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Quaderni di traduzione
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Quaderni di traduzione

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About this ebook

Mohammed el Amraoui, Anton Baev
Richard Berengarten, Monia Boulila
Jana Boxbergerová, Enán Burgos, Barbara Bracun
Michel Cassir, Metin Cengiz, Radhia Chehaibi
Marius Chelaru, Hsiu-chen Chen, Riki Daskal
Georges Drano Stamberg, Shaip Emerllahu, Sabahudin Hadžialić
Kamran Mir Hazar, Adriana Hoyos
Jeton Kelmendi, Roman Kissiov
Abdellatif Laabi, Kuei-shien Lee
Phllippe Lemoine, Krzystyna Lenkowska
Daniel Leuwers, Samira Negrouche, Amir Or
Milosava Pavlović, Tónia Passola
Belfjore Qose, Jaime Rocha, Diti Ronen
Anna Rostokina, Françoise Roy, Ricardo Rubio
Liana Sakelliou, Ana Clara Sanchez, Sharif al-Shafiey
Antoine Simon, Nicole Drano Stamberg
Ndue Ukaj, Athanase Vantchev de Thracy
Gustavo Vega, Yolanda Duque Vidal
Leticia Villagarcia, Carlos Vitale
George Wallace, Abdelmajid Youcef
Ilire Zajmi, Abdallah Zrika  


Questi i 50 autori tradotti nei "Quaderni di traduzione"

Un libro di traduzioni da 50 poeti di tutto il mondo per significare la necessità di un dialogo universale - forse la poesia non è ancora "un nuovo modo di risolvere i conflitti, educando al dialogo" (che è un pensiero di Papa Francesco) ma la conoscenza di più espressioni umane aiuta a comprendere le ragioni di uomini a torto ritenuti "diversi". 
LanguageItaliano
Release dateApr 11, 2018
ISBN9788833460949
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    Quaderni di traduzione - Giuseppe Napolitano

    Iannacone

    Mohammed el Amraoui

    (Marocco-Francia)

    Notte

    Sono già

    quindici giorni

    che mia figlia

    mi sveglia la notte

    per difendere

    il suo gregge

    da un lupo

    a forza di illusioni

    diventato sinonimo

    di quei rumori che solo

    si odono all’attento

    ascolto del silenzio della stanza.

    Durante la siesta

    il lupo

    minaccia di risvegliare

    il mio sogno.

    Inizio del giorno

    23 gennaio – il giorno

    entra nella casa come un viso

    senza il naso.

    Sul mio cranio

    troneggia ancora quasi piena una luna

    che qualcuno ha vestito di nomi e parole

    verticali:

    amore, oriente, scrivere,

    ascesa, minareto...

    Sul letto, un risveglio

    trascina tutte le ore

    che si alzano nel poi.

    E per la prima volta

    sento

    sfiorarmi ai piedi l’idea dell’infinito.

    Festa

    Per la via di Waterloo

    Laâyouni amico mio

    fa danzare la notte

    sopra un filo di luna

    che si alza come un satellite

    sulla terrazza della casa

    Qualche ubriaco saluta con un gesto

    la soglia del 1984

    La tubercolosi che ha ucciso George Orwell

    continua a espandersi

    subdolamente

    La via

    è un polmone di gomma

    che scambia per letto

    la metafora del resto della terra

    Mi sarebbe piaciuto

    fare una foto

    alla donna

    che da una vecchia finestra

    gettava insulti

    alle spalle dei passanti

    Laâyouni ed io

    cercavamo

    un punto

    che potesse mettere a posto le altre frasi

    Noi dividevamo la fisica del luogo

    in unità psicologiche

    legate dal vuoto

    simile a quello

    posto nel nostro ombelico

    come se l’emistichio del luogo stesso

    avesse una rima comune

    col tempo

    che si profilava sulle dita dei piedi.

    Traversata

    Una finestra

    spalancata

    affaccia

    su

    un cortile dove dei bambini

    si tirano dietro un sogno

    di un bianco intenso. Al caffè della stazione,

    il pessimismo mette i piedi sulla sedia

    e

    intorno

    a tutto questo

    segni sparpagliati dall’aria.

    Alla finestra, qualche passaggio

    e una tenda da cui esce

    la notte.

    Inverno stretto.

    I sensi ricuciono tutte queste cose

    – tutte queste cose

    che corteggio dopo l’estate. E per caso

    incontro un fruscio che mi ricorda

    una donna che porta dietro sé

    un secondo

    cielo.

    Anton Baev

    (Bulgaria)

    Plovdiv

    Come straniero vado in giro per questa città.

    Niente di me è più connesso con lei.

    I miei amici via… e i nemici pure

    via dietro di loro. Sta piovendo sul selciato.

    Così maturi gli acini

    come debbano scoppiare in un minuto

    o un secondo.

    Prendi e mangia quel che lascia il passato

    e metti su il tuo vestito bianco nel nome

    dell’amore sebbene amore non ci sia più.

    E siedi sotto la gronda

    coccolando passeri bagnati!

    È dolce dormire sotto il sole d’autunno…

    e sto chiedendo a me stesso

    perché dovrei svegliarmi

    se non aspetto nessuno in questa città.

    Quel che deve succedere succede ed è facile

    nelle mani a coppa raccogliere le cose finite…

    Ma sì – il tramonto è ancora lì sopra di me.

    E sto in piedi come il settimo colle in città.

    Gerico

    I tuoi profeti mio Dio sono al di sopra.

    Ma pure in ogni modo ho compreso –

    quelli nati da carne e amore

    sono dannati a morire nel peccato.

    Mortale un canto come fumo – la loro fede

    sta volando in un vento di tempesta.

    Lo Spirito Santo su di noi si posi

    – mentre dormiamo appena si è voltato.

    Questi sono i poeti morti.

    Soffiano per noi le loro voci.

    Speriamo di poterle udire ancora

    finché il cantore grida alle porte di Troia.

    Ritorno a casa

    E tutto questo è acutamente familiare.

    La tavola. E la sedia. E il divano.

    E i ragni – che non pagano affitto.

    E le loro reti sul soffitto.

    E le poche gocce di luce

    che depositano il tramonto.

    E il silenzio ingombrante.

    E quelle lacrime…

    Carthago delenda est

    Bene – il mare ancora ci seppellirà

    nel suo fondo inesplorato.

    E Carthago delenda est!

    I barbari arriveranno.

    La cittadella rotolerà verso di noi

    da quella china.

    Per tutti i morti la nave del tempo

    è una casa ospitale.

    Ragazzi della terraferma –

    nel fango della risacca

    per anni avete costruito navi e navi

    aspettando la marea!

    L’ultima onda cancellerà le nostre orme

    dalla sabbia.

    Ma sulla nostra pelle

    spiagge tatuate conserveremo

    Proteo

    All’alba in massa le foche si ribellano.

    L’isola di Paro precipita a fondo.

    Con i miei occhi accesi di vento e di sale

    completamente abbandonato sulla sabbia mi distendo.

    Ma ho previsto può darsi la morte di un’altra persona…

    Che razza di pastore ha rubato il mio gregge

    o accecato i miei occhi con un pezzo di nera bandiera

    – così che non possa vedere il mio gregge mai più…

    Lontano lontano – sopra la schiuma e le onde

    – il sole si alza fisso come l’occhio di un corvo.

    Sopra quale spiaggia lancerà un’ombra

    con la diabolica sua ala di catrame?

    Da ogni parte avvoltoi si alzano.

    Da tutti i mari battelli a vela vengono.

    E soltanto l’ascia terribile del cielo

    sopra i miei bambini è sospesa…

    Il mare mi ricopre di alghe

    (mai si darà alla nascita di una dea).

    E il dono previsto luccica

    sulla cima del prato marino.

    Richard Berengarten

    (Gran Bretagna)

    La luna sul mare a Gaeta

    Tempo di quando così piena la gioia

    che sento potrei scoppiare

    quando infatti è proprio

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