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Consigli preziosi per una famiglia felice
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Consigli preziosi per una famiglia felice
Ebook590 pages6 hours

Consigli preziosi per una famiglia felice

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About this ebook

Il libro presenta un vasto panorama di sapienti consigli per avere ottimi risultati nell'allevare i propri figli verso il loro futuro. Inoltre, più della metà di questa opera è stata dedicata agli adolescenti.

Per aiutare i ragazzi a trovare consigli validi e affidabili per affrontare le difficili tematiche di oggi vi sono importanti rubriche con il tema: "Risposte ai giovani". Quanto è assai essenziale che i genitori diano un buon esempio ai loro figli e inculchino loro i sani princìpi, dando loro sempre, di prima persona, e in ogni occasione e circostanza più di un ampio aiuto e soluzione, insieme ad una salubre e amorevole formazione intellettuale, comportamentale e morale fin dalla tenera età!

Mettendo in pratica i preziosi consigli qui esposti e se non si stancheranno di attuarli, genitori e figli mieteranno ricche ricompense, immancabilmente gioiranno per tutta la loro vita.

Tutti coloro che applicano queste pregiate esortazioni potranno unirsi ai milioni di persone, giovani e adolescenti tra la fanciullezza e l'età adulta, che, mediante l'uso, useranno al meglio le loro facoltà di percezione esercitate per distinguere il bene e il male.

Ogni articolo è il risultato di ricerche approfondite. Nel rispondere alle necessità e nel capire i pensieri e i sentimenti dei giovani, gli argomenti qui descritti forniranno ai genitori ed in particolare ai giovani gli strumenti necessari da mettere in pratica per diventare un adulto responsabile.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateNov 1, 2016
ISBN9788892635074
Consigli preziosi per una famiglia felice

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    Consigli preziosi per una famiglia felice - Sergio Felleti

    figli.

    RISPOSTE IMPORTANTI AGLI ADOLESCENTI.

    (e ai loro genitori) .

    90 - Capitolo 10

    COSA STA SUCCEDENDO AL MIO CORPO?

    92 L’incubo dell’adolescenza è il proprio corpo che cambia.

    94 - Capitolo 11

    E SE NON MI PIACCIO PER NIENTE?

    98 - Capitolo 12

    PERCHÉ DOVREI INTERESSARMI DELLA MIA SALUTE?

    101 - Capitolo 13

    COME MI VESTO OGGI?

    102 Consigli per avere un look sempre impeccabile.

    103 Gli imperdonabili errori di stile.

    105 - Capitolo 14

    COME FACCIO AD ANDARE D’ACCORDO COL MIO INSEGNANTE?

    106 Genitori: Va tutto bene tra voi e la maestra di scuola?

    107 Genitori: Ecco cosa non dire mai alla maestra di tuo figlio.

    110 - Capitolo 15

    PERCHÉ IL MIO MIGLIORE AMICO/A SI È COMPORTATO MALE CON ME?

    113 Cosa fare se un vero amico o amica ti volta le spalle.

    114 Come riconquistare la fiducia del tuo migliore amico.

    118 - Capitolo 16

    COME POSSO TROVARE DEI VERI AMICI?

    122 Come identificare un vero amico.

    123 - Capitolo 17

    È SBAGLIATO VOLERE UN PO’ DI PRIVACY?

    123 Genitori: rispettate il bisogno di privacy dei vostri figli.

    4

    126 - Capitolo 18

    È NORMALE CHE IO SOFFRA COSÌ TANTO?

    128 La sofferenza per lutto durante l’adolescenza.

    130 - Capitolo 19

    COME FACCIO AD ANDARE D’ACCORDO CON I MIEI FRATELLI e/o SORELLE?

    131 – Cosa fare per evitare litigi tra fratelli e sorelle?

    133 - Capitolo 20

    SONO PRONTO PER ANDARMENE VIA DI CASA?

    139 - Capitolo 21

    COME POSSO GESTIRE AL MEGLIO IL MIO DENARO?

    140 La svolta dei 18 anni: I giusti passi verso l’indipendenza.

    144 - Capitolo 22

    COME POSSO RAGGIUNGERE LE MIE METE?

    149 - Capitolo 23

    PERCHÉ DOVREI AVERE BUONE MANIERE?

    150 Cosa sono le buone maniere?

    152 - Capitolo 24

    COME POSSO AUMENTARE L’AUTOSTIMA?

    155 - Capitolo 25

    COME POSSO SMETTERE DI ESSERE TRISTE?

    155 La Disforia è spesso la compagna delle donne.

    156 Come risolvere il problema della tristezza.

    159 - Capitolo 26

    COME POSSO COMBATTERE LA MIA SOLITUDINE?

    164 - Capitolo 27

    PERCHÉ MIA MAMMA E MIO PAPÀ SI SONO LASCIATI?

    169 – Sono i figli le vittime del divorzio o separazione coniugale.

    171 - Capitolo 27

    PERCHÉ NON FARLA FINITA CON LA MIA VITA?

    174 – 6 Motivi che spingono un giovane al suicidio.

    176 – Come smettere di pensare al suicidio.

    181 – Suicidio: Sintomi, cause e prevenzioni.

    186 - Capitolo 29

    BLUE WHALE CHALLENGE: IL GIOCO INTERNET CHE HA GIÀ PORTATO AL SUICIDIO

    CENTINAIA DI ADOLESCENTI

    186 – La Polizia di Stato avvisa.

    186 Blue Whale: Il gioco che spinge i giovani al suicidio.

    189 L'inquietante fenomeno del momento: Blue Whale è una gara virale che spinge molti giovani a

    suicidarsi. Ma che cosa possiamo fare noi genitori?

    5

    190 – Blue Whale: Ecco tutte le 50 regole del Gioco dell’orrore.

    193 – Consigli pratici per i ragazzi e ragazze.

    194 Blue Whale: Ecco 10 consigli per non cascare nella trappola.

    195 – Consigli pratici per genitori e adulti.

    197 Blue Whale, I consigli della Psichiatra: «Controllate il sonno di vostro figlio».

    199 - Capitolo 30

    PER ESSERE FELICE DEVI EVITARE E CAMBIARE QUESTE 10 ABITUDINI

    203 - Epilogo

    GIOVANI FELICI IN UN MONDO CORROTTO

    204 – Frasi, citazioni e aforismi sulla gentilezza e l’essere gentili.

    206 - Nota informativa & Copyright

    207 - Ringraziamenti

    208 - Fonti di riferimento

    211 - Bibliografia

    6

    PREMESSA

    COME EDUCARE I FIGLI: ALCUNE REGOLE GUIDA PER I GENITORI

    Educare è un’arte, un intervento delicato e complesso che richiede non solo conoscenze tecniche, ma

    soprattutto attenzione, sensibilità, capacità creativa. Significa aiutare un figlio a sviluppare le sue potenzialità e

    a diventare indipendente. Vuol dire adoperarsi per far emergere la personalità del bambino rispettando tutte le

    sue caratteristiche.

    • Come fare?

    • Quali modalità educative scegliere?

    • Bisogna dar loro dei Premi o delle punizioni?

    • Necessita obbligarli a seguire le regole o dargli piena libertà?

    Questi sono alcuni dei tipici dubbi nella gestione del rapporto genitori e figli, oggi fugati dalla

    consapevolezza di un fondamentale equilibrio tra due atteggiamenti opposti.

    Ecco alcune riflessioni che, secondo gli specialisti MIF, potrebbero aiutarci nel difficile ma straordinario

    ruolo di genitori:

    > Mantenere un clima disteso in casa: le persone non sono fatte di compartimenti stagni, far sì che le

    difficoltà quotidiane e i problemi di lavoro non rovinino i momenti in famiglia richiede umanamente un

    grande sforzo, necessario prima di tutto per se stessi, per mantenere intatto il proprio equilibrio psicofisico ma

    anche per conservare un clima sereno.

    > Mantenere la calma di fronte ad un capriccio insistente, senza partire subito in quarta con i rimproveri.

    Meglio aspettare qualche minuto per poi ribadire il divieto in modo tranquillo, ma fermo e deciso. (Ricordiamo

    che anche i genitori devono chiedere scusa, se sbagliano).

    > Quando i genitori stanno bene, anche i figli sono sereni; se soffrono, anche i figli sono irrequieti e in

    ansia. Questo condizionamento emotivo è tanto più forte quanto più i bambini sono piccoli, poiché

    inconsapevolmente, i genitori si relazionano ai figli molto più attraverso la comunicazione non verbale, che

    non con le parole.

    > Approfittare di ogni momento per dialogare con i figli: la colazione o il viaggio in auto verso la scuola

    sono momenti d’oro per fare due chiacchiere raccontarsi e improvvisare qualche giochetto veloce. E alla sera,

    condividere il racconto della giornata, è un modo per interagire con i figli e costruire un rapporto basato sulla

    complicità e l’intesa.

    > Ogni bambino ha bisogno di approvazione e lodi ma anche di regole, limitazioni, divieti.

    Senza regole rischia di crescere allo stato brado, convinto di poter agire e fare tutto ciò che vuole; quando la

    vita lo porrà di fronte alle difficoltà, potrebbe sentirsi impreparato e incapace davanti agli ostacoli.

    > Il primo segreto per saper dire di no consiste nell’essere profondamente convinti: un no non deve

    mai diventare per esaurimento: i bambini sono bravissimi nel cogliere le debolezze di mamma e papà e

    ritirarle fuori nel momento opportuno.

    > Il no deve mirare a costruire l’autostima del bambino e non a distruggerla. Bisogna quindi fare

    molta attenzione a come si pone il divieto, che deve essere focalizzato sull’azione o sull’oggetto in questione e

    non sulla persona. I no non devono essere eccessivi: meglio fissare pochi obiettivi, semplici e raggiungibili, e

    impegnarsi a fondo affinché vengano rispettati. I bambini non vanno ingabbiati con troppe regole, devono

    7

    essere lasciati liberi all’interno di confini prestabiliti, in modo da sviluppare autonomia e capacità di giudizio.

    Inoltre i bambini diventano più motivati nel rispettare le regole, se ne capiscono il significato. Bisogna quindi

    argomentare sempre: se il no è accompagnato da una spiegazione acquisterà un valore diverso.

    > "Io per te ci sono sempre", anche per la scuola. La demotivazione nello studio può essere anche la diretta

    conseguenza del clima pesante che si respira in casa: liti e disinteresse rendono difficile concentrarsi nello

    studio e avere buoni risultati a scuola . l’unica ricetta di sicuro successo è la partecipazione dei genitori: i

    bambini si sentono gratificati dall’interesse che la mamma e il papà dimostrano per quello che fanno e sono

    incentivati a migliorare.

    > Attenzione a punizioni e castighi: La strada maestra è quella del rispetto reciproco e del dialogo: mai

    alzare le mani, per un genitore significa perdere di rispetto ed essere già perdente. Anche i castighi, devono

    essere dosati in base al bambino e alla sua età. Il bambino deve sapere che il suo comportamento, se sbagliato,

    avrà delle conseguenze. Tuttavia, è meglio aggiungere un compito anziché togliere al bambino qualcosa. E’

    meglio se preferite il castigo educativo e non quello punitivo, che mortifica il bambino e lo irrita

    ulteriormente.

    L’educazione dei figli richiede dedizione, pazienza e tempo, non dobbiamo preoccuparci per loro, ma

    occuparci di loro: ogni comportamento dei genitori è educativo solo se riempito d’amore. Se volete saperne di

    più, prenotate un colloquio con il nostro team di psicologi a Milano.

    > Affrontare con spontaneità l’educazione sessuale: scegliere un approccio sereno evitando i tabù; giocare

    d’anticipo e in modo personale quando i figli sono ancora piccoli; ogni genitore conosce la sensibilità del

    proprio bambino e sa qual è l’approccio migliore da adottare senza suscitare in lui reazioni sbagliate.

    Visto l’assiduo degrado e l’infelicità che si propaga nelle famiglie, MIF: Medici in Famiglia del nuovo

    poliambulatorio di Milano ha per obiettivo il creare una rete solidale di medici, psicologi, educatori, tecnici

    sanitari e altri professionisti della salute, per offrire servizi sanitari, educativi e socio-assistenziali di alta qualità.

    [1]

    8

    NdA: Essendo stata modificata e aggiornata, l’intero contenuto di questa seconda edizione del libro

    sostituisce totalmente la prima edizione con il titolo: "CONSIGLI PREZIOSI PER UNA FAMIGLIA

    FELICE, come pure la precedente opera denominata: COME EDUCARE I FIGLI IN UNA SOCIETÀ

    VILLANA".

    IMPORTANTE: Alcune delle tante informazioni contenute in questo libro, pur se suggerite da medici,

    specialisti ed esperti in materia medica, non possono, non vogliono e non devono in alcun modo sostituire

    visite specialistiche presso strutture ospedaliere o studi medici.

    I consigli, le informazioni, le opinioni e le raccomandazioni fornite in quest’opera non intendono sostituire

    quelle del medico curante o di altro specialista medico e professionista sanitario, e in nessun caso rimpiazzare

    il rapporto dottore-paziente; si raccomanda quindi di chiedere sempre ed in ogni caso il parere del proprio

    medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio o indicazione qui di seguito riportata.

    Basato sulla vita moderna dell’attuale frenetica società, quest’Opera riunisce armoniosamente alcune tra le

    migliori menti intellettuali che trattano il tema: Educazione familiare.

    L’Autore vi augura una piacevole lettura, certo che sarà colma di novità, suspense, di ansia e di attesa,

    provocata dall’intreccio avventuroso delle varie novità e saggi consigli di cui, spesso, non è sempre facile

    discernerne il climax, immaginarne il vero esito e prevederne i migliori risultati per ottenere e mantenere la

    propria famiglia in uno stato di vera felicità.

    Sergio Felleti

    9

    INTRODUZIONE

    L’EDUCARE I FIGLI INIZIA DALL’INFANZIA

    La famiglia è il luogo dove si impara ad amare, il centro naturale della vita umana. La prima e più

    importante comunicazione tra genitori e i propri figli avviene entro la cerchia familiare. Ogni individuo cresce

    e si sviluppa nell’incontro con gli altri.

    La famiglia è l’istituzione fondamentale in ogni società umana, fondata sul matrimonio e la convivenza, con

    i caratteri dell’esclusività, della stabilità e della responsabilità. In famiglia si impara ad esprimersi, a comunicare

    sia in modo verbale che non verbale, a convivere con gli altri e a gestire momenti di conflitto tra le proprie

    idee e quelle dei propri cari.

    Un interessante strumento concettuale utile per descrivere e comprendere lo sviluppo delle relazioni è l’idea

    offerta dalla teoria ecologica di Bronfenbrenner, questo concetto concepisce l’ambiente di sviluppo del

    bambino come una serie di sistemi correlati tra loro e ordinati gerarchicamente.

    Il bambino è direttamente in contatto con due di questi livelli, il: Microsistema (per es. famiglia) e il:

    Mesosistema (per es.: interazioni tra famiglia e scuola o gruppo dei pari). Invece il bambino non fa esperienza

    diretta degli altri 2 sistemi: l’Esosistema ( es. condizioni di lavoro dei genitori) e il: Macrosistema (e s. scelte politiche,

    sociali, occupazionali) ma ciò nonostante anche questi due livelli influenzano il suo sviluppo.

    Da questo modello possiamo capire quanto sia importante la famiglia e soprattutto il tipo di

    comunicazione che si instaura tra genitori e figli. Attualmente il tema della comunicazione in famiglia si

    presenta come un’emergenza educativa e culturale; relazionarsi significa infatti porsi gli uni verso gli altri.

    E’ molto importante sapere che non bisogna stare a contatto ventiquattro ore su ventiquattro affinché si

    possa creare una comunicazione efficace in famiglia, occorre focalizzarsi principalmente sulla qualità

    comunicativa. Purtroppo il tempo per mangiare insieme, stare insieme e condividere momenti in famiglia è

    sempre minore a causa di impegni lavorativi, stress, mancanza di volontà e abitudini sbagliate.

    Però tutto questo non deve limitarci e farci arrendere, bisogna creare piccoli spazi di tempo e occasioni

    come mangiare a tavola insieme, sedersi sul divano, salutarsi quando si rientra a casa o si esce o quando si va a

    letto. Ciò contribuisce a non isolarsi ma a potersi raccontare esperienze e pareri, confrontarsi, esprimersi

    affetto e altre forme di comunicazione più che amichevole, familiare, intima e quant’altro.

    Troppo spesso nelle nostre abitudini a tavola, oltre al telefonino c’è un’amica insidiosa che ostacola

    l’interazione in famiglia; si tratta della televisione che con la sua ingombrante presenza legittima i familiari a

    non dialogare. Quante famiglie non accendono o spengono la televisione per dare spazio all’interazione?

    Quanti bambini non vogliono mangiare a tavola preferendo stare davanti al televisore o sono zittiti dai propri

    genitori mente va in onda il telegiornale?

    Tutte queste situazioni dovrebbero farci riflettere su quanti piccoli errori giornalieri commettiamo e come

    nel tempo possano diventare dei veri e propri rischi per i figli. Uno studio condotto da Olson e colleghi nel

    1997 ha constatato che rapporti di sostegno e comunicazione adeguati tra genitori e figli adolescenti sono

    correlati alla presenza o assenza di rischi psicosociali in quest’ultimi quali dipendenza da sostanze ( droghe),

    dipendenza alimentare e da gioco e rapporti sessuali precoci.

    E’ molto importante che entrambi i genitori passino del tempo di qualità con i loro figli, non basta

    guardare la televisione accanto a loro ma è fondamentale conversare con loro, ascoltarli, valorizzarli e accettarli

    in maniera incondizionata.

    Uno studio di Zimmermann ha rilevato che la qualità della relazione e comunicazione col padre, durante i

    primi anni di vita, ha ripercussioni in adolescenza determinando una modalità superiore e più attiva su come

    affrontare al meglio i problemi della vita, inoltre il giovane riesce a sviluppare uno stile di adattamento più alto.

    Ricerche condotte in Italia (Pontecorvo, Amendola, Fasulo) hanno esaminato i discorsi emersi

    naturalmente durante le cene in famiglia e hanno rilevato che le discussioni e conversazioni a tavola sono

    strumenti utili per acquisire competenze riguardanti l’assunzione di punti di vista e ragionamenti piacevoli e

    10

    diversi dal proprio, ciò promuove un sano e duraturo dialogo tra genitori e figli.

    Si, comunicare deve diventare un vero e proprio esercizio quotidiano dato da una costante attenzione

    rivolta l’uno all’altro; è importante sapere che tutto ciò non è meccanico ma va creato, curato e aiutato.

    CONSIGLI UTILI PER I GENITORI

    > Creare dei momenti di dialogo e condivisione di pareri, emozioni e pensieri.

    > Evitare i conflitti, non alzare mai la voce gridando e sgridando ed essere consapevoli che si può discutere in

    altri momenti della giornata, sempre in maniera costruttiva e dando spazio all’espressione dell’Altro.

    > Sensibilizzare i figli sull’importanza della comunicazione reciproca che si può avere a tavola.

    > Abituali a mangiare a tavola tutti insieme: minimo uno dei tre pasti al giorno (colazione, pranzo, cena).

    > Evitare a tavola l’utilizzo di strumenti e giochi tecnologici, Tablet, eReader, computer, incluso il cellulare che

    solo nei casi estremi e di necessità non andrebbe spento.

    > Concordare che questi strumenti possono essere usati in altri momenti.

    > Spegnere il televisore durante ogni pasto. Concordare che la televisione possa essere guardata in altri

    momenti e per un tempo limitato.

    > Se il figlio o il genitore ha l’abitudine di mangiare guardando la televisione è importante fargli capire che ciò

    inquina la comunicazione vicendevole ed è un nemico che ostacola la relazione familiare.

    > Renderli consapevoli che lo stare insieme a tavola è un magico momento di riunione oltre che di

    condivisione del pasto.

    > Informarli, con un linguaggio adeguato all’età, che comunicare in famiglia e soprattutto a tavola promuove

    l’intero benessere personale e familiare.

    > Ricorda che mangiare insieme a tavola permette al genitore di seguire meglio il figlio nell’alimentazione.

    > A tavola è bello poter parlare, ridere e scherzare stando tutti insieme in famiglia, ma senza dimenticarsi di

    aiutare a sparecchiare.

    > Finito il pasto non avere mai fretta nell’alzarsi da tavola.

    Cari bambini e giovani adolescenti, mangiare a tavola insieme con i vostri genitori è un momento speciale

    perché si può raccontare quello che è o che vi è successo durante la giornata (avventure con i compagni,

    insegnamenti delle maestre di scuola, emozioni provate, ecc).

    Per riuscire a fare ciò occorre però rimandare il momento davanti alla televisione o al computer perché

    queste attività distraggono e impediscono di comunicare; così anche mamma e papà saranno felici di passare

    dei bei momenti con voi.

    [2]

    11

    CAPITOLO 1

    AIUTA TUO FIGLIO A CRESCERE NELLA GIUSTA VIA

    Indirizzandolo più che altro ai genitori, l’obiettivo di questi primo capitolo del libro è di capire cosa

    provano e cosa pensano i bambini e gli adolescenti, individuare gli obiettivi a lungo termine, far sentire il

    proprio affetto ai figli e fornire loro quali soni i più essenziali e sani punti di riferimento.

    Dalla nascita ai 2 anni

    Naturalmente, i bambini appena nati non hanno alcuna esperienza del mondo, ma durante i primi due anni

    della loro vita si svilupperanno in un modo straordinario. Impareranno moltissimo su di voi e sul rapporto che

    vi lega. I tre fattori di sviluppo principali in questa prima fase della loro vita sono: attaccamento, linguaggio e

    indipendenza.

    Attaccamento: Dato che non sanno nulla del mondo, nel primo anno di vita i bambini non riescono a capire

    bene la società che li circonda e quindi non sanno come ottenere ciò di cui hanno bisogno. Non sanno parlare,

    ma per fortuna hanno un riflesso innato che li aiuta a comunicare: il pianto. Piangere è un istinto di

    sopravvivenza per il bambino, è un segnale con il quale il bambino chiede ai genitori di essere aiutato.

    Il pianto è anche la base per costruire un legame emotivo unico ed estremamente forte tra genitori e figli.

    Nel primo anno di vita i bambini piangono per diversi motivi:

    1) hanno fame;

    2) hanno sete;

    3) sentono troppo caldo o troppo freddo;

    12

    4) provano dolore;

    5) possono avere allergie ad alimenti che la madre ha mangiato e sono stati assunti tramite l’allattamento;

    6) possono essere allergici alle prime pappine;

    7) sono nella fase della dentizione;

    8) hanno febbre, mal di testa, mal di stomaco, mal di gola, nausea, e quant’altro.

    A questa età i bambini piangono anche per un altro motivo: il loro cervello si sta organizzando. È

    normale che si mettano a piangere ogni notte alla stessa ora. È il segno che i loro corpi e i loro cervelli stanno

    sviluppando un proprio ritmo e piangere fa parte di questo processo. Non capiscono ancora perché piangono

    e quindi possono anche spaventarsi del loro stesso pianto. Con il tempo però riusciranno a capire se al loro

    pianto i genitori rispondono e vengono in loro aiuto.

    Il pianto di un bambino al primo anno di vita è una grande opportunità per i genitori per costruire una

    solida base per il loro rapporto futuro. In questa fase dello sviluppo il pianto è il linguaggio del bambino che

    non sta cercando di far impazzire i genitori, ma piuttosto di comunicare che si trova in difficoltà. Quando noi

    rispondiamo al loro pianto i bambini imparano che possono contare su di noi; capiscono che gli daremo aiuto

    e conforto. In questo modo svilupperanno fiducia e un forte attaccamento nei nostri confronti.

    Nel primo anno di vita del bambino il compito principale dei genitori è quello di dare al proprio figlio un

    ambiente sicuro e affettuoso. Nel primo anno di vita i bambini hanno soprattutto bisogno di affetto. Non

    sono ancora in grado di comprendere le regole, non riescono a capire quello che state provando voi o quello

    che gli state dicendo. Invece capiscono molto bene cosa significa sentirsi al sicuro.

    COMPRENDERE BENE COSA PROVANO E COSA PENSANO I BAMBINI

    Può essere molto faticoso per i genitori accudire un bambino al suo primo anno di vita. A volte, se il

    bambino non smette di piangere, il genitore potrebbe sentire l’errato desiderio di sculacciarlo o scuoterlo, ma

    scuotere, sculacciare o picchiare non serve a farlo smettere di piangere. Al contrario, ciò potrebbe:

    • danneggiare il cervello del bambino;

    • ferire il bambino;

    • uccidere il bambino (nei casi estremi);

    • fare comunque in modo che il bambino abbia paura di voi.

    L’intero corpo e il cervello di un bambino al primo anno di vita sono molto fragili. Non si deve mai

    scuotere, scrollare con violenza facendo muovere il corpicino in più direzioni o colpire un bambino di questa

    età. Un bambino che non riesce a smettere di piangere deve sentire la vostra presenza; ha bisogno di essere

    preso in braccio e consolato.

    Non abbiate paura di viziarlo, non è possibile a questa età. Tuttavia non sempre riuscirete a calmare vostro

    figlio/a. Se siete molto stanchi o tesi chiedete aiuto a un familiare, ad un amico, ad un medico o ad altri

    membri tra i vostri conoscenti.

    A quell’età i bambini hanno bisogno soprattutto di essere abbracciati, coccolati, cullati e tenuti in braccio.

    Questo affetto fisico è fondamentale per poter instaurare un rapporto solido con il bambino. Se il bambino si

    sente al sicuro e protetto allora svilupperà con voi un forte attaccamento.

    Ma perché è fondamentale che vi sia un forte attaccamento genitore-figlio?

    1) I bambini che si fidano delle persone che si prendono cura di loro si sentono emotivamente più sicure di sé.

    È più facile per loro riuscire a confortarli se sono agitati, e quando saranno più grandi riusciranno a

    separarsi dai genitori con più serenità. Avranno una minore probabilità di diventare ansiosi e timorosi.

    2) I bambini che si fidano delle persone che si prendono cura di loro tendono a fidarsi anche degli altri perché

    si aspettano che anche gli altri siano affidabili ed attenti. Quindi hanno una maggiore probabilità di sviluppare

    delle relazioni positive con i propri fratelli e sorelle, compagni e insegnanti.

    13

    3) I bambini che in questa fase del loro sviluppo si sentono al sicuro hanno una maggiore probabilità di

    diventare bambini che amano esplorare il proprio ambiente perché sono convinti di non correre pericoli. E

    l’esplorazione è fondamentale per lo sviluppo cerebrale di un bambino. Grazie a questo, infatti, imparano con

    maggiore facilità nuovi concetti come numeri e colori, forme e suoni, dimensioni e peso.

    Più i bambini riescono ad esplorare e comprendere il mondo che li circonda sentendosi al sicuro, più

    saranno pronti ad affrontare l’ingresso a scuola quando arriverà il momento.

    Il linguaggio: Man mano che i bambini crescono imparano gradualmente a comunicare più con il proprio

    linguaggio verbale che con il pianto. A circa sei mesi cominciano a balbettare e a pronunciare suoni come

    ba, da, ma. Quando i genitori rispondono ripetendo gli stessi suoni, i bambini cominciano a imparare la

    loro lingua madre. Capiscono quali sono i suoni importanti e imparano ad usarli ripetendoli.

    Con il tempo quei suoni diventeranno vere e proprie parole. Quando i genitori rispondono a queste prime

    forme di comunicazione sorridendo e incoraggiandoli, i bambini imparano che quando parlano vengono

    ascoltati. Questo è uno degli elementi fondanti del vostro rapporto: la comunicazione.

    Perché questa prima forma di comunicazione è così indispensabile?

    1) In questo modo i bambini imparano pian piano ad esprimersi e capiscono che voi li ascolterete. In questa

    prima fase dello sviluppo i genitori possono insegnare al bambino come esprimere i suoi sentimenti e possono

    dimostrargli che sono pronti a rispettare il loro tentativo di comunicare.

    2) Se le persone che si prendono cura del bambino reagiscono ad una risata, un balbettio o alle sue prime

    parole incoraggiandolo, allora il bambino avrà una maggiore probabilità di sviluppare un vocabolario ampio. E

    se avranno un maggior numero di parole a loro disposizione per riuscire ad esprimersi impareranno anche a

    raggiungere più facilmente i loro obiettivi utilizzando la comunicazione verbale.

    L’indipendenza: A circa sei mesi il bambino comincia a gattonare, cioè, a muoversi appoggiando mani e

    ginocchia sul pavimento e pareti. Si tratta di un enorme cambiamento!

    I genitori ora non possono mai perderlo di vista perché ancora non capisce che può farsi del male, fare del

    male ad altri o può danneggiare degli oggetti. Eppure il movimento è essenziale per lo sviluppo del cervello e

    del corpo.

    COMUNICARE E CAPIRE I FIGLI

    Quando i genitori rispondono alle primissime forme di comunicazione dei loro figli, facendo dei sorrisi,

    toccandoli, accarezzandoli o incoraggiandoli, i bambini stessi, pur se ancora piccolissimi imparano che quando

    loro parlano o comunque cercano di esprimersi o gestiscono vengono ascoltati.

    In questa fase i bambini imparano a utilizzare i muscoli, ad aggrapparsi, a masticare. Adorano afferrare gli

    oggetti e metterli in bocca. Non lo fanno per comportarsi male, ma per esercitare i loro muscoli. Imparano

    a utilizzare le mani e le dita, imparano a masticare per poter essere poi in grado di mangiare cibo solido e di

    parlare.

    Verso la fine del primo anno di età il bambino impara a camminare. Per loro questa è un’esperienza

    entusiasmante, possono andare ovunque vogliano e arrivare in luoghi a cui prima non arrivavano. Adorano

    esplorare ogni angolo di una stanza e toccare e mettere in bocca tutto! Questa esplorazione è un vero e

    proprio viaggio di scoperta per un bambino.

    È così che impara a conoscere il mondo affascinante che lo circonda; ciò è assolutamente necessario per il

    suo sviluppo cerebrale. A questa età prendono un oggetto e lo fanno cadere a terra più volte. Non lo fanno

    per infastidirci, ma perché così facendo imparano il concetto di cadere, rimbalzare, rompere.

    Toccano il cibo con le mani per comprenderne la consistenza, mettono in bocca i giocattoli per scoprirne il

    14

    gusto e sputano il cibo per capire cosa si prova a sputare.

    Questi non sono comportamenti da bambino cattivo, ma è quello che deve fare un bambino in questa

    fase della sua crescita per scoprire il mondo. I bambini diventano veri e propri esploratori e se impediamo loro

    di esplorare si agitano, piangono, sbattono i piedi in terra perché li stiamo ostacolando nel loro desiderio di

    imparare.

    Desiderano solo imparare a conoscere tutto ciò che li circonda. I genitori devono quindi fare in modo che

    il mondo che stanno esplorando sia un luogo sicuro. Grazie a questa esplorazione i bambini imparano molte

    cose velocemente. Vogliono conoscere il nome di ogni oggetto e se li incoraggiamo in questa attività

    impareranno uno straordinario numero di parole molto velocemente, svilupperanno un vocabolario ampio e si

    innamoreranno delle parole. È un’ottima occasione per arricchire il linguaggio del bambino parlandogli e

    descrivendogli tutto quello che vedono o leggendo per loro, ascoltando quello che dicono e rispondendo alle

    loro domande.

    Una delle prime parole che imparano i bambini è No!. Quando i bambini di questa età dicono No! non

    vogliono essere disubbidienti o ribelli, ma stanno cercando di dirci quello che provano. Infatti anche se hanno

    già imparato il nome di molti oggetti, non sanno ancora come descrivere i loro sentimenti.

    Quindi un bambino che dice No! forse sta cercando di dirci:

    1) non mi piace;

    2) non voglio andare via;

    3) voglio quello;

    4) voglio scegliere io i miei vestiti;

    5) sono arrabbiato.

    Pronunciando questo No! i bambini manifestano e mettono in pratica la loro indipendenza. Non stanno

    cercando di farci fare tardi o di farci impazzire. Non stanno cercando di sfidarci o di essere egoisti, ma ci

    stanno dicendo che vogliono prendere le loro decisioni.

    Inoltre non sanno quello che provate voi e quello di cui voi avete bisogno; infatti non sono ancora in grado

    di comprendere i sentimenti degli altri. I vostri figli hanno bisogno di esplorare. È così che imparano, ed è

    assolutamente necessario per il loro sviluppo cerebrale.

    I genitori devono mettere a disposizione dei propri figli un ambiente sicuro e senza pericoli.

    Ecco alcuni consigli per rendere la vostra casa a prova di bambino:

    1) Eliminate tutti gli oggetti con cui il bambino potrebbe strozzarsi.

    2) Conservate tutti gli oggetti taglienti e fragili e le sostanze velenose in un ripiano alto o in un armadietto

    chiuso a chiave.

    3) Coprite tutte le prese elettriche.

    4) Tenete coltelli, attrezzi e medicinali in un armadietto o cassetto chiusi a chiave.

    5) Tenete i manici delle padelle rivolti verso il centro del piano cottura.

    6) Fissate gli oggetti pesanti in modo che non possano essere tirati verso il basso.

    15

    NECESSITA COSTRUIRE UN BUON RAPPORTO TRA GENITORI E FIGLI

    Far sentire ai propri figli il vostro affetto

    Sia per gli adulti e sia per i giovani di ogni età, la motivazione a impegnarsi, imparare dai propri errori e fare

    sempre meglio, aumenta se sentiamo il sostegno di coloro che ci circondano. Se invece abbiamo paura, allora

    la nostra motivazione diminuisce e ci sentiamo più insicuri.

    Alcuni proveranno rancore e cercheranno di reagire. Altri proveranno ansia e questo ostacolerà il loro

    apprendimento. Altri potrebbero finire per credere di essere stupidi, smetteranno quindi di impegnarsi e

    diventeranno depressi.

    Proprio come gli adulti, anche i bambini, se hanno paura, perdono la motivazione a impegnarsi. Possono

    provare rancore, ansia o tristezza. E proprio come gli adulti, i bambini imparano meglio quando si sentono

    rispettati, compresi, protetti e amati. Questo è altro è il significato della parola: affetto. Per affetto verso i

    propri figli si intende protezione fisica ed emotiva.

    In un’atmosfera di affetto il bambino si sente al sicuro anche se commette errori. Si fida dei suoi genitori e

    in questo modo diventa più sicuro di sé ed è più motivato a impegnarsi. Impara inoltre l’importanza

    dell’empatia e del rispetto per i sentimenti altrui.

    Per comprendere perché l’affetto è importante nel rapporto genitori-figli e per l’apprendimento del

    bambino svolgete il seguente esercizio.

    Ad ogni domanda segnate la risposta A) o B) più adatta a voi:

    > Immaginate che avete deciso di imparare una lingua straniera: A) Imparerete meglio se il vostro insegnante

    vi dice quando state lavorando bene, o: B) quando vi dice che state sbagliando?

    > Imparerete meglio se: A) vi sentite al sicuro con il vostro insegnante, o: B) quando avete paura che vi possa

    picchiare se commettete un errore?

    > Imparerete meglio se pensate che quando commetterete degli errori il vostro insegnante:

    A) vi resterà accanto e vi aiuterà, oppure:

    B) uscirà dall’aula arrabbiato?

    > Preferite avere un insegnante che:

    A) è gentile e comprensivo, o:

    B) vi mette in imbarazzo e vi critica?

    16

    > Vi sentirete motivati a imparare di più se il vostro insegnante:

    A) vi mette in evidenza le vostre capacità, o:

    B) vi dice che siete stupidi?

    > Avrete voglia di dire al vostro insegnante che avete dei problemi se vi aspettate che:

    A) vi ascolti e vi aiuti, o:

    B) si arrabbi e vi punisca?

    Indipendentemente dalla nazionalità o dalla professione la maggior parte degli adulti sceglierà la prima

    risposta a ogni domanda.

    Cerca quindi di essere gentile con i tuoi figli. Mostrati sereno e cerca di capire quello che prova il bambino.

    Un genitore deve sempre sostenere suo figlio e tenere conto dei suoi sentimenti. Fate in modo che vostro

    figlio si senta protetto e felice. Una famiglia in cui c’è un clima di affetto è fondamentale per poter raggiungere

    gli obiettivi a lungo termine.

    Cosa dovrebbero fare i

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