La fine della caccia: Drew e Lizzie
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Lizzie Forbes fa la cameriera nel saloon di Temperance, una cittadina del West uguale a tante altre, e non sta cercando un marito, né un fidanzato. Si tiene alla larga dagli uomini; tutto quello che vuole è andarsene, lontano.
Drew Madigan fa parte di un gruppo di individui che, un giorno, arriva a Temperance. Il loro capo, Tony, dice che sta cercando un terreno da comprare o, forse, un ranch.
É così che Lizzie e Drew si incontrano; una ragazza che non vuole avere a che fare con gli uomini e un uomo al quale è stato proibito di frequentare donne che non siano prostitute. Tony è stato molto chiaro: le relazioni rovinano gli affari, e i loro affari sono molto pericolosi
L'amore, a volte, segue strade contorte e non ascolta ordini né divieti, ma quando i due protagonisti si troveranno a dovere prendere decisioni drammatiche, pur di costruirsi una vita assieme, dovranno essere pronti a tutto.
Tony è un assassino e la sua caccia sarà spietata.
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Book preview
La fine della caccia - Fernanda Romani
Romani
Prologo
Doveva fare presto.
Gli zoccoli del cavallo divoravano la pista, la camicia intrisa di sudore gli si appiccicava alla pelle; l’aria gli sferzava il viso, si aggrappava al suo corpo, riempiendolo di brividi.
Tony l’aveva trovato. Cambiare nome non era servito a niente.
Gli speroni straziavano i fianchi del cavallo, strumenti feroci di quella corsa dominata dalla paura.
Loro si erano fermati in città. Avevano chiesto di lui.
Il viottolo che girava attorno al piccolo crinale di White Creek gli si presentò davanti all’improvviso, inciso da solchi lasciati dai carri durante l’ultima pioggia. Profondi e pericolosi. Fece scartare il cavallo appena in tempo per evitarli, galoppando sull’erba ingiallita. Poi tornò sulla pista, continuando a dare di sprone.
Perché non li aveva incontrati mentre andava in città? Domanda inutile. Tony era furbo. Sicuramente non aveva voluto usare quella pista.
Gli alberi si facevano sempre più fitti. Il bosco era vicino. Attraversò il piccolo ponte sul ruscello, facendo vibrare con violenza le vecchie assi. Un rumore consueto, che incitava alla cautela.
Ma lui non aveva tempo. Stavano andando a casa sua, avrebbero trovato Ellen da sola.
Si sentiva soffocare, ma non era colpa del sole o del sudore che gli colava lungo tutto il corpo. Era come una febbre che gli afferrava la testa.
Perché era stato così stupido? Nessuno poteva lasciare la banda di Tony e pensare di cavarsela. Ellen era in pericolo per colpa sua.
Ormai era arrivato al bosco. Il sole lo abbandonò, escluso dai fitti rami che si intrecciavano sopra la pista, permettendogli soltanto qualche breve apparizione. Continuava a spronare il cavallo, senza curarsi della fresca ombra che inondava il sentiero. Chiunque altro si sarebbe sentito sollevato, ma a lui provocava solo brividi. O forse erano brividi di paura, il terrore che gli gelava il cuore al solo pensiero di cosa avrebbero fatto a Ellen.
D’un tratto... qualcosa.
Davanti a lui. In quel punto la pista si piegava in una leggera svolta; nel suo galoppare forsennato non si era accorto subito che si stava avvicinando a una forma distesa a terra.
Un cavallo.
Vicino all’animale, un’ombra si mosse di scatto, appena lui sbucò dalla curva. Udì uno sparo, un bruciore improvviso alla spalla sinistra. Il cavallo si imbizzarrì. Tentò di controllarlo, ma altri spari gli fecero capire che era un bersaglio troppo facile. Si gettò a terra, con la pistola in pugno. Gli alberi dietro cui ripararsi non mancavano, ma ciò che lo sconcertava era quell’ombra nascosta poco più avanti.
Soprattutto lo faceva impazzire l’idea che stava perdendo tempo. Lui doveva andare da Ellen.
Diversi fruscii lo misero in allarme. Il suo sconosciuto avversario forse si stava avvicinando. Tentò di sbirciare oltre il tronco dietro cui si nascondeva, ma una pallottola fischiò vicino alla sua testa, costringendolo a ripararsi di nuovo.
Subito dopo una voce nota gli fece gelare il sangue.
– Finalmente ci si rivede, Drew. Non sei contento di aver ritrovato un vecchio amico?
Drew Madigan non rispose.
Stringeva la pistola con tutte le sue forze, cercando di ritrovare il suo sangue freddo. Nessuno meglio di lui sapeva quanto Tony fosse un avversario temibile, non poteva fare sbagli.
Ma se il capo era lì dov’era il resto della banda? Non c’erano stati altri spari. Perché quell’agguato solitario quando aveva a disposizione altri quattro uomini?
– Ti sei mangiato la lingua, Drew? Perché non rispondi al