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L'Ho-oponopono del Semplice
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Ebook154 pages2 hours

L'Ho-oponopono del Semplice

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La via percorsa da Francesco è stata sempre la via del perdono, del servizio e dell’amore.
Francesco è stato una semplice matita con la quale la mano di Dio scriveva. Ma Dio non scriveva su fogli di carta o pergamena, bensì sul cuore degli uomini che Francesco incontrava e che accoglievano il suo messaggio di pace.
***
Ho sempre riflettuto sulle parole di Francesco ‘Accogliete i bambini, non lasciateli soli’ e ora più che mai me ne è chiaro il significato. Francesco mi chiede di accogliere tutte le persone che hanno perso o abbandonato il loro bambino. Sono persone adulte ma smarrite dentro, vuote nella loro anima. Eppure la scintilla divina non si spegne mai. Francesco attraverso i suoi numerosi insegnamenti mi ha trasmesso come far cadere le maschere dell’ego, come ravvivare la fiamma e prenderne consapevolezza, come aiutare quella parte di me che sei tu. Amica mio, amico mio, vieni ti aspettavo da sempre.
LanguageItaliano
Release dateJul 18, 2017
ISBN9788826482965
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    L'Ho-oponopono del Semplice - NICOLA RACHELLO

    Nicola Rachello

    L'Ho-oponopono del Semplice

    A Francesco d’Assisi,

    il Semplice,

    con gioia e gratitudine

    per tutte le lacrime condivise.

    (Nicola Rachello)

    UUID: aaf63fb2-6bdb-11e7-b410-49fbd00dc2aa

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Prefazione

    Parte prima

    ​Che cos’è l’Ho-oponopono del Semplice?

    È necessario avere sempre un punto di partenza, un punto dal quale partire, per comprendere di cosa si parla e perché. Così parto dall’inizio, affrontando l’argomento senza presupporre nulla e cercando di essere il più chiaro possibile. Proverò a spiegare, usando parole semplici, di che cosa si tratta attraverso i momenti di riflessione proposti da questo libro.

    Prendo direttamente la spiegazione della prima parola, del titolo di questo libro, ovvero Ho-oponopono, dalle parole di Morrnah Nalamaku Simeona.

    Ho-oponopono è un grande regalo, che permette di sviluppare un rapporto attivo con la Divinità interiore e imparare a chiedere che i nostri errori nel pensiero, nelle parole, nei fatti e nelle azioni siano corretti in ogni istante. È un metodo che riguarda essenzialmente la libertà, la completa libertà dal passato.

    Per chi si stesse chiedendo chi fosse Morrnah Simeona rispondo subito. Nata il 19 maggio del 1913, era figlia di un membro della corte dell’ultima sovrana delle isole Hawaii, la regina Lilinokalani. Sua madre, Lilia, era una kahuna, una sacerdotessa che guariva attraverso le parole. Morrnah, cresciuta nell’entourage della corte hawaiana e in questo particolare contesto sociale, manifestò precocemente un singolare talento per la guarigione. A tre anni era già stata riconosciuta come una guaritrice. Nell’arcipelago hawaiano la guida spirituale del popolo fu da sempre tradizionalmente appannaggio dei sacerdoti kahuna, ma la sua forza era ormai stata inficiata da quasi un secolo di cristianizzazione, avvenuta ad opera dei missionari evangelici che sbarcarono nelle isole nel lontano 1820. La stessa Morrnah, parallelamente alle tradizioni del suo popolo, fu educata alla fede cristiana, cosicché da adulta, fu lei stessa a trasformare l’Ho-oponopono ancestrale, vissuto come una sorta di psicoterapia di gruppo, in un procedimento intrapersonale, fortemente intriso di valori cristici. Quando abbandonò il corpo fisico il 13 febbraio 1992, lasciò in eredità il suo SITH (acronimo di Self I-dentity trouth Ho-oponopono), ovvero la versione moderna rivista e aggiornata dell’Ho-oponopono, dopo averlo insegnato in venticinque paesi diversi e averlo presentato anche alle Nazioni Unite. In definitiva, Morrnah codificò in dodici passi l’intero procedimento di correzione degli errori in pensieri, parole, fatti e azioni che oggi viene familiarmente definito come fare pulizia. È costituito da un insieme di tecniche di respiro, di preghiere e meditazioni, di utilizzo dei colori e del taglio di quei cordoni, detti anche filamenti energetici, che si creano nelle relazioni interpersonali di ogni tipo.

    Morrnah, che credeva fermamente nella pace, teneva sulla sua scrivania una targhetta, con la scritta la pace comincia con me. Questa pace da cui traeva la sua forza, la sua linfa e alla quale si ispirava, era la pace del Cristo. Molte delle sue preghiere trasmettono questo anelito di pace per il mondo, una pace da condividere con l’intera umanità.

    La Pace dell’Io di Morrnah Simeona

    La pace sia con te

    tutta la Mia pace.

    La pace che è l’Io,

    la pace che è l’Io sono.

    La pace per sempre, adesso,

    in ogni occasione ed eternamente.

    La Mia pace Io do a te,

    la Mia pace Io lascio con te.

    Non la pace del mondo,

    ma solo la Mia pace.

    La pace dell’Io.

    Chiunque legga questa preghiera vi sentirà l’eco del Vangelo, precisamente di Giovanni ai versetti 14, 23-29 dove riecheggiano le parole di Gesù: Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.

    Il dr. Hew Len fu l’allievo che raccolse l’eredità spirituale di Morrnah Simeona. Il primo insegnamento che fece suo, fu quello della pace, tanto che scelse di firmare ogni sua lettera, e-mail o comunicazione con il suo nome seguito dall’acronimo PDI ovvero Pace dell’IO. Anche qui l’influenza di Morrnah Simeona fu determinante. Nella preghiera di apertura dei dodici passi, Morrnah Simeona fonde sapientemente la tradizione del suo popolo con la tradizione biblica cristiana espressa dall’Io Sono.

    Nella cultura hawaiana le due vocali I e O, unite a formare la parola IO, sono l’espressione della divinità. Il principio divino è la I che feconda lo spazio vuoto, lo zero espresso dalla O. Questo IO era già presente nell’antica tradizione biblica, dove Dio si presenta sempre come Io Sono.

    Sebbene quando conobbe Morrnah, Hew Len la giudicò una pazza visionaria, con il tempo dovette ricredersi, poiché grazie a lei, sua figlia, affetta da una gravissima malattia di fronte alla quale ogni specialista si era arreso, guarì. Subentrato alla presidenza della Fondazione dell’Io, creata da Morrnah Simeona per diffondere l’Ho-oponopono nel mondo, il dr. Hew Len impresse una significativa svolta agli insegnamenti della sua maestra. Egli propose una semplificazione sempre più accentuata della pulizia. A lui si deve l’introduzione nell’Ho-oponopono di alimenti e bevande assunti in un’ottica di dialogo con il proprio bambino interiore e di pulizia delle memorie dell’inconscio.

    Veniamo ora alla pace di Francesco d’Assisi, la stessa pace di Morrnah, di Hew Len e del Cristo. Ecco dunque le parole con cui Francesco benedice Frate Leone:

    Il Signore ti benedica e ti custodisca.

    Mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te.

    Volga a te il suo sguardo e ti dia pace.

    Il Signore benedica te, frate Leone.

    Spesso mi sono chiesto come l’anima di Francesco si sia guadagnata questa pace; lui, il giullare di Dio, l’eretico, un’eterna anima in pena. Francesco ha sempre chiesto ciò che voleva, lo ha gridato a gran voce: Signore fa di me uno strumento della tua pace.

    Dunque è possibile definire gli insegnamenti di San Francesco come l’Ho-oponopono del Semplice, una richiesta continua alla Divinità di amore, pace e pulizia delle memorie.

    Analizzerò ora come Francesco sia riuscito otto secoli prima di Morrnah Simeona a cancellare le proprie memorie di dolore e sofferenza e a tracciare la via di un primo Ho-oponopono ante litteram. La via percorsa da Francesco è stata sempre la via del perdono, del servizio e dell’amore. Francesco è stato una semplice matita con la quale la mano di Dio scriveva. Ma Dio non scriveva su fogli di carta o pergamena, bensì sul cuore degli uomini che Francesco incontrava e che accoglievano il suo messaggio di pace. Per Francesco tracciare questa via non è stato facile. Le prove che ha superato sono state molteplici come trovarsi faccia a faccia con il lupo, espressione di tutta la sua rabbia e paura. Il bacio al lebbroso ha significato accogliere e accettare ogni aspetto dell’umana debolezza in particolare la malattia, la discriminazione, il rifiuto del diverso. E se alla fine ha trovato un po’ di pace questa pace l’ha sempre condivisa e donata: Il Signore ti dia pace recitano le sue parole. Riassumere in poche righe, un processo durato una vita intera, può comportare il rischio di banalizzarlo, ma per Francesco, ogni sua più piccola conquista, è stata il frutto di un grande lavoro su sè stesso. Nel suo viaggio in Oriente, l’incontro con un suo fratello d’anima il sultano di Damietta, porta Francesco a meditare profondamente. Le parole del sultano bruciano sulla carne di Francesco, già consumata e arsa da ciò che di sé egli non comprendeva:

    L’occhio della mia anima vede solo un uomo che si umilia, disprezzando la forma che Dio gli ha dato. Sotto i tuoi stracci, intuisco solo piaghe, fratello… È questo il modo in cui ami l’Unico attraverso te stesso? Se non rispetti il tempio in cui accogli il tuo Signore, perché mai lo inviti in esso? (citazione tratta da Francesco, l’uomo che parlava agli uccelli, Amrita Edizioni).

    Francesco comprende. Sono parole che fanno male, molto male e al tempo stesso guariscono. Per ritrovarsi Francesco si deve perdonare, ma forse per tornare indietro e percorrere un’altra strada per lui è ora troppo tardi. Quella che ha tracciato è una strada senza ritorno. Questo viaggio in Oriente sui luoghi di nostro Signore, alla scoperta della vera vita del Cristo, lo turba profondamente. Pergamene vecchie di secoli e secoli, custodite da un mistico, raccontano la vita dell’uomo chiamato Joshua. Le nozze di Cana, Maria Maddalena, sposa di Joshua. La loro famiglia, la loro discendenza.

    Nel cuore di Francesco un sogno, forse ora anche i preti potranno sposarsi. Forse ora potrò amare Chiara. Ma l’amore per Dio brucia più forte e al suo ritorno ad Assisi, il sogno di una nuova vita viene dolorosamente infranto dal vescovo, a cui Francesco consegna i preziosi manoscritti, che poi scompariranno per sempre. Così Francesco china il capo e vive nell’obbedienza, morendo forse per il dolore di essere stato tradito. Quella voce che gli aveva parlato: Và Francesco e ricostruisci la mia chiesa, lui l’aveva chiaramente fraintesa. Non era una chiesa di mattoni che Dio voleva fosse ricostruita, ma la chiesa dello spirito. Anche per questo Francesco si perdona e prima di chiudere i suoi occhi, confessa il suo amore a Chiara lasciandole il suo testamento spirituale, il Cantico delle Creature, nato per lei, ispirato da lei e che, come ultimo gesto, a lei dona.

    In questa lode ritornano tutti gli elementi dell’Ho-oponopono del Semplice: il perdono, la riconciliazione, l’amore, la gratitudine e la pace.

    Lodato sii, mio buon Signore,

    per la grazia di quelli che perdonano

    ricordandosi di Te dentro di loro.

    Per mezzo della Tua aratura

    imparano dalle tribolazioni il cammino

    paziente della pace.

    In loro Ti inviti, perché in Te essi si invitano

    e prendono rifugio.

    (citazione tratta da Francesco, l’uomo che parlava agli uccelli, Amrita Edizioni).

    Le memorie di una vita intera, un’infinità di dolore, sofferenza e tutte le miserie umane sono state cancellate.

    La Preghiera Semplice offre tutti gli strumenti di pulizia dell’Ho-oponopono ante litteram, l’Ho-oponopono del Semplice:

    " Dov’è odio, fa che io porti l’amore,

    dov’è offesa fa che io porti il perdono,

    dov’è discordia che io porti l’unione,

    dov’è dubbio che io porti la fede,

    dov’è errore che io porti la verità,

    dov’è disperazione che io porti la speranza,

    dov’è tristezza che io porti la gioia,

    dove sono le

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