita.
Tratteremo i fatti del passato interpretandoli come cerchi
. Un cerchio rappresenterà un evento, non tanto per la forma del cerchio ma piuttosto per lo sviluppo temporale legato ad una data collocazione nella nostra dimensione tempo-psiche.
Pertanto un cerchio è una vicenda umana collocata nel tempo, dove il tempo sarà soprattutto un tempo psicologico, umano più che tecnologico, misurato dalla psiche e dalla coscienza più che da un semplice ed imperfetto orologio fornito dalla tecnologia.
Il tempo psicologico appartiene al sentire e si nutre di una realtà inconscia capace di alterare la dimensione del sentire, dell' essere ed in definitiva determina la nostra percezione del benessere.
Non tratteremo cerchi di poco conto e di breve durata. E ne tanto meno cercheremo facili scorciatoie per modificare la percezione del presente come si potrebbe ottenere con l’utilizzo di mantra più o meno volontari o affermazioni del se che altro non sono che ulteriori proiezioni ed inutile riaffermazione del proprio ego.
Cosa è l’ego se non l’insieme di credenze e strutture comportamentali alimentate da paure e desideri ancorati nella nostra stessa memoria?
Eviteremo di ricascare nelle classiche interpretazioni della "coscienza del se" di memoria esoterica sviluppate da Steiner, da Gurdeijef e tanto care ai lettori più accaniti che trovano in abili divulgatori come Salvatore Brizzi, i loro paladini di moderne reinterpretazioni.
In questo testo, un cerchio sarà semplicemente un qualsiasi evento significativo nella vita di un uomo. Dove significativo è la misura della profondità della traccia visibile soprattutto sul piano inconscio.
Non sarà difficile accorgersi che per nostra natura sottovalutiamo l’impatto che questi cerchi hanno sulla percezione del presente e del futuro. Questa mancanza può alimentare stati mentali che nel tempo si trasformeranno in infelicità, impotenza e rassegnazione.