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Tra teoria delle ombre e percezione visiva: Unità didattica per competenze trasversali
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Tra teoria delle ombre e percezione visiva: Unità didattica per competenze trasversali
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Tra teoria delle ombre e percezione visiva: Unità didattica per competenze trasversali

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In una società che fa sempre più uso di immagini, la scuola dovrebbe avere come obiettivo principale quello di fornire agli alunni gli strumenti grammaticali di base per poter comunicare con tutti i tipi di linguaggio. La scuola deve porsi l’obiettivo di far conseguire a tutti gli alunni la capacità di usare sia il codice verbale che quello relativo al linguaggio grafico, pittorico, plastico, ritmico, gestuale, non come alternativi al codice verbale, ma complementari ad esso.
La comprensione di un testo visivo come un’immagine fotografica, un’opera d’arte, un’immagine pubblicitaria, non è mai un semplice atto di intuizione o una registrazione estetico-formale, è una elaborazione attiva che richiede al fruitore del messaggio il possesso di una serie di capacità, come quella di saper individuare l’emittente, il destinatario, di coglierne il significato in relazione al contesto, di conoscerne la struttura dei codici. Anche la semplice lettura di una foto è un atto di comunicazione.
L’Unità di Apprendimento che  si vuole proporre, in modo schematico, è un modello curriculare relativo alla conoscenza e alla comprensione delle ombre legata alla comprensione dei linguaggi visivi, al quale si giunge al termine del biennio.
LanguageItaliano
PublisherStreetLib-ET
Release dateMar 22, 2018
ISBN9788827587157
Tra teoria delle ombre e percezione visiva: Unità didattica per competenze trasversali

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    Tra teoria delle ombre e percezione visiva - Ettore Pelaia

    INDICE

    Introduzione

    Capitolo primo

    LA PERCEZIONE DELL’OMBRA DAL PUNTO DI VISTA PSICO-PEDAGOGICO

    Capitolo Secondo

    IN PRINCIPIO ERA L’OMBRA

    Giocare con le ombre: una forma di spettacolo

    Ombra e percezione del volume

    Ombre e Pittura

    Leonardo da Vinci e lo studio delle ombre

    La formulazione della teoria delle ombre

    Principi di teoria delle ombre

    Le ombre nello Spazio

    L’ombra del dubbio

    Percezione visiva

    Ombra come soggetto fotografico

    Capitolo terzo

    PROGETTO DIDATTICO

    3.1 Analisi del contesto e dei prerequisiti

    3.2 Valutazioni e considerazioni psico-pedagogiche

    3.3 Aspetti didattici e disciplinari

    3.4 Opportunità interdisciplinari

    3.5 Metodologie didattiche

    3.6 Contenuti trasferiti agli studenti – Obiettivi: Conoscenze, Competenze, Abilità –

    3.7 Fasi e tempi

    3.8 Elaborati

    3.9 Prove di verifica

    3.10 Criteri di valutazione

    Conclusioni

    Note di Testo

    Bibliografia

    Testi

    Articoli

    Sitografia

    Introduzione

    In una società che fa sempre più uso di immagini, la scuola dovrebbe avere come obiettivo principale quello di fornire agli alunni gli strumenti grammaticali di base per poter comunicare con tutti i tipi di linguaggio. La scuola deve porsi l’obiettivo di far conseguire a tutti gli alunni la capacità di usare sia il codice verbale che quello relativo al linguaggio grafico, pittorico, plastico, ritmico, gestuale, non come alternativi al codice verbale, ma complementari ad esso.

    La comprensione di un testo visivo come un’immagine fotografica, un’opera d’arte, un’immagine pubblicitaria, non è mai un semplice atto di intuizione o una registrazione estetico-formale, è una elaborazione attiva che richiede al fruitore del messaggio il possesso di una serie di capacità, come quella di saper individuare l’emittente, il destinatario, di coglierne il significato in relazione al contesto, di conoscerne la struttura dei codici. Anche la semplice lettura di una foto è un atto di comunicazione che per poter essere decodificata richiede la messa in campo di una serie di procedure che trovano nel modello della comunicazione il loro punto di riferimento.

    Al fine di poter intervenire sui linguaggi è fondamentale che gli insegnanti abbiano una conoscenza chiara dell’impianto epistemologico della disciplina e della struttura curriculare.

    Il progetto didattico che si intende sviluppare è indirizzato alla classe seconda di un istituto tecnico per geometri; l’Unità di Apprendimento che si vuole proporre, in modo schematico, è un modello curriculare relativo alla conoscenza e alla comprensione delle ombre legata alla comprensione dei linguaggi visivi, al quale si giunge al termine del biennio.

    La scuola serve a formare persone capaci di affrontare il mondo del prossimo futuro con le potenzialità culturali e tecniche più avanzate e deve, inoltre, offrire tutte le nozioni di base, intervenendo con lezioni pensate appositamente per i ragazzi di oggi, riuscendo a contestualizzare nel tempo le informazioni culturali fin qui acquisite, ma uscendo dai classici schemi. Per queste ragioni le classiche nozioni del disegno tecnico devono essere declinate in modo differente, per favorire il pieno sviluppo delle potenzialità individuali che il mondo del lavoro richiede agli studenti.

    Bisogna, inoltre, considerare che le attuali indicazioni ministeriali in ambito pedagogico sono categoriche sul fatto che si debba adattare il programma ai singoli alunni della classe e non viceversa.

    La possibilità di adattare l’insegnamento non solo alle capacità individuali, ma anche ai singoli interessi, significa, dal punto di vista del docente, entrare in classe con un programma base, costituito dagli argomenti principali, una sorta di mappa concettuale da perseguire durante l’anno scolastico, modificabile e personalizzabile secondo gli interessi che emergono durante le lezioni. Un hic et nunc unico, non replicabile, quale momento di stimolo e di crescita professionale anche per l’insegnante.

    Collegare tra loro la teoria delle ombre e la percezione visiva può essere un modo per portare gli studenti sulla strada dell’apprendimento della prima arrivandovi attraverso agi affascinanti sentieri della seconda. Inoltre la possibilità di appoggiarsi alla Gestalt, permette di ampliare la gamma di informazioni proprie della disciplina, per permettere a tutti gli allievi, anche eventuali ragazzi con disabilità, di trovare un loro spazio nell’U.A., perseguendo con questa l’inclusione di tutti i membri della classe. La percezione visiva matura in stretta interdipendenza con il pensiero e con il linguaggio e alla base del suo sviluppo stanno una serie di operazioni cognitive in cui l’individuo coglie l’oggetto, le identità, le differenze, le proprietà dell’oggetto in relazione all’ambiente, attuando processi di discriminazione, selezione, confronto e categorizzazione. È possibile sviluppare nei bambini, attraverso un’attività percettiva basata sull’esplorazione della realtà e delle immagini modalità generali del pensiero quali l’analisi, la sintesi, il coordinamento logico, il pensiero creativo.¹ A fronte di tali informazioni mi è sembrato doveroso affrontare gli studi psicologici condotti da Piaget in poi, per comprendere come la mente umana – infantile e adulta – percepisca l’ombra, al fine di poter pianificare al meglio un’efficace U.A. Gli studi in questo campo vengono normalmente fatti su soggetti molto giovani o soggetti adulti, per verificare a che età si sviluppano certe percezioni; nel caso dell’ombra i ragazzi intorno ai 15 anni hanno già una percezione adulta, questo risulta evidente dal confronto degli studi alle diverse età.

    Nel capitolo primo si affronta la questione della percezione dell’ombra e il percorso di sintesi che il cervello compie; dagli studi presi in considerazione emerge come i neonati non abbiano innato il senso dell’’ombra, esso si sviluppa nel tempo ed è completamente acquisito intorno all’età di 8-9 anni. Dopo tale età, il cervello sente il bisogno dell’ombra, intesa anche come aspetto chiaroscurale, ma compie un processo di rielaborazione dell’immagine, tanto da ripulire la chiazza scura e farla percepire dello stesso colore della restante superficie. I neonati, invece, probabilmente percepiscono l’ombra solo come una macchia scura che appartiene all’oggetto su cui è proiettata invece che all’oggetto che la genera. Questa anomalia percettiva si trascina anche in età adulta, tanto che in alcuni esperimenti l’ombra non viene presa in considerazione.

    Forte di questi risultati, supportato da fonti storiche che hanno rivoluzionato le scoperte scientifiche dell’umanità e con l’ausilio della percezione visiva e della Gestalt, ho costruito l’U.A. del secondo capitolo. Nel terzo capitolo, invece, vengono esplicitati gli aspetti insiti alla professione dell’insegnante che spesso li mette in campo in modo naturale e inconscio, nella certezza che, una frase di Freud riferita ai genitori, ognuno può applicare il metodo che preferisce, ma deve sapere che in qualunque caso sbaglierà.

    Capitolo primo

    LA PERCEZIONE DELL’OMBRA DAL PUNTO DI VISTA PSICO-PEDAGOGICO

    L’espressione grafica che comunemente chiamiamo disegno è, per l’uomo, un vero e proprio linguaggio naturale e, come tale, generatore di pensiero e di conoscenza.

    La finalità principale delle lezioni di comunicazione visiva è quella di fornire allo studente informazioni e concetti di base che lo aiutino a orientarsi di fronte al mondo delle immagini, ovvero a comprendere gli elementi fondamentali del linguaggio artistico e visuale. A tal fine si prevede di procedere attraverso una fase di acquisizione

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