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L'essenza dell'ayurveda classico
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L'essenza dell'ayurveda classico

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About this ebook

L'essenza dell'Ayurveda classico è frutto dello studio, nonché dell'esperienza pluriennale del Vaidya Dr. Swami Nath Mishra, uno degli studiosi di maggior prestigio in India, che da anni opera anche in Italia. Sotto la sua guida si sono formati molti (alcuni centinai) operatori ayurvedici, sia in oriente sia in occidente. L'opera è accurata in ogni sua parte e può essere considerata un testo di riferimento per ogni studente e per tutti coloro che desiderino accostarsi a questa antica disciplina, comprendendone il significato profondo, le implicazioni sullo stile di vita, i benefici che può portare alla salute e all'equilibrio di corpo, mente e spirito.

Il linguaggio è accessibile a tutti e i concetti, anche quelli più complessi, sono spiegati in modo che il lettore possa facilmente comprenderli.

E' un grande aiuto per tutti gli operatori olistici, perché contiene, al proprio interno, una risposta, semplice e precisa, a tutti i possibili interrogativi che si pone chiunque abbia a cuore il mantenimento della salute e la prevenzione della malattia.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJan 24, 2018
ISBN9788892681415
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    L'essenza dell'ayurveda classico - Swami Nath Mishra Mishra

    modella.

    CAPITOLO 1

    Ayurveda, la Scienza della Vita

    Ayurveda, la Scienza della Vita

    Ayurveda è una parola formata da due termini: ayu che significa vita e veda che significa scienza o conoscenza, Ayurveda significa letteralmente scienza o conoscenza della vita.

    E' opinione comune pensare che l'Ayurveda sia il sistema di medicina tradizionale dell'India, questo è certamente vero, ma è solo una parte della verità.

    L'Ayurveda è stato concepito in tempi molto remoti e non è frutto della creatività illuminata della mente di qualche saggio dei tempi antichi, l'Ayurveda è presente nella Natura, i suoi principi sono eterni e immutabili, nessuno li ha inventati, ma molti li hanno riconosciuti scoprendone l'esistenza nella Natura.

    Essendo Scienza della Vita l'Ayurveda è nato insieme alla Vita ed è presente in ogni tempo, in ogni luogo, in ogni cultura, in ogni nazione. L'India ha avuto il compito e il merito di preservare questa conoscenza. Nel periodo attuale in cui l'umanità deve affrontare sfide importanti, questa conoscenza sta abbandonando il grembo in cui è stata custodita amorevolmente per diffondersi nel mondo a beneficio di tutta l'umanità.

    Gli autori dei testi classici dell'Ayurveda concordano nel definire l'Ayurveda come l'insieme dei mezzi con cui si può conoscere la vita. I testi classici dell'Ayurveda, Charaka Samhita e Sushruta Samhita, sono attribuiti rispettivamente a Charaka e Sushruta, per mancanza di informazioni precise è difficile dire a quando risalgono, probabilmente le prime versioni vennero redatte più di 1000 anni prima di Cristo per essere fissate nella forma attuale nel 300 a. C. circa.

    A un'epoca più recente, intorno al VII secolo d.C., risalgono i trattati di Vagbhata: Astanga Hridaya e Astanga Samgraha.

    Nella Charaka Samhita viene data una definizione di Ayurveda:

    E' chiamata Ayurveda la scienza che tratta della vita utile ed inutile (hitayu e ahitayu), della vita felice ed infelice (sukhayu e dukhayu), la scienza che spiega il valore, la qualità e l'estensione della vita (mana) e tratta della conoscenza dell'Anima Suprema o Coscienza Suprema (Tat).¹

    Più avanti nel testo si trova la definizione di vita (ayu), che viene descritta come la combinazione di corpo, mente e anima:

    Il termine ayus rappresenta la combinazione di corpo, organi di senso, mente e anima.²

    La mente, il sé (l'anima) e il corpo, insieme formano le tre colonne; il mondo è sostenuto dalla loro combinazione, essi costituiscono il substrato su cui si posa il mondo vivente.³

    Sulla base di queste definizioni si può affermare che l'Ayurveda offre la conoscenza della vita, cioè la conoscenza del corpo, della mente e dello spirito.

    Charaka afferma inoltre che la vita (ayu) è conoscibile con i sinonimi di dhari, jivita, nityaga e anubandha, che possono essere compresi come i quattro tipi di combinazione delle parti che costituiscono la vita: anima (atma), mente (mana) e corpo (sharira).

    Dhari è ciò che sostiene il corpo e ne impedisce il decadimento.

    Jivita è ciò che mantiene la vita dalla nascita alla morte.

    Nityaga significa continuità del flusso della vita.

    Anubandha può essere inteso come un accordo per raggiungere la liberazione. Le regole dell'accordo sono rappresentate da una routine e uno stile di vita adeguato, sufficiente esercizio fisico, pratica spirituale, dieta corretta, regolari procedure di disintossicazione, ecc. Anubandha include l'idea che se l'obiettivo della liberazione non è raggiunto nella vita presente, l'anima trasmigrerà in un altro corpo peravere un'altra occasione.

    Di seguito viene riportata la definizione di vita felice (sukhayu) e di vita utile e benefica (hitayu) come descritti nella Charaka Samhita.

    Sukhayu, la vita felice

    La vita è felice per la persona che:

    - non è affetta da nessun disturbo somatico o psichico,

    - ha un aspetto giovanile,

    - è capace di entusiasmo, forza, energia vitale, buona reputazione,

    - agisce con audacia oltre le proprie capacità,

    - ha successo nella vita realizzando virtù, disponibilità dei mezzi di sussistenza, soddisfazione dei desideri e liberazione,

    - possiede conoscenza, conoscenza specifica, forza degli organi di senso,

    - ha benessere e ricchezze di cui gioire,

    - raggiunge i risultati desiderati,

    - si muove ovunque con libertà senza avversione né attaccamento. Il suo contrario è chiamato dukhayu, vita infelice.

    Hitayu, la vita utile e benefica

    La vita è utile e benefica per la persona che:

    - desidera il benessere di tutte le creature,

    - si astiene dall'appropriarsi di ciò che appartiene agli altri,

    - dice la verità,

    - ama la pace,

    - prende decisioni con ponderazione,

    - non ha disattenzioni,

    - realizza i tre aspetti della vita: virtù, dharma, prosperità, artha, e soddisfazione dei desideri, kama, senza creare conflitti fra di essi,

    - onora le persone meritevoli,

    - ha conoscenza delle arti e delle scienze,

    - rispetta gli anziani,

    - ha ben controllato l'impulso dell'attaccamento, dell'avversione, della rabbia, dell'invidia, dell'orgoglio e della presunzione,

    - si dedica al servizio dei bisognosi, alla pratica spirituale, è devota alla conoscenza e alla pace,

    - è sempre aperta alla conoscenza,

    - si dedica a mantenere il benessere della vita presente per ottenere una vita futura migliore,

    - è dotata di intelligenza e memoria.

    Il contrario di questo è chiamato ahitayu, vita inutile o dannosa.

    Scopo e obiettivi dell'Ayurveda

    L'Ayurveda interessa tutti gli aspetti della vita, ogni individuo può trarre beneficio dalla conoscenza che l'Ayurveda mette a disposizione al fine di comprendere quale è la propria natura e il percorso più adatto da seguire nella vita.

    L'utilità dell'Ayurveda sta nel proteggere la salute di coloro che sono sani e curare i disturbi delle persone malate.

    Con una descrizione dettagliata dei meccanismi con cui si manifesta la Creazione nei suoi aspetti sottili e grossolani: l'intelligenza, l'ego, la mente, gli organi sensoriali e motori, fino ai cinque elementi che aggregandosi in varie combinazioni e misure danno luogo a tutto ciò che è materia animata e inanimata, l'Ayurveda risponde alle domande basilari che ogni essere umano prima o poi si pone.

    La comprensione dei principi dell'Ayurveda, che spaziano da filosofia e psicologia a scienze più concrete come fisica, matematica ed arte medica, ci fa comprendere qual' è la nostra vera natura, quali sono gli elementi che prevalgono nella nostra costituzione fisica e le qualità della nostra mente. Quando finalmente scopriamo chi siamo in verità, possiamo abbandonare le false identificazioni e scegliere, tra le molte possibilità che la vita ci offre, quelle più adatte a noi per quanto riguarda il cibo, lo stile di vita, il tipo di lavoro, l'ambiente in cui vivere, il tipo di persone da frequentare e così via. Lo scopo è di aiutare gli esseri viventi a sperimentare il compimento della vita nell'esperienza della salute e della felicità, desiderio primario di tutti. Ciò avviene quando nella vita si ha la possibilità di ottenere virtù, ricchezza, soddisfazione dei desideri e liberazione. Nel suo aspetto preventivo e protettivo della salute, l'Ayurveda fornisce la conoscenza e indica i mezzi per raggiungere questi obiettivi, e nel fare questo non dà indicazioni standard applicabili da tutti senza distinzione, ma tiene in considerazione il fatto che ogni essere vivente è unico e irripetibile e nel percorso verso la realizzazione ha una sua via personale diversa da quella di tutti gli altri.

    L'Ayurveda è anche un sistema di medicina, diviso in varie discipline, per curare le malattie. Oggi il ruolo dell'Ayurveda è quello di affiancare e sostenere la medicina moderna. Rispetto all'arte medica moderna, che cura le malattie quando i sintomi sono già comparsi, l'Ayurveda ha parametri più arcaici nel senso che cerca di individuare la causa e i primi segni e sintomi della malattia o ancora prima che essa compaia e si manifesti.

    Spesso le persone accusano malesseri che non sono presi in considerazione e non hanno alcun riscontro nelle analisi cliniche, la medicina moderna quasi non ha strumenti per questa fase che può precedere la comparsa di una malattia. Questo è esattamente il momento in cui l'Ayurveda ha la sua parte. L'osservazione di sintomi anche lievi, indica all'esperto di Ayurveda lo squilibrio del funzionamento dei sistemi vitali principali: il sistema nervoso, il metabolismo e il sistema immunitario. Individuato il sintomo e la sua causa, si prendono le misure per ristabilire l'equilibrio fin dalle prime fasi di manifestazione dei sintomi ed evitare così, con la rimozione della causa, la comparsa della eventuale malattia.

    La scienza della vita viene studiata per il beneficio di tutti gli esseri viventi (obiettivo dei brahmani), per la protezione e per acquisire buona salute (obiettivo degli kshatriya), per farne una professione con cui guadagnarsi da vivere (obiettivo dei vaisya). In generale l'Ayurveda può essere studiato da tutti per acquisire virtù, salute e ricchezza.

    I principi dell'Ayurveda possono essere applicati nel modo più completo da chi si prefigge tutti e tre gli obiettivi: servire il prossimo, avere buona salute e ricchezza. Per servire il prossimo in modo efficace è necessario avere buona salute e mezzi di sostentamento e, d'altra parte, avere salute e ricchezza usandoli solo per scopi egoistici non porta felicità. Può condurre una vita realizzante chi mira alla conquista della virtù, della salute e della ricchezza.

    Si può ottenere virtù, ricchezza, soddisfazione dei desideri e liberazione (dharma, artha, kama e moksha) solo dopo essersi liberati da tutti i disturbi della mente e del corpo, in questa condizione l'anima trova la libertà.

    L'Ayurveda favorisce coloro che aspirano alla libertà e alla realizzazione spirituale (moksha), alleviando tutti i problemi che si possono presentare lungo il percorso.

    Charaka afferma, a proposito dello scopo dell'Ayurveda, che tutti possono ottenere il miglioramento della vita presente e porre le basi per una migliore condizione di vita futura.

    Per l'Ayurveda la vita si divide in tre fasi: il passato che è ormai trascorso e non è più disponibile, il presente che si sta vivendo e ricade nella sfera di ciò che si può cambiare e il futuro che deve ancora venire. Questo significa che l'Ayurveda suggerisce di occuparsi del tempo presente e del futuro, poiché pensare al passato ed occuparsi di esso non è di alcuna utilità per il miglioramento della vita. Solo pensando al presente ed al futuro, si può ottenere il miglioramento di cui ogni individuo è alla ricerca.

    Dopo il completamento dello studio dell'Ayurveda certamente l'allievo otterrà purezza mentale, libertà da attaccamento e avversione e per questo motivo viene chiamato nato due volte (dvija).¹⁰

    Qualità dell'insegnante di Ayurveda

    - eccellenza nella conoscenza teorica

    - esperienza pratica estesa

    - abilità e destrezza

    - considerare amici tutti gli esseri viventi

    - compassione

    - controllo degli organi di senso

    - non-violenza

    - capacità didattica di trasmettere con la parola la conoscenza specifica.¹¹

    Le qualità dell'insegnante (acharya) includono anche le qualità richieste agli studenti di Ayurveda elencate qui di seguito.

    Qualità di chi aspira a studiare e praticare l'Ayurveda

    Per studiare e mettere in pratica l'Ayurveda con profitto, bisogna essere dotati o cercare di sviluppare alcune qualità:

    - tranquillità

    - generosità

    - perseveranza

    - assenza di vanità

    - forza

    - coraggio

    - pulizia

    - intelligenza, capacità di ragionare e memoria

    - apertura mentale

    - amore per la verità

    - modestia ed assenza di egoismo

    - saggezza

    - capacità di comprendere il vero significato delle cose e interpretarle

    - assenza di irritabilità

    - assenza di dipendenze

    - buon carattere, purezza, buon comportamento, amore per lo studio, entusiasmo e buona disposizione

    - assenza di avidità e pigrizia

    - benevolenza per gli esseri viventi

    - obbedienza a tutte le istruzioni dell'insegnante

    - devozione per l'insegnante ¹²

    - capacità di sopportare lo sforzo.

    La persona che intende intraprendere lo studio e la pratica dell'Ayurveda, dovrebbe evitare:

    - di alimentare i desideri

    - la rabbia

    - la violenza

    - l'ingordigia

    - l'infatuazione

    - l'orgoglio

    - l'egoismo

    - la gelosia

    - pronunciare parole dure

    - ricercare l'errore nelle parole degli altri

    - dire il falso

    - la pigrizia

    - atti che creano una cattiva reputazione.

    Non è facile acquisire la conoscenza globale della Scienza della Vita. Quindi bisogna fare uno sforzo sincero per rimanere sempre in contatto con questa scienza. Bisogna sforzarsi di ottenere le qualità appena descritte, imparando ad acquisire tali nobili qualità persino dai nemici senza avere alcun senso di gelosia. I saggi considerano l'intero universo come il proprio maestro, solo una persona che manca di saggezza può considerarlo un nemico. Bisogna quindi accettare i buoni consigli che portano buona reputazione, longevità, nutrimento. Tali consigli possono venire anche dai nemici ed essere messi in pratica.¹³

    Trisutra Ayurveda e Ashtanga Ayurveda

    La storia dell'Ayurveda risale all'inizio della creazione, gli antichi saggi autori dei testi classici, affermano che l'Ayurveda ha origine e risiede nell'Intelligenza Suprema responsabile della creazione di ogni forma di vita presente nell'universo ed in quanto tale è una scienza eterna.

    Essendo Scienza della Vita l'Ayurveda è nato insieme alla Vita ed è presente in ogni tempo, in ogni luogo, in ogni cultura, in ogni nazione.

    Questo significa che ogni principio esposto nell'Ayurveda è già presente in natura e non viene appreso tramite un processo creativo di invenzione di qualcosa di nuovo, ma attraverso un processo di scoperta e di comprensione.

    L'Ayurveda ha una natura eterna poiché non ha un inizio e tratta di cose inerenti alla Natura le cui manifestazioni sono eterne, motivo per cui l'Ayurveda continua ad esistere immutabile nel tempo.¹⁴ Con uno stile fra lo storico e il mitologico, nella Charaka Samhita si racconta come, dalla dimensione celeste, la conoscenza dell'Ayurveda discese sulla Terra.

    Il signore Bramha, il creatore degli esseri viventi, ebbe cognizione dell'Ayurveda presente nella Natura e passò questa conoscenza a Prajapati, il signore delle creature, che a sua volta insegnò l'Ayurveda agli Ashwini Kumar, i gemelli medici divini, che da loro venne poi trasmesso ad Indra, il signore degli dei.¹⁵

    In un tempo molto antico, a causa del deterioramento della qualità della vita, malattie, sofferenze ed infelicità cominciarono a diffondersi fra tutti gli esseri viventi. Alcuni saggi si rivolsero a Indra esponendo le difficoltà che l'umanità si trovava a fronteggiare.¹⁶

    Indra passò la conoscenza dell'Ayurveda a Bharadwaja reputato il più intelligente ed adatto a risolvere il problema.¹⁷

    Trisutra Ayurveda

    Indra espose a Bharadwaja la scienza della vita nella forma del Trisutra Ayurveda consistente in soli tre principi, ma di incommensurabile vastità:¹⁸

    - Hetu, le cause della salute e della malattia,

    - Linga, i segni ed i sintomi dello stato di salute e dello stato di malattia,

    - Aushada, i fattori che mantengono la salute e quelli che rappresentano un rimedio per le malattie.

    Questo è il modo in cui l'Ayurveda comparve sulla Terra.

    Ashtanga Ayurveda

    Bharadwaja insegnò le tecniche salutari dell'Ayurveda al suo allievo Atreya Punarvasu che trasmise l'insegnamento a sei allievi in una forma divisa in otto parti chiamata Ashtanga Ayurveda. I discepoli di Atreya furono Agnivesha, Bhela, Jatukarna, Parasara, Harita e Ksarapani.¹⁹

    Ognuno di loro scrisse un trattato, ma quello che ottenne la massima diffusione fu l'Agnivesha Tantra scritto da Agnivesha. Successivamente Charaka scrisse una elaborazione dell'Agnivesha Tantra riordinandolo nella raccolta di versi conosciuta oggi come Charaka Samhita con enfasi particolare sull'importanza della medicina.²⁰

    Fra i trattati scritti dai discepoli di Atreya, anche se incompleto, è disponibile il trattato di Bhela.

    In un altro testo classico si fa risalire la trasmissione della conoscenza a Dhanvantari, la divinità dell'Ayurveda, che insegnò l'Ayurveda, suddividendolo in otto parti a Sushruta. Questo insegnamento con enfasi speciale sulla chirurgia, fu trascritto nel Sushruta Samhita, che divenne molto popolare ed è giunto fino ai tempi moderni.²¹

    Fra i testi più antichi dell'Ayurveda diviso in otto parti si trova il Kashyapa Samhita che espone l'Ayurveda nella sua totalità con particolare enfasi sulla pediatria. Il testo venne ritrovato in una libreria del Nepal all'inizio del XX secolo.

    L'Ashtanga Ayurveda è diviso in otto parti:

    - Kaya Chikitsa (medicina generale)

    - Salakya Chikitsa (otorinolaringoiatria e oculistica)

    - Salya Chikitsa (chirurgia)

    - Vish Chikitsa (tossicologia)

    - Bhuta Vidya (psichiatria)

    - Kaumara bhritya (ginecologia, pediatria, ostetricia)

    - Rasayana (ringiovanimento)

    - Vajikarana (rivitalizzazione, geriatria).

    I due libri scritti nel VI o VII Secolo, da Vagbhata e Vriddha Vagbhata (Vagbhata il Vecchio), chiamati Ashtanga Hridaya e Ashtanga Sangraha sono molto popolari fra gli studiosi dell'Ayurveda. Descrivendo l'Ayurveda in forma più estesa, non solo riuniscono la sapienza di Charaka nella medicina e l'arte di Sushruta nella chirurgia, ma esprimono pensieri originali riguardo la scienza della vita.

    Altri testi importanti sono:

    Sarangadhara Samhita scritto da Sarangadhara nel XIII o XIV sec. d.C. importante per la descrizione della diagnosi del polso e delle preparazioni medicinali.

    Bhava Prakash scritto da Bhava Mishra nel XVI secolo d.C. importante per la classificazione di erbe e cibo e per la descrizione del loro effetto farmacologico.

    Nel X secolo d.C. Siddha Nagarjuna completò estese ricerche sull'uso medicinale dei minerali per favorire la longevità e curare le malattie. La preparazione dei minerali viene fatta con sistemi alchemici, parte delle ricerche di Nagarjuna riguardano la trasformazione di metalli inferiori in un metallo superiore, come trasformare rame in oro. Il suo trattato Rasaratnakara disponibile in forma di manoscritto non è mai stato pubblicato.

    Questa branca dell'Ayurveda chiamata Rasa Shastra, si sviluppò completamente fra il X ed il XV secolo d.C., in questo periodo vennero scritti molti libri attualmente pubblicati e disponibili:

    Rasarnava di autore sconosciuto,

    Rasa Hridaya Tantra di Govinda Bhagavad Pada,

    Rasaratnakara di Nityanath Siddha,

    Rasaratnasamucchaya di Rasa Bhagavat.

    Cosmogenesi, vishva sristhi

    Secondo Sushruta, la cosmogenesi e la creazione sono avvenute nel modo seguente:

    da Prakriti o Avyakta (stato immanifesto di tutti gli elementi), si evolve Mahat o Buddhi, impulso naturale, intelligenza; da Mahat si evolve Ahamkara, l'individualità o senso dell'ego, che può assumere tre forme secondo la qualità (guna) predominante: sattva il principio della luce o conoscenza, rajas il principio del movimento e tamas il principio dell'inerzia.

    Dalla interazione prevalente di sattva e rajas provengono gli undici organi di cognizione, indriya. Fra questi, i cinque organi di senso, buddhi indriya, hanno un carattere intellettuale:

    - orecchie, srotra

    - pelle, tvak

    - occhi, akshi

    - lingua, jihva

    - naso, ghrana.

    I cinque organi di moto, karma indriya, hanno un carattere operativo:

    - organo della parola, vachana

    - organo dell'afferrare, hasta

    - organo della locomozione, viharana

    - organo della riproduzione e del piacere, upastha

    - organo dell'eliminazione, visarga.

    La mente, mana, l'undicesimo organo di cognizione, ha un carattere sia intellettuale che operativo.

    Dalla interazione prevalente di rajas e tamas, si formano i cinque proto-elementi (tanmatra):

    - udito, shabda tanmatra

    - tatto, sparsa tanmatra

    - vista, rupa tanmatra

    - gusto, rasa tanmatra

    - odorato, gandha tanmatra.

    Infine, dai proto-elementi nascono i cinque elementi grossolani, mahabhuta, di cui è costituita la materia presente nell'universo:

    da shabda si forma lo spazio, akasha mahabhuta,

    da sparsa l'aria, vayu mahabhuta,

    da rupa il fuoco, agni o tejas mahabhuta,

    da rasa l'acqua, jala mahabhuta,

    da gandha

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