Baciata da un miliardario
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Il direttore opertivo Amy Carter è una donna di successo con un enorme problema - la QuinlanBros, un'azienda che sta cercando di comprare quella in cui lavora lei. Amy è determinata a combattere per i suoi colleghi ma, quando arriva a NY e incontra Adam Quinlan, diventa chiaro che lui sia più interessato a lei a livello personale.
Il miliardario playboy e amministratore delegato Adam Quinlan ottiene sempre ciò che desidera; è bellissimo e ama vedere le donne godere nel suo letto. Quando l'affascinante Amy attira la sua attenzione cercherà di sedurla. Tuttavia, c'è un problema: il suo defunto fratello gli ha chiesto di comprare la compagnia per cui lavora Amy per poter completare il progetto cui stava lavorando. Presto, però, Amy diventa più importante di tutto il resto.
Amy vuole molto più di una relazione basata solamente sul sesso e Adam Quinlan non è adatto. Allora perché non smette di pensare a lui? E che sta succedendo al famoso playboy? Sta veramente cambiando per lei?
Qualsiasi sia la ragione, Adam Quinlan sta per scoprire che i soldi non possono comprare ogni cosa...
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Book preview
Baciata da un miliardario - Julie Farrell
Maggiori informazioni su: www.juliefarrellbooks.com
Capitolo Uno
Amy era in ritardo. Nonostante l’agitazione, trascinò il suo bagaglio in ascensore, maledicendo i suoi tacchi e la gonna stretta. Il suo volo da Londra era stato cancellato la scorsa notte, quindi era arrivata in ritardo a New York e aveva passato tutta la mattina a preparare la sua presentazione per i fratelli Quinlan. Era stanca, nervosa e sull’orlo del pianto. Aveva rotto con il suo fidanzato stronzo due settimane fa – dopo averlo trovato in una posizione compromettente con una delle sue assistenti a lavoro. Si stava ancora riprendendo e James non voleva accettare che fosse finita – non aveva fatto che scusarsi da quel giorno. Ma ormai era troppo tardi.
New York era come un tornado. In quel momento, tutto quello che Amy desiderava, era accoccolarsi nel suo letto con un’enorme tavoletta di cioccolato e fare una maratona di Sex and the City. Invece, si trovava nella Grande Mela tutta sola. La vita movimentata di Manhattan la fece sentire insignificante. A quanto sembrava, questo grattacielo era alto trenta piani – quindi relativamente piccolo.
Si fermò davanti al lussuoso ascensore e prese un respiro profondo, ripassando il suo discorso per i fratelli Quinlan – avrebbe dovuto cominciare con delle scuse, poiché era in ritardo. Le porte dell’ascensore si aprirono, e Amy fu travolta da uno tsunami di uomini in Armani. Si rannicchiò di lato, ma fu inutile: un uomo impegnato in una conversazione al cellulare stava venendo verso di lei, l’impatto era imminente! Amy cercò di evitarlo, ma fu difficile a causa del bagaglio. Merda!
«Attento!» disse all’uomo Terminator.
La evitò all’ultimo secondo, ma colpì Amy alla spalla, facendole perdere l’equilibrio. Cercò di non cadere per terra e, per fortuna, un uomo la salvò afferrandola con le sue forti braccia.
«Ehi, attenzione!» disse con voce virile.
Era imbarazzata e grata allo stesso tempo. Si aggrappò al suo petto, inalando il suo odore e sentì la tensione svanire...
«Riesci a stare in piedi, tesoro?» l’uomo chiese.
«Oh, sì. Scusi.»
Si allontanò con gambe tremanti. Il suo cuore batteva forte. Si ricompose e spostò la sua frangia bionda che le cadeva sugli occhi.
«Grazie per...»
Quando lo vide, non riuscì più a parlare. Era l’uomo più bello che avesse mai visto. I suoi capelli scuri incorniciavano perfettamente il suo volto mascolino, enfatizzando i suoi alti zigomi, la mascella prominente e le labbra sensuali. Aveva le spalle larghe, era molto alto e il suo fisico era atletico. Sembrava un dio con addosso quel completo firmato. Emanava pura virilità, come un giovane Clint Eastwood. Quell’uomo era perfetto – dal suo atteggiamento sicuro fino ad arrivare alla fossetta vicino al labbro.
Sorrise, diventando ancora più bello. «Stai bene?»
«Oh, er, sì.»
La osservò con i suoi occhi verdi. Amy arrossì, sentendo un’ondata di piacere attraversarla. L’uomo aprì la bocca per dire qualcosa, ma Amy ricordò perché si trovasse lì. Non era il momento di sbavare su quell’uomo – non importava quanto fosse incredibile. I fratelli Quinlan la stavano aspettando, ed era già in ritardo.
«Grazie per avermi aiutato,» disse. «Devo andare.»
«Aspetta... qual è il tuo nome?»
Okay, forse aveva il tempo di chiedergli il numero. Sorrise dolcemente. «Amy Carter.»
«Oh, tu sei Amy?»
Fu travolta dalla paura. «Cosa?»
Il suo sorriso malizioso aveva un effetto particolare su di lei. «È un piacere incontrarla Ms Carter. Com’è andato il volo?»
«Mi dispiace... lei non è...? È uno dei fratelli Quinlan?»
«In persona. Adam Quinlan — è un piacere.»
La barriera che Amy aveva creato attorno al suo cuore tornò in piedi – quest’uomo era un suo nemico. Quando un mese fa, i fratelli Quinlan avevano mostrato interesse per la Grafton Techs, il suo capo – Frank Grafton – si era rifiutato di vendere, quindi i fratelli Quiland avevano risposto minacciandolo con un sviluppo ostile
. Avevano informato Frank delle loro intenzioni, portare via alla Grafton Techs i suoi impiegati migliori e anche i clienti più fedeli, spingendoli alla bancarotta. Frank era stato costretto a vendere – e il suo guadagno sarebbe stato più che generoso. Tuttavia, c’era un’atmosfera strana tra le due aziende, e il lavoro di Amy nei prossimi giorni sarebbe stato quello di assicurarsi che le compagnie rimanessero in un campo amichevole. Fino ad adesso, non aveva mai incontrato uno dei fratelli Quinlan in persona, ma aveva già un’idea di che tipo di uomini d’affari fossero. Dei bulli.
«È un piacere conoscerla Ms Carter. La ringrazio di essersi lanciata tra le mie braccia ma credo sia meglio comportarci bene per adesso. Non vogliamo che la gente spettegoli, giusto?»
Le fece l’occhiolino, facendo crescere un bisogno quasi fastidioso tra le gambe di Amy. Cercò di non arrossire, non volendo mostrare la sua debolezza. Adam le offrì la mano, la sua stretta era decisa.
«Le posso assicurare, Mr Quinlan, che non ci sarà alcun motivo per cui spettegolare.»
Incrociò le braccia al petto, come se fosse il padrone del mondo. «Beh, non ci rimane che aspettare e vedere, no?»
Amy si raddrizzò, mostrando il suo metro e sessantasette. «Non so con che genere di persona lei crede di avere a che fare, Mr Quinlan, ma le posso assicurare di essere qui per una sola ragione, cioè per fare il mio lavoro. Lo scopo della mia visita è impedire che lei e suo fratello non fottiate la mia compagni; di certo non fotterete me durante la negoziazione.»
Rise gentilmente. «Non sono sicuro di poterle credere – ho visto come mi ha guardato. E il modo in cui è arrossita. Ma va bene, per adesso lascerò correre... forse riusciremo a negoziare dopo.»
«Lei è proprio uno stronzo arrogante, non è vero?»
Adam scrollò le spalle. «So quello che voglio, e di solito lo ottengo. Comunque, ho sentito che Frank è stato coinvolto in un incidente. Sta bene?»
Amy mise da parte la rabbia per Adam. Il suo capo era stato coinvolto in un incidente stradale mentre si dirigeva verso l’aeroporto di Londra. Era stato portato d’urgenza in ospedale ieri sera. Se la sarebbe cavata, ma adesso il peso dell’incontro con i fratelli Quinlan gravava soltanto sulle sue spalle.
«Starà bene. Mi dispiace non sia potuto venire. Ovviamente, avete bisogno della sua firma, ma farò il possibile.»
Adam fece un gesto con la mano. «Nessun problema – ho chiesto alla mia assistente di inviargli un biglietto di pronta guarigione. Come ha detto lei, possiamo discutere i termini del contratto nei prossimi giorni, poi chiederemo a Frank di firmare una volta uscito dall’ospedale. Ma non vediamo l’ora di acquisire la Grafton Techs.» Adam guardò l’ascensore. «Andiamo. La presenterò a mio fratello e potrà mostrarci quello che vuole.»
Strinse la spalla di Amy e la sua schiena fu percorsa da un brivido di piacere. Scacciò via quel pensiero. Era qui per lavorare e avrebbe mantenuto le distanze. Come osava insinuare che sarebbe andata a letto con lui? Quell’uomo era arroganza allo stato puro - per niente il suo tipo... allora perché ogni volta che sorrideva non desiderava altro che la toccasse? Era come se la sua mente lo odiasse, ma il suo corpo volesse che la possedesse.
Tuttavia, ne avrebbe fatto a meno. Lui era il nemico e lei era qui per difendere la Grafton Techs, non per diventare un’altra tacca sulla cintura di Adam Quinlan.
Sorrise con freddezza. «Sì, andiamo. Sono qui perché voglio delle risposte – e non andrò via fin quando non sarò pienamente soddisfatta.»
Capitolo Due
Dal momento in cui Amy era caduta tra le sue braccia, Adam aveva desiderato di scoparla – di sentirla contrarsi attorno al suo cazzo. Provocava qualcosa in lui. Era bellissima, intelligente e affascinante... e quell’accento inglese lo faceva diventare duro ogni volta che parlava. Voleva disperatamente piegarla e afferrarle quella coda bionda mentre le mordeva il collo e la scopava da dietro con violenza...
Ma non era stato soltanto il suo corpo formoso ad attirare l’attenzione di Adam. C’era qualcos’altro in lei. Sembrava... interessante. Era chiaro che dietro quegli occhi blu si nascondesse qualcosa di più. Lo aveva incantato, era come un enigma da risolvere. E Adam era determinato a riuscirci.
Tuttavia, non si sarebbe messa in ginocchio per lui. C’era un muro attorno a quella donna che la rendeva inaccessibile – e questo lo intrigava ancora di più. Amava la caccia – scarseggiavano di questi giorni. Era felice di far divertire le donne dell’alta società, coprirle di regali e scoparle fino a quando non ricordavano il loro nome... era quello che volevano anche loro. Ma non c’era mai sostanza. Era divertente ma insoddisfacente.
Amy era diversa da tutte le donne che aveva incontrato; era diretta e fredda. Ma sarebbe stata sua. Era determinato ad abbattere le sue barriere. Non vedeva l’ora di farle perdere il controllo mentre la scopava; il suo obiettivo era sentirla urlare il suo nome, così da far impallidire tutti quelli che sarebbero venuti dopo.
Portarla sull’orlo del piacere sarebbe stata la sua ricompensa. E quelli di lei.
Scacciò via le sue fantasie e tornò alla sala conferenze, che si affacciava sul Manhattan skyline. Suo fratello maggiore, Dylan, era seduto dalla parte opposta del tavolo. Entrambi i fratelli stavano prestando attenzione alla bellissima Amy, impegnata con le sue diapositive.
Gli rivolse un sorriso professionale. «La Grafton Techs è la migliore nel suo campo. Raccogliamo dati danneggiati o hardware e lasciamo che i nostri esperti sblocchino...»
Dylan la interruppe. «Lo sappiamo, Ms Carter. È per questo che vogliamo comprarvi.»
Amy lasciò stare le diapositive. «D’accordo, metterò da parte i convenevoli e andrò al sodo. Lo scopo della mia visita, gentiluomini, è capire quali siano le vostre intenzioni con la nostra compagnia.»
«Nobili, glielo assicuriamo,» Adam disse.
Lei non sorrise. «Abbiamo bisogno di una garanzia, Mr Quinlan, che ci saranno cambiamenti minimi. Frank Grafton ha trascorso diciassette anni in questa compagnia. Siamo una famiglia. Ci sono soltanto venticinque dipendenti, e non vogliamo perderne nemmeno uno.»
Adam cercò di non pensare al fratello deceduto. //«Lo apprezziamo Ms Carter – anche noi siamo uomini di famiglia. E garantiamo che tutto il personale della Grafton Techs sarà mantenuto durante l’acquisizione.»
«Spero sia la verità, signore. La vostra ultima email che ho letto era minacciosa e scortese. Forse è il modo di fare affari qui a New York. Ma non è a questo che siamo abituati a Londra.»
Si abbassò per prendere una brochure dal tavolo e Adam sentì il suo profumo floreale, che gli fece desiderare di seppellire la testa tra le sue gambe e leccarla fino a farla venire. Poi lei avrebbe ricoperto il suo pene con le labbra...
Guardò Dylan, che le stava chiedendo della quota attuale dei loro dipendenti. Adam notò che Amy non sembrasse essere particolarmente affascinata dal suo aspetto, ricci castani, grandi occhi marroni, come la maggior parte delle donne. Nonostante Adam e Dylan fossero a proprio agio tra gli uomini, era più facile fare affari con le donne. I fratelli non erano arroganti, ma sapevano di essere affascinanti. Compravano compagnie di software da cinque anni ormai, da quando