Storie del caminetto: 10 racconti di Natale
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Nelle storie, pensate come se fossero davvero raccontate davanti a un caminetto scoppiettante, il Natale diventa poco più di un pretesto per svelare complicazioni e difficoltà, rinunce e aggressioni, fatti, insomma, di vita quotidiana che spesso rimangono nascosti e sepolti dentro i meandri di un'umanità per lo più sofferente e insoddisfatta.
Eppure l'avvento del Natale e di ciò che esso significa, per credenti e non credenti, offre in tutti i casi la possibilità di un varco in grado di 'andare oltre', di trascendere in qualche modo il singulto di vite spezzate o incancrenite.
Questo è dunque l'augurio: che la speranza di una anche minuscola possibilità di rinnovamento illumini di nuove prospettive la – spesso – faticosa vicenda terrena.
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Reviews for Storie del caminetto
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- Rating: 2 out of 5 stars2/5non adatto ai bambini parolacce e storie un po drammatiche
Book preview
Storie del caminetto - Alberto Arato
Arato Alberto
Storie del caminetto
Raconti di Natale
Alberto Arato è nato nel 1959. Insegnante, ha curato la pubblicazione di testi scolastici (antologie e grammatiche) presso Paravia e Nuova Italia. Recentemente ha pubblicato La banda degli scherzi
per i tipi di Rizzoli (romanzo); Il ballo delle Piume
, Lapis Edizioni; Il mio nome è strano
, Lapis Edizioni e La vita è un'emozione
presso Effatà Editrice (saggio sull'incidenza dei nuovi media sui meccanismi mentali). Presso Narcissus SBF (ora Street Lib) ha pubblicato " Il volo delle Api Bianche,
Thanatos, Athanatos,
Il Teatro dei pensieri,
Fase quattro,
Sotto questa stella,
Sotto l'albero,
I giorni della normalità. NORMALIST 1
La fuga. NORMALIST 2
Una settimana decisiva. NORMALIST 3,
Divagari".
Potete trovare il sito dell'autore, leggere racconti e testi poetici gratuitamente oppure scrivergli, presso http://www.aratoalberto.net
Ideazione e realizzazione grafica della copertina: Alberto Arato
© Arato Alberto - Dicembre 2017
UUID: 289accc4-df8d-11e7-b07d-17532927e555
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice
Prefazione
La perla nella scatola
Sogno di Natale
Stelle cadenti
La bottega dei presepi
Il senso delle cose
La sorgente
Miseria e abbondanza
La privazione
Il ladro
La battaglia dell'anima
Prefazione
L'ultima parte della trilogia dei racconti di Natale si caratterizza per una rarefazione progressiva delle piccole vicende che vi sono narrate.
In queste storie, pensate come se fossero davvero raccontate davanti a un caminetto scoppiettante, il Natale diventa poco più di un pretesto per svelare complicazioni e difficoltà, rinunce e aggressioni, fatti, insomma, di vita quotidiana che spesso rimangono nascosti e sepolti dentro i meandri di un'umanità per lo più sofferente e insoddisfatta.
Eppure l'avvento del Natale e di ciò che esso significa, per credenti e non credenti, offre in tutti i casi la possibilità di un varco in grado di 'andare oltre', di trascendere in qualche modo il singulto di vite spezzate o incancrenite.
Questo è dunque l'augurio: che la speranza di una anche minuscola possibilità di rinnovamento illumini di nuove prospettive la – spesso – faticosa vicenda terrena.
La perla nella scatola
Il tempo non era molto. Trattenersi dal guardare nella scatola era impegnativo, ma Maurizio aveva stipulato questo patto e intendeva rispettarlo.
Fare cioè le cose ‘al buio’, senza poter controllare nulla.
Andò al calendario appeso al muro e controllò la data: 28 Novembre. Mancavano dunque 27 giorni completi, escluso quello odierno che se n’era ormai già andato.
Se l’avessi saputo, avrei fatto il patto questa mattina
disse a se stesso.
Invece l’idea gli era venuta nel pomeriggio così adesso aveva un giorno in meno.
Pazienza
si disse Maurizio li faremo bastare
.
Il cassetto della sua scrivania si apriva a fatica tanto era pieno di oggetti inutili.
Ci voleva un quadernetto, un diario, insomma qualcosa dove segnare i progressi, fare delle annotazioni.
Frugò in quel caos e decise che forse avrebbe potuto recuperare la giornata se avesse fatto ordine: cominciare da qualcosa di semplice, di non troppo impegnativo.
Estrasse il cassetto dalla scrivania e lo vuotò per terra, sul pavimento di assi grezzi della sua stanza in soffitta.
Guardando il mucchio che ne era risultato, Maurizio ebbe un moto di scoraggiamento: per mettere a posto tutta quella roba ci voleva altro che una giornata intera.
Per fortuna in lui prevalse la parte paziente: decise che ce l’avrebbe fatta, anche a costo di buttare tutto ciò che era diventato decisamente inutile.
Cominciò a dividere il contenuto del cassetto in mucchietti: da una parte i giochini, poi tutte le cose per scrivere e colorare. Gli ingranaggi degli orologi che aveva smontato, li sistemò in un piccola catasta al centro.
E questi?
si chiese quando gli vennero per le mani i pennelli spelacchiati usati per le tempere. Decise che erano talmente malridotti che si sarebbero potuti buttare via senza rimpianti. Scese allora per prendere un sacco dell’immondizia.
«Che cosa fai?» chiese sua madre.
«Dove sono i sacchi dell’immondizia?» domandò a sua volta Maurizio.
La madre si affacciò dal laboratorio: «Per che cosa ne hai bisogno?» gli domandò.
Maurizio nicchiò: una delle condizioni del patto era che le cose dovevano essere fatte senza dire nulla a nessuno, altrimenti quel che di positivo ne sarebbe scaturito o un qualsiasi piccolo premio, avrebbe annullato l’azione.
«Devo buttare dei fogli vecchi» disse infine.
La madre uscì del tutto dallo stanzino: in mano aveva la camicia che stava mettendo a punto per il signor Codei: «Non starai mettendo in ordine la tua stanza?» chiese sospettosa.
Maurizio si affrettò a negare: «No, ho vuotato la cartella...» disse sperando che lei non facesse altre domande.
La madre lo guardò dubbiosa: «Sono in cucina, sotto l’acquaio».
Maurizio si precipitò a prendere un sacco grande, condominiale e filò in fretta su.
Ci buttò dentro i pennelli ormai inutili, poi raccolse dei ciuffi polverosi che si erano sparsi tutt’intorno e li cacciò dentro.
Adesso devo buttare via qualcos’altro
si disse.
C’erano pezzi di filo di ferro, piccole corde, carte di caramella, biglietti dell’autobus. Gran parte di quel materiale finì nel sacco.
Poi riunì tutte le matite da una parte e i pennarelli dall’altra.
Dovresti provarli per vedere se funzionano ancora
fece una parte di se stesso, dentro di lui.
Per fortuna c’era anche la parte più pratica che si mise a protestare: «Se ci mettiamo a provare tutto non finiamo più» lamentò.
Maurizio la mise a tacere e cominciò a verificare, su un foglio di carta che tirò via dal mucchio, uno per uno tutti i pennarelli, scoprendo che ne avrebbe buttato via la maggioranza.
Da quanto tempo non controllo più ‘sta roba?
si chiese.
Alla fine vide con soddisfazione che il sacco si era gonfiato un pochino verso il fondo. Lo soppesò ma era ancora troppo leggero e il mucchio rimaneva alto.
Cominciò a sfilare i fogli, i quinterni e i quadernetti di tutte le grandezze, alcuni dei quali recavano un bel po’ di sudiciume sulle copertine.
Li sfogliò uno per uno e molti finirono nel pattume.
Improvvisamente udì sua madre che lo chiamava, in basso.
«Che cosa c’è?» chiese affacciandosi sulle scale.
«Dovresti andare a comprarmi l’appretto» disse con un tono da ordini che non ammetteva discussioni.
«Devo fare i compiti» si scusò Maurizio.
«Ne ho bisogno subito. Ci metterai pochi minuti: potrai anche comprarti una merenda o qualcosa che vuoi...» lo tentò sua madre.
Maurizio ci pensò su, poi gli venne in mente che anche quella dell’appretto poteva essere un’azione utile per il patto.
Si chiese se poteva compiere due azioni insieme e se sarebbero valse tutt’e due nel