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Quanti buchi ha un anello?
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Quanti buchi ha un anello?

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About this ebook

E se l'universo non pesasse nulla e quindi la materia non esistesse realmente?

Ciò che parrebbe un dubbio legittimo per un mistico studioso dei Veda indiani è invece un imbarazzante risultato dell'applicazione della Relatività ristretta alle osservazioni ottenute dal gruppo di astrofisici che hanno misurato la radiazione cosmica di fondo del nostro universo.

All'alba del nuovo millennio il satellite WMAP, oltre a fornirci una misura del cosmo mai ottenuta fino ad ora, ha creato non pochi grattacapi alla concezione di universo a cui ancora oggi ostinatamente crediamo. Questo libro, attraverso il racconto di cent'anni di scoperte sconvolgenti della Fisica, ci conduce fino ad una nuova, strabiliante visione del cosmo. Curiosamente identica a quella di un mistico.

LanguageItaliano
PublisherDEVODAMA
Release dateOct 4, 2017
ISBN9788899652838
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    Book preview

    Quanti buchi ha un anello? - Gnomo Orzo

    Tarassaco

    Prefazione

    Guardando lontano

    Se ho visto più lontano,

    è perché stavo sulle spalle di giganti.

    Sir Isaac Newton

    Immagina, per un istante, di vivere su un pianeta in cui non devi difenderti da qualche cosa; in cui nessuno ti obbliga a essere e a fare ciò che non desideri.

    Immagina di conoscere i tuoi desideri più profondi e di avere a disposizione le tue giornate, i tuoi sogni notturni, le tue risorse per realizzarli. Immagina di guardarti intorno sapendo che le risposte a tutto ciò che chiedi esistono e non devi andare in nessun posto a cercarle, perché si trovano dentro di te.

    Immagina di essere in realtà un pezzettino di un mosaico più grande, dove i sogni e i desideri di tutte le creature sono armonizzati in maniera perfetta ed elegante e che la colla che tiene insieme i pezzi del mosaico non sia fatta di paura e di guerra, ma di amore e intelligenza.

    Immagina che non si tratti di una fantasia, ma di una realtà che ti è stata nascosta così bene da renderla quasi trasparente ai tuoi occhi. Quasi.

    Se stai immaginando queste cose è perché in fondo sai che sono possibili. Le pagine di questo libro sono il frutto di questo sforzo, di questa certezza: tutto ciò è possibile.

    È curioso citare aspetti come la felicità, la libertà, il proprio mondo interiore, i sogni, l’intelligenza e – non ultimo – l’amore nelle premesse di un libro che parla di Fisica. Eppure, passando attraverso i concetti, le persone e le vicende della Fisica, ma non solo, questo lavoro vuole dimostrare che senza riunire nuovamente le tante diverse espressioni dell’essere umano non sarà possibile trovare quella legge unitaria che si va cercando. Non sarà possibile fare un nuovo balzo e rivoluzionare le nostre tecnologie al punto da aumentare la qualità della vita senza distruggere tutto ciò che abbiamo intorno a noi, senza inquinare e compromettere ecosistemi, senza distruggere razze e specie.

    Questo lavoro di sintesi non sarebbe mai nato se chi scrive non si fosse arrampicato sulle spalle di qualcuno di ben altra statura, che gli ha permesso di guardare più in là: Oberto Airaudi, Falco Tarassaco.

    Mio maestro, mio insegnante, mio ispiratore per questo lavoro e per tante cose della mia vita di cui ora posso andare fiero.

    Grazie, Falco Tarassaco.

    Premessa

    Nella prima parte di questo libro farò brevi accenni alla storia della Fisica, principalmente dalla fine del XIX secolo ai giorni nostri, se si escludono Aristotele, Galilei e Newton, che trovano comunque spazio, per ovvie ragioni, all’interno del mio excursus storico.

    Conoscere la Fisica moderna non è certamente fondamentale per comprendere la Fisica Spirituale, ma ci aiuta a dimostrare che spirito, materia ed energia sono la stessa cosa.

    Spirituale, talvolta, è una parola fuorviante, soprattutto da quando le fedi monoteistiche hanno lasciato intendere che si tratti del loro esclusivo campo da gioco. Fisica del Tutto? Fisica Olistica? Ho pensato a diversi termini per descrivere in queste pagine la Fisica Spirituale, ma in fondo la cosa più importante è la comprensione del contenuto: lasciamo la cura delle etichette a chi ne ha effettiva necessità.

    Partirò dunque da temi cardine del pensiero scientifico, come ad esempio la Relatività, il Big Bang, la Meccanica quantistica. Verranno raccontate, ove possibile, non solo le teorie ma anche le vicissitudini degli scienziati che le hanno formulate – forse ancora più entusiasmanti dei principi stessi –, mentre vengono tralasciate formule e complicati calcoli che non conosco e che lascio agli specialisti.

    Quest’opera, rispetto ad altre che trattano lo stesso tema e che si possono trovare nei nostri cataloghi, è espressamente incentrata sul collegamento tra Fisica moderna e Fisica Spirituale e ha carattere divulgativo.

    Purtroppo non sarà possibile, in questa sede, affrontare e approfondire la totalità degli argomenti di Fisica Spirituale, la cui vastità e i molteplici risvolti hanno costretto me – e tutti coloro che mi hanno aiutato in questo lavoro – a fare delle scelte e dare maggior rilevanza a quegli aspetti che chi scrive ha ritenuto fondamentali per poter comprendere le basi della visione damanhuriana della Fisica.

    Proprio perché il tema è vasto e durante i corsi e i seminari non è mai stato possibile trattare ogni questione, spero che amici e allievi, con cui ho discusso questi temi negli ultimi vent’anni, possano ricollocare le loro conoscenze e arricchirle ulteriormente.

    Potete trovare, invece, un compendio esaustivo nel volume Fisica Spirituale del mio collega e amico Coyote Cardo, una biblioteca esoterica che cammina e che, quando non ne può più di leggi dell’universo, si diletta con la chitarra elettrica munita di distorsore, facendo venire le mèche al suo gatto. Io non posso prestarvelo – il libro, non il gatto – perché l’ho consumato a forza di consultarlo per scrivere il mio, di libro.

    Nella seconda parte toccheremo temi non direttamente collegati alla Fisica, come Storia, Scienze cognitive, Filosofia del linguaggio e Filosofia. Si tratta di aspetti e vicende che ci permetteranno di collocare meglio uno dei temi principali di questo lavoro: dimostrare che esiste una conoscenza unitaria, di cui le varie scienze sono solo punti di vista.

    La restante parte dell’opera è tutta dedicata alla Fisica Spirituale, così com’è stata formulata, dalla fondazione di Damanhur nel 1975 fino ai giorni nostri, da Falco, attraverso il confronto e il dibattito con i suoi allievi e collaboratori durante quasi dodicimila ore di incontri puntualmente registrati in audio-cassette, fino al 1984, e successivamente in video.

    Sebbene dodicimila ore siano un tempo considerevole, non faccio nessuna fatica a ricordare tanti momenti, tante domande, sue e nostre, tante risposte e tanti quesiti che hanno via via formato il modello di cui tratteremo in queste pagine e che hanno radicalmente cambiato la mia vita e il mio modo di osservare il mondo.

    Immagino che molti di coloro che leggono si stiano chiedendo come mai alcune persone si possano chiamare Falco Tarassaco oppure Coyote Cardo. O come mai io e altri abbiamo speso dodicimila ore a farci domande e darci risposte sulla Fisica, la spiritualità, la vita, e soprattutto cosa sia questa Damanhur fondata nel 1975, dal momento che in Egitto ne esiste un’altra, ben più antica. Niente paura! Alla fine del testo troverete un capitolo dedicato alla Federazione di Damanhur.

    Concludo condividendo un augurio: non so se voi avete qualcosa da cambiare, né tantomeno penso di potervi insegnare il cambiamento, però mi piacerebbe che queste pagine vi aiutassero, nel caso non fosse già così e rubando la citazione ad Albert Einstein, a passare in mezzo agli alberi accorgendovi del bosco. Io penso che la Fisica Spirituale, così com’è stata sviluppata da Falco, ci aiuti a vedere e ad ammirare l’intero bosco.

    Partiamo, dunque, proprio da una sua domanda.

    Introduzione

    Di giovedì, naturalmente

    Com’è la faccenda di questo anello?

    Falco Tarassaco

    Come tutte le storie, anche questa ha una data e un luogo di inizio: è il 7 luglio del 1988, in un’afosa Torino già in procinto di prepararsi per le vacanze estive. Siamo quasi alla fine di un’epoca in cui, a partire da luglio, la città sabauda si svuota e l’autostrada del Sole si riempie di Fiat Ritmo e Fiat 127 dirette verso il mare, colme di valigie.

    La parola crisi economica era di là da venire e l’arcivescovo Lefebvre si era preso la briga di creare una corrente scismatica nella Chiesa Cattolica, mentre Jacques Benveniste pubblicava sulla rivista Nature quella ricerca sulla memoria dell’acqua che gli procurerà tanti fastidi e ben poca fama.

    Quella sera assistevo, per la seconda volta, a una conferenza del signor Oberto Airaudi: prolifico – ma, forse, dovrei dire vulcanico – filosofo, guaritore, pittore, nonché fondatore della Federazione di Comunità di Damanhur. Da tre mesi avevo iniziato un percorso di Meditazione presso la sua Scuola filosofica ed ero lì per comprendere qualcosa di più di quest’uomo e delle sue idee.

    Quella sera scoprii che il giovedì precedente, durante uno degli incontri che teneva da anni al numero 42 di via San Secondo, aveva fatto al suo pubblico una domanda che a me suonò decisamente strana: quanti buchi ha un anello?

    PARTE PRIMA - UN PO‘ DI STORIA

    Quando furono diramati gli inviti per il Gran Ballo degli Scienziati

    Kelvin disse che era in grado di partecipare;

    Einstein pensò che sarebbe stato

    relativamente facile parteciparvi;

    Pierre e Marie Curie irradiarono entusiasmo;

    Ampère non ne fu messo al corrente;

    Ohm al principio oppose resistenza;

    Boyle disse che era troppo sotto pressione;

    Fermi disse che era una notizia bomba;

    la moglie di Coulomb si sentì carica;

    Hertz si sentì sulla cresta dell’onda;

    Joule dovette rinunciare per problemi di lavoro;

    Nobel esplose di gioia per la notizia;

    Fourier aveva già una serie di impegni;

    il dottor Jekyll declinò, dicendo

    che ultimamente non era se stesso;

    ... e Avogadro non fu avvisato:

    nessuno si ricordava il suo numero.

    www.matematicamente.it

    Sì, lo so, il dottor Jekyll non era uno scienziato, ma se è per questo Hubble non era un astronomo, Einstein non credette totalmente alla sua Relatività generale e Newton fu turbato dalle implicazioni della sua Legge di gravitazione universale.

    Se abbiamo delle prospettive, oggi, per giungere a una Fisica Spirituale – cioè del Tutto – è perché comprendiamo gli enormi balzi di logica di molti pensatori e scienziati, ma sappiamo anche osservare i loro errori, i loro timori e le titubanze che ebbero.

    Il genio, come fa notare Carlo Rovelli¹, esita; e proprio queste esitazioni ci possono mostrare alcuni spiragli dai quali la luce filtra, donandoci indizi e suggerimenti per entrare in una nuova Fisica che rivoluzioni il mondo.

    L’unico davvero tutto d’un pezzo era forse Aristotele. Non per niente a lui dobbiamo il Motore Immobile o Primo Motore. Il Primo Motore della Metafisica è la soluzione all’altrimenti infinita catena di cause ed effetti. Senza una prima Causa, che non sia cioè a sua volta effetto di altra causa, non avremmo nessuna creazione, ma un infinito divenire. Molti fisici usano dire scherzosamente che, quando entra in scena l’Infinito, bisogna smettere di riferirsi a loro e andare da un prete.

    Questa Causa prima, essendo un Motore, muove il mondo, cioè fornisce ad Aristotele un senso di marcia iniziale: dalla causa all’effetto. Allo stesso tempo, è immobile, totale, assoluto.

    Come fanno a convivere due nature così diverse? Platone ci racconta che, se guardiamo al Motore Immobile nella sua totalità, esso è un kósmos, cioè una cosa ordinata e armoniosa, una pura bellezza. Possiamo osservarlo soltanto con gli occhi della nostra immaginazione, tanto è complesso. Ciò che ci appare è un oggetto unico, fermo in

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