Daniele il tuo sorriso per vivere
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Book preview
Daniele il tuo sorriso per vivere - Giuseppe Brancato
Indice
Danieleil tuo sorriso per vivere
Prefazione
Introduzione
L’angoscia percorre la mia mente
Per intuire la malattia
Storia di un percorso
I perché di una scelta
Periodo giallo
La felicità ha il sopravvento sui primi sintomi
I miei figli
Le prime difficoltà
La Sardegna
La Sicilia
Viaggiare insieme
In campagna
Daniele e l’acqua
L’inquietudine
Periodo Verde
Non arrendersi mai
Daniele cresce
L’esperienza scolastica
La scuola primaria
La scuola media
Le gite scolastiche
La scuola superiore
A Carmelo
Periodo blu
Il colore preferito di Daniele
La prima sedia a rotelle
L'intervento chirurgico
Sorpresa maledetta
Stato di male profondo
Periodo rosso
Vivere la difficoltà quotidiana
La comunicazione non verbale
Alla mamma
La comunicazione verbale
Il linguaggio degli occhi
Emotività
Gli altri
I nonni
Quanti nonni compagni di viaggio
Le cose che Daniele ama
Daniele incontra gli animali
Zio e nipotina
Parlano di Daniele
Vivere Daniele
Caro Daniele...
Giuseppe Brancato
Daniele
Il tuo sorriso per vivere
Daniele - Il tuo sorriso per vivere - Quando la disabilità colora la nostra vita
di Giuseppe Brancato
Ebook realizzato da: Giulia Abbate - studio83.info
Quest’opera non può essere riprodotta, utilizzata o trasmessa anche parzialmente, senza l’autorizzazione dell’autore.
Copyright © 2017 - Giuseppe Brancato
ISBN: 9788892698901
Youcanprint Self-Publishing
Daniele
il tuo sorriso per vivere
Quando la disabilità colora la nostra vita
Giuseppe Brancato
Dedicato alla persona che più di ogni altra ha dato tutta se stessa, permettendo nello stesso tempo la normalità familiare, con dedizione e amore.
La donna che ha permesso la mia crescita professionale sacrificando se stessa: mia moglie.
Dedicato alla sua caparbietà e voglia di riscatto.
Dedicato ai miei figli.
Dedicato a tutti coloro che hanno avuto, hanno e avranno un sorriso o una carezza per Daniele.
Dedicato a tutte le persone disabili e ai loro familiari.
Grazie, Lucia, per l’affetto e l’amicizia nei nostri confronti.
Grazie anche a voi, educatori e compagni del Centro Linar.
Prefazione
Oggigiorno sembra che l’arte di scrivere sia diventata improvvisamente di dominio pubblico.
Scrivono libri attori, calciatori, soubrette, cantanti, conduttori televisivi, per non parlare di politici e tuttologi vari .
Molte di queste persone i libri se li fanno scrivere da professionisti specializzati in quest’attività.
Molte di queste persone non hanno molto da dire, ma qualcosa inventano, pur di apparire sulla copertina del loro
libro.
Il libro di Giuseppe Brancato, che ho l’onore e il piacere di presentare ai lettori, non è uno di questi libri finti
.
L’Autore di questo racconto autobiografico è un vero autore
: solo lui può scrivere quello che scrive. Senza filtri, senza mediazioni stilistiche e senza formalità le parole scaturiscono spontanee , vive e autentiche, dalla mente ma soprattutto dal cuore del babbo di Daniele.
Brancato scrive di getto, senza il filtro formale della scrittura accademica che risponde alle rigide regole del testo, portando sulle pagine l’immediatezza e l’urgenza dell’esperienza di vita autentica.
Il racconto regala una visione immediata e sincera del quotidiano vivere l’affetto con una persona con disabilità, e sfida la parzialità e la limitatezza della conoscenza scientifica.
Ci sono periodi di colori diversi nella vita di Daniele e della sua famiglia: giallo, verde, blu, rosso. Non c’è il periodo nero. Questo è quello che ci dice questo genitore: ci dice che la vita di una persona con disabilità grave è una vita che serve a colorare le vite degli altri, per comprendere fino in fondo che la vita è una possibilità. Nel testo si capisce, piano, piano, che la medicina non è la soluzione, la guarigione
è una cosa diversa. Non si tratta di rassegnazione
, accettazione della malattia, perdita della speranza, ma non si tratta nemmeno di negare l’oggettivo dolore, la progressione inesorabile della patologia che non lascia possibilità di fuga. Non vedere, non sentire, fingere che tutto sia normale è impossibile.
Il racconto parla di una famiglia che oscilla tra la presa di coscienza della malattia e la continua spinta esigente ad adattarsi al cambiamento, modificando la propria vita e il proprio modo di pensare per comprendere Daniele. L’Autore ci dice che è proprio Daniele che ha dato a tutti la capacità di compiere questo movimento interno, questa rivoluzione affettiva e mentale. Non siamo noi che serviamo a Daniele, è lui che serve a noi, pensano i suoi familiari.
Si supera la concezione che una famiglia con un figlio con disabilità sia una famiglia con disabilità, per abbracciare l’idea che una famiglia con un figlio con disabilità che riesce ad organizzarsi flessibilmente intorno a questa realtà è una famiglia spesso più forte e più stabile.
Certamente la nascita di Daniele ha portato con sé una fase di forte stress, dato dal lutto della diagnosi, che però è rimasta solo un’etichetta perché nel tempo è andata perfezionandosi la vera diagnosi. La vera conoscenza della malattia di Daniele l’hanno i suoi familiari negli anni e nei modi trascorsi insieme. La famiglia continua a crescere, non si blocca, vive. Spesso, dall’esterno, chi non ha fatto esperienza di famiglia con figli disabili legge i comportamenti adattivi dei familiari del figlio disabile come reattivi al grave lutto procurato dalla non corrispondenza del figlio reale al figlio ideale desiderato.
Sempre più spesso, forse anche grazie al fatto che, anche se non siamo certo arrivati alla perfezione, tuttavia qualche passo sul fronte dell’integrazione è stato fatto, sempre più spesso, dicevo, le famiglie, come la famiglia di Giuseppe Brancato, non accettano la cristallizzazione di uno stato di irreparabilità e di disperazione controllata, non cadono nella passiva rassegnazione o nella negazione, ma accettando l’inaccettabile costruiscono un nuovo progetto di famiglia, giorno dopo giorno, con grande fatica ma con grandissima soddisfazione.
Dal racconto della sua vita familiare, l’Autore ci dice chiaramente, con orgoglio e con forza, che Daniele è fonte di soddisfazione. Si ragiona fuori da schemi e preconcetti, i piccoli traguardi sono grandi vette raggiunte e costituiscono fonte di ammirazione per il figlio, proprio perché non è la meta che conta ma il percorso fatto per arrivarci. L’impegno e la tenacia con cui i membri della famiglia si sono impegnati ha finito per rafforzare quella che è tutt’altro che una famiglia disabile.
Daniele non è un figlio con disabilità
: Daniele è Daniele, questo è chiaro e ben raccontato dalla nascita ad oggi. Nel rapporto con gli altri, nelle sue inclinazioni, in quello che vuole fare: un figlio.
I suoi genitori sono stati capaci di pretendere il supporto sociale, si sono imposti il più possibile, hanno rifiutato di essere isolati rispetto alla comunità e anche questo contribuisce a dare vigore alla famiglia e a Daniele, rafforzando il legame di coppia ed il legame fraterno.
Genitori, fratello, nipotina sono riusciti ad attuare il miracolo, la guarigione vera, il rovesciamento di segno, da negativo in positivo e ci dicono che il motore di questo cambiamento è proprio Daniele.
Nel terminare questa presentazione propongo al lettore la lettura di una poesia scritta da una bambina con disabilità di undici anni, Alice Sturiale (Il libro di Alice, Rizzoli, 2000), mia nipotina, la quale ha innescato nella nostra famiglia proprio questa vivifica rivoluzione.
Lucia Bigozzi
Introduzione
Mi chiamo Giuseppe. La mia famiglia è composta da mia moglie Antonella e dai miei figli: Carmelo e Daniele.
Carmelo è oggi sposato con Anna Rita ed è papà di una bellissima bambina, Greta, avuta da una precedente relazione. Risiede in un’amena cittadina sulle colline fiorentine, dopo essersi laureato a pieni voti e con lode all’Università di Firenze.
Daniele ha continuato a vivere con noi, a causa del suo stato di disabilità.
In queste pagine ho piacere farvi partecipi di uno spaccato della mia famiglia, che riguarda Daniele e la sua malattia, con le sue vicissitudini.
Il motivo è più semplice di quanto forse si possa immaginare.
Questa mia è una singola storia, fatta di mutevoli sfaccettature: che hanno segnato profondamente il mio modo di percepire una malattia parzialmente sconosciuta; ma che hanno cambiato in senso positivo la mia relazione con gli altri.
Daniele nasce da parto normale, e dopo