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Codice forever love#3
Codice forever love#3
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Codice forever love#3

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About this ebook

Terza e ultima parte delle avventure di Tristan, Cavaliere in un universo distopico e perennemente sull'orlo della catastrofe.

"Tristan vive in un ipotetico futuro segnato dal degrado e dalla violenza. Ha scelto di diventare Cavaliere di Ventura e di offrire i propri servigi a chi può pagare, ma gli eventi spesso finiscono per non imboccare le strade che avremmo voluto per loro. O magari lo fanno in maniera assai più contorta del previsto. 
Sul pianeta Terra governa l’Impero, una forza bruta che opprime chi vorrebbe vedere riconosciuti i propri diritti, mostrando al contempo una totale indifferenza verso i più deboli. Poi c’è la situazione climatica a complicare l’equilibrio socio-economico già provato da una terribile crisi delle risorse e il sole non è più la benefica sorgente di vita che conosciamo, ma un terribile propagatore di morte.
Il mondo sta finendo: chi ancora cammina su di esso soffre o fa soffrire qualcun altro e Tristan combatte per mantenersi in equilibrio fra queste due situazioni, poiché non le ritiene accettabili. Prende sesso e amore dove e come può, consapevole della precarietà dell’esistenza e intanto accetta incarichi che difficilmente altri potrebbero condurre a buon fine. Gode di una discreta fama, la cui eco ha raggiunto anche la città-simbolo di SevenEleven, costruita dai Relon, stirpe solo parzialmente umana realizzata in laboratorio dai misteriosi Creatori. È proprio di lui che ha bisogno il Governatore, poiché la sua natura, per quanto potenzialmente immortale, è messa in pericolo da uno stupido incidente causato da Alastor, il compagno designato.
Venire a contatto con creature così potenti e fisicamente perfette rappresenta il sogno di tutti gli umani. Persino Tristan ne subisce il fascino: colui che divide la vita con il Governatore attrae il Cavaliere in modo così totale e assoluto che, pur rischiando di apparire non all’altezza di quanto richiesto, finisce per accettare l’incarico. Dovrà trovare CloudsCity, la città dove si favoleggia che gli abitanti abbiano sconfitto la morte."
 
LanguageItaliano
PublisherMarta Heller
Release dateSep 27, 2017
ISBN9788826495736
Codice forever love#3

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    Codice forever love#3 - Marta Heller

    LOVE#3

    Cap.1

    Il tempo a CloudsCity si era fermato da tanto, quindi il Cavaliere di Ventura non si stupì affatto di ritrovare tutto quanto, compreso l’atmosfera nella taverna polverosa. Questa volta il viaggio astrale guidato dall’abile e impresentabile Rusty fu compiuto in piena consapevolezza. L’uomo (che aveva smesso da un pezzo di essere un mercante, ladro e male in arnese… Anzi, no: aveva smesso da un pezzo di essere SOLO questo) si era mostrato sicuro del fatto suo, ma aveva organizzato il transito parlando troppo e Tristan considerava l’eccesso di eloquio durante i preparativi per una missione indice di nervosismo. Il Cavaliere aveva ritenuto di doverlo rassicurare (così magari sarebbe riuscito a farlo smettere di blaterare), facendogli notare che se le cose avevano funzionato la prima volta organizzando tutto senza nessuna collaborazione da parte sua, la seconda sarebbe stata una semplice passeggiata.

    Balle ovviamente, ma Tristan non ne poteva più del cicaleccio di fondo delle chiacchiere di Rusty.

    Il piano si era formato lentamente dentro la sua testa, già duramente impegnata ad analizzare tutta la stranezza contenuta nell’esperienza del viaggio verso CloudsCity. Rusty aveva offerto al Cavaliere tutte le spiegazioni che la conoscenza personale e la valutazione oggettiva del profitto che avrebbe potuto ricavarne gli consigliavano di divulgare, ma non era facilissimo districarsi tra le invenzioni e la realtà addomesticata che il ladro sembrava incapace di smettere di dispensare.

    Per Tristan era fondamentale avere delle risposte da offrire ai quesiti dei Relon, se voleva intascare quanto promesso al momento dell’ingaggio. Chiaro che non era stato solo quello a rimetterlo sulla cavalcatura, appena recuperato uno stato fisico accettabile; le vasche di deprivazione potevano rivelarsi particolarmente destabilizzanti, per l’equilibrio psico-fisico dei nuovi utilizzatori, anche se Rusty aveva profuso tutta la scienza in suo possesso per ridurre al minimo i danni, e nel tempo necessario a superare lo shock aveva concentrato i propri pensieri su quello che avrebbe detto ad Alastor. E su quello che avrebbe provato ritrovandoselo di fronte, respirando il profumo di una pelle assolutamente naturale ma creata artificialmente, seguendo il ritmo dei suoi passi morbidi e veloci come ci si poteva aspettare da un ballerino e non da un gigante creato per sviluppare potenza con tempi di reazioni ridottissimi.

    Aveva raggiunto SevenEleven all’alba, dopo aver trascorso parte della notte nel tentativo di accedere a un giusto riposo. Il termine giusto faceva riferimento al corpo che reclamava una pausa, e alla prudenza che suggeriva di non avvicinarsi alla città dei Relon con l’oscurità. Si era trovato un angolo perfetto, sulla sommità di un tumulo d’origine incerta, e aveva atteso con pazienza il rosa mortifero dell’alba. La distanza che lo separava dalla residenza dei Relon era poca cosa: poteva distinguere i vetri delle stanze da dove si trovava, nonostante la cupola che proteggeva la città. E con un piccolo sforzo di fantasia poteva intuire anche i movimenti dei Relon all’interno delle stanze. Ripeté mentalmente quello che avrebbe proposto ad Alastor: sapeva di doversi rivolgere a lui, per convincere Erion.

    I due Relon erano eccitati e nervosi, ma nel modo che caratterizzava la loro razza: a un umano non abituato al loro linguaggio del corpo, l’agitazione sarebbe sfuggita. Avevano visto avvicinarsi il Cavaliere di Ventura e sapevano che il suo ritorno portava un qualche tipo di risposta alle loro attese. Il problema piuttosto s’incentrava sull’accettare o meno quello che si sarebbero sentiti dire; non si guardavano nemmeno, per nulla disposti a leggere la reciproca paura.

    Tristan non lo sapeva, ma l’inquietudine che provava era molto simile a quella dei suoi clienti, mentre cavalcava verso SevenEleven.

    Per lui era soprattutto una faccenda di denaro, o così gli piaceva credere. In realtà, c’era qualcos’altro sotto. Voleva davvero salvare Erion, voleva vederlo abbandonare la sedia a rotelle, e non certo perché avesse a cuore la sua vita… O magari sì: i Relon non erano creature cattive e forse rappresentavano davvero l’unica possibilità di tutela per la razza umana. Fino ad allora si erano mostrati abbastanza indifferenti alla sorte degli uomini, ma d’altra parte i Creatori li avevano messi a punto per prendere il loro posto, quindi era improbabile che potessero provare empatia per coloro che, almeno sulla carta, rappresentavano un modello imperfetto.

    Le cose non sarebbero dovuto evolversi così lentamente, ma la parziale distruzione di un pianeta (e la relativa scomparsa del maggior numero di specie presenti) per quanto inevitabile, era comunque soggetta a un gran numero di variabili. Le alterazioni legate al clima e all’elettromagnetismo del pianeta, la Grande Crisi che aveva colpito prima i carburanti e le risorse idriche in seguito, si erano verificate proprio come previsto, soltanto all’interno di un periodo di tempo più dilatato. Vero che i Relon erano stati programmati per sostituire gli umani (anche se si parlava di affiancare i superstiti), ma certo non ne avrebbero favorito la scomparsa. A scomparire invece, furono proprio i Creatori, lasciando le loro creature sole ad affrontare un mondo cui erano nati per sopravvivere. Potevano affrontare praticamente tutto con i protocolli ordinari ma, nonostante la loro natura artificiale, tutti loro avevano risentito di questo abbandono. Un effetto positivo ci fu comunque: gli scontri con

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