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La metropoli dell'eresia. Il regno dei due fratelli
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La metropoli dell'eresia. Il regno dei due fratelli

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Quarto capitolo della Saga “Il Regno dei Due Fratelli”. Il romanzo è ambientato nella Francia del ‘600. Filippo, protagonista della collana, divenuto ormai Principe di Francia, dovrà dare prova delle sue abilità nonché delle sue buone intenzioni così tanto predicate in tutti i capitoli precedenti. Raggiunti i vertici del potere infatti il “gioco” si fa più duro ed il sangue tornerà a macchiare la spada dei protagonisti. Il romanzo si addentra all’interno dei segreti tanto attesi sin dai primi volumi della saga e celati dal tanto potente Ordine del Nuovo Sole a cui finalmente Filippo avrà accesso. Tali misteri permetteranno di accedere ad una conoscenza proibita ed antica, cominciando a prendere familiarità con gli Elohim della Bibbia svelandone segreti, mire e speranze.

La Saga del Regno dei Due Fratelli che dalle prima pagine poteva sembrare un semplice romanzo storico, diventa con questo quarto titolo un vero fantasy gotico che dona nuove chiavi di lettura sfociando nel genere Paranormal Romance. Questo quarto romanzo è un importante capitolo di passaggio per l’intera Saga, il primo reale di preparazione allo scontro finale tra il bene ed il male.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJan 30, 2018
ISBN9788827804797
La metropoli dell'eresia. Il regno dei due fratelli

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    La metropoli dell'eresia. Il regno dei due fratelli - Daniele Ingo

    Indice

    PREFAZIONE

    IL REGNO DEI DUE FRATELLI – VOLUME IV

    CAPITOLO 65 – INTRODUZIONE ALL’OPERA

    CAPITOLO 66

    CAPITOLO 67

    CAPITOLO 68

    CAPITOLO 69

    CAPITOLO 70

    CAPITOLO 71

    CAPITOLO 72

    CAPITOLO 73

    CAPITOLO 74

    CAPITOLO 75

    CAPITOLO 76

    CAPITOLO 77

    CAPITOLO 78

    CAPITOLO 80

    CAPITOLO 81

    CAPITOLO 82

    CAPITOLO 83

    CAPITOLO 84

    CAPITOLO 85

    L’ALLEANZA

    CAPITOLO 86

    CAPITOLO 87

    CAPITOLO 88

    CAPITOLO 89

    CAPITOLO 91

    CAPITOLO 92

    CAPITOLO 93

    CAPITOLO 94

    CAPITOLO 95

    CAPITOLO 96

    CAPITOLO 97

    CAPITOLO 98

    CAPITOLO 99

    CAPITOLO 100

    CAPITOLO 101

    CAPITOLO 102

    CAPITOLO 103

    CAPITOLO 104 – – ASSEDIO ALLA METROPOLI DELL’ERESIA LA ROCHELLE

    CAPITOLO 105

    CAPITOLO 106

    CAPITOLO 107

    CAPITOLO 108

    CAPITOLO 109

    CAPITOLO 110

    CAPITOLO 111

    CAPITOLO 112

    CAPITOLO 113

    CAPITOLO 114

    CAPITOLO 115

    CAPITOLO 116

    CAPITOLO 117

    CAPITOLO 118

    CAPITOLO 119

    ANGELI E DEMONI – VOLUME V

    CAPITOLO BONUS

    IL REGNO

    DEI

    DUE FRATELLI

    SERIE DI ROMANZI

    di

    Daniele Ingo

    Youcanprint Self-Publishing

    LA METROPOLI DELL’ERESIA

    IL REGNO DEI DUE FRATELLI

    VOLUME IV

    di

    Daniele Ingo

    Fanpage: Il Regno Dei Due Fratelli – SAGA

    Titolo | La metropoli dell'eresia – Il regno dei due fratelli

    Autore | Daniele Ingo

    ISBN | 9788827804797

    Prima edizione digitale: 2017

    © Tutti i diritti riservati all’Autore

    Youcanprint Self-Publishing

    Via Roma 73 – 73039 Tricase (LE)

    info@youcanprint.it

    www.youcanprint.it

    Questo eBook non potrà formare oggetto di scambio, commercio, prestito e rivendita e non potrà essere in alcun modo diffuso senza il previo consenso scritto dell’autore.

    Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941.

    Alla mia Bisnonna Francesca ed alla mia Nonna Pina,

    al loro coraggio, alla loro forza

    e all’esempio delle loro incredibili vite…

    PREFAZIONE

    Caro amico mio, il mio viaggio insieme a te è cominciato quasi per caso, con l’intento di narrarti di eventi andati perduti nel tempo… Alcuni fatti volontariamente taciuti mentre altri semplicemente vittime del tempo e della fragilità della memoria dell’Uomo. Abbiamo letto e scoperto insieme piccoli dettagli a volte trascurati dai libri di Storia… forse per pudore, forse per un’ideale o forse per convinzioni radicate tra i grandi poteri di sempre.

    O forse c’è qualcosa di più…

    Sono trascorsi ormai più di trent’anni da quel primo giorno in cui Filippo nacque in quelle terre così lontane dalla fredda Parigi, e così vicine alle calde acque del Mediterraneo. Lo abbiamo visto calzare le vesti di ribelle, anticlericale, studioso, esploratore, ed infine divenire Principe di Francia. Quasi impossibile da credere, quanto nella vita di ogni uomo in trent’anni ci si possa modificare, adattare o rivoluzionare a tal punto da stentare nel riconoscersi addirittura in prima persona.

    Sono convinto che anche tu, caro amico mio, se ti concederai una breve regressione, non potrai che accorgerti di quanto ciò che fai oggi sarebbe stato inimmaginabile venti o trent’anni fa… Come tutti noi, anche tu sarai sicuramente stato vittima nel bene o nel male dell’imprevedibilità degli eventi, che hanno deviato, spinto o consolidato il percorso che stavi compiendo verso l’età della maturità alla ricerca del tuo posto all’interno del complesso tessuto sociale del Clan degli Uomini.

    Alcuni di noi arrivano a pensare di essere nati nell’epoca sbagliata, altri invece esattamente il contrario; ma ciò che rimane una certezza è che ognuno di noi è comunque sempre fortemente influenzato dal suo stato di nascita, dall’epoca in cui vive, dalle vicissitudini che gli capitano vita discorrendo nonché dalla sensibilità naturale di cui è fornito per osservare e decodificare l’esistenza delle cose, materiali e non. Se quindi uniamo tutto ciò alle nostre naturali predisposizioni ed inclinazioni… beh ecco che si imbastisce un racconto tanto epico da poter trovare spazio tra le pagine di un romanzo d’avventura.

    Non sempre infatti tale rapporto di influenza è unilaterale, alcuni individui (esattamente come molte delle caratteristiche del periodo storico) influenzano a loro volta con la loro vita e le loro personali peculiarità gli eventi e la Storia stessa. Riescono ad acquisire il potere non solo di influenzare in prima persona un’epoca, ma anche a deviare talvolta il percorso evoluzionistico dell’Uomo...

    Basti pensare a chi ci ha dato la capacità di controllare l’elettricità, o a chi ha inventato i computer o internet… Una singola persona può davvero cambiare il corso di ogni cosa ed a livello globale…

    Questa influenza reciproca è ciò che ci consente di evolverci secolo dopo secolo da quella melma primordiale da cui tutto è cominciato…

    Casualità?

    Fortunate coincidenze?

    Intervento divino?

    Stato naturale delle cose?

    Principio evoluzionistico?

    Nessuno di noi davvero lo sa, ma nonostante questo da migliaia di anni andiamo avanti… Giorno dopo giorno, secolo dopo secolo progettiamo, sogniamo e costruiamo il domani, alla disperata ricerca della conoscenza delle nostre origini e dell’obiettivo che ci spinge ad andare avanti in questa nostra evoluzione.

    Come tutti noi, i Re, gli studiosi, i pionieri, i politici ed in generale i grandi del passato, anche il nostro protagonista fu fortemente influenzato dal periodo storico in cui nacque, oltre che da fortuiti o programmati eventi che lo portarono e lo avrebbero portato a camminare o correre in una determinata direzione. Ma facendo questo una parte di sé inspiegabilmente dalla sua nascita, forse come somma delle caratteristiche innate nel suo codice di DNA, gli ha permesso di credere, vivere e lottare influenzando il risultato della sua vita e della Storia…

    Perché?

    Cos’è questa forza innata interiore viva in taluni individui che li spinge a voler lottare per la ragione, a voler creare il nuovo, a costruire un’evoluzione del pensiero?

    Non sarebbe più semplice rispondere al desiderio primario dell’istinto animalesco, ovvero vivere preservandosi, senza mettersi a rischio? Eppure è ben noto che mentre alcune persone riescono solamente ad adagiarsi, camminando distrattamente lungo la loro esistenza, altre operose invece si battono per avere ricchezza e potere… Fuori dal coro rimangono solo le persone come Filippo invece, che vivono il conflitto della ragione non riuscendo a riconoscersi né da una parte né dall’altra… Portatori sani di una chiaroveggenza ed una sensibilità fuori dall’ordinario…

    Perché l’Uomo non riesce a vivere e basta come tutte le altre specie animali del nostro pianeta?

    Molte le spiegazioni abbozzate nel tempo da teologi, storici e scienziati… ma credo noi si sia ancora troppo giovani rispetto alla lunga storia di vita degli universi per poter comprendere veramente cosa abbiamo dentro… e che ci spinge in avanti come una forza inarrestabile ed insopprimibile…

    Rimane il fatto che alcuni Uomini più di altri, a differenza dell’epoca in cui nascono, nascano forse proprio con lo scopo naturale di spingere l’umanità in avanti… di vedere cose che altri non vedono, di sentire cose che altri non percepiscono o non comprendono. Per questo motivo credo che anche se Filippo fosse nato in un’altra epoca avrebbe comunque dato lo stesso importante contributo sociale che diede al suo tempo, costruendo il futuro da un diverso punto di partenza è vero, ma permettendo comunque alla Storia di potersi giovare del suo contributo a favore di tutto il genere umano… Una piccola goccia insieme a tante altre… così come le tante persone che in ogni epoca spingono tutti noi a fare un salto evoluzionistico, modificando usi e costumi… Pensiamo alla recente invenzione dei telefoni portatili, o dei social network come facebook e di quanto questi stiano modificando socialmente le nostre abitudini, attitudini e capacità relazionali. Di quanto queste ci stiano condizionando e ponendo sotto il controllo di poteri di cui neanche sospettiamo l’esistenza…

    Che sia mille anni prima di Cristo o duemila dopo, persone tra le persone hanno sempre una caratteristica in comune… preso atto del raggiungimento evoluzionistico della Storia in cui si trovano… vanno avanti! Non accettando i limiti della realtà e del controllo dell’Uomo sull’Uomo la sfidano, mettendosi in gioco in prima persona, mettendo a rischio il dono più grande che ci sia… la loro esistenza. Vittime, Eroi o Carnefici sarà poi la Storia a stabilirlo, tuttavia essi vanno avanti obbedendo alle loro coscienze pur di far diventare la fantascienza di ieri la scienza di oggi, spingendo la propria specie a fare ulteriori passi in avanti.

    Tutta casualità? Fortunate nascite nel tempo? Visionari folli ed egocentriche personalità? O forse taluni vengono aiutati da forze e poteri più occulti e potenti di quanto tutti noi, in qualità di poveri comuni mortali, possiamo immaginare?

    Non vorrei ad ogni modo annoiarti troppo con i miei pensieri, ma questo preambolo credo fosse necessario per poter continuare ora ad analizzare insieme gli straordinari eventi in cui Filippo, ormai nella sua vita di adulto, andava muovendosi. Questo per aiutarti a comprendere quanti di questi eventi poterono influenzare lui e la sua epoca, e quanto lui poté in questo contesto contribuire ad influenzare la Storia. Quindi, amico mio, perdonami se mi dilungherò un po’ in questo primo capitolo, prima di ricongiungerci con Filippo, nel tentare di raccontarti i punti salienti di quegli anni scoprendo insieme come piccoli uomini diedero il via all’impossibile…

    LA METROPOLI DELL’ERESIA

    IL REGNO DEI DUE FRATELLI

    VOLUME IV

    Luigi XIII regna sulle terre di Francia, la guerra di religione dilania le terre del regno, in ogni dove Ugonotti e Cristiani profanano e danno alle fiamme luoghi di culto, oltraggiando reliquie e immagini sacre… L’Europa intera sta affrontando una profonda crisi di fede, l’Inghilterra per prima ha trovato il coraggio di scindersi dalla Chiesa cattolica mentre Lutero ha ormai riscritto la Bibbia. La Francia, la Spagna e l’Inghilterra sono i regni con la maggiore estensione territoriale, confini quasi costantemente mantenuti fino ad oggi… All’interno dei confini del regno parte della nobiltà, appoggiata dalla Madre del sovrano di Francia, Maria De’ Medici, sostiene l’ascesa del Cardinale Richelieu, che mira ad impadronirsi della corona e del potere… Lo sprovveduto e giovane sovrano, Luigi XIII, di indole debole e femminea, passa tutto il suo tempo curandosi di null’altro che di intrattenersi tra le lenzuola con prestanti e voluttuosi ragazzi della sua corte, non curandosi degli affari di Stato e rifiutandosi di dare un erede alla nazione. La Regal Consorte Anna, trascurata dal Re, conduce una vita di reclusione presso il Castello del Louvre, sopportando le inclinazioni ed il libertinaggio del marito… che ora sempre più spesso evade nella sua piccola corte dei piaceri, presso la piccola ed angusta tenuta di caccia di Versailles.

    L’Europa guarda alla Francia con timore mentre Roma preme con maggior vigore affinché nessun altro regno sfugga al timor di Dio, seguendo il tragico cammino intrapreso dall’Inghilterra… L’intero continente è una polveriera pronta ad esplodere ed il conflitto legato alla crisi della fede nonché al sempre più opprimente Stato della Chiesa, si trasforma via via in una necessaria ed inevitabile tensione internazionale, al fine di proteggere e salvaguardare non solo i propri confini ma anche la propria sovranità e libertà…

    Pochi uomini potranno evitare che l’Europa

    sfoci in una guerra… globale…

    CAPITOLO 65

    INTRODUZIONE ALL’OPERA

    Disegno e ricostruzione grafica della Basilica costantiniana sopra la tomba di San Pietro a Roma. Stato della Basilica al 1450. Disegno di H.W. Brewer. Immagine di dominio pubblico nel mondo.

    Essendo questo Volume il quarto ed un po’ il cuore pulsante della Saga del Regno dei due fratelli, non si può che iniziare con un’introduzione scaturita da un’attenta analisi dell’argomento che stiamo rincorrendo con il nostro protagonista Filippo, ovvero su ciò che le religioni hanno fatto per l’Uomo fino ad oggi. Ritengo sia ormai innegabile ai giorni nostri dover riconoscere che da sempre queste sono state la chiave che ha permesso in un modo o in un altro alla nostra specie di sopravvivere. Impedendogli di autodistruggersi hanno indottrinato le menti infondendogli quella speranza necessaria affinché non morissero sotto il peso delle difficoltà della vita. Nonostante i grandi dubbi sull’esistenza che da sempre hanno attanagliato l’animo e l’intelletto umano e la paura della morte, la religione quale forse placebo artificiale e non, ha aiutato le genti di ogni ordine e grado ad accettare non solo il concetto della morte, ma anche a sopravvivere nell’ignoto della solitudine e dell’esistenza. Caro lettore ed amico, con questo non nego l’esistenza di Dio, anzi posso ritenermi personalmente un fervente Cristiano, ma non credo che nella sua infanzia intellettuale (in cui ancora oggi ci troviamo) l’Uomo abbia ancora le capacità per poter davvero spiegare e capire cosa Dio realmente sia.

    Come in tutti i processi umani, nelle sue costruzioni mentali tanto quanto nelle sue istituzioni, così come nel cerchio della vita, si raggiunge sempre un punto di non ritorno, ovvero un punto chiave tale da permetterci la salita ad un ulteriore grado nella scala evolutiva della nostra civiltà. Ciclicamente l’Uomo raggiunge questi punti nevralgici della sua evoluzione in cui il cambiamento sembra divenire inevitabile: o si cambia rotta oppure ci si avvia verso il declino. Non sempre l’Uomo ha scelto la prima via e così molti imperi del passato sono svaniti, esattamente come molte conoscenze acquisite in tempi antichi sono state volontariamente dimenticate o proibite, per poi essere recuperate in tempi nuovamente maturi. Il 1400 fu probabilmente uno di quei punti, mentre ciò di cui possiamo essere sicuri oggi è che fu un punto di non ritorno per la fede e quindi per il cattolicesimo, la più grande istituzione religiosa dell’era moderna dell’Uomo.

    La Chiesa cattolica che ancora non aveva neanche la grande Basilica di San Pietro come la conosciamo oggi, ma una normale Cattedrale in stile romanico, cominciava infatti in quegli anni a conoscere la più radicale e profonda crisi morale e spirituale della sua Storia. Come spesso accade il potere, il denaro e ciò che questo può comprare al fine di soddisfare le debolezze della carne umana, portò inevitabilmente molti, forse ormai troppi uomini di Chiesa nei secoli, ad assumere sempre più connotazioni troppo umane e sempre meno divine. Allontanandosi via via da quello che era l’insegnamento datogli dal Cristo sceso sulla terra ben 1400 anni prima (un tempo lunghissimo se pensiamo che un uomo neanche oggi riesce facilmente ad arrivare al secolo di vita) la Chiesa era divenuta più uno Stato che la chiesa delle genti.

    Dalla rivelazione del Cristo, almeno ben ventiquattro generazioni di uomini avevano donato la propria esistenza con l’arduo compito di comprendere, interpretare e ritrasmettere il messaggio divino a tutti gli uomini. Non possiamo essere ingenui e pensare che nessuno di questi uomini abbia messo un po’ del suo nel ritrasmettere quel messaggio così antico, tuttavia dobbiamo ammettere che le basi indistinguibili, forti, indiscutibili di quegli insegnamenti sopravvivono ancora oggi, nonostante le fatiche del tempo.

    Onora il padre e la madre

    Non uccidere

    Non rubare

    Non dire falsa testimonianza

    Non desiderare la roba d’altri

    In questo probabilmente la divinità del messaggio base. La sapienza del Cielo, scesa per aiutare l’uomo primitivo a non commettere atti lesivi contro la propria specie, contro il proprio futuro, affinché questa potesse prosperare e crescere sana e forte…

    Andate e riproducetevi…

    Potremmo partire proprio dalle sensazioni corporee dovute all’atto riproduttivo, o analizzare i bisogni fisiologici che ci portano a desiderare di stare al caldo o ben nutriti, fino ad arrivare a quelli più frivoli ed inutili come la bellezza o il voler apparire, oppure lo schiacciare preventivamente per non rischiare, in un futuro ipotetico, di essere schiacciati… Ecco quindi come si è finiti nel tempo a cedere via via il passo ad ogni più infima debolezza umana, pur di soddisfare bisogni e paure. Non potevamo immaginare che gli stessi uomini di Chiesa, che pur sempre uomini sono, sarebbero stati immuni da tutto questo; così lo stesso papato insieme a gran parte dell'alto e basso clero in tutta Europa sentì, visse e fece propria questa crisi e debolezza tanto umana. Assumendo nel tempo comportamenti che sempre meno avevano a che fare con gli insegnamenti del Cielo, ma compiacendosi di utilizzare la conoscenza sempre più a proprio favore al fine di soddisfare ed ottenere quei piaceri umani di cui parlavamo prima. Occultando la verità e l’eredità del passato per giustificare se stessi ed ogni azione.

    Nel tempo la Chiesa di Pietro divenne così ben più che una professione di fede, divenne uno Stato a tutti gli effetti, con un esercito stabile ed un monarca, con un Consiglio di Stato e nuove leggi proprie che avrebbero dovuto guidare gli uomini lungo la via degli insegnamenti di Dio. Nella realtà però avevano smesso di parlare da tanto di quel tempo con il Cielo, da non ricordarsi neanche più loro stessi quali fossero le cose vere e quali le menzogne, quali le parole originali e quali quelle inventate dall’Uomo.

    Purtroppo con il tempo il potere di questi monarchi divenne così una mera strenua difesa del proprio Stato e del proprio benessere. Continue guerre, tasse ed accordi tra regni tutelarono via via le economie sempre più floride dello Stato Pontificio ed ogni curia, grande o piccola che fosse. Ammettendo di non voler per forza fare di tutta l’erba un fascio, in parte il denaro poté servire per arricchire se stessi e forse in parte innegabilmente anche per difendere la religione dal pensiero umano e dalle rivoluzioni scientifiche che andavano minando la fede.

    Via via infatti le scoperte e gli interrogativi dell’Uomo andavano a ledere ed indebolire non solo l’influenza della Chiesa sugli uomini ma anche alcuni dogmi del messaggio divino ritrasmesso. Alla luce di pericolose nuove scoperte scientifiche ed astronomiche, si ergevano sempre più uomini pronti ora a confutare addirittura testi sacri tramandati da secoli.

    La domanda però è anche un’altra… Quanta conoscenza sulle nostre origini, quanta conoscenza su coloro che vengono dal Cielo ci sono ancora tenuti segreti e ben conservati negli archivi segreti vaticani? Quante delle cose che ancora oggi crediamo di sapere sono favole costruite ad hoc per tenere buone le genti e guidarle verso un cammino controllato e gestito, e quante altre verità celate?

    Probabilmente un giorno sapremo, ma se c’è una cosa che la Storia ci insegna è che la cultura può arrestare l’ignoranza e permetterci di andare oltre… Quanti uomini hanno sfidato l’impossibile per il bene di tutti noi? E quanti altri invece sono tristemente noti per aver cercato di soffocare la ribellione dell’uomo relegato al suo stato di gregge di pecore ammaestrate, distratte e tenute all’oscuro di tutto?

    Potremmo citarne solo alcuni, come ad esempio Papa Alessandro VI (ovvero Rodrigo Borgia, padre di Lucrezia), colpevole di avere condannato al rogo, a Firenze, il frate riformatore Savonarola (molti anni dopo riabilitato). Papa Giulio II che dedicò gran parte delle sue energie a rafforzare ed ingrandire con la forza delle armi i confini dello Stato della Chiesa… dimenticando completamente la sua missione di fede. Oppure il tristemente noto Urbano VIII che accusò Galileo Galilei di eresia, quale sostenitore della teoria copernicana sul moto dei corpi celesti, in opposizione alla teoria aristotelica-tolemaica sostenuta dalla Chiesa fino a quel momento. Ma tutti questi e molti altri, non più o meno colpevoli dei grandi condizionamenti di massa distraenti che pesantemente ancora condizionano e distraggono le genti…

    Ad ogni modo, caro lettore ed amico, che hai seguito il racconto di Filippo fino a qui, non vorrei uscire troppo dal nostro contesto e ritornando a quegli anni ecco come ricchezza e potere stavano via via trasformando la stessa Roma in qualcosa di sempre più grande, arricchitasi di opere d'arte e denaro.

    Se poi aggiungiamo che proprio negli anni di questa grande crisi della fede erano in opera anche i lavori per la costruzione della nuova Basilica di San Pietro, possiamo comprendere bene come fu facile per gli oppositori al cattolicesimo minarne le fondamenta. Divennero infatti sempre più necessarie ogni giorno quantità impossibili di denaro, che i pontefici cercarono di racimolare con tutti i mezzi possibili, leciti e illeciti. Fallire ad opera già iniziata sarebbe stato il totale crollo dell’immagine della Chiesa stessa… la Basilica doveva essere completata ad ogni costo e con ogni mezzo, per diventare un’opera di ingegneria tanto mastodontica quanto mai più fu fatto dalla costruzione del Colosseo. Nuovo esempio di grandezza e potenza del più grande dei poteri… Dio e quindi il suo successore in terra. Il Pontifex Maximus.

    Cerimonia apertura Porta Santa, Giubileo del 1575, con folle di pellegrini in piedi in Piazza San Pietro e cupola della Basilica in costruzione sullo sfondo. Disegno di Giovanni Battista De Cavalieri. Immagine di dominio pubblico nel mondo.

    Uno dei mezzi messi in campo per la raccolta di denaro per l’imponente opera in tutta Europa fu la pensante e pressante vendita del perdono divino… le tristemente famose indulgenze (oltre alla crescente richiesta di dimostrazione di fede ai regnanti d’Europa, con cospicui continui versamenti periodici). La Chiesa arrivò ad affermare, con la piena consapevolezza di mentire, che dietro un pagamento che avrebbe simboleggiato il sincero pentimento del peccatore sarebbero stati perdonati ogni tipo di reato/peccato, ottenendo così una remissione delle pene post mortem. All'epoca la Chiesa ebbe infatti modo di istruire le masse dando a credere che dopo la morte i peccatori venissero puniti per un certo periodo di tempo, mediante le sofferenze del Purgatorio, se non si era proprio meritato l’Inferno. Tuttavia si diceva che questo rischio o il periodo di permanenza in Purgatorio sarebbe potuto essere abbreviato o evitato grazie alle indulgenze concesse con la speciale e momentanea autorizzazione del successore di Pietro in terra… il Papa, e per poterlo ottenere lo si poteva comprare a buon mercato. La Chiesa smise così di promulgare insegnamenti di fede, occultò la verità ed i testi come già aveva fatto in passato e vendette alla gente la sua verità… dimenticò le stesse leggi indicate dal Cielo e sopravvissute al tempo, e che per tanti secoli avevano non solo stemperato la paura della morte, ma anche protetto il gregge affinché non si uccidessero ad esempio tra di loro (non uccidere) per invidia o altro, oppure rispettassero i genitori che hanno il compito di costruire il domani educando, allevando e crescendo le nuove generazioni, ed assicurando così un futuro alla specie e così via discorrendo.

    Ora la Chiesa sceglieva la via della grandezza terrena… La via della grandezza umana, celando la verità su Dio e sulla creazione e sostituendola con la verità dell’Uomo. Facendo nascere dalle ceneri dell’era di Dio, quella dell’Uomo divino.

    La denuncia di tutto questo divenne presto il cavallo di battaglia di coloro che sarebbero poi successivamente stati definiti come Protestanti (per la protesta che animavano contro la Chiesa), arrivando addirittura a dubitare dell'esistenza stessa del Purgatorio. Molti altri invece non riuscivano ad accettare che un sovrano straniero (quale oramai il pontefice era divenuto) esigesse continuamente dagli stati fedeli dei dazi per sostenere Roma che già navigava nel lusso. Per altri risultò insostenibile dover finanziare opere quali la nuova grande Basilica di San Pietro, che seppur degna di nota, si trovava in terre talmente lontane da loro da non poterla sentire come propria opera di cui farsi carico.

    Martin Lutero fu solo uno dei primi precursori del nuovo pensiero, egli mise in crisi la stessa fedeltà del suo stato, il Sacro Romano Impero Germanico, allo Stato della Chiesa. Studiando la Bibbia e gli scritti si convinse che la sola fede e la sola preghiera avrebbero avvicinato gli uomini a Dio e non pagando come sosteneva il clero. Si accorse di quante menzogne venissero divulgate alla povera gente e di cui non vi era alcuna traccia nella Bibbia stessa. Da qui l'idea che il perdono divino non fosse qualcosa che si potesse comprare o corrompere con il denaro, ma che poteva venire concesso solamente per meritata benignità a coloro che manifestavano la fede.

    La Riforma, promossa da uomini come Lutero e poi Giovanni Calvino e molti altri, determinò la scissione di molti stati dalla Chiesa cattolica di lì in avanti e la formazione di un nuovo movimento religioso appunto detto protestantesimo. Il maggiore contributo di queste riforme fu il portare la Bibbia tra la gente, abbandonando gli insegnamenti in latino e parlando con le parole del Cristo agli uomini. Raccontando di nuovo la verità. Togliendo l’interlocutore di mezzo (ovvero la Chiesa) si ritornava a quel messaggio base che da troppi secoli ormai sembrava perduto e dimenticato.

    Lutero mise in discussione tutto: la validità dei sacramenti, l’autorità di Papa e vescovi, l’idea stessa del sacerdozio… Dopo Lutero molti altri predicatori insorsero contro Roma, sostenendo la libera interpretazione delle Sacre Scritture e il rifiuto di qualunque autorità religiosa sovranazionale. La stessa Bibbia contiene scritti che furono creati mille anni dopo la nascita del Cristo, soggetti a traduzioni ed interpretazioni arbitrarie e mosse da interessi personali e politici, nonché culturali… Inevitabile quindi che nascessero a questo punto centinaia di Credo Protestanti, spesso addirittura in lotta tra di loro e non solo contro i Cattolici, al fine di stabilire quale fosse la verità e quali le menzogne. Quali gli errori nell’interpretare e quali i profeti attendibili e quelli no.

    Fu più tardi, nel 1618, che tutto questo caos scaturì nel primo vero conflitto mondiale della Storia, una guerra che durò addirittura per un quarto di secolo: la Guerra dei Trent'anni. I turchi avanzarono con i propri eserciti tentando la lotta ai cristiani in crisi di fede e la conquista dell’Europa dai Balcani. L'Europa combatteva se stessa al suo interno in un conflitto tra stati, come tra fratelli sotto lo stesso Re e fra cattolici e protestanti, trasformando la guerra in una lotta globale per la salvaguardia del proprio credo, dei propri confini nazionali e non meno importante per la propria sovranità di pensiero.

    Gli anni di guerra devastarono interi centri abitati e piantagioni. Le uccisioni di massa e le infinite operazioni militari condotte con inaudita ferocia da eserciti mercenari fecero precipitare le condizioni igieniche ed economiche degli stati, e tutto questo presto portò all’arrivo di un’epidemia tanto forte da mettere l’Uomo di nuovo davanti alla paura della morte. Un’epidemia, la Morte Nera, che mise in ginocchio i Re, obbligando l’Europa a smettere di combattere. E così via via tutte le nazioni alle prese con questa terribile ed irrefrenabile piaga furono costrette a ritirarsi entro i propri confini salvando il salvabile. Il risultato fu lo sterminio per malattia di circa un terzo della popolazione del continente europeo.

    Mentre il vecchio continente collassava su se stesso, l’espansione nel nuovo mondo sembrò essere l’unica salvezza in caso di annientamento totale del vecchio, una sorta di nuova terra promessa, dove mondarsi dei peccati commessi nel vecchio mondo e poter ricominciare da capo. Ma la cupidigia degli uomini non venne abbastanza piegata dalla malattia e dalla morte e già gli spagnoli che asserivano di aver scoperto l’America andavano affermando che l’intero nuovo mondo fosse loro. I portoghesi invece continuavano a sostenere il diritto esclusivo di commercio da e per i continenti africano ed asiatico.

    All’inizio del Seicento la Spagna controllava già tutta l’America del Sud, più l’attuale Messico e la Florida, mentre gli inglesi e i francesi si contendevano il Nord America compreso l’attuale Canada (l’Acadia).

    Nel 1623 (anno da cui partiamo in questo volume nel continuare a seguire le imprese di Filippo), gli olandesi invece s’insediavano nell’attuale stato di New York, comprando dai nativi l’isola di Manhattan dove fondarono un piccolo insediamento intorno ad un fortino militare di avamposto denominato Fort Amsterdam, da cui poi prese nome anche il borgo abitato attiguo divenendo New Amsterdam.

    Insomma, caro lettore, in questa forse un po’ legnosa introduzione ho voluto darti un’irrinunciabile quadro della situazione, per meglio farti capire il contesto in cui andremo a muovere i passi di questo nuovo racconto della vita di Filippo De Bonnet. Grazie a questa panoramica forse potrai ora meglio comprendere le difficoltà in cui i nostri protagonisti si troveranno a dover vivere o meglio… sopravvivere.

    Da qui sorge allora forse una domanda…

    Che cosa animò lo spirito proattivo verso il futuro di quegli uomini in quei confusi e difficili anni?

    La religione o il sentimento d’appartenenza alla propria terra natia?

    Il proprio Re o la difesa della giustizia e della libertà tra gli uomini?

    La brama di potere o il desiderio di cambiare un mondo ormai troppo marcio in troppi settori della vita?

    In maniera certa non lo sapremo mai, ma possiamo ipotizzare che forse furono un po’ tutti questi interrogativi insieme, proprio per le caratteristiche intrinseche nella natura umana. Ciò che possiamo oggi invece con più certezza affermare è che prima o dopo qualcuno tra le migliaia di persone viventi all’epoca sarebbe dovuto obbligatoriamente sorgere per prendere in mano la situazione definitivamente, in quanto divenuta ormai palesemente insostenibile…

    Qualcuno che, come dicevamo prima, potesse aiutare tutti a compiere o meno un passo in avanti in quell’evoluzione che ci ha spinti fino a qui.

    Così, pochi coraggiosi emersero dall’ignoto, e da quelle figure chiave il tutto scaturì… Possiamo noi oggi solo provare ad immaginare quanto poté essere stato difficile per tali uomini avere il coraggio di ergersi sopra tutto e tutti anche non avendone diritto per titoli politici o religiosi, battendosi contro poteri e dogmi più grandi di loro stessi. Quanto sarà stato difficile non solo decidersi su quale la via più giusta da percorrere ed a cui votarsi, ma anche trovare in sé il coraggio di mettere a rischio la propria esistenza in prima persona per il bene di molti e per il bene del futuro…

    Non troverai mai la verità

    se non sei disposto ad accettare ciò che non ti aspetti…

    perché solo

    … chi non si aspetta l'inaspettato non troverà la verità

    Eraclito

    Filosofo greco

    Efeso, 535-475 a.C.

    CAPITOLO 66

    08 Luglio 1623

    Filippo De Bonnet ora in navigazione sul Rodano tra le vie della città di Lione, tra il mormorio delle genti accorse per vedere il ritorno a casa del Principe, osteggiava totale sicurezza e sfarzosa ricchezza, unitamente ad una più rafforzata e completa protezione sotto la corona di Francia. Probabilmente fu proprio questo il messaggio di propaganda che i due vollero lanciare con tale carosello fluviale. Infatti fu ben chiaro che dietro vi fosse un’inequivocabile messaggio politico. Il Cardinale Richelieu ed il Principe De Bonnet, ora in navigazione insieme per celebrare il ritorno a casa di sua altezza il Principe Filippo. Solo uno sciocco non avrebbe compreso quanto questo gesto volesse platealmente dimostrare a tutto il mondo la forza della corona di Francia e dei suoi fedeli alleati ed amici, contro le mire del più potente impero di sempre… Lo Stato della Chiesa.

    Il Cardinale Richelieu in navigazione sul Rodano. Dipinto di Paul Delaroche. Titolo: The State Barge of Cardinal Richelieu on the Rhone. Immagine di dominio pubblico nel mondo.

    Erano passati ormai parecchi mesi dal giorno in cui la lettere del Santo Padre aveva gettato la casata dei De Bonnet nel panico, allarmando allo stesso tempo sia la casa reale che l’Ordine. Ma grazie all’appoggio totale delle forze reali, il pericolo in pochi mesi era stato del tutto sventato, e così la missione di Dio che voleva Filippo morto ed il Re di Francia destituito era miseramente fallito. A seguito di mesi di arresti, tutta la fitta filiera di alleati cattolici in territorio francese era stata sventata e perseguita, ora accusati di tradimento, giustiziati o esiliati.

    Visto il crescente pericolo interno e l’instabilità religiosa in cui versava il regno di Francia al tempo, il personale servizio d'onore di palazzo, creato nel 1600 da Enrico IV e detto dei Carabinieri del Re (reparto armato di carabina), venne ad opera dello stesso Luigi XIII riarmato del nuovo, più moderno e potente fucile detto moschetto, facendogli assumere così anche la nuova denominazione di Moschettieri della Guardia, che avevano come unico scopo quello di scorta armata per la famiglia reale.

    Nel contempo, morto ora il Primo Ministro il Duca De Luynes, differentemente da quanto era stato paventato dallo stesso sovrano solamente un anno prima, Luigi finì via via per convincersi della necessità di affidare la gestione del governo al Consiglio Reale, non nominando più così, e a sorpresa, un nuovo Primo Ministro. Luigi, amareggiato per la perdita del suo preferito (il Duca De Luynes), al fine di evitare di ritrovarsi nuovamente dipendente dalle abilità di un solo uomo, conveniva ora che per il bene del regno e del futuro del suo trono fosse meglio che a regnare fossero stati più d’uno… e chi meglio di un consiglio di uomini fidati? Visto e considerato che poteva ritenersi fuori discussione, che a seguito delle sue inclinazioni egli si sarebbe dedicato a tempo pieno agli affari ed alla politica, un Consiglio e la sua saggezza certamente avrebbero portato quel giovamento che tutti si attendevano dalla sua reggenza (o almeno era quello che pensava Luigi XIII). In caso di decesso di uno dei suoi membri il governo inoltre non avrebbe subito alcun vacillamento, avendo altri membri nel Consiglio pronti ad assicurare continuità e piena operatività dello stato anche davanti ad una crisi improvvisa. Tale decisione andò via via minando le certezze del Cardinale Richelieu che aveva visto mesi prima, con la morte del Duca, finalmente la sua occasione per ottenere quello status e quel potere che da tempo sognava.

    Egli rimaneva sempre il primo nome papabile a quell’incarico, qualora il sovrano si fosse deciso per quella direzione; tuttavia il futuro ora si faceva assai incerto, per la politica interna al regno tanto quanto per il Cardinale…

    Armand Jean du Plessis Duca De Richelieu, divenuto poi noto soprattutto come Cardinale Richelieu, era nato a Parigi nel settembre del 1585. Era figlio di François du Plessis, signore di Richelieu, militare e cortigiano che prestava servizio come Grand Prévôt de France, ed era pertanto a capo della gendarmeria e delle truppe di corte, oltre a far parte degli alti ufficiali della casa reale. Quarto di cinque figli, venne destinato dall’infanzia alla carriera militare ma si trovò ad affrontare invece la carriera ecclesiastica quando nel 1605 prese il posto del fratello Alfonso che l'aveva rifiutata. Quando Armand aveva cinque anni, suo padre morì combattendo nelle guerre di religione, lasciando non solo la famiglia in debito, ma facendo negli anni crescere dentro di sé un odio ed un rancore verso le rivolte protestanti che avrebbe poi in futuro condizionato tutta la sua politica in tema di religione. Il ducato De Richelieu evitò la catastrofe e la perdita di tutte le sue terre solo grazie all'aiuto della casa reale, vicina alla famiglia.

    Come ricompensa per il servizio svolto nelle guerre di religione per la corona dal defunto Duca de Richelieu, padre di Armand, Re Enrico III ricompensò la famiglia concedendo loro il vescovato di Luçon. Tale concessione diede ampio respiro economico ai Richelieu, evitando la bancarotta. La famiglia si appropriò da subito della maggior parte degli introiti del vescovato per sanare le proprie finanze e sostenere il proprio tenore di vita in qualità di nobili di Francia. Nacquero non pochi scontri negli anni con gli ecclesiastici del vescovato che ovviamente non videro di buon occhio lo sperpero del denaro ecclesiastico per scopi non religiosi, ma per pagare la dispendiosa vita del ducato. Per porre fine alla battaglia interna, che vedeva i monaci accaniti contro i propri signori, ed al fine di preservare per il futuro tali fondamentali entrate, la madre di Armand ordinò al suo secondogenito, Alphonse, di diventare il nuovo vescovo di Luçon. Alphonse, che non aveva alcun desiderio di diventare vescovo, e probabilmente schiavo della madre, scappò di casa per rifugiarsi presso un convento di monaci certosini (sarebbe stato poi nominato arcivescovo di Aix en Provence, poi di Lione ed infine cardinale da papa Urbano VIII nel 1629). Armand quindi venne sottratto forzatamente alla carriera militare ed obbligato dalla madre ad intraprendere quella ecclesiastica. Vista la pressante esigenza di controllo nella signoria dei Richelieu, dovuta alla crescente ribellione dei monaci, la madre riuscì ad accelerare la nomina del vescovo facendo continue pressioni sul sovrano, fino a quando nel 1606 Re Enrico IV nominò Armand vescovo di Luçon. Purtroppo però, non essendo ancora pronto accademicamente, oltre che molto giovane per l’incarico (non aveva ancora raggiunto neanche l'età minima ufficiale per poter rivestire tale carica) dovette recarsi a Roma per ottenere una speciale dispensa dal Papa, per intercessione del sovrano di Francia. Nel mese di aprile 1607 il Santo Padre ne concesse quindi la nomina. Poco dopo il suo ritorno dalla penisola italica, nel 1608, Richelieu emerse sulla scena e divenne il primo vescovo in Francia ad attuare le riforme istituzionali previste dal Concilio di Trento tra il 1545 e il 1563, tese a sconfessare tutto ciò che Lutero sosteneva, combattendo così con la cosiddetta Controriforma ed il crescente e dilagante protestantesimo nelle terre di Francia e non solo.

    In questo periodo – Armand aveva 23 anni – ebbe modo di stringere una forte ed intima amicizia con il giovane ed appena trentenne François Leclerc du Tremblay (meglio conosciuto come Père Joseph o Padre Giuseppe), un frate cappuccino che sarebbe poi diventato suo stretto confidente, compagno ed amico per tutta la vita, nonché suo personale consigliere segreto. A causa della sua vicinanza a Richelieu, e per il colore grigio del suo saio, Padre Giuseppe verrà ricordato dalla Storia come l'eminenza grigia. La Storia ancora oggi non ha ben chiarito fino a dove l’affetto dei due si spinse nella loro lunga vita insieme, e nelle lunghe giornate in reciproca e riservata compagnia l’uno con l’altro. Ciò che invece sappiamo con certezza è che il rigido Richelieu si fidava talmente tanto di lui che più volte lo usò come fidato agente durante delicati negoziati diplomatici fuori dalla corte. In tutti gli anni insieme gli riservò sempre particolari attenzioni, oltre che pretendere per lui gli stessi onori riservati in futuro ad egli stesso in qualità di Primo Ministro.

    Nel 1614, i sacerdoti del Poitou chiesero a Richelieu di essere il loro rappresentante presso gli Stati Generali e questo cominciò ad avvicinare il giovane Armand sempre più alla politica del regno ed alla famiglia reale. Richelieu emerse subito nelle sue qualità politiche servendo fedelmente la Regina madre Maria De’ Medici ed il suo favorito, Concino Concini, Primo Ministro di Francia. Dopo poco tempo Richelieu venne persino nominato Segretario di Stato, vedendosi affidata la responsabilità per gli affari esteri.

    La Regina, che era diventata Reggente di Francia alla morte di Re Enrico, quando Luigi XIII aveva appena nove anni (in quanto ancora troppo giovane per poter regnare), divenne grandemente impopolare a seguito della sua politica e gestione dello stato. Lei ed il suo Primo Ministro divennero addirittura vittime di numerosi intrighi di corte; il loro più potente nemico si rivelò essere Charles d’Albert, preferito ed amante del giovanissimo Luigi. Nel mese di aprile 1617, in un complotto organizzato da Carlo in accordo con Luigi XIII, ordinò che Concini venisse assassinato, e Maria de’ Medici rovesciata dal trono. Questo provocò la perdita di tutti i diritti anche per il giovane Richelieu, che venne privato del titolo di Segretario di Stato ed allontanato dalla corte. Egli si ritirò in esilio ad Avignone dove si dedicò ai suoi studi ed alla scrittura, affiancato dal fedele amico Padre Giuseppe che non mancò di seguirlo.

    Nel 1619, Maria de’ Medici, fuggendo dalla sua prigionia nel castello di Blois, dove il figlio l’aveva reclusa con l’accusa di tradimento della corona, si mise a capo di una ribellione di nobili contro la corona. Essendo Richelieu un vecchio amico della Regina, in quella notte il Consiglio di Stato presieduto da Filippo e da Carlo, oltre che da altri titolati, convenne nel richiamare a corte Armand, al fine di affidargli i delicati negoziati con questa, nel tentativo di far tornare alla ragione la ribelle Regina Madre. Richelieu, come suggeritogli da padre Joseph, mise in campo tutte le sue abilità, facendogli scorgere l’amico quale importante opportunità gli veniva ora concessa al fine di poter rientrare tra i vertici del potere del regno. Dopo intensi e complessi negoziati Richelieu riuscì nel suo incarico, portando il regno al Trattato di Angoulême e riportando la pace tra il Re e la Regina, che ora si sottometteva alla corona di suo figlio. Armand così via via riottenne i favori del trono, e la riammissione presso il Consiglio del Re, ma anche il titolo cardinalizio per volere dello stesso Luigi. La nomina fu ratificata ufficialmente a Lione, ma Armand non si recò mai a Roma per ritirare la berretta ed il titolo.

    Dopo la morte del favorito ed amante del Re, Carlo il Duca de Luynes, Richelieu intuì che il momento tanto atteso fosse ormai prossimo. Eppure tanto più ormai sembrasse scontato, tanto più nei mesi l’indecisione e la pigrizia del sovrano nel decidersi a nominarlo ufficialmente nuovo Primo Ministro finì via via per accrescere l’incertezza non solo in lui ma in tutta la corte.

    Filippo, dal canto suo, nei mesi subito successivi al suo matrimonio, non aveva potuto far altro che ricorrere alla protezione del sovrano, visti i rischi pendenti sulla sua testa a seguito del pericoloso attentato alla sua vita per opera di Anne. Ciò impose a Filippo un necessario trasferimento tra le sicure mura del Louvre a Parigi, e in alcune settimane all’isolata e vetusta tenuta di caccia di Versailles.

    Nonostante la lontananza di Filippo dalle sue terre nonché dal nascente nuovo regno (il Principato De Bonnet), la vita nel sud della Francia era continuata anche senza la presenza del principe, senza la nomina di un Primo Ministro in carica, e senza la creazione di un adeguato organo burocratico e legislativo che regolamentasse il nuovo regno.

    Christian invece era rimasto al Castello De Bonnet, trovandosi costretto dalle circostanze ad alternarsi tra Parigi, Versailles, Lione ed il Principato, non solo per poter stare a fianco del suo compagno e marito Filippo, ma anche per fornirgli un appoggio diplomatico al fine di poter espletare i numerosi impegni istituzionali a cui Filippo, per motivi di sicurezza, non poteva per ora presenziare. Christian si trovo quindi improvvisamente e senza preparazione alcuna a gestire per Filippo sul campo non solo i lavori di costruzione della nuova reggia e sede del governo centrale del nuovo principato, ma anche affari ed impegni di stato a nome di Filippo per e nella gestione di tutti i possedimenti e delle dipendenze del Principe De Bonnet e non solo.

    A dire il vero, oggi con il senno di poi possiamo affermare che questo nel tempo si sarebbe rivelato fatale per i primi anni del regno quindi pienamente a sfavore di Filippo. Infatti la nobiltà alle dipendenze ora del nuovo Principe andò via via sempre più dimostrando particolare insofferenza verso quell’incertezza politica e legislativa in cui era costretta, oltre che dover sopportare di trattare di affari con un uomo che non solo non ne aveva la preparazione tanto quanto ufficialmente il titolo per poterlo fare, ma anche sapendo bene quale ruolo egli rivestisse tra le lenzuola di Casa De Bonnet, sentendosene talvolta disgustata o persino oltraggiata anche in virtù delle proprie tradizioni religiose. Taluni documenti ci riferiscono persino che in più di un’occasione e più d’uno si trovarono a rifiutarsi di trattare con Christian, il Conte De Martignac, o di recarsi a Parigi dove il Principe risiedeva quale ospite del Re. Fin dai primi mesi di regno così tutto questo clima di incertezza e malcontento non fece altro che gravare sugli umori dei sudditi del sud, finendo per allontanare sempre più Filippo dalla sua gente.

    Dopo molti mesi, Filippo finalmente tornava a casa, tuttavia non mancò di commettere un nuovo fatale errore agli occhi dei suoi sudditi, decidendo di rientrare sotto scorta dei nuovi moschettieri del Re ed affiancato dal cattolico Cardinale Richelieu.

    L’ingresso a Lione avvenne come accennavo prima per via fluviale, con una lunga navigazione sul Rodano (fiume che attraversa la città di Lione). Presentatosi di ritorno nel suo regno al seguito (e pertanto non in testa o al fianco) di un cattolico, che presto oltretutto avrebbe anche potuto essere nominato Primo Ministro, raccolse da subito il disappunto di tutta la frangia protestante che risultava in maggioranza di credo nel Principato De Bonnet.

    Tra gli sguardi sgomenti dei nobili e della popolazione, accorsa per l’evento, una volta sbarcati nel centro città, nonostante ebbero subito modo di notare l’aria tesa e lo scarso entusiasmo da parte della popolazione, i due si concessero ugualmente una passeggiata per le vie del centro, dietro un imponente cordone di sicurezza che li circondava ed avvolgeva, rendendoli inavvicinabili a chiunque.

    Richelieu: Siamo deboli ed a rischio. A più di un anno dalla pace di Montpellier e dalla morte del Duca, ancora oggi la mia nomina a Primo Ministro non viene ratificata dalla corona… auspico che dopo l’appoggio che vi abbiamo dato, voi vogliate convincere il Re che è fondamentale che il Consiglio di Stato prenda ufficialmente in seno la mia nomina e cessi di lasciare vacante una così indispensabile posizione. Visti e valutati anche gli imbarazzi in politica estera che tale situazione sta provocando a nostro danno. Filippo, dopo mesi e mesi di indiretta formazione presso il Louvre, ora via via sempre più impostato e formato nell’arte della politica rispose: Vostra eminenza, farò in modo di perseguire sulla via già messa in opera, nel consigliare a Sua Maestà quali rischi corriamo se un Primo Ministro non viene nominato in tempi rapidi. Come la nostra amata terra di Francia, anche io sono sensibile al vostro stato d’animo e comprendo bene le vostre parole.

    Non avevo dubbi sul fatto di poter contare sul vostro appoggio, caro Principe; in egual misura ritengo di potervi rassicurare in quanto alla possibilità da parte di Vostra Altezza di cancellare una volta per tutte ogni timore nei confronti di Roma e di coloro che un tempo hanno minato la vostra sicurezza. L’epurazione messa in campo nei mesi passati, ed il ritrovato accordo con il nostro Santo Padre, credo potranno essere a lungo garanzia per la vostra incolumità. Abbiamo preso a cuore tali gravi questioni che sono state a carico della vostra persona e che purtroppo hanno dovuto vedere il trapasso di vostro padre, il barone De Bonnet, di cui sentiremo credo a lungo la mancanza, in molti ambiti. Inoltre oso oggi confessarvi una confidenza che mi auspico rimarrà tra voi e me per il momento: per affari ben più complessi, se così possiamo dire, potrei osare nel dire che lo stesso Papa Gregorio, che tanto vi ha perseguitato per lungo tempo, molto presto uscirà di scena, lasciando posto ad un uomo di vedute un po’ più ampie, riteniamo. Ciò produrrà una sicura caduta anche della scomunica che pende sulla vostra testa…. Filippo sorrise guardandosi intorno imbarazzato per la rivelazione, ma continuando a passeggiare come nulla fosse, allora disse: La noncuranza con cui voi ed i vostri 'amici' muovete gli invisibili fili della politica, ancora una volta mi sconvolge e lascia esterrefatto… ad ogni modo inutile indagare oltre, ritengo. So già che sua eminenza non mi dirà null’altro più di quanto non vi sia stato detto di riferirmi, pertanto sia fatta la volontà del Signore…. Il Cardinale sorrise compiaciuto: Sua Altezza ancora una volta suona la sottile intuizione dell’intelletto come una musica perfetta, seppur improvvisata. Ad ogni modo non sono qui oggi a potervi rivelare solamente questo, i 'Nostri amici comuni', e pertanto non solo più i miei, avranno modo di contattarvi non appena sarete giunto nella vostra dimora. Il Consiglio dell’Ordine e l’altezza eminentissima il Gran Maestro in persona hanno ritenuto che i tempi siano ormai maturi affinché voi accediate alla rivelazione… pertanto vi prego di fare molta attenzione a ciò che sto per dirvi! Dovrete fidarvi e farvi guidare! Seguire attentamente le indicazioni datevi anche quando non le comprenderete da subito e fino in fondo! Se così farete, questo vi consentirà l’accesso ad un sapere che ancora neanche immaginate… e ad un potere che ancora non potete neanche postulare. Filippo continuò impassibile a guardare in avanti: Sono degno figlio di mio padre, non temete non sarò da meno…. Il Cardinale allora: Al contrario, noi tutti pensiamo che voi sarete anche molto più grande e potente… non abbiamo dubbi che noi tutti ci si possa aspettare grandi cose da voi. Nonostante questo è bene che sappiate che ben presto dovrete anche voi sottomettervi a nuove e riservatissime regole, oltre che a delle 'fasi', se così possiamo dire, di prassi a cui dovrete sottoporvi, oltre che talune prove che dovrete superare per poter accedere a tale segreto opificio millenario, riservato ad una ristrettissima élite. Badate bene che il vostro diritto di nascita non basterà per assicurarvi l’ingresso, ma al contrario il vostro intelletto e il vostro cuore, nonché la vostra anima decideranno per voi. Ad ogni modo non abbiamo dubbi che voi supererete con successo ogni prova, dando dimostrazione del vostro contenuto, più che del vostro contenitore. Sapete, e spero mi concederete di chiamarvi 'caro amico', ora che finalmente siamo così lontani da Parigi, voi siete stato scelto ed osservato per molto tempo, non da me badate bene… ma da altri incaricati ed impegnati in questo. Siete stato ritenuto degno di interesse in questi anni e sicuramente idoneo ad affrontare le prove. Come già vi dicevo, se le supererete sarete dei 'Nostri' a tutti gli effetti.

    Magari, 'amico', potrete darmi dei suggerimenti, visto che rientrate con me verso le mie terre ed abbiamo modo noi di condividere una chiara complicità politica e non solo….

    Che cosa intendete?.

    Entrambi condividiamo l’ambizione per il potere, seppur con classi di obiettivi diverse. Voi ambite al trono, a me basta il principato. Inoltre siete un amante della cultura come me… i miei informatori mi riferiscono che siete in possesso di taluni testi molto antichi e 'proibiti' da Roma… per taluni oserei dire che stranamente siate in possesso di alcuni volumi che addirittura si afferma non siano mai stati scritti, eppure li conservate gelosamente nei vostri scomparti privati… ben chiusi a chiave! E poi diciamo che via via che vi ho personalmente osservato a corte, non ho potuto fare a meno di intuire certi sottili significati, negli sguardi con il vostro fedele amico Padre Joseph… se intendete cosa voglio dire…. Il Cardinale sorrise, quasi compiaciuto: Vedo Filippo che avete fatto i compiti a casa… ad ogni modo non sono qui a smentire né confermare le vostre certezze… quanto a rammaricarmi nel dovervi dire che nonostante la vostra credenza che io e voi siamo così simili, tanto da poter essere ancora più complici di quel che ora siamo, sono costernato dal dovervi annunciare che non posso rivelarvi altro… l’Ordine è molto severo in talune questioni di riservatezza. Ma pazientate amico mio, a breve tutto vi verrà rivelato.

    Non fraintendete il mio interesse… Christian è un compagno fedele ed energico, che non mi fa mancare nulla… il mio interesse era più 'fraterno' se intendete il senso ed il gioco delle mie parole.

    Sono contento di sentirvi dire tali cose nei confronti del vostro compagno il Conte De Martignac, oggigiorno è raro trovare in questo mondo confuso una coppia di qualsivoglia natura che sia così fedelmente legata… e poi sono certo che sua grazia il Conte sia un amante assai appagante quanto voi dite alludendo con malizia, conoscendo il fascino estetico dell’alto bello e prestante Christian, ritenuto tra l’alveo degli uomini più avvalenti di Francia. Filippo sorrise arrossendo un po’ ed abbassando lo sguardo: Vi ringrazio… sì non posso davvero lamentarmi di nulla….

    Siete entrambi già leggende come tra i due più bei ragazzi del nostro tempo, forse battuti solo dall’inglese Duca di Buckingham. Non pretendo tanto e lascio a voi la gloria dei salotti. Io e Joseph siamo, come dire… complici più riservati e severi nelle nostre rispettive esternazioni e vite. Ahhh… Non mancherò di rassicurare il vostro Christian sulla tenace fedeltà coniugale che avete tenuto nei lunghi soggiorni di Versailles.

    Vi ringrazio, ma non credo sarà necessario, io ed il Conte abbiamo un rapporto molto onesto e trasparente… Il Cardinale allora lo interruppe:

    Ahhhh santo cielo! Quasi dimenticavo, mi sopraggiunge ora che vedo il campanile della cattedrale in lontananza… non ricordo se vi ho accennato che non riuscirò a proseguire il viaggio con voi fino al vostro castello, in quanto mio fratello, saputo che ero di passaggio, mi ha praticamente obbligato a fargli visita inserendo anch’egli Lione tra le tappe dei suoi impegni.

    No in effetti avete mancato di farmene parola, non ne sapevo nulla….

    Sono costernato, abbiate l’accortezza di volermi perdonare per tale mancanza… ma credetemi, è stato fatto in totale buona fede, devo essermene scordato. Approfitterò di questo cambio di programmi per varcare le montagne partendo da Lione, in quanto urgenti questioni impongono la mia presenza nella penisola italica, in Valtellina. Scendere fin verso la costa mi allungherebbe di molto il viaggio, sono certo che voi ben comprendete di cosa parlo, essendo cresciuto in queste terre.

    Non abbiate a preoccuparvene… comprendo e vi sollevo da ogni ammenda.

    Avrete gentilmente l’accortezza di porgere voi i miei rispetti e le mie scuse alla Baronessa vostra madre se per ora devo rinunciare a malincuore alla sua e vostra tanto accorta accoglienza. Piuttosto mi scriverete dei progressi con la costruzione della vostra nuova residenza, dopotutto in parte vi stiamo finanziando anche noi, quindi ci sentiamo grandemente parte in causa in questo nuovo ed ambizioso progetto architettonico disse sorridendo. Filippo allora: Procedono, seppur non vedo l’ora di visionare sul campo i progressi con i miei occhi. Piuttosto… parlando di costruzioni, eminenza, ho avuto modo qualche tempo fa di ammirare copie dei disegni di costruzione della nuova San Pietro che si costruisce a Roma, sembra dagli ultimi schizzi di qualche artista passato per il Louvre in questi mesi che questa sia quasi ultimata.

    Sì infatti lo è. Riteniamo che ancora un anno e si potranno ritenere ultimati i lavori più importanti dopo ben centoventi anni di cantiere… Badate bene… non parliamo di un giorno ma di più di un secolo…

    Chi ha già avuto modo di vederla dice che basterà da sola a riaffermare il potere della Chiesa su tutte le terre emerse, al di qua ed al di là degli oceani, trasmettendo una grandezza mai sfidata in epoca moderna ed imponendo rinnovata fede e devozione già solo per la sua magnificenza.

    Sì l’opera è unica nel suo genere, e sicuramente rimarrà forse per sempre l’opera più grandiosa ed imponente mai creata dall’Uomo… sfidando persino la grandezza dell’antica Roma, il Colosseo. Ad ogni modo voi e io sappiamo bene che non basta la cupola più alta del mondo per avvicinarsi a Dio… né per ottenere potere e devozione dai popoli della Terra, e questi nostri tempi contemporanei con le sue proteste e la sua turbolenza ne sono sicuramente una riprova.

    La crisi che la fede sta attraversando ritengo che avrà modo di fare del bene anche ad essa… che forse possa ella tornare a riscoprire la sua più alta vocazione divina, abbandonando talune cose terrene che troppo ormai hanno solo contribuito ad allontanare i fedeli dal suo grembo….

    Il Cardinale sorrise: Beh… la costruzione della nuova San Pietro non è proprio la dimostrazione di tale evoluzione… comunque è un passo che ci auguriamo l’Uomo compia presto per il bene di tutti. Ed invece come procede l’inserimento del vostro amico presso la vostra università? Lo sapete vero di aver calcato un po’ la mano con il suo forzato ingresso come docente….

    Un giorno vi istruirò personalmente sulle innovazioni mediche che abbiamo appreso dai nativi del nuovo mondo. Studiare ed acquisire nuove conoscenze non è appunto l’obiettivo di tali opifici? Sono sicuro che nella dotta università di Bologna si sarebbero stupiti meno rispetto a noi tradizionalisti francesi….

    Sapete bene quanto io creda fortemente nell’integrazione tra la nostra cultura e quella dei nativi, ne abbiamo discusso molto in questi mesi, mentre rifinanziavamo i progetti del De Champlain e di Cartier insieme, tuttavia è un’arte che ancora dovete comprendere ed affinare e non sempre forzando la mano si ottiene ciò che si vuole. Altre volte certe rivoluzioni vanno fatte digerire a piccoli passi, per non rischiare di ottenere l’effetto contrario. L’infinità di piccoli compromessi ottiene l’arrivo a porti sicuri, gli stessi porti pianificati come punto di approdo sin dall’inizio, seppur con passaggi più lunghi ma grandemente più sicuri. Tuttavia ricordate sempre che è lecito imparare anche dal nemico… Obbligando i vostri docenti a riconoscerlo come loro pari, non avendone realmente titolo, e voi questo lo sapete, avete già creato nel dissapore una barriera mentale in costoro che gli impedirà di vedere i benefici di tali cure e scoperte naturalistiche, anche davanti all’evidenza. Si opporranno con tutte le loro forze pur di non ammetterlo nella loro riservata élite intellettuale….

    Ciò non di meno Augustin e Timothée attualmente insegnano a nuovi e curiosi giovani di medicina, e questo lo ritengo già di per sé un progresso irrinunciabile.

    Ma quanti altri avete scontentato per ottenere tale risultato? Già in tutto il regno e fuori dai nostri confini si parla dei vostri moderni tribunali rivoluzionari… dei vostri magistrati e del vostro nuovo metodo 'scientifico' per risolvere casi che fino a ieri sarebbero stati trattati dalla Santa Inquisizione… Ricordate amico mio che in ogni circostanza od evenienza quale sia, il forzare taluni eventi un giorno può sempre ritorcersi contro… mentre l’abilità dell’uomo politico e diplomatico sta proprio nel far digerire anche il pasto più indigesto con tali piccoli morsi da non far neanche render conto di quanto alla fine ormai la scodella sia addirittura vuota. Lo stesso uso delle erbe a fini curativi in molti casi ancora è additato come eresia… pertanto non fate l’errore di credere che il vostro titolo da poco acquisito vi conceda il potere di sorvolare su tali questioni a cui volente o nolente dovrete sottoporvi anche voi nel caso foste chiamato in causa nuovamente. Una scomunica presto la perderete, vedete di non obbligarli a comminarvene un’altra… Un occhio lo si può chiudere, ma tutti e due diventa difficile, se capite il simbolismo delle mie affermazioni. Nessuno di noi, neanche il Re è immune di questi tempi, ricordatelo bene, e imparate l’arte della prudenza, come uomo politico e Principe, prima che come uomo tra gli uomini.

    Il pericolo che abbiamo corso in quest’ultimo anno sarà sempre per me di monito… Pertanto non abbiate a credere che è già da molti mesi che compio un lavoro su di me più ampio di quello che ho compiuto e coltivo nei miei possedimenti… Vi prego di non considerarmi uno sciocco, conosco bene i miei limiti, ma non è semplice modificare radicalmente il proprio carattere… i rischi e le tentazioni di sviare dalla via sono giornalmente in agguato, seppure le mie buone intenzioni vengano rinfrescate giornalmente, talvolta anche con l’aiuto della calma razionale di Christian, che è per me un’ancora di salvezza dalla mia impulsività.

    Come si suole dire, due metà di un corpo solo, compensandosi nelle debolezze e rafforzandosi nelle certezze… ad ogni modo anche il tempo e l’aumentare della vostra età, unita all’esperienza, sono sicuro che vi aiuteranno in questo vostro importante proponimento di smussare il vostro indomito carattere e l’impulsività legata alla vostra giovane età. Non temete! Siete un uomo più saggio di quanto in realtà pensate di voi stesso. Molte, forse troppe volte siete più severo con voi stesso di quanto non lo siate addirittura con chi vi sta intorno. Pertanto sono convinto che riuscirete nel domarvi un giorno. Concedetemi una licenziosità, in quanto devo confessarvi che per ora ciò che si sussurra tra i corridoi è che gli unici che sono riusciti a domarvi sono le cosce del vostro Christian… impresa non riuscita neanche al sovrano stesso… sorridendo e riportando leggerezza nella conversazione. Filippo abbassò lo sguardo arrossendo, per poi glissare e continuare la chiacchierata mentre si accingevano ora a ritornare verso le carrozze lasciate lungo il fiume.

    Filippo più si avvicinava alle carrozze più sentiva di avvicinarsi sempre più finalmente alle sue terre, alla sua casa, al suo compagno, agli amici fedeli, che tanto gli erano mancati nonostante i pomeriggi di pieno relax presso Versailles. Inoltre, nonostante la ritrovata confidenza con la Regina Anna, seppur riservata e più composta ed attenta del passato, si era grandemente stancato di sentirsi ospite di sua maestà e desideroso di rinchiudersi tra le calde, grandi, vecchie e familiari mura di casa…

    La primavera era alle porte e la sua terra era pronta ad accoglierlo con il meglio dei suoi colori ed odori in fiore… Avrebbe ritrovato Christian e gli amici che non vedeva da mesi, e finalmente si

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