Jethro Tull - Stand Up, Benefit, Aqualung
3/5
()
About this ebook
I Jethro Tull sono uno dei pochissimi gruppi rock le cui sorti sono indissolubilmente legate a quelle del proprio capo, Ian Anderson, che nel corso degli anni si è dimostrato un timoniere di grande qualità ed esperienza conducendo la nave JT in maniera impeccabile: nella loro quarantennale storia discografica non si riscontrano dischi di scarsa qualità o passi falsi.
In appendice infine ci allontaniamo dal Rock e ripercorriamo, in un viaggio a ritroso nel tempo, la storia di quegli elementi senza i quali i Jethro Tull non sarebbero stati ciò che sono stati: flauto traverso, musica medievale, e storia e cultura del popolo celtico. Un modo per riscoprire le nobili origini di un gruppo fondamentale per la storia del Rock.
Read more from Carlo Pasceri
John Coltrane - A Love Supreme (Dischi da leggere) Rating: 5 out of 5 stars5/5King Crimson - Red (Dischi da leggere) Rating: 5 out of 5 stars5/5Piccolo Glossario Sinottico Musicale Rating: 5 out of 5 stars5/5Compendio della Musica Occidentale Rating: 5 out of 5 stars5/5Pink Floyd - Wish You Were Here (Dischi da leggere) Rating: 3 out of 5 stars3/5Miles Davis - Bitches Brew (Dischi da leggere) Rating: 5 out of 5 stars5/5Deep Purple - In Rock (Dischi da leggere) Rating: 5 out of 5 stars5/5Led Zeppelin - Houses of the Holy (Dischi da leggere) Rating: 5 out of 5 stars5/5Quaderni Musicologici (Ritmo, Melodia, Armonia, Timbro) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsEroi Elettrici: I grandi solisti della chitarra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSupreme Kind of Brew. Tre capolavori Jazz: riscoperta e nuove prospettive Rating: 5 out of 5 stars5/5Musica '70. L'età aurea: progressioni rock per il futuro Rating: 4 out of 5 stars4/5Viaggio all'interno della Musica Rating: 5 out of 5 stars5/5Genesis 1970-1976: Viaggio musicale da Trespass a Wind & Wuthering Rating: 5 out of 5 stars5/5Pink Floyd 1967-1972 - Gli anni sperimentali Rating: 5 out of 5 stars5/5
Related to Jethro Tull - Stand Up, Benefit, Aqualung
Titles in the series (5)
Miles Davis - Kind of Blue (Dischi da leggere) Rating: 5 out of 5 stars5/5Soft Machine 1968-1981 Rating: 5 out of 5 stars5/5Return to Forever - Hymn of the Seventh Galaxy (Dischi da leggere) Rating: 5 out of 5 stars5/5Jethro Tull - Stand Up, Benefit, Aqualung Rating: 3 out of 5 stars3/5Premiata Forneria Marconi - Gli Anni Settanta Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related ebooks
Led Zeppelin - Houses of the Holy (Dischi da leggere) Rating: 5 out of 5 stars5/5Soul to soul. Storie di musica vera Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGenesis 1970-1976: Viaggio musicale da Trespass a Wind & Wuthering Rating: 5 out of 5 stars5/5Musica '70. L'età aurea: progressioni rock per il futuro Rating: 4 out of 5 stars4/5Emotion, Love & Power. L’epopea degli Emerson Lake & Palmer Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPink Floyd 1967-1972 - Gli anni sperimentali Rating: 5 out of 5 stars5/5Rock Progressivo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsEroi Elettrici: I grandi solisti della chitarra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSoft Machine 1968-1981 Rating: 5 out of 5 stars5/5Bruce Springsteen Welcome to Asbury Park: Vedere, vivere e viaggiare nei luoghi di Bruce Springsteen Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDeep Purple - In Rock (Dischi da leggere) Rating: 5 out of 5 stars5/5Note di gonna (quando il jazz lo suona lei) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPooh. La leggenda (1966-2016) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBritPop Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsOltre. Storia e analisi del capolavoro di Claudio Baglioni Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsClaudio Baglioni: Un cantastorie dei giorni nostri (1967-2018) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPremiata Forneria Marconi - Gli Anni Settanta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMiles Davis - Kind of Blue (Dischi da leggere) Rating: 5 out of 5 stars5/550 years of Rock: Beatles, Pink Floyd, Queen, Vasco Rossi & Ligabue Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'Arte dei Rumori: Manifesto Futurista Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBenvenuti all'inferno! Storia delle origini del Black Metal Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuando il Rock divenne musica colta: storia del prog. Seconda edizione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsReturn to Forever - Hymn of the Seventh Galaxy (Dischi da leggere) Rating: 5 out of 5 stars5/5Musica solida Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa mia storia del jazz Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI miei otto anni con Fabrizio De Andre' Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMiles Davis - Bitches Brew (Dischi da leggere) Rating: 5 out of 5 stars5/5Dalle radici del blues al rock'n'roll - dal 1900 al 1960: nuova edizione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSpider from Mars. La mia vita con Bowie Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Music For You
Quello che le canzoni non dicono: Storie e segreti dietro alle nostre canzoni del cuore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTecnica Moderna per Pianoforte Rating: 5 out of 5 stars5/5Canzoniere eBook: 100 Supersuccessi testi e accordi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsProcesso al Solfeggio Rating: 5 out of 5 stars5/5Come fare una modulazione armonica Rating: 5 out of 5 stars5/5Canto e postura, principi posturali ed osteopatici al servizio del cantante Rating: 5 out of 5 stars5/5In teoria la musica. Vol. 1 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsStoria del Jazz Classico Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNel mondo della musica. Vol. 3 - Tomo II. L’epopea della polifonia (dal Trecento al Seicento) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPiano Jazz Vol. II Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsClassical Piano Composers Rating: 3 out of 5 stars3/5Giorgio Gaber. Frammenti di un discorso... Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuaderni Musicologici (Ritmo, Melodia, Armonia, Timbro) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA scuola di canto: Verso una corretta educazione della voce e dell'orecchio Rating: 5 out of 5 stars5/5432 Hz La Rivoluzione Musicale: L’accordatura aurea per intonare la musica alla biologia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsStoria del Jazz Moderno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome armonizzare una scala e trovare gli accordi Rating: 5 out of 5 stars5/5L’Opera nel ’900: Trame, successi e fiaschi in Italia, Europa e Stati Uniti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLezioni private - La chitarra: Guida all'ascolto del repertorio da concerto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCaged. Diteggiature per chitarra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuaderni Musicologici - Armonia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNon si canta con le corde vocali Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPiano Jazz Vol. III Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSuonare il pianoforte (Tradotto): Con domande e risposte sul pianoforte Rating: 5 out of 5 stars5/5Come Armonizzare una Melodia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Gesto Musicale: origini e culture Rating: 5 out of 5 stars5/5Piccolo viaggio nello studio del Pianoforte Rating: 5 out of 5 stars5/5
Reviews for Jethro Tull - Stand Up, Benefit, Aqualung
2 ratings0 reviews
Book preview
Jethro Tull - Stand Up, Benefit, Aqualung - Carlo Pasceri
cpasceri@libero.it
Nella stessa collana
Già pubblicati:
1) Miles Davis - Kind of Blue
2) John Coltrane - A Love Supreme
3) Miles Davis - Bitches Brew
4) Return To Forever - Hymn Of The Seventh Galaxy
5) Pink Floyd - Wish You Were Here
6) Led Zeppelin – Houses Of The Holy
7) Deep Purple – In Rock
8) King Crimson – Red
9) Genesis 1970-1976
10) Pink Floyd 1967-1972
11) Soft Machine 1968-1981
Prefazione
Jethro Tull, prima del Prog. Sarebbe potuto essere il titolo di questo volume 12 di Dischi da leggere. Sì, perché del gruppo britannico abbiamo scelto tre dischi che formano un corpus particolare (la trilogia celtico-sassone, come la definisce Carlo Pasceri all’interno), uno l’evoluzione dell’altro in un susseguirsi di incrementi di durezza ed elettricità che sfoceranno nel capolavoro Aqualung che, lo diciamo sin da subito, non è un disco Progressive, come da sempre affermato da certa critica distratta
: non lo è nelle forme e nei contenuti musicali realizzati dai JT. Ma avrete modo di approfondire questo e molto altro all’interno del volume.
Analizzando l’opera dei Jethro Tull non può non balzare all’occhio come questo gruppo, con il passare del tempo, si sia identificato sempre più con una sola persona, il padre-padrone Ian Anderson. Siamo così passati dai Soft Machine, raccontati nel volume precedente, gruppo anarchico
per eccellenza, ad uno dei pochissimi gruppi rock le cui sorti sono indissolubilmente legate a quelle del proprio capo. Un capo che nel corso degli anni si è dimostrato un timoniere di grande qualità ed esperienza conducendo la nave JT in maniera impeccabile: nella loro quarantennale storia discografica non si riscontrano dischi di scarsa qualità o passi falsi.
Concludo questa breve prefazione con un accenno agli approfondimenti posti in appendice. Ci allontaniamo dal Rock e ripercorriamo in un viaggio a ritroso nel tempo la storia di quegli elementi senza i quali i Jethro Tull non sarebbero stati ciò che sono stati: flauto traverso, musica medievale, e storia e cultura del popolo celtico. Un modo per riscoprire le nobili origini di un gruppo fondamentale per la storia del Rock.
Buona letturascolto!
Antonio Lisi
PS: Per poter godere appieno delle analisi musicali di ogni brano, consigliamo di ascoltare i dischi oggetto dello studio di pari passo con la lettura.
Introduzione
Jethro Tull, creatura del rigoroso ma estroverso autore e polistrumentista Ian Anderson, è uno dei più grandi gruppi della storia del Rock: ha realizzato una musica che ha influenzato molti altri gruppi dell’intero panorama rock, anche importanti. È l’unico tra i grandi gruppi Rock che ha un solo leader. Jethro Tull è fatalmente Ian Anderson.
I JT, nella loro miscela, hanno coniugato Folk celtico-anglosassone (1), Classica e Hard-Rock, fondendo l’acustico con l’elettrico più aggressivo. In ambito Rock nessun altro gruppo ha uno spettro così ampio tra antico e moderno. Ampi arpeggi armonici, motivi melodici, riff accattivanti e mai banali con soluzioni sinuose e complesse, a volte veloci, complicate e ritmicamente incisive; espressione e stile e quindi personalità, ma anche estrema pulizia e precisione. Tutto ciò declinato con grande originalità: sempre sulla breccia in modo più che dignitoso, hanno creato grandi opere musicali soprattutto nell’arco di tempo ’69-’77; alcuni loro album sono delle pietre miliari del Rock (Stand Up, Aqualung, Thick As A Brick, A Passion Play), ma anche negli album successivi hanno disseminato alcune perle musicali. E di queste pietre miliari Aqualung è quella più riconosciuta; tra gli appassionati di musica Rock è uno dei dischi più celebrati e stimati: sin dall’anno della sua comparsa, il 1971, fino a oggi, Aqualung è uno dei dischi più famosi. Ciononostante i JT non si sono mai adagiati sugli allori. Da sempre, e soprattutto durante il loro periodo aureo, hanno cambiato in ogni disco, non si sono mai ripetuti nonostante i grandissimi successi di critica e di pubblico. Cosa rara; rarissima.
Si possono per comodità individuare sei fasi del percorso artistico tulliano:
1) 1968 - l’esordio con il disco This Was; prendendo spunto dai Cream, originale e brillante intruglio
di canzone blues jazzata col folk anglosassone determinato dai due co-leader: il chitarrista Mick Abrahams e il flautista-cantante Ian Anderson.
2) 1969–1971 - fuoriuscita di Abrahams e redini interamente nelle mani di Anderson, trilogia Stand Up, Benefit e Aqualung: amalgama folk anglo-medievale/blues/classica, con il neonato stile hard-rock.
3) 1972–1973 - Thick As A Brick e A Passion Play.Opere fondamentali che segnano la svolta verso l’esplorazione del mondo della complessità, nulla sarà più lo stesso dopo di queste… Due facce della stessa medaglia…
4) 1974 – War Child. Transizione che riprende le forme meno estese e complesse.
5) 1975–1979 - Minstrel in the Gallery, Too Old to Rock and Roll: Too Young to Die, Songs from the Wood, Heavy Horses e Stormwatch: ripresa esplicita dei temi e forme più folk anglo medievali /hard con la sintesi Prog.
6) Dal 1980 in poi con A e tutti gli altri dischi a seguire: dignitosa prosecuzione di carriera.
Al tempo di Stand Up il Rock era diventato adulto e i JT avevano un poco contribuito alla sua crescita sin dal loro esordio nel 1968 con This Was; già nel titolo erano differenti dalla maggioranza dei gruppi che non resistevano ad autoaffermarsi intitolando i loro dischi con il proprio nome (Rolling Stones, Doors… poi Led Zeppelin, Santana ecc.); almeno il primo… I JT di This Was erano influenzati dai Cream, con la loro formula elettrica bluesjazzata di riff+cantato+assoli; alcuni ottimi spunti, con la novità di un flauto coprotagonista (di voce e chitarra elettrica distorta); ma la svolta stava per accadere con la presa delle redini del menestrello Anderson.
Da sinistra: Glenn Cornick, Ian Anderson,
Clive Bunker e Mick Abrahams.
Infatti, Stand Up (’69) è un disco che si allontana alquanto da This Was giacché di stampo più europeo, meno legato al Blues (con screziature jazzy). Europeo non solo per sottrazione di quelle radici afroamericane, ma soprattutto nell’esposizione di quelle proprie celtiche-anglosassoni, fuse con i suoni rock (chitarre elettriche distorte e batteria incisiva), dunque l’introduzione alquanto massiccia di chitarre acustiche (del tutto assenti nel precedente). Tuttavia non è una mera introduzione di sonorità: ci sono brani acustici
fondati su chitarra acustica, mandolino e balalaika, tamburelli e percussioni varie... Seppur mantenga un lieve legame con