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Piove sul Carrubo: Delitto alla Garbatella
Piove sul Carrubo: Delitto alla Garbatella
Piove sul Carrubo: Delitto alla Garbatella
Ebook199 pages3 hours

Piove sul Carrubo: Delitto alla Garbatella

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About this ebook

Anna, Marc e John si ritrovano invischiati in un delitto dai contorni inquietanti: Erika, la collega di Anna al giornale, viene trovata morta in hotel a Roma, Max, suo ex fidanzato e giornalista non si trova, sparito misteriosamente dopo aver ricevuto lettere minatorie. Una storia che si muove nel mondo delle contraffazioni alimentari. John, poliziotto inglese che ormai vive e lavora in Italia, viene reclutato per seguire privatamente la vicenda, Anna e Marc lo aiuteranno, come sempre. La soluzione sarà poi sotto agli occhi di tutti, svelata da pochi semi di Carrubo.
LanguageItaliano
PublisherMonica Rossi
Release dateJul 12, 2017
ISBN9788826481333
Piove sul Carrubo: Delitto alla Garbatella

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    Piove sul Carrubo - Monica Rossi

    Piove sul carrubo

    Capitolo primo

    Landed. Miss you...love. Marc. Arriva il Whatsapp che stavo aspettando.

    Sorrido e rispondo subito.

    Love and miss you too. Come back as soon as possible.

    Ma come sono ancora adolescente e quanto mi sento buffa quando sono così!

    Ogni volta che parte e rimango da sola, tristezza e allegria si mescolano e ricordo Mario che ci ha fatti incontrare. Sono passati diversi anni dalla sua morte, cinque per l'esattezza, ma il ricordo di lui e di tutto quello che è stato é sempre vivo in me. Nemmeno il miglior psicoanalista riuscirebbe a rimuovere il trauma di quello che ho passato: la sua morte assurda, le indagini e la scoperta che chi il giorno prima ti era amico, il giorno dopo non lo è più... Il ricordo della sua morte, per assurdo, mi ha aiutato molto a superare le mie paure e le mie ansie. Per Mario, per riscattare la sua morte ho provato a cambiare. Certo gli attacchi di panico e la paura dei luoghi chiusi non scompaiono mai totalmente, ma ci si può convivere. Sto provando a farlo e Marc è con me: l'unica nota positiva di quel periodo che ha segnato la mia vita.

    I call you later. Kisses. Mi risponde, ma penso che later mi troverà tra le braccia di Morfeo. Questa sera avrò giusto il tempo per una doccia e per mangiare qualcosa. Non vedo l'ora di buttarmi sul letto. Non ho voglio di uscire, sono davvero stanca. Il giornale non riusciva a chiudere le pagine e la redazione sembrava impazzita: non ci facevamo mancare nessuna notizia, non ultimo il referendum inglese, che ha aperto pagine e pagine di approfondimento (e infiniti straordinari).

    Si aggiunge il fatto che, la notte scorsa, né io e né Marc abbiamo dormito. Lui sembrava posseduto o allucinato: continuava a vagare da una stanza all'altra della casa con il cellulare in mano e il computer acceso che lo aspettava nello studio: ad intervalli ravvicinati postava commenti, scriveva articoli, twittava... un delirio! Io ero lì con lui (chi riusciva a dormire?)...certo ogni tanto forse mi assopivo, ma poca cosa, poi mi risvegliavo di soprassalto per paura di perdere dei pezzi di storia europea. Come si faceva a dormire in quel momento, in compagnia di un inglese fermamente convinto di votare remain ma con la paura che i leave potrebbero vincere?

    Che folli sono questi inglesi! Mi é difficile capirli.

    Si sono voluti suicidare.

    Questa mattina quando l'ho accompagnato all'aeroporto era isterico e ogni volta che vedeva dei suoi connazionali si staccava da me e li andava ad intervistare. Se rispondevano remain elargiva sorrisi e strette di mano, altrimenti se incautamente pronunciavano la parola leave era un disastro, li trattava malissimo (qualcuno lo ha pure insultato...).

    Non immagino proprio con che spirito possa essere atterrato sul suolo inglese e preso un autobus per Victoria Station. L'ansia per l'incertezza di questo referendum lo sta divorando e penso che, nonostante il suo carattere estremamente mite, avrà sicuramente litigato con diversi connazionali. Lo smartphone trilla e vedo che è arrivato un altro messaggio, una foto questa volta: la sua faccia sull'autobus. To Victoria. Mi scrive sotto.

    Resisti! Sei quasi arrivato! Gli rispondo, alternando inglese ad italiano...dipende dal mio istinto, se mi viene spontaneo rispondere subito in inglese oppure no.

    Al di là della frase che gli invio, giusto per incoraggiarlo, quasi arrivato non lo è ancora, lo sa bene anche lui, ma è giusto cercare di tenerlo su di morale, visto che mi sembra piuttosto stanco...una volta arrivato a Victoria Station deve prendere il treno per Brighton e poi di nuovo un bus per arrivare a casa, se qualcuno non riesce a venirlo a prendere e se non se la sente di farla a piedi.

    Niente di terribile di certo, ma capisco che a volte la distanza sembra ancora più enorme con tutti quegli spostamenti e cambi.

    Almost...mi risponde con una faccina triste.

    Non penso sarà questa la serata adatta per raccontargli cosa mi è capitato oggi.

    Magari domani...si! Questa sera non ne ho proprio voglia.

    Sotto la doccia mi sento subito molto bene e l'acqua calda mi rilassa.

    Rimango lì a lungo, quando esco mangio un bel piatto di verdure sul divano perché sono troppo stanca per sedermi a tavola e poi mi sdraio a guardare la TV. La serata per me potrebbe finire qui: è piacevole e l'aria non è così fresca ma nemmeno quella calda afosa, tipicamente emiliana che fa si che, dopo pochi minuti che esci dalla doccia ti sentì già tutta appiccicata. Dalle finestre entrano i rumori di un venerdì sera bolognese, uno come tanti, ricco di locali aperti e frequentati, persone ben vestite che hanno voglia di divertirsi, di sentire un po' di musica, andare a vedere spettacoli...avere un appartamento in centro, vicino alle torri, ha dei vantaggi e svantaggi. Certo la movida bolognese non ti lascia mai da sola, ma il caos del centro storico non si sopporta ormai più e, quando arrivo a casa dal lavoro con la macchina, è sempre un'odissea parcheggiare! Non so quante multe ho preso per divieto di sosta nella mia vita! Con tutti i soldi spesi avrei potuto comprarmi una casa al mare e arredarla! Senza contare gli interessi che mi vengono addebitati perché ho anche il brutto vizio di non pagarle subito e di aspettare fino all'ultimo giorno, quando proprio ormai ci sono gli impiegati dell'ufficio riscossioni che mi stanno portando via il televisione o altro. Scherzo, non è proprio così, nessuno mi ha mai tolto il televisore, ma è vero che non pago le multe subito e che tendo a rimuoverle dalla mia mente, le metto nella borsa e ...scompaiono! ... se non le vedo più non le pago...

    Marc si arrabbia molto per questo mio comportamento ma é più forte di me. Ho cercato di spiegarglielo, ma su questo siamo molto diversi, la pensiamo in maniera opposta e nessuno dei due vuole cedere qualcosa. Ma ha ragione lui, lo so benissimo.

    Vibra il telefono e suona. Forse mi stavo addormentando, a mia insaputa. Goffamente prendo lo smartphone e rispondo.

    Marc?

    Anna sei ancora sveglia?. La sua voce è contenta.

    Si certo! rispondo io cercando di riprendermi e darmi un tono (è ufficiale: stavo per addormentarmi) sei arrivato? Gli chiedo.

    Da poco. Ho salutato subito mia madre così è andata a letto e sono venuto a mangiare il solito fish and chips che mi manca molto, lo sai... sorride.

    Anche a me manca rido anche io.

    Stavi dormendo? Mi chiede.

    Beh, penso proprio di sì, anche se non me ne sono accorta...abbiamo avuto una giornata terribile al giornale e sono davvero stanca. Questa storia della Brexit proprio non ci voleva per una che al giornale si occupa di finanza rispondo scocciata.

    Non ci voleva per nessuno! Non puoi capire come qui si percepisce! C'è un clima strano, come se Londra fosse spaccata in due, chi è contento e chi affatto. Non si parla d'altro!... Domani che turno hai? mi chiede.

    Sempre il pomeriggio, anzi, adesso che ci penso mi hanno dato anche il serale! Sarò stanchissima domani sera quando tornerò a casa...almeno domani mattina provo a dormire fino a tardi prima di andare al lavoro! Gli rispondo contenta. In realtà non mi piace molto il turno serale, perché si fa sempre tardi e arrivo a casa a degli orari impossibili. Dopo rimane solo il tempo per mangiare qualcosa, doccia e letto. Ma quando Marc non c'è sono contenta di farlo perché riesco a dormire di più e svegliarmi con calma e fare diverse cose prima di lavorare. Tu che programmi hai per domani? Gli chiedo.

    Niente di speciale. Starò con mia madre, andrò a votare e vedrò un paio di amici ma non riuscirò a fare tardi purtroppo...Dovrò andare a letto presto perché il volo parte da Standset alle 8 di mattina...fuck! Che tradotto non si dice ma si potrebbe dire "'sti stronzi di Ryanair! Perché in effetti se dovete prenotare un volo in andata o ritorno per Londra con questa compagnia aerea che ha voli low cost interessanti, non sorprendetevi se gli orari non lo sono altrettanto...in andata spesso vi fanno perdere la giornata con voli alle 16 o alle 20, mentre al ritorno i voli più economici sono collocati in una fascia che va dalle 6 alle 9 del mattino. Una tragedia perché per raggiungere l'aeroporto in autobus ci vuole un'ora di tempo e bisogna anche calcolare che occorre essere un'ora prima in aeroporto! Così se uno ha un volo prenotato per le 8 del mattino si deve alzare per forza alle 5, ma se vuole stare ancora più tranquillo (metropolitane, autobus...) alle 4. Marc che deve partire da Brighton deve calcolare anche il viaggio per Londra...

    Forse è meglio se non vai a dormire! Gli consiglio sorridendo.

    Vediamo chi trovo a farmi compagnia...magari aspetto l'alba al giornale. Mi risponde divertito.

    Con una valanga di baci e abbracci virtuali lo saluto e mi sdraio sul divano, cullata dal poco vento fresco che entra dalla finestra della sala e penso che forse questa sera non arriverò nel letto.

    Non gli ho detto quello che avrei voluto dirgli.

    Non é grave, ma ci tengo ad essere onesta con lui. Forse è meglio che glielo dica al ritorno, quando lo rivedo, così lo guardo negli occhi mentre glielo spiego. Marc non è tipo da essere geloso, ma forse potrebbe non essere carino dirgli, ora che è lontano: ah Marc, te ne ho mai parlato di Max?... un mio ex collega di quando lavoravo nella sede di Roma? Quello che era fidanzato con la mia collega Erika, quando anche lei lavorava a Roma? Beh, non ci crederai, ma qualche giorno fa mi ha cercato in redazione, ma non sembrava per una cosa di lavoro, almeno così mi hanno detto....

    Magari però sto esagerando...Alla fine non sembra tanto strano che un collega, (anche se ex) ti cerchi, pure se non lo sentì da molti anni. Non dovrebbe essere strano ma, e non so davvero spiegarmi il perché, quando me lo hanno detto ho avvertito dentro di me una sensazione strana, come di qualcosa di non positivo. Oddio ma cosa sto dicendo! Non starò per caso scoprendomi sensitiva?

    Ti ha cercato Max mi hanno subito detto in redazione alcuni colleghi, quando sono arrivata.

    Max chi? Ho risposto io.

    Max Ghini...dai che te lo ricordi! Il collega della redazione romana del Sole 24 Ore! Mi ha risposto Alberto, un collega che da tanti anni si occupa di spettacoli. Poi vedendo la mia faccia attonita si è sentito di aggiungere:ma ti ricordi vero chi è? Quel bell'uomo moro, con un forte accento romano e piacione con le donne!.

    Ah si, certo ho risposto io dopo un attimo (lungo per la verità) di incertezza e (finto) black out, ma come mai? Di cosa aveva bisogno? Ho chiesto.

    Non lo ha detto mi ha risposto Andrea, che ho capito che non ha risposto direttamente al telefono ma che sa esattamente ogni minimo dettaglio, non ha parlato con me ma con Luisa, so che ha solamente detto che voleva parlare con te e ha chiesto il tuo numero di cellulare del lavoro. Gli abbiamo risposto che non c'eri e che saresti arrivata nel tardo pomeriggio, ma gli abbiamo dato il tuo numero di cellulare di lavoro visto che sembrava una cosa urgente. Ti ha chiamato per caso?. Mi chiede curioso.

    No... Rispondo io. Altrimenti non sarei così sorpresa...magari lo farà più tardi.... Mi siedo e accendo il computer. Penso che la conversazione possa finire qui. Ma mi sbaglio.

    Gli abbiamo pure chiesto se voleva parlare con Erika.... Alberto pronuncia la frase con un tono di voce che tende a decrescere. Pausa. Sono sempre quei tasti delicati che tutti conoscono ma che nessuno vorrebbe suonare.

    Me lo aspettavo che sarebbe uscita questa frase e il nome soprattutto, anche se non penso sia stato molto carino a metterla in mezzo.

    ...Ma lui ha risposto che voleva parlare solo con te.... Finito il report tutti hanno cominciato a guardarmi in attesa che io potessi aggiungere altro. Ma ovviamente cadevo dalle nuvole e la situazione mi stava cominciando ad irritare.

    Beh cosa volete da me adesso? Non ne so assolutamente nulla, ve l'ho detto...se ha bisogno richiamerà!. Ho continuato il mio lavoro, anche se, ogni tanto, inevitabilmente ci pensavo.

    Quando i riflettori si sono spenti su di me e le notizie del giornale hanno preso il sopravvento, ne ho approfittato per parlare con Erika che, nel frattempo, era rimasta apparentemente tranquilla senza intervenire alla discussione. Mi sembrava una cosa importante da fare, ma anche lei non ne sapeva assolutamente nulla, ah non ti preoccupare, ci sono ormai abituata alle battute...però guarda, mi dispiace ma non devi venire da me per avere delle informazioni su Max! Non ne voglio più sapere da molto tempo, sono mesi che non ci vediamo e sto bene così.. mi risponde subito con un tono irritato e volutamente alto, penso voluto anche, in modo da farsi sentire da tutti.

    Ci sono rimasta male. Giuro che non lo sapevo. Ormai il loro sembrava un rapporto consolidato, anche se molto anonimo. Erika deve aver visto la mia faccia e letto cosa stavo pensando in quel momento.

    Non ce la facevo più, cerca di capirmi mi spiega, era venuto il momento di chiudere la storia e finalmente sono riuscita a farlo. Sorride Erika ora e sembra felice. É una donna sulla quarantina, molto bella e sensuale, sempre sui tacchi, con i capelli lunghi e lasciati cadere sulla schiena. Indossa sempre tanti bracciali e orecchini. Insomma una che non passa inosservata. La loro storia era durata quasi dieci anni. Almeno credo. Comunque una vita per come la penso io. Si erano conosciuti nella sede di Roma, dove lavoravano entrambi e si erano piaciuti subito, iniziando così una storia d'amore molto intensa, nonostante che tutti e due fossero sposati a quell'epoca. Erika lo aveva amato tantissimo e forse anche lui, anche se, una volta si era sfogata con me e mi aveva detto che lui non aveva mai avuto il coraggio di confessarle che l'amava o almeno farglielo intuire. Stavano insieme a basta quando ne avevano voglia. Poi vite separate. Lui voleva così, visto che diceva di non credere all'amore ma solo nelle amicizie, una strana vita di coppia in un certo senso underground, che però tutti i colleghi sapevano, o intuivano, ma continuavano a fare finta di non saperlo. Erika, dopo essersi a sua volta separata, (lui l'aveva preceduta di qualche anno) aveva continuato a tollerare per molto tempo la situazione, forse troppo a mio avviso, fino a quando era arrivata a non poterne più e, visto che lui non ne voleva sapere di prendere la cosa sul serio, aveva preso la decisione di cambiare sede di lavoro, era ritornata a Bologna, sua città natale, dove vivevano i suoi figli, ormai grandi che studiavano all'università. Max era rimasto a Roma. Questo era accaduto meno di un anno fa. Il resto é storia recente, ma non troppo aggiornata a quanto vedo, visto che pensavo che avessero continuato a vedersi e a frequentarsi...

    E brava Erika!

    A quanto pare stavo scoprendo cose diverse.

    Mi dispiace, non lo sapevo...sinceramente pensavo che vi continuaste a vedere, anche se a distanza....

    Mi ha guardato e mi ha sorriso. Questa volta ha ricominciato a parlare senza usare toni accesi, parlando quasi sottovoce.

    Mi è dispiaciuto tantissimo lasciarlo e se devo essere sincera, continuo a pensare a lui, anche dopo molto tempo. L'ho amato tantissimo e non penso che amerò mai più un altro uomo così, ma lui è davvero un uomo impossibile, occorre rassegnarsi....

    Povera, mi fa davvero pena perché si capisce ancora da come parla, quanto

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