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Il cuore della mia Africa
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Il cuore della mia Africa

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Cosa succede nella profonda Africa nel 2017? Come si vive, quali sono le problematiche vissute sulla pelle degli abitanti? Gianpaola, che già ci ha emozionati con il suo vissuto contenuto in “L'Amore che resta”, torna a parlarci e a farci battere il cuore. Forte della sua esperienza personale, ha saputo compiere delle scelte importanti, che l'hanno portata a fare la volontaria in Africa, e a fondare con Giovanni il movimento Kukua Pamoja per l'aiuto diretto ed efficace alla popolazione senza spese di intermediazione. In questo libro ci racconta in modo chiaro e palpitante le più disparate situazioni pratiche e concrete che si e trovata ad affrontare, in un libro veloce e pieno di contenuto che non può mancare di emozionare. Sono descritti anche i modi in cui sono stati risolti alcuni problemi o sono in via di risoluzione. Leggendo i suoi racconti non si riesce a non domandarsi cosa noi possiamo realmente fare per cancellare dal pianeta tutto questo, e ci si rende conto pienamente di quanto poco siamo a conoscenza di ciò che si vive oggi davvero nel continente africano. I proventi del presente libro andranno integralmente a Kukua Pamoja, neanche a dirlo.
LanguageItaliano
Release dateOct 23, 2017
ISBN9788893780520
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    Il cuore della mia Africa - Gianpaola Tedeschi

    dell'editore.

    I

    Ero lì da sola al gate 11 dell'aeroporto di Venezia, in attesa del volo che mi avrebbe portato in quell'Africa per me sconosciuta. Ero desiderosa e nello stesso tempo impaurita all'idea di vivere quell'Esperienza. All'aeroporto di Nairobi mi avrebbe aspettato Giovanni; chissà come sarebbe stato quell'uomo che fino ad allora avevo sentito solo per telefono e via messaggio quando mi aveva proposto di preparare un corso su una buona alimentazione a base di prodotti locali e poco costosi, reperibili dalle famiglie più povere… decisamente niente carne né pesce.

    Oh mamma mia, avrei dovuto parlare in inglese! Il mio era pessimo ma per fortuna c’era Google Translate, che avevo già usato per tradurre il PowerPoint preparato nei mesi passati.

    Il corso lo avremmo tenuto in alcune scuole primarie e secondarie della città di Nanyuki, in Kenya. Ma chi me lo aveva fatto fare? Dovevo essere impazzita... non sarebbe stato meglio pagarmi un biglietto aereo per una bella località di mare e lì farmi una sana vacanza in assoluto relax?

    Chi avrebbe mai detto invece che quell'Esperienza sarebbe stata per me una vera Svolta; certe Sensazioni, certi Volti, certi Sorrisi non possono non cambiare noi stessi e le nostre Priorità. Continuavo a ripetermi Dai Gianpy, andrà tutto bene, alla fine sono solo due settimane, in qualche modo sopravvivrai.

    Ormai non si poteva più tornare indietro. Atterrai dopo otto ore di volo sperando che questo fantomatico Giovanni mi stesse effettivamente aspettando. Uscii, mi guardai attorno ed eccolo lì: un volto amico con un sorriso un po' burlone mi chiamò per nome e finalmente tirai un sospiro di sollievo. Fu questo il nostro primo incontro all'aeroporto di Nairobi, e nessuno dei due immaginava sarebbe stato un nuovo Inizio. Giovanni era un uomo di grande esperienza che una combinazione di diverse vicissitudini, destino, voglia di scoprire mondi nuovi, solidarietà e cuore aperto avevano portato a entrare in contatto con un’associazione di volontariato piemontese che operava a Nanyuki e a cui ero stata a mia volta indirizzata da una ragazza keniota che avevo conosciuto in Italia tramite amicizie comuni. Era venuta da me per farsi fare un massaggio ayurvedico e, tra una chiacchiera e l'altra, le avevo espresso il desiderio di fare un'esperienza di volontariato in terra straniera; il destino allora aveva voluto che lei facesse proprio parte di quest'associazione e mi mettesse così in contatto con Giovanni. Lui mi accolse come una vecchia Amica. Ci sistemammo in un albergo di Nairobi e la mattina successiva feci la mia prima esperienza a bordo del Matatu, il bus locale che doveva condurci a Nanyuki. Sul Matatu sai quando ci sali, ma non sai mai quando parte, perché parte solo quando è completamente pieno e ciò può accadere anche dopo qualche ora. Questa fu la prima lezione che imparai in Kenya: Il Tempo non costa. Hakuna Matata. L’autista ha i soldi per poter fare benzina fino a Nanyuki e, se riesce a caricare un numero di persone superiore rispetto ai posti a sedere, può tenere per sé tutto il ricavato della vendita dei biglietti senza darlo ai gestori del Matatu; quindi capita quasi sempre di trovarsi uno sopra l’altro ma alla fine, non si sa come, riescono sempre a posizionare le persone in modo alquanto creativo.

    Dopo un tragitto durato più di tre ore arrivammo alla Matatu Station di Nanyuki e poi all’albergo dove alloggiava Giovanni in quel periodo e dove lui stesso aveva prenotato una stanza anche per me. Mi dissi Be' dai, sono in un albergo, sarò abbastanza comoda. In fondo Nanyuki è anche una cittadina turistica per via dei Safari che vengono organizzati nelle zone limitrofe e anche per la presenza di una base inglese costruita dai vecchi coloni. Nella hall del motel (albergo era forse una parola un po’ impropria ) c’era anche un'auto, e ancora oggi mi sfugge il motivo per cui si trovasse lì.

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