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Le favole di Sabaudia
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Ebook63 pages51 minutes

Le favole di Sabaudia

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Le Favole di Sabaudia" è una raccolta di cinque brevi racconti per bambini, tutti ambientati a Sabaudia, un piccolo comune del Lazio conosciuto al resto d'Italia per le bellezze paesaggistiche e naturali di cui gode.

In ogni racconto la magia e la fantasia accompagnano i piccoli lettori ad un'attenzione particolare verso la natura e le sue benevoli qualità. Il mare, gli aironi, le sirene, gli gnomi sono solo alcuni elementi messi in risalto in questa raccolta di fiabe volte ad accendere curiosità e fantasia in chi legge.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJul 20, 2017
ISBN9788892670914
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    Le favole di Sabaudia - Roberta Sartarelli

    storie.

    L ' airone cenerino

    Questa è la storia di Cenerino, un airone nato nei pressi del lago di Caprolace a Sabaudia. Era un uccello molto grande dal lungo becco giallo e quando apriva le ali per volare non passava di certo inosservato, vista la sua ampiezza alare!

    Cenerino viveva su un nido posto sopra un altissimo albero. Gli piaceva la sua casa. Da lassù poteva guardare bene quello che accadeva sia in terra che in cielo. Ogni giorno, dopo essersi procurato un po' di cibo, andava con i suoi amici Guardabuoi e Garzetta ad allenarsi per la gara di volo a cui voleva partecipare.

    Il volo dei quattro laghi era la gara più importante per gli aironi e per quell'occasione giungevano a Sabaudia aironi provenienti da varie zone più o meno distanti da Sabaudia. Alcuni aironi venivano da Ventotene, da Palmarola, Ponza, altri da Anzio, altri ancora da terre tanto lontane da arrivare esausti per partecipare a una gara di volo. L'ultima gara era stata vinta da un airone di Ventotene. Di lui, come degli altri vincitori, non se ne sapeva più nulla. Già! Una volta vinto il premio nessuno era mai tornato indietro! Il premio consisteva nella gemma dell'umanità, che aveva il potere straordinario di trasformare un airone in un essere umano.

    Solo il vincitore del volo dei quattro laghi avrebbe avuto l'opportunità di ingerire la gemma dell'umanità e trasformarsi così in un essere umano.

    La gemma si formava sotto il lago di Caprolace ogni venti anni circa, all'interno della grotta vitale, luogo raggiungibile solo dall'anatra reale, unica a riuscire a raggiungerla, passando attraverso una piccola galleria da lei stessa scavata, seguendo il percorso degli scavi precedenti, che lasciavano capire quale fosse il punto dove scavare.

    Ingerendo metà della gemma un airone si sarebbe trasformato in un essere umano e successivamente sarebbe potuto tornare airone ingerendo l'altra metà.

    Nessuno, però, era mai tornato! Una leggenda tramandata di becco in becco diceva di un solo airone che, dopo essersi trasformato in umano, aveva ingerito l'altra metà della gemma ed era tornato ad essere airone raccontando cose incredibili sugli umani! Secondo quel racconto, gli umani erano in grado di accendere il fuoco a loro piacimento: mettevano sul fuoco le cose che mangiavano e usavano oggetti detti armi per uccidersi tra di loro. Tutte cose a cui nessun airone credeva veramente. Cenerino in particolare non credeva che gli umani fossero così intelligenti da poter organizzare o costruire qualcosa, ma era comunque affascinato da quegli esseri che vedeva muoversi a volte in acqua, a volte dentro delle scatolette rumorose prese chissà dove. Già, le scatolette! Lo incuriosivano così tanto da voler vincere la gara di volo per diventare umano e poter capire dove gli umani prendessero quelle scatolette che si muovevano sulla terra e, una volta capito, lui sarebbe tornato a raccontare tutto ai suoi compagni.

    La gemma era diventata di un colore rosa chiaro, questo significava che presto sarebbe diventata rossa, quindi pronta per essere presa. Solo sugli aironi la gemma aveva quell'effetto. Altre specie avevano provato a ingerirla ma invano, non accadeva nulla. Le anatre erano le custodi della grotta vitale dove cresceva la gemma e non avrebbero consentito a nessuno di rubarla.

    La gara era ormai organizzata e iniziavano ad arrivare aironi da vari luoghi vicini e lontani.

    Gli aironi sarebbero partiti dal lago di Paola, sorvolando poi il lago di Caprolace, dei Monaci, fino ad arrivare al lago di Fogliano. Lì avrebbero dovuto scendere in acqua, prendere un pesce e con il pesce nel becco entrare nel nido della vittoria, posizionato a trenta metri da terra sopra un grande albero. Il primo a raggiungere il nido sarebbe stato il vincitore della gara e quindi era meritevole del premio.

    Mancavano pochi giorni ormai, Cenerino vedeva aggirarsi nella sua zona molti aironi grandi, temibili avversari.

    Mancava poco e la gemma sarebbe diventata rossa. L'anatra reale, guardiana della gemma, controllava quotidianamente ormai il mutare del colore della gemma.

    Cenerino, intanto, non perdeva tempo. Ogni giorno, con l'aiuto dei suoi amici Guardabuoi e Garzetta, provava a volare sempre più velocemente. Lo preoccupava la pesca del pesce sul finale. Da piccolo aveva avuto un incidente che gli aveva causato un problema alla vista che ora era meno acuta di quella dei suoi

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