Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Videl
Videl
Videl
Ebook142 pages1 hour

Videl

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Videl è una giovane psicologa che dedica la maggior parte della sua vita alla ricerca dell'affermazione professionale.
La signora Greta è una anziana fotografa in pensione appassionata di libri gialli.
Le due donne hanno in comune: l'amicizia con Teo, giovane disoccupato laureato in filosofia e la sensazione che qualcosa di losco stia accadendo intorno a loro.
La prima, incuriosita dallo strano atteggiamento delle sue ultime pazienti, tutte giovani donne con disturbi del sonno e improvvise crisi di panico, decide di rivolgersi, ad un detective privato di nome Gedeone.
La seconda tiene da tempo sottocchio l'officina, situata nella sua proprietà, dove Zack il riparatore, losco individuo, da tempo gestisce il traffico di una nuova droga liquida con la quale narcotizza e violenta le sue clienti.
Quando le indagini sembrano essere giunte in un vicolo cieco, Gedeone scopre il ricettatore della droga liquida, proprio qualche giorno prima dell'ultimo carico.
Un rocambolesco susseguirsi di eventi porta le donne faccia a faccia col grande burattinaio che dirige il losco traffico di droga.
 
LanguageItaliano
Release dateMar 21, 2018
ISBN9788827588956
Videl

Related to Videl

Related ebooks

Thrillers For You

View More

Related articles

Related categories

Reviews for Videl

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Videl - Giuseppe Iuliano

    Ringraziamenti

    CAPITOLO 1

    VIDEL

    La giornata era particolarmente fredda e per la strada, illuminata solo dai lampioni, si respirava il tipico odore di composti chimici e polveri da sparo che caratterizza gli ultimi giorni dell’anno.

    La pesante crisi economica aveva colpito anche le città del centro Italia, ed i comuni avevano adottato tagli drastici alle spese, comprese le luminarie, ciò rendeva le vie del centro più tristi del solito.

    Come ormai accadeva da alcuni anni la giovane dottoressa Videl aveva passato da sola le festività natalizie, concedendosi solo venticinque e ventisei dicembre come giorni di riposo dal lavoro.

    Fortunatamente per lei le sue clienti stavano aumentando, questo la teneva occupata e le permetteva di non pensare alla mancanza di una vera vita privata ed al tempo che velocemente volava via, portandosi dietro gli anni che avrebbe dovuto dedicare alla spensieratezza.

    Il rumore delle lancette di un orologio, appeso alla parete, era l’unica cosa che ad intervalli regolari interrompeva il silenzio di quella stanza.

    Quando finalmente la nuova paziente entrò nello studio, l’orologio segnava le 19:00, era una giovane donna, doveva avere circa la sua stessa età pensò Videl appena la vide, vestita in modo molto semplice, portava un paio di occhiali scuri che nascondevano pesanti occhiaie.

    Terminate le presentazioni di rito, Videl la fece accomodare su di una poltroncina, per far sì che la giovane donna potesse sentirsi a proprio agio, e cominciò con delle semplici domande, da lei definite terapia standard.

    La giovane donna sembrava molto nervosa, anche se cercava di non darlo a vedere, e mostrava delle difficoltà anche nel rispondere a semplici domande su i suoi hobby e sulle sue amicizie.

    Videl non si riteneva la miglior psicologa sulla piazza, ed il fatto che avesse appena trentadue anni non era di aiuto, però aveva la straordinaria capacità di capire come trasmettere sicurezza e serenità a chi le stava intorno, questa era la sua arma vincente, ed era decisa a giocarsi questa carta per guadagnarsi un'altra paziente da cinquanta euro a seduta.

    Dopo una chiacchierata, molto semplice, di circa trenta minuti, Videl decise che era giunto il momento di spingere un po’ sull’acceleratore, e chiese alla donna se era pronta a parlare del problema che le aveva accennato al telefono. A quel punto, nello studio, scese il silenzio, che durò per circa quindici minuti, finché il suono di una dolce melodia brasiliana non segnalò alle due giovani donne che il tempo era scaduto.

    La paziente si alzò dal lettino, quei quindici minuti di silenzio non l’avevano turbata, anzi le avevano dato il tempo di riflettere sul perché avesse deciso di rivolgersi ad una professionista di terapie del sonno.

    Nel momento in cui la donna chiese, alla giovane psicologa, quanto le dovesse per la seduta appena conclusa , rimase particolarmente sorpresa nel sentirsi rispondere che il primo giorno di terapia si pagava solo se il cliente ritornava.

    Ci furono alcuni attimi di silenzio, poi la paziente salutò con educazione e soddisfazione la dottoressa e si diresse con molta calma verso la porta guardandosi intorno ed ammirando i particolari quadri, in stile tinga tinga, appesi alle pareti della stanza.

    Guardando la donna uscire dallo studio la giovane psicologa pensò che a volte le strategie di marketing e fidelizzazione funzionano anche nelle terapie, infatti aveva guadagnato una nuova cliente.

    Ripiombando nel silenzio del suo studio, Videl guardò per un istante il telefono sulla scrivania e poi poggiando il ginocchio sulla sedia e facendo forza con entrambe le mani ne aprì il cassetto grande.

    Dopo aver cercato per qualche secondo estrasse una vecchia agenda telefonica e si mise a sfogliarla con lentezza fino ad arrivare alla lettera T.

    LA SIGNORA GRETA

    Appoggiata al davanzale della sua finestra, la vecchia signora Greta, guardava un macchina parcheggiata nel cortile di un officina di riparazioni, generiche, situata nella sua proprietà.

    Da quando suo marito, un ex imprenditore edile, era morto, il suo attaccamento al denaro era diventato quasi una malattia, e quindi ogni giorno si preoccupava di controllare quanti clienti entrassero in officina e la situazione dei suoi appartamenti in città.

    Ovviamente lei non usciva mai di casa, quindi affidava la supervisione dei suoi appartamenti ad un ragazzo di nome Teo, giovane disoccupato, laureato in filosofia e scienza politiche, che svolgeva per lei quotidianamente anche piccoli lavori manuali in cambio di pochi spiccioli e di uno sconto sull’affitto per il suo monolocale.

    Proprio in quel momento Teo le stava cambiando le lampadine di casa, aveva insistito per farle mettere quelle a risparmio energetico, ma secondo lei non valeva la pena spendere tanti soldi per delle lampadine, ed aveva optato per quelle più economiche.

    La signora Greta aveva la passione per la lettura di romanzi gialli, fin da piccola ne era stata appassionata, e questo aveva influenzato molto la sua vita, facendole scegliere la professione di fotografa freelance, anche se poi era finita ad occuparsi per lo più di gossip per riviste settimanali.

    Erano passati più di quarantacinque minuti, quando la padrona della macchina ritornò al suo veicolo in fretta e furia, con la giacca in mano e la camicia che spuntava da sotto il maglione fuori la gonna.

    Chiamò subito Teo per sottolineare la sciattezza della donna, però il giovane ragazzo non sembrò stupirsi più di tanto, nemmeno quando la signora Greta gli fece notare che al suo arrivo la donna era vestita con precisione.

    Prima di tornare alle sue lampadine il ragazzo commentò che dopo aver studiato la pederastica greca, non si scandalizzava più di nulla, ma la vecchia proprietaria di casa, aveva letto fin troppi romanzi di miss Marple, per non rendersi conto che in quell’officina stava succedendo qualcosa di sospetto.

    Ritornando nella solitudine della sua finestra, la signora Greta rifletteva sull’esigenza di indagare sulle attività illecite che si svolgevano in officina, e pur sapendo dello scarso interesse provato da Teo per la faccenda cominciò a urlargli che nei loro accordi c’era la supervisione di tutte le sue proprietà, compresa l’officina, ciò era una bugia, lo sapeva lei e lo sapeva anche Teo, ma entrambi fecero finta di nulla.

    Infine non soddisfatta raggiunse il ragazzo nell’altra sala e gli intimò di mandarli via alla prima rata non saldata.

    ZACK RIPARATORE

    La donna sul divano era ancora stordita, ma lentamente cominciava a focalizzare alcuni oggetti intorno a lei, aveva l’impressione che una parte del suo corpo si stesse muovendo, ma non riusciva a capire in che modo.

    Una voce dal tono basso borbottava qualcosa, ma non era ancora in grado di percepire cosa stesse dicendo e nemmeno da che parte provenisse.

    Man mano che trascorrevano i secondi, la donna, prendeva coscienza che il suo corpo, addormentato, si stava svegliando e cominciavano ad affiorare dolori alle cosce, al collo ed alla schiena.

    Quella voce bassa continuava a parlare, e i suoi occhi cominciavano a focalizzare la figura di un uomo alto, corporatura robusta, tendente al sovrappeso che guardava al di sopra di lei.

    Passati alcuni minuti cominciò chiaramente a capire che l’uomo le stava chiedendo come si sentisse, ma lei non riuscì a rispondere, ed il movimento delle sue labbra non produsse alcun suono.

    La donna si rese conto di essere distesa su di una poltrona e che l’uomo grosso le stava muovendo una spalla, poco dopo apparve un’altra figura piccola che si avvicinava per guardarla.

    I due uomini erano in piedi d’avanti a lei, parlottavano a bassa voce e sembravano molto spaventati, il più piccolo le porse un bicchiere d’acqua che lei accettò senza proferire verbo.

    A quel punto dopo aver bevuto ed essersi raddrizzata con molta fatica, focalizzò l’attenzione sul luogo, ripulito alla meno peggio e con molto disordine e sui due uomini, con la vaga sensazione di riconoscerli.

    L’uomo piccolo le riprese il bicchiere dalle mani e porgendolo al più grande gli fece segno di andarsene.

    Ora che era quasi completamente sveglia riusciva a prestare attenzione alle parole del piccoletto, era Zack il riparatore, e quella dove si trovava era la sua officina.

    L’uomo la mise a conoscenza che negli ultimi trenta minuti era rimasta semidistesa su quella poltrona, dopo essere improvvisamente svenuta.

    Riprese ormai quasi tutte le sue facoltà cognitive la donna, rialzandosi con l’aiuto di Zack, si risistemò frettolosamente l’abbigliamento e si guardò intorno per orientarsi.

    Zack la prese sotto braccio per accompagnarla verso l’uscita, la donna si lasciò condurre alla porta, prestando attenzione a non calpestare dei frammenti di vetro, verdi , che per un recondito motivo le sembravano familiari.

    Uscita dall’officina la donna si diresse verso la macchina parcheggiata, con un inspiegato senso di frustrazione, si girò per dare un ultima occhiata a Zack che la guardava dall’interno salutandola con un gesto della mano.

    Una volta salita nell’autovettura, fece manovra e con lo sguardo incrociò quello di una signora anziana alla finestra del palazzo di fianco l’officina, una scossa gli attraverso la schiena, con un rapido movimento inserì la prima e si allontanò frettolosamente dal parcheggio.

    GEDEONE

    Dopo cena Videl si concesse due bicchieri di amaro del colonnello. Il freddo non la invogliava certo a fare una passeggiata, ma doveva incontrarsi con un uomo.

    Non era un appuntamento sentimentale, Videl aveva bisogno di parlare con quell’uomo, perché era stato un detective, della squadra omicidi in passato e gli era stato segnalato da un suo vecchio compagno di scuola.

    Si mise il cappotto e si avviò per le strade desolate del centro, ripensando al perché si stava avventurando a casa di uno sconosciuto.

    Fortunatamente l’uomo non abitava lontano, e nel giro di pochi minuti Videl raggiunse la destinazione.

    Il palazzo era vecchio, con quel tipo di ascensore aperto dal quale si vede tutto intorno.

    Quando l’uomo aprì la porta, agli occhi di Videl si presentò un grasso cinquantenne in canottiera. La prima impressione era quella di aver sbagliato porta, ma il campanello parlava chiaro e la giovane allungò la mano presentandosi.

    Quando l’uomo si presentò dicendo di chiamarsi Gedeone, la giovane psicologa ebbe la tentazione di voltarsi e tornare in dietro, ma ormai era troppo tardi e si vide costretta

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1