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Italia Criminale dei Misteri - "Professione detective" - un ex agente Criminalpol racconta...: Seconda parte - Investigazioni criminali
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Italia Criminale dei Misteri - "Professione detective" - un ex agente Criminalpol racconta...: Seconda parte - Investigazioni criminali
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Italia Criminale dei Misteri - "Professione detective" - un ex agente Criminalpol racconta...: Seconda parte - Investigazioni criminali

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Questa è la seconda parte del libro “Italia Criminale dei Misteri – Professione detective” e riguarda i fatti di cronaca più eclatanti degli ultimi cinquant’anni. I'attenzione del lettore viene dirottata sui numerosi casi di nera, molti dei quali irrisolti, che hanno riempito le pagine dei quotidiani e dei ritocalchi.
In particolare, l’autore ha dedicato alcuni capitoli ad episodi di cronaca giudiziaria di grande risonanza come ad esempio, la Rapina di  Via Montenapoleone avvenuta a Milano nel 1964 e che venne definita la “rapina del secolo”.
Tra gli altri casi citiamo, quello che riguarda i più significativi interventi della Squadra Mobile milanese, che negli anni ’70-80 ha messo in campo le sue migliori forze per la cattura della spietata Banda Vallanzasca che in quell’epoca ha dominato la scena del crimine lombardo in concerto con l’eterno rivale Francis Turatello, leader della omonima gang.
Parleremo anche della rocambolesca cattura della Banda Cavallero che aveva compiuto una lunga serie di rapine in Banca nelle province di Milano e Torino, dei drammatici eventi di Terrazzano avvenuti nel lontano ’56, che coinvolsero anche il celebre detective privato Tom Ponzi che contribuì in prima persona alla risoluzione del caso, che vide un’intera scolaresca sequestrata per ore da due pazzi criminali: i fratelli Arturo ed Egidio Santato, del delitto della Cattolica, che l’autore analizza approfonditamente con le opportune citazioni di fatti, eventi, immagini ed altra esclusiva documentazione e che ritiene possa verosimilmente ricondursi ai delitti del cosiddetto “Mostro della Stazione”.
Vale la pena di ricordare anche quello i casi di Simonetta Cesaroni e prima ancora quelli della prostituta Martine Beauregard, detta la “bella parigina” uccisa a Torino nel 1969 e recentemente tornato agli onori delle cronache con un colpo di scena che riguarda i presunti autori di quel terribile delitto.
Ampio spazio è dedicato anche ai casi del Commissario Calabresi ucciso da esponenti di “Lotta Continua” nel 1972, al misterioso e controverso caso della sparizione di Ylenia Carrisi, figlia di Albano e Romina Power, del cantautore Luigi Tenco che pare si sia suicidato in circostanze misteriose all’Hotel Savoy durante i giorni dedicati al Festival di Sanremo, edizione del ’67 e del quale si di nuovo recentemente parlato in molte trasmissioni TV.
Questa seconda parte del libro “Italia Criminale dei Misteri – Professione detective” è stata particolarmente arricchita con una serie di immagini e fotografie inedite mai pubblicate da nessuna fonte giornalistica che costituiscono un’esclusiva rilevante che aggiunge ulteriore valore storico e documentale all’intera opera.
Si tratta di circa 300 pagine in cui l’autore racconta la sua esperienza professionale come agente della Criminalpol nel capoluogo lombardo all’inizio degli anni ’70 e la sua successiva attività di investigazione come detective privato con le sue agenzie di Milano, Forlì, Ravenna e Ferrara.
Annotiamo che l’autore, in particolare nei fatti di cronaca occorsi nel primo quinquennio degli anni ’70, presume di aver scoperto l’esistenza di un probabile omicida seriale che lui stesso ha definito “Il mostro della stazione” ritenuto responsabile di una decina di cruenti omicidi avvenuti nella zona della Stazione centrale di Milano. Tra questi, vale la pena di ricordare l’assassinio di Adele Margherita Dossena, madre della nota attrice Agostina Belli, uccisa nel febbraio del ‘70. 
LanguageItaliano
Release dateJan 21, 2018
ISBN9788827519257
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    Italia Criminale dei Misteri - "Professione detective" - un ex agente Criminalpol racconta... - Fabio A. Miller Dondi

    StreetLib

    Dedica

    Dedico questo libro a mia madre Enza che ha superato i 92 anni e ad una figlia che non ho mai conosciuto, Rebecca Sarah-Jane di 29 anni, che attualmente vive a New York con la madre Dorothy Isabel Stephenson.

    Ringraziamenti

    Un particolare ringraziamento va al curatore del libro, il giornalista pubblicista ferrarese Beppe Amico, che grazie alla sua vasta esperienza nel campo editoriale, alla sua competenza e alla sua professionalità, mi ha seguito in tutte le fasi del processo di produzione e mi ha consigliato come organizzare l’iter di pubblicazione dall’idea creativa, fino alla distribuzione finale dell’opera sul mercato.

    Essendo io alla mia prima esperienza come autore, i suoi consigli mi sono stati utilissimi, l’assistenza prestata si è rivelata davvero preziosa, soprattutto riguardo alle numerose tematiche editoriali e alle strategie editoriali che sono state curate con grande competenza e preparazione.

    Alcune sue idee tecnologicamente innovative, hanno sicuramente arricchito di un valore aggiunto l’intera opera che vi propongo con comprensibile orgoglio.

    Fabio A. Miller Dondi

    Ferrara, gennaio 2018

    Note editoriali

    " Viviamo in un mondo malvagio, e quando un individuo intelligente decide di dedicarsi al crimine, è davvero la cosa peggiore" (Arthur Conan Doyle), Le avventure di Sherlock Holmes, 1892.

    Il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende mai la cura di osservare ( Sherlock Holmes).

    Autore: Fabio A. Miller Dondi

    Edizione stampata: Lulu Enterprise America – StreetLib

    Edizione e-book: StreetLib

    Copertina: Beppe Amico per Ega web design

    Immagini: pixabay.com – archivio privato dell’autore

    Pagina Facebook: www.facebook.com/fabiomillerdondi

    Email: italiacriminale@virgilio.it

    © Copyright 2018: Proprietà letteraria riservata

    Avvertenza

    Avvertiamo i gentili lettori che per ragioni di ottimizzazione editoriale, il presente progetto digitale è diviso in tre distinti volumi.

    Questa è la seconda parte del libro Italia Criminale dei Misteri – Professione detective e riguarda i fatti di cronaca più eclatanti degli ultimi cinquant’anni.

    Nel precedente volume, il primo del trittico dedicato alle nostre investigazioni criminali, l’autore ha presentato, attraverso episodi chiave della sua professione vissuti in prima persona alla Criminalpol e come detective privato, i momenti più significativi della sua carriera di investigatore.

    In questa seconda parte l’attenzione del lettore viene dirottata sui numerosi casi di nera, molti dei quali irrisolti, che hanno riempito le pagine dei quotidiani e dei rotocalchi.

    In particolare, l’autore Fabio A. Miller Dondi, ha dedicato alcuni capitoli ad episodi di cronaca giudiziaria di grande risonanza come ad esempio, la Rapina di Via Osoppo avvenuta a Milano nel 1958 e quella di Via Montenapoleone sempre nel capoluogo lombardo nel 1964, che vennero definite le rapine del secolo.

    Tra gli altri casi citiamo, quello che riguarda i più significativi interventi della Squadra Mobile milanese, che negli anni ’70-80 ha messo in campo le sue migliori forze per la cattura della spietata Banda Vallanzasca che in quell’epoca ha dominato la scena del crimine lombardo in concerto con l’eterno rivale Francis Turatello, leader della omonima gang.

    Parleremo anche della rocambolesca cattura della Banda Cavallero che aveva compiuto una lunga serie di rapine in Banca nelle province di Milano e Torino, dei drammatici eventi di Terrazzano avvenuti nel lontano ’56, che coinvolsero anche il celebre detective privato Tom Ponzi che contribuì in prima persona alla risoluzione del caso, che vide un’intera scolaresca sequestrata per ore da due pazzi criminali: i fratelli Arturo ed Egidio Santato, del delitto della Cattolica, che l’autore analizza approfonditamente con le opportune citazioni di fatti, eventi, immagini ed altra esclusiva documentazione e che ritiene possa verosimilmente ricondursi ai delitti del cosiddetto Mostro della Stazione.

    Vale la pena di ricordare anche quello i casi di Simonetta Cesaroni e prima ancora quelli della prostituta Martine Beauregard, detta la bella parigina uccisa a Torino nel 1969 e recentemente tornato agli onori delle cronache con un colpo di scena che riguarda i presunti autori di quel terribile delitto.

    Ampio spazio è dedicato anche ai casi del Commissario Calabresi ucciso da esponenti di Lotta Continua nel 1972, al misterioso e controverso caso della sparizione di Ylenia Carrisi, figlia di Albano e Romina Power, del cantautore Luigi Tenco che pare si sia suicidato in circostanze misteriose all’Hotel Savoy durante i giorni dedicati al Festival di Sanremo, edizione del ’67 e del quale si di nuovo recentemente parlato in molte trasmissioni TV.

    Informiamo i lettori che questa seconda parte del libro Italia Criminale dei Misteri – Professione detective è stata particolarmente arricchita con una serie di immagini e fotografie inedite mai pubblicate da nessuna fonte giornalistica che costituiscono un’esclusiva rilevante che aggiunge ulteriore valore storico e documentale all’intera opera.

    Si tratta di circa 300 pagine in cui l’autore racconta la sua esperienza professionale come agente della Criminalpol nel capoluogo lombardo all’inizio degli anni ’70 e la sua successiva attività di investigazione come detective privato con le sue agenzie di Milano, Forlì, Ravenna e Ferrara.

    Nel corso della presentazione dei vari fatti di cronaca, Fabio Miller Dondi, dedica un'ampia sezione di questa seconda parte del libro ai casi a cui egli stesso ha collaborato in prima persona con i colleghi della Criminalpol milanese e successivamente come investigatore privato.

    Annotiamo che l’autore, in particolare nei fatti di cronaca occorsi nel primo quinquennio degli anni ’70, presume di aver scoperto l’esistenza di un probabile omicida seriale che lui stesso ha definito Il mostro della stazione ritenuto responsabile di una decina di cruenti omicidi avvenuti nella zona della Stazione centrale di Milano. Tra questi, vale la pena di ricordare l’assassinio di Adele Margherita Dossena, madre della nota attrice Agostina Belli, uccisa nel febbraio del ‘70.

    Disclaimer

    L’autore e gli eventuali curatori e/o editori di questo libro non garantiscono sulla completezza e/o accuratezza delle informazioni riportate nell’opera. Le informazioni presenti nel testo possono contenere inesattezze, errori tipografici o di battitura.

    Il contenuto di queste pagine non vuole essere offensivo in alcun modo nei confronti di cose o persone. Se così fosse vi preghiamo di segnalarcelo e provvederemo a rettificare o correggere le eventuali imprecisioni presenti nell’opera il prima possibile.

    Nomi di persone, di prodotti, di società citate possono essere marchi di proprietà dei rispettivi titolari o marchi registrati di altre società e sono stati utilizzati a puro scopo esplicativo e a beneficio del lettore e fruitore dell’opera, senza alcun fine di violazione dei diritti di copyright.

    Sebbene sia stato fatto ogni sforzo per garantire che le informazioni presentate in questa pubblicazione siano corrette, i contenuti di questo libro sono frutto di studio e ricerca dell’autore e pertanto, possono talvolta essere il riflesso delle sue opinioni personali. Esse sono state concepite a solo scopo divulgativo.

    Tutti i link presenti nel libro sono stati inseriti a titolo informativo e non sono garantiti per l’esattezza dei collegamenti e dei contenuti.

    L'autore e l’editore hanno cercato di essere precisi e completi nelle varie fasi di creazione di questo libro ma non garantiscono che esso sia esente da errori od omissioni.

    Pur avendo compiuto ogni tentativo per assicurare la completezza e l’accuratezza delle fonti e delle informazioni fornite, l'editore non si assume alcuna responsabilità per errori, omissioni o diversa interpretazione dei contenuti del presente libro.

    Riguardo alla presente opera, i lettori sono invitati a rispondere secondo il proprio giudizio sulle singole circostanze personali ed agire di conseguenza.

    Questo libro non è destinato ad essere utilizzato come fonte didattica, legale, commerciale, contabile o finanziaria. Tutti i lettori sono invitati a cercare servizi professionali competenti nei settori specifici per approfondire le varie tematiche.

    Lo scopo di questo libro è esclusivamente informativo e non intende sostituire alcun tipo di trattamento professionale, medico o farmacologico.

    Le fotografie presenti in questo testo sono tratte dal fondo privato dell’autore o dal sito di immagini gratuite www.pixabay.com. Alcune di esse sono state tratte dalla stampa quotidiana e periodica dell’epoca, da alcuni celebri settimanali come Gente, Oggi, Domenica del Corriere, Epoca o quotidiani come La Stampa, Il Messaggero e Il Corriere della Sera ed ancora da pagine web presenti sulla rete, ecc. Ove possibile, viene citata sempre la fonte.

    Laddove non è stato possibile risalire alle fonti, l’autore si rende disponibile ad aggiungere, nelle prossime edizioni di questo libro, le opportune citazioni o a discutere con gli aventi diritto eventuali spettanze per l’utilizzo delle fotografie o delle immagini che non dovessero essere di pubblico dominio.

    Secondo la legge 22 aprile 1941 n. 633 sulla Protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio, modificata dalla legge 22 maggio 2004 n. 128, le fotografie prive di carattere creativo e le riproduzioni di opere dell'arte figurativa divengono di pubblico dominio a partire dall'inizio dell'anno solare seguente al compimento del ventesimo anno dalla data di produzione ( articolo 92). In accordo al testo di legge, tali fotografie sono: «immagini di persone o di aspetti, elementi o fatti della vita naturale e sociale, ottenute col processo fotografico o con processo analogo, comprese le riproduzioni di opere dell'arte figurativa e i fotogrammi delle pellicole cinematografiche.

    L'autore si rende disponibile a regolarizzare eventuali omissioni o errori di attribuzione sia in merito a quanto descritto nel testo, sia per ciò che riguarda le immagini riprodotte.

    L’autore intende precisare che tutti i racconti e gli episodi qui riferiti si basano su fatti realmente accaduti e non sono frutto di fantasia. Pertanto, ogni riferimento a persone e luoghi non è affatto casuale. Tutti coloro che desiderano controllare la veridicità dei fatti narrati in questo libro, potranno farlo presso le emeroteche (luoghi dove sono custoditi quotidiani e periodici di ogni epoca).

    I nomi di tutti gli appartenenti alle onoratissime Forze dell’Ordine e quelli di tutti i giornalisti citati, sono autentici. Dopo trent’anni, la legge italiana prevede che gli eventuali reati commessi cadano in prescrizione ma per ragioni di riservatezza alcuni nomi riferiti ai protagonisti dei casi proposti all’interno di questo saggio, sono stati comunque prudentemente modificati o indicati con le sole iniziali per espressa volontà degli interessati o dei loro eredi.

    Sta di fatto che taluni particolari sono stati deliberatamente modificati per motivi unicamente di opportunità e discrezione ma la sostanza delle vicende narrate non è cambiata.

    Premessa

    Ogni società ha il tipo di criminali che si merita, affermava nel 1964 Robert Kennedy in The Pursuit of Justice. Ed è proprio così.

    La criminalità e coloro che la praticano sembrano essersi evoluti al punto che non possiamo fare a meno di constatare che i fatti delittuosi commessi fin dalla notte dei tempi, hanno una loro radice in ciò che l'uomo è in quel preciso momento storico nel quale è inserito.

    È un'evidenza che sta sotto gli occhi di tutti e che domina la scena del mondo. Una cosa erano i crimini commessi dai nostri progenitori, altra invece quelli compiuti dalle ultime generazioni.

    Fronte di un biglietto di auguri che ricevetti alla Scuola di Polizia negli anni ‘70.

    Eppure qualunque delitto, qualsiasi reato che infranga i codici legislativi di uno Stato ha indubbiamente una matrice comune: il desiderio di potere e di dominio, la sete di denaro e ricchezze (poi ci sono anche i delitti passionali e vendicativi che ledono il prestigio e l'onore delle persone).

    Ricercare le cause che portano a commettere un crimine non è lo scopo che ci prefiggiamo di raggiungere con questo libro. Ci limiteremo a narrare fatti di cronaca, episodi delittuosi legati al crimine, casi che hanno dominato la scena per molti anni destando grande interesse e morbosità. Tanti di essi restano ancora oggi irrisolti.

    Ma non faremo solo questo. Nel nostro viaggio nel mondo del crimine, cercheremo anche di raccontare le esperienze e i ricordi di un ex agente della Criminalpol di Milano, un importantissimo ufficio investigativo creato negli anni '60 dal famoso Commissario Mario Nardone, il più celebre Poliziotto che l'Italia abbia mai avuto dagli anni '50 fino ai giorni nostri e anche delle tante vicende vissute con i molti colleghi che ogni giorno lavoravano al suo fianco.

    Parleremo anche del Commissario Giuseppe Montesano, ricordato dagli addetti ai lavori per la risoluzione di tanti casi e personaggio molto conosciuto soprattutto a Torino dove ha svolto una significativa attività investigativa come Capo della Squadra Mobile e di Tom Ponzi, forse il più celebre detective privato del nostro Paese, chiamato dagli addetti ai lavori lo Sherlock Holmes italiano.

    In questo libro parleremo oltre che dell’uomo che ha creato la Criminalpol, anche di un altro pezzo da novanta nel campo dell’investigazione, l’ispettore Arnaldo Petronella, personaggio molto noto negli ambienti della Questura di Milano.

    Per ciò che riguarda Nardone, chi non ricorda i casi più eclatanti da lui risolti? Quello della banda di via Osoppo, ad esempio, che nel lontano 1958 mise a segno la rapina del secolo, con un bottino di oltre 114 milioni di lire quasi interamente recuperati (oggi sarebbero miliardi) e che assicurò alla Giustizia tutti e sette gli esecutori. La rapina fu commessa ai danni di un furgone portavalori della Banca Popolare di Milano il 28 febbraio '58 e suscitò grande clamore. Fu un vero capolavoro della Mobile milanese.

    Una vecchia foto del 1919 di mio nonno materno Ildebrando G. Dardi maresciallo dei Carabinieri, deceduto in Africa nel 1930 a causa della malaria.

    Nel corso della rapina, i banditi non spararono un solo colpo.

    I sette esecutori vennero arrestati nel giro di pochi mesi. Il capo banda e la mente del colpo fu Enrico Cesaroni poi catturato in Venezuela a Caracas, dove si era rifugiato con parte del malloppo.

    La gang aveva affittato un box a Milano in Via Chinotto 40 dove aveva nascosto una parte del denaro e una vettura utilizzata per la fuga.

    Qualcuno di voi forse ricorderà anche il caso di Rina Fort, una donna friulana che lavorava a Milano negli anni '40, la quale si rese responsabile di uno dei più efferati delitti che la nostra storia criminale ricordi. Per questioni di gelosia massacrò a sprangate la moglie del suo amante e i suoi tre bambini, in un appartamento di via S. Gregorio a Milano, dalle parti della stazione centrale. Le indagini e gli interrogatori furono condotti magistralmente da colui che tutti chiamavano Il Maigret Italiano, Mario Nardone, capo della Mobile milanese.

    Foto di Mario Dondi, padre dell’autore, quando prestava servizio nella Fanteria dell’esercito italiano.

    Ma prima di tutto, all’inizio della nostra analisi nel mondo del crimine degli ultimi cinquant’anni, dobbiamo imparare a conoscere l’autore Fabio Miller Dondi, che ha vissuto alcuni di questi casi scottanti di cui si parlerà in questo libro.

    Dondi ricorda che fu il padre Mario ad incoraggiarlo ad arruolarsi nella Polizia.

    Papà era un militare di stanza a Palermo e quindi anche per lui come lo fu per me, servire il proprio paese prestando servizio nell’esercito o in qualche corpo di Polizia era un grande onore. Ricordo anche che fu molto fiero di me quando entrai nella Criminalpol come giovanissimo agente.

    Bellissimo profilo del mio indimenticabile pastore tedesco Rox che ha vissuto con me per oltre 14 anni. Tante volte mi ha accompagnato nella mia attività e mi manca tantissimo.

    Dondi afferma di essersi arruolato nella P. S. nel 1969 e di aver successivamente frequentato una Scuola di Polizia giudiziaria investigativa a Peschiera del Garda fondata da Mario Nardone che poi divenne il dirigente della Criminalpol di Milano.

    L’autore dice di aver avuto alcune esperienze molto significative all’inizio della sua breve carriera che gli sarebbero servite tantissimo nel settore investigativo privato per svolgere la sua attività.

    Successivamente, dopo aver frequentato la Scuola Pol.G.A.I." a Roma – ricorda – sono arrivato alla Criminalpol lombarda.

    Ai quei tempi, il dirigente era il vice-questore Bruno Gandolfo che già conoscevo.

    Tra i funzionari di quel periodo ricordo molto bene i commissari Romeo Viola e Ulderico Rainone. Naturalmente anche tutti gli altri dirigenti che si susseguirono nel corso degli anni, come ad esempio il già citato Gandolfo, poi il vice questore Pietro Sgarra che veniva dalla Squadra Mobile di Torino e i tantissimi

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