Opere di Paul Verlaine - Traduzione di Nicola Cieri
By Nicola Cieri
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Opere di Paul Verlaine - Traduzione di Nicola Cieri - Nicola Cieri
Indice
Preghiera del mattino
Scritto nel 1875
Un racconto
Bornmouth
There
Un crocifisso
Ballata a proposito di due giovani olmi..
Su un reliquiario
Alla signora X
Un vedovo parla
Egli parla ancora
Ballata in sogno
Addio
Ballata in onore di Louise Michel
A Luigi II di Baviera
Parsifal
Il Santo Graal
Felici e contenti
A Fernand Langlois
Delicatezza
Angelus di mezzogiorno
A Léon Valade
A Ernest Delahaie
A Emile Blémont
A Charles de Sivry
A Emmanuel Charrier
A Edmond Thomas
A Charles Morice
A Maurice du Plessys
A proposito d'un centenario
A Victor Hugo
San Benedetto-Giuseppe Labro
Parabole
Sonetto eroico
Bandiera vera
Pensiero della sera
Paesaggi
Lucien Létinois
Batignolles
A Geoges Verlaine
Indice
Dedica
Allegoria
Le amiche
Sul balcone
Collegiali
Silenzio complice della luna
Primavera
Estate
Saffo
Ragazze
Alla principessa rossa
Danza spagnola
Casta piana
Auburn
Alla signorina...
Alla signora...
Con rispetto parlando
Prologo d'un libro
Falsa impressione
Altro
Reversibilità
Tantalized
Incredibile ma vero
Ultimi dieci versi
Lune
Alla maniera di Paul Verlaine
Spiegazione
Altra spiegazione
Limbo
Lombi
L'ultima festa galante
Poema saturniano
L'impudente
L’impenitente
Su una statua di Ganimede
Prologo soppresso...
Il sonetto dell'uomo di sabbia
Chitarra
Ballata della vita in rosso
Mani
I morti che hanno fatto sanguinare
Nuove variazioni allo spuntar del giorno
Pierrot bambino
Quelle passioni...
Gioiosi e vagabondi
Ballata della cattiva reputazione
Capriccio
Ballata Saffo
Indice
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
XIV
XV
XVI
XVII
XVIII
XIX
XX
XXI
XXII
XXIII
XXIV
XXV
XXVI
XXVII
XXVIII
XXIX
XXX
XXXI
XXXII
XXXIII
PAUL VERLAINE
«AMORE, PARALLELAMENTE, FELICITA'»
Traduzione di Nicola Cieri
Youcanprint Self-Publishing
Titolo | Opere di Paul Verlaine
Autore | Nicola Cieri
ISBN | 9788892615618
© Tutti i diritti riservati all’Autore
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore.
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INTRODUZIONE
Nella Prefazione di J. H. Bornecque del volume di poesie «Sagesse, Amour, Bonheur» (Ed. Gallimard), si legge: «A partire dal 1889, con la preoccupazione di giustificare l'equilibrio instabile tra la carne e l'anima, al quale si è rassegnato, Verlaine evoca una tetralogia o «élégie en quatre parties»(elegia in quattro parti): «Sagesse, Amour, Bonheur» e, fra queste, la raccolta sensuale intitolata «Parallèlement»(Parallelamente).
Nel 1892, Verlaine fa, per un giornalista, questa valutazione: «Ho intrapreso e terminato con molte difficoltà e scoraggiamenti un'opera tutta personale e, credo, unica nella poesia francese.
E' la storia d'una conversione. Quattro volumi, di circa 1500 versi ciascuno, compongono questo modesto ma sincero monumento e, se mi si permette, ambizioso: «Sagesse, Amour, Bonheur», intrise d'un cattolicesimo candido, e infine «Parallèlement» che, come il titolo indica, è parallela alla precedente professione di fede, ma che consiste in una confessione dei miei torti sensuali.
Questo libro non viene per ultimo nella tetralogia che si chiude con «Bonheur», un'opera severa e tutta cristiana.
Dal 1875 al 1888, Verlaine è un cristiano che si sforza di praticare la propria purificazione, anche ricadendo sotto i colpi del suo fuoco tirannico. In questo periodo egli vive solo.
Nel 1877, nel collegio Notre Dame di Rethel, egli nota un allievo, un ragazzo di 17 anni, Lucien Létinois. Verlaine s'invaghisce di lui, fino a Gennaio del 1883, anno in cui Lucien morirà per una febbre tifoidea. Lo porta con sé in Inghilterra, dove, malgrado la sua scarsa cultura, ottiene un posto d'insegnante sotto la garanzia di Verlaine.
In seguito il poeta paga 1500 franchi per limitare ad un anno il servizio militare di Lucien e si fa accettare come sorvegliante generale a Reims per non essere separato dal ragazzo, utilizzato come artigliere.
Il giovane Lucien viene descritto da E. Lepelletier come un ragazzo magrolino e dinoccolato.
Verlaine realizza il sogno benevolo di pensare ad altri più che a se stesso, alle proprie angosce.
Egli considera quei sei anni della propria vita con il giovane come anni di purezza e di elevazione.
Nel 1891, un giorno dirà al giornalista olandese Ryvanck: «Ho avuto veramente la fede, durante gli anni passati lontano da Parigi, dopo la mia disgrazia: mi sentivo puro, ero casto; ero felice ed in salute. Non mi venivano cattivi pensieri. Il mio spirito era calmo. Mi sentivo attaccato ad uno dei miei allievi che rimpiazzava mio figlio. Ero per lui un padre ed un fratello maggiore.
Perché tutto ciò non è durato? Sembra che la fatalità non l'abbia voluto...»(J. H. Bornecque)»
Lucien Létinois è per Verlaine più d'un compagno. La parola «ange»(angelo) torna sotto la sua penna in modo naturale: «Cela dura six ans, puis l'ange s'envola...»(Ciò durò sei anni, poi l'angelo volò via). L'angelo è una rivendicazione compensatrice dell'indimenticabile Rimbaud, che era un angelo-demonio, ma, innanzitutto demonio mascherato da angelo.
Nella seconda edizione di «Amour», fra i due componimenti consacrati a Lucien, il poeta metterà la straziante poesia d'anniversario, in memoria della cugina Elisa che fu il suo primo amore «mieux qu'une soeur»(meglio d'una sorella), come Lucien «mieux qu'un frère ou un fils»(meglio d'un fratello o un figlio).
Lucien Létinois prende una dimensione lirica nuova e conferisce al titolo della raccolta «Amour» un valore ambivalente, poiché si tratta, nello stesso tempo, d'un amore per Dio e dell'amore per una creatura che egli canta ai piedi di Dio.
Quanto all'opera «Sagesse»(Saggezza), la prima edizione è del 1881. Verlaine sopporta dure esperienze: due anni in carcere per aver volontariamente ferito il suo amico Rimbaud ed un tentativo, senza successo, di riappacificazione con la moglie Mathilde.
In prigione, Verlaine prova un dolore crudele che finisce per ricondurlo a Dio. Questa conversione, che matura da lunghi mesi, gli ispira ammirevoli poesie mistiche che, rimaste a lungo sotto il titolo di «Cellulairement», saranno pubblicate in «Sagesse».
Penetrato dall'amore divino, Verlaine si propone di condurre ormai una vita migliore.
Nel 1886, il poeta perde suo madre e vede la sua ex moglie rimaritarsi con un imprenditore.
Verlaine diventa povero. Ha continuamente discussioni col suo Editore. Deve lavorare per vivere, ammucchiare delle poesie. Deve contare i versi. Bisogna che «Bonheur» raggiunga la stessa estensione di «Sagesse e Amour».
Egli dice al suo Editore: «Ho trattato per un volume di versi e non per una quantità di versi!...»
Ma perché Verlaine è diventato indigente?
I 20000 franchi di titoli al portatore lasciati dalla madre, sono stati destinati dal giudice di pace anche al figlio del poeta. Verlaine subisce le controversie con la sua ex moglie che, dopo la prigione, non gli permette neppure di vedere il figlio né gli fa mai avere la sua parte. Verlaine lascia perdere il denaro e si rassegna...
In «Bonheur», Verlaine associa la «Felicità» ad un vortice, ad un imbuto tragico misteriosamente aperto nel «mare delle rassegnazioni»
«Bonheur» è un libro molto duro, che farà contrasto con «Parallèlement»
Severa e terribile questa felicità...Perché?
«Perché la felicità, quella di Dio, è una cosa grave, irrevocabile, un sentimento spogliato, senza sfumature, con il quale non si può scherzare, mentre il povero Verlaine, stanco di lottare contro se stesso, intende riservarsi ormai la consolazione di «ridere nei suoi rimorsi»(J.H. Bornecque).
E' per questo ch'egli includerà, per partito preso, la raccolta sensuale ed erotica «Parallelamente» nella sua tetralogia cristiana, invitando il lettore a scoprirvi una sorta di «contrasto mistico», il sogno e sopratutto l'incubo d'una «carne» che condanna lo «Spirito». Un simile lassismo illumina nuovi orientamenti di «Bonheur» ed evidenzia che le parole chiavi non sono né felicità né fede ma «Carità» e «Carne». La Carità, nel suo senso più largo, poiché la parola Carità etimologicamente include l'amore; e la carne perché essa è la carità verso il corpo.
Ma, contro le sue debolezze, Verlaine rivela ancora la sua ptofonda forza di misticismo.
Nel 1891, una sera, nell'intimità d'una conversazione amichevole, il poeta dice: «La messa! Pensare che, durante i secoli passati, lo stesso culto è stato celebrato sempre invariato e che si manterrà fino all'ultimo giorno! Tutto passa! Solo questa parola resterà, come è stata istituita dall'inizio...
Tutto è sublime in questa liturgia. Non vi è il minimo atto che non abbia la sua ragione mistica.
Come odio tutto ciò che è giansenista o protestante! Voler sminuire la natura umana, togliermi la suprema gioia della comunione! Chiunque creda che la mia fede non sia sincera, non conosce l'estasi di raccogliere nel proprio corpo la carne stessa del Signore. Per me è una felicità che mi stordisce, è un'emozione fisica. So bene che ne sono indegno: è da più d'un anno che