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Stregoneria Moderna: Il Risveglio della Dea
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Stregoneria Moderna: Il Risveglio della Dea
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Stregoneria Moderna: Il Risveglio della Dea

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Un pratico vademecum ricco di informazioni, esempi pratici, incantesimi, invocazioni, segreti delle erbe e delle pietre; un utile compendio per chiunque voglia approfondire e, perché no, mettere alla prova le proprie potenzialità. Dalla Stregoneria tradizionale alla Wicca, attraversando i vari movimenti magici che hanno lasciato ampie tracce della loro presenza nel pensiero spirituale moderno.
Stregoneria: un nome che evoca storie oscure, terribili segreti e un senso di malcelato timore che ancora oggi sopravvive nell'immaginario collettivo. Cosa si intende esattamente per Stregoneria? Quante delle notizie e dei resoconti storici corrispondono esattamente alla realtà?
Stregoneria Moderna tenta di dare una risposta a questi e molti altri quesiti, muovendosi in un ambiente non sempre facilmente decifrabile, nel quale storie di semplice umanità si intrecciano con terribili intrighi e complotti, frutto spesso di menti malate e di ignoranza.
Da questo punto di vista, l'intera ricerca dell'autore tende ad assumere il ruolo di un punto di incontro che, finalmente, metta a nudo le vere origini di questa antica pratica, le sue radici storiche, accanto ad una aggiornata esposizione delle implicazioni moderne, sia storiche che operative.
Seguendo queste indicazioni di fondo scopriremo moderni rituali, antiche verità volutamente taciute, in una lunga cronistoria che analizza la Stregoneria in ogni sua sfaccettatura, cercando di riportare il discorso alle sue giuste e dovute proporzioni. Incontreremo le prime intuizioni che portarono l'uomo a cercare i mezzi per interagire con i misteri e le forze invisibili che lo circondano, viaggeremo all'interno della Stregoneria Medioevale e gli orrori dell'inquisizione, scoprendo verità e bugie di uno dei periodi più bui della storia.
LanguageItaliano
Release dateDec 29, 2017
ISBN9788869372810
Stregoneria Moderna: Il Risveglio della Dea

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    Stregoneria Moderna - Roberto La Paglia

    utili

    ​Prefazione

    Esiste un limite tra la realtà e il mondo soprannaturale? Se per soprannaturale intendiamo l’insieme di quei piani che non sono visibili, ma che possono essere soltanto sentiti, sarem­mo tentati di rispondere affermativamente; quel limite esiste ed è identificabile nella meta inseguita da mille pensatori, occulti­sti, esoteristi, da uomini e donne che, nel tempo, hanno speso la loro vita a scrutare oltre le coscienze per poi giungere ad una unanime osservazione: quel limite corrisponde esattamente alla sottile linea che divide la materia dallo spirito, l’uomo dalla propria anima. Chi non è capace di stare fermo su questa linea e di osservare indipendentemente i due opposti, non avrà mai modo di proseguire verso il confine successivo.

    La scelta della Wicca, come argomento base e parametro comparativo riferito a un mondo sempre più proteso verso un progresso inarrestabile, ma destabilizzante per lo spirito, non è casuale; la Wicca, proprio oggi, rappresenta un movimento ad ampio respiro, una riscoperta che ha rivoluzionato interi ambienti sociali, influenzato e rinnovato scuole di pensiero, quali quella del femminismo, che ha trovato nell’Antica Tradi­zione nuovi stimoli e nuove forze. Essere Streghe, oggi, signi­fica riscattarsi prima da se stesse e poi dai retaggi e dai tabù che il mondo moderno ha enormemente incrementato, pur se dietro una immagine di ipotetica libertà; sarà quindi un viag­gio nella Stregoneria, nella sua storia antica e moderna, nelle sue forme, nelle sue correnti di pensiero, nei Rituali, ma sarà anche un doppio viaggio, perchè ogni singolo movimento, ogni singola azione e ogni esternazione, sia fisica che spiritua­le, verrà analizzata anche sotto il suo aspetto psicologico e an­tropologico, nel tentativo di dare alla fine un quadro verosi­milmente esatto della portata del fenomeno, sia a livello stori­co, sia a livello individuale.

    La Wicca è essenzialmente una regola di vita, un modo di relazionarsi con il mondo esterno e con se stessi, una risco­perta; le motivazioni che spingono verso questa strada sono le più disparate, eccentriche a volte, ma tutte indistintamen­te dettate da un malessere interno, dall’impossibilità di tro­vare un punto di riferimento nella società, nelle convivenze, dalla ricerca di una scintilla che illumini lo spirito, che sazi la mente. Essere Streghe oggi è una sfida, principalmente con se stessi, l’obiettivo è la risposta alle mille domande che nei momenti di solitudine affollano la nostra mente, ripren­dere consapevolezza di se stessi.

    Anche se questo lavoro si occupa prevalentemente del fenomeno Wicca e delle sue implicazioni filosofiche e sociali, è comunque opportuno dare un breve spazio alla Stregoneria, intesa in senso tradizionale, almeno nelle note introduttive; questa scelta non vuole porsi come parametro di comparazio­ne tra le due spiritualità, ma vuole soltanto rafforzare il senso di imparziale ricerca che anima queste pagine, al fine di dare un quadro il più esauriente possibile su questi due mondi, a volte così lontani tra loro, ma spesso in completa sinergia.

    Per Stregoneria, comunemente, si intende una pratica Magica volta a danneggiare il prossimo, costringendolo a compiere azioni contro la sua stessa volontà. Stranamente, dal MedioEvo in poi, si è sempre percepita la Strega come un essere malefico, dimenticando il fatto che nell’antichità tale pratica ammetteva anche un aspetto benefico.

    Le prime informazioni reperibili risalgono alla fine del II millennio a.C.; dall’esame di alcuni papiri risalenti proprio a questo periodo si può ricostruire, infatti, la vicenda relativa ad un complotto ordito contro il Faraone, per il quale si fece largo uso di sortilegi su statuette; ovvero del più moderno rituale di fattura a morte attraverso un simulacro che ripro­duca le fattezze della vittima prescelta; di contro, appren­diamo che nella Roma Imperiale tale pratica era ammessa solo nel suo aspetto benefico.

    Dall’Egitto alla Palestina, dalla Mesopotamia all’Impero Romano, passando per la Grecia, le pratiche di Stregoneria trovano riscontri storici, ma nessun conforto riguardo la loro origine. La storia, però, viene scritta dai vincitori, da coloro che portano avanti culture di espansione, di conquiste mate­riali che si realizzano nel sacrificio dei valori dello spirito e della Natura.

    All’avvio di ogni sana e attenta ricerca, è fondamentale chiedersi su cosa si vuole indagare e fino a quale punto ci si voglia spingere; questi sono i primi due grossi problemi con i quali ci si scontra volendo iniziare uno studio attento e neutrale sulla Stregoneria. Pur essendo corretto restringere il periodo di tempo entro certi limiti, che risultano in ogni caso già abbastanza vasti, ci si accorge subito di come questa materia abbia da sempre seguito l’uomo, gli sia stata vicina, quasi familiare, confondendosi con le culture, le tradizioni e le epoche.

    La stregoneria è sempre esistita; su questo concetto i dubbi sono ormai stati fugati, soprattutto per merito di molti studi antropologici, etnici e storici, che hanno scelto la linea della ricerca lontana da ogni preconcetto e dalla demoniz­zazione operata dalla Chiesa durante il Medioevo, il quale retaggio, ancora oggi, sotto alcuni aspetti, sembra comun­que sopravvivere.

    Possiamo quindi tranquillamente partire da una antica tradizione che intendeva la magia come il primo stadio del pensiero umano, rispettando le leggi di Similarità (il simile produce il simile), e quelle di Contagio (le cose che in ori­gine sono state in contatto tra loro continuano a interagire anche dopo essere state allontanate); il passaggio tempora­le che porta da questa prima fase alla crisi di fiducia nella Magia, è quello che segna l’inizio della Religione così come la intendiamo oggi, e che segna la netta distinzione tra il Sacerdote e il Mago. Sarebbe molto più lecito e giustificabi­le condurre quindi uno studio della Stregoneria seguendo i

    dettami antropologici, al fine di evitare lo svilimento di una cultura che nel segreto ha coltivato le proprie radici fino ai nostri giorni; persone quali James G. Frazer, Margaret A. Murray, Mircea Eliade, Marcel Mauss, e altri ancora hanno cercato di dare un volto il più realistico possibile a una tra­dizione per sua natura privata, nascosta, gelosa di se stessa e dei propri segreti.

    Parte prima : Breve introduzione storica

    Le orig ini

    La prima Strega della quale abbiamo notizie storiche certe, si chiamava Angele e venne bruciata sul rogo, a Tolo­ne, nel 1274; questo avvenimento, più che indicare un pe­riodo direttamente riferibile a una ipotetica nascita della Stregoneria, è da inquadrare solamente a livello nozionisti­co, in relazione al fenomeno dei movimenti Stregonici Me­dioevali, fenomeno del quale tratteremo più avanti.

    Non esiste difatti un periodo certo nel quale collocare con assoluta precisione le origini della Stregoneria; questo tipo di spiritualità, inteso come rapporto istintivo con la natura e con tutte le cose che ci circondano, potrebbe addirittura essere la prima forma di Magia inconsapevole praticata dall’uomo.

    L’uso del termine inconsapevole, in questo contesto, non è del tutto casuale; la Stregoneria infatti, tralasciando il problema di rintracciare un’area temporale nella quale collo­carne la nascita, nasce propria come Magia Istintiva, dettata dalla necessità, dalla passione, dal desiderio, da tutte quelle pulsioni, insomma, che sono nate con l’uomo e che sono par­te integrante e quasi genetica della stessa natura umana.

    La scoperta del desiderio come espressione di una forte volontà di possesso, risale certamente alla nascita stessa dell’i­stinto umano; la capacità di manipolare e gestire le energie sottili dell’universo è invece conquista molto più tarda, diretta erede dell’esperienza, dello studio, del progresso filosofico e sociale; proprio attraverso questo tipo di analisi, non ci disco­stiamo molto dalla verità storica, affermando che la Stregone­ria nasce con l’uomo stesso, seguendo i principi della Magia Istintiva e precedendo la Magia Pratica, intesa come conoscen­za e successiva manipolazione delle energie esterne.

    Sarebbe auspicabile, a questo punto, uno studio molto più approfondito su queste tematiche, scevro da ogni pre­venzione, possibilmente asettico, che coinvolga non solo i vari periodi storici e le tradizioni ad essi collegati, ma anche

    approfondimenti relativi al campo dell’etnologia e della paleontologia; i risultati ottenuti evidenzierebbero sicu­ramente un filo comune che unisce tutte le antiche spiritua­lità, così come i movimenti magici, fino ad arrivare al­l’Impero Romano, durante il quale la Stregoneria, già cono­sciuta e temuta, inizia ad assumere quei contorni fantastici che saranno poi la base dalla quale partirà l’iconografia Me­dioevale e tutti i processi ad opera della Santa Inquisizione.

    Il periodo romano

    Caratteristica prevalente dell’Impero Romano è la sua dualità, da un lato una linea aperta alle innovazioni e pron­ta a creare nuove sinergie con le civiltà conquistate, dall’al­tra un profondo senso di appartenenza a Roma, il bisogno di stringersi intorno al Campidoglio per custodire l’antica morale e le antiche tradizioni.

    La civiltà romana traeva spunti dalle proprie tradizioni rura­li e conosceva la Stregoneria, almeno nei suoi effetti; la legge era attenta alla Magia e soprattutto agli esiti malvagi che que­sta era in grado di produrre, la normativa dichiarava aperta­mente come crimini tali effetti, ma sembrava non preoccupar­si delle cause; se da un lato quindi Roma si impose prepoten­temente ai Latini, agli Etruschi e ai Sanniti, dall’altro assimilò molto dai loro culti, con il risultato di mantenere sempre viva e sempre rinvigorita la propria radice magico-rurale.

    Il culto Etrusco-Latino rappresenta il primo tassello visibile nella storia della Stregoneria, la base; lo stesso culto riscoper­to e rilanciato da Godfrey Leland nel suo Tesoro delle Stre­ghe; la purezza di questa pratica andò man mano perden­dosi mentre Roma procedeva nelle sue conquiste approprian­dosi degli Dei adorati dai vinti; l’antico culto andò smembran­dosi, sopravvivendo in ognuna delle civiltà conquistate, spo­sandosi con altri culti, altre credenze. Da questo processo di espansione lenta, ma costante nel tempo, nascono le profon­de radici della Stregoneria e le sue caratteristiche peculiari di riservatezza e costanza tramandate fino a oggi.

    La Grecia

    Da un punto di vista strettamente spirituale e filosofico, i Romani non si incontrarono in realtà con la Grecia, ma con la Civiltà Ellenistica, un mondo già intriso di cultura ma­gica e di sapienza antica: Omero era stato portatore di una Magia di carattere essenzialmente divino, la Magia che esiste in quanto attributo esclusivo degli Dei, del loro stato spiri­tuale; seguendo questo modello magico-filosofico, quindi, anche la stessa Magia dei mortali è sempre in simbiosi con gli Dei; le grandi Maghe della tradizione ellenica sono tutte delle creature a metà tra il divino e l’umano, nelle cui vene scorre il sangue di Helios, il Sole.

    Per arrivare a una realtà matura e più articolata della Magia bisogna attendere Platone e i suoi Libri IX e XI delle Leggi, in essi viene espresso il primo giudizio articolato sulla Magia, ol­tre a una efficace definizione della stessa, sia dal punto di vista della sostanza che da quello delle conseguenze; questi Libri risultano particolarmente interessanti in quanto conten­gono anche i primi riferimenti espliciti alla Stregoneria, più precisamente laddove si parla di forme di Magia quali gli In­cantesimi e le Legature.

    La civiltà ellenistica si presenta quindi aperta a una massic­cia immissione di temi magici, ereditati soprattutto dalla Siria, dalla Persia e dall’Egitto: trattati sulle virtù della Mandragora, trattati su Ecate e sulla Magia Erotica; tutti aspetti di degno rispetto, come ci suggerisce anche la costante e pesante azio­ne romana volta a combattere gli aspetti magici della cultura ellenica, Roma conservatrice contro una cultura che viene riconosciuta veritiera ed efficace, a tal punto da dover essere aspramente contrastata al fine di evitare il sovvertimento delle antiche tradizioni latine.

    Il Medioevo

    L’antimagismo cristiano è il carattere peculiare del Me­dioevo, una forma di intolleranza che trova il suo naturale sfogo nella lotta cieca contro la Stregoneria; le sue deriva­zioni sono probabilmente riconducibili all’Antico Testa­mento, e in particolare alla lotta di Israele contro il suo stes­so passato, nell’estremo tentativo di darsi un nuovo volto, una nuova identità. Nell’alto Medioevo la Chiesa e il Cristia­nesimo si espandono per l’intera Europa; ma questa con­quista così affrettata, svolta nel volgere di pochi secoli, ave­va un punto debole; mancava infatti di basi solide, percor­reva strade lontane dagli insegnamenti evangelici, strade costruite e battute da uomini.

    Un patto tra la Chiesa e gli antichi culti pagani non era di certo proponibile, sia per l’estraneità storica e filosofica dei due insegnamenti, sia perché proprio questi culti potevano entrare in diretta concorrenza con la conquista dell’Impero, creando non pochi problemi all’espansione del nuovo credo e, soprattutto, alla sua bramosia di conquista. Nell’estremo ten­tativo di arginare la crescente insoddisfazione del popolo verso una religione che opprimeva anziché liberare, vengono sovvertiti tutti i canoni tradizionali dei culti agrari che stavano alla base della Stregoneria, viene perseguitato il paganesimo, e tutto ciò che lo circonda viene relegato ad una non ben iden­tificata fonte malvagia, presa direttamente in prestito dalle Sa­cre Scritture, ma stravolta nei contenuti; nasce il Diavolo e tutto quello che elude le dottrine cristiane viene automatica- mente bollato come malvagio, quindi perseguibile per legge.

    Partendo da questi presupposti, anche la Stregoneria muta il suo aspetto, si rinchiude in se stessa, custodendo gelosa-

    mente le antiche tradizioni e, mentre orde di ossessi, fanatici o semplici contestatori del sistema, trovano la fine dei loro gior­ni nei roghi cristiani, la Stregoneria continua il suo cammino silenzioso; viene sfruttato l’insegnamento orale, e la segretez­za diviene indispensabile alla sopravvivenza stessa delle Stre­ghe, testimoni di un’epoca oscura e con la pesante responsabi­lità di tramandare gli insegnamenti.

    Anche se la grande menzogna perpetuata dall’Inquisi­zione ancora oggi miete proseliti, dandoci l’idea della strega come di una vecchia megera a cavallo di una scopa, l’atten­to studio di personaggi lontani dai compromessi medioeva­li, e la costanza della trasmissione iniziatica, ci lasciano pre­sagire che nulla è perduto, la via è ancora aperta, serve solo la volontà e la costanza per ritrovarla.

    Le influenze esterne

    Le influenze subite dalla Stregoneria in termini di contri­buti possono essere riassunte in due categorie ben definite: le influenze delle tradizioni pagane assorbite, e quelle delle grandi culture confinanti con l’Europa occidentale. Partendo da questo punto di vista faremo un breve viaggio all’interno di alcune connotazioni interessanti e curiose, riguardanti le popolazioni che maggiormente vengono connesse con

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