Frequency - Progetto Prometeo - Parte 1
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Book preview
Frequency - Progetto Prometeo - Parte 1 - Renato Garofalo
VI
Avviso importante
Ogni riferimento a persone esistenti, organizzazioni, o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Sinossi
Piangere sopra un male passato è il mezzo più sicuro per attirarsi nuovi mali. Quando la fortuna toglie ciò che non può essere conservato, bisogna avere pazienza: essa muta in burla la sua offesa.
(Oscar Wilde)
Era passata una settimana da quando Devon aveva fatto ritorno da Nizza con i floppy di Anchisi che Mike aveva con sé. Le informazioni al loro interno si sono rivelate molto più utili di quanto si potesse pensare. Grazie a queste, Leon e il suo gruppo sono venuti a conoscenza di un centro di ricerche dell'HVR sulle alpi svizzere. Quello che però non potevano sapere è che in quel centro c'è stato un incidente molto grave, il cui unico testimone era il malcapitato Colonnello Vladimirov. Oltre a questo, le informazioni custodite nei floppy recuperati indicavano che Anchisi faceva il doppio gioco, lavorando per qualcuno di esterno all'organizzazione. Un qualcuno coinvolto anche nel furto di dati sensibili dagli archivi informatici dell'HVR. I dati venivano inviati in un non precisato luogo a Salisbury, in Inghilterra. Proprio con questi due presupposti, Leon era intenzionato ad organizzare due spedizioni, al fine di scoprire chi stesse rubando quei dati e cosa ci fosse in quel centro di ricerche in Svizzera. Anche se la risposta non gli sarebbe piaciuta...
L'autore
Renato Garofalo è nato a Napoli, l'11 febbraio del 1990, dove vive tutt'oggi. I suoi studi differiscono molto dal tipo di carriera che ha deciso di intraprendere . Infatti ha conseguito il diploma di Geometra, che non gli è servito a molto ; ciò lo ha spinto ad optare verso una nuova strada. Da sempre appassionato di automobili, ha comunque coltivato negli anni una certa passione per la scrittura, che lo ha portato a lavorare nei precedenti due anni alla pubblicazione di questo libro , alla realizzazione della macrostoria della correlata saga, facendola nascere dapprima come sceneggiatura, ed in seguito rivista come racconto. Alcune sue idee fanno riferimento ad alcuni maestri del cinema horror e fantascientifico, tra i quali Ridley Scott, John Carpenter e Sam Raimi, ed artisti surrealisti tra cui Hans Ruedi Giger. Da aggiungere anche una sua passione per i lavori di Quentin Tarantino, che lo hanno influenzato in alcuni tratti. Oltre che i primi quattro episodi della saga di Frequency, con il quinto in realizzazione, tra i suoi progetti ne figurano già altri del genere, sia collegati ad essa, sia intraprendenti nuove strade.
Per contattare l'autore, potete inviare una mail al seguente indirizzo di posta elettronica:
iwanttobelieve815@gmail.com
Antefatti
Prometeo era un titano dei miti greci. Egli nutriva grande affetto nei confronti del genere umano, anche superiore a quella degli Dei dell'Olimpo, in quanto fu colui che ispirò lo spirito di vita nella terra che aveva plasmato a sua immagine e somiglianza. Prometeo era il creatore dei primi uomini. Essi vivevano liberi da fatiche e malattie, ma subordinati agli stessi Dei olimpici. Per questo motivo Prometeo decise di emancipare le sue creature donando loro il fuoco divino rubato agli stessi dèi. Prometeo si addentrò di notte nell'Olimpo ed accese una torcia col carro di Elio, portando il fuoco agli uomini. Ciò scatenò le ire del padre degli Dei, che fece costruire da Efesto una donna di nome Pandora, col compito di punire l'umanità per il fuoco che Prometeo aveva donato loro, offrendola in dono ad Epimeteo, fratello di Prometeo, che però, messo in guardia da questi di respingere qualsiasi dono offerto da Zeus, la rifiutò. Il padre degli Dei, infuriato, decise di far incatenare Prometeo sul monte più alto, completamente nudo, esposto alle intemperie e con una colonna conficcata nel corpo. Zeus mandò inoltre un'aquila, col compito di squarciare il petto e dilaniare il fegato del titano, al quale ricresceva il giorno successivo, con l'intento di confinarlo in quella condizione per l'eternità.
Per questo Prometeo viene usato spesso come simbolo della lotta e del progresso contro i poteri forti. E proprio come Prometeo che voleva dare grandi doni all'umanità e farla progredire, così nacque il progetto che porta il suo nome, ad opera del dottor Nishimura, scienziato sul libro paga di Hansel Von Reicher. Lo scopo del progetto era quello di portare a nuove conoscenze attraverso gli studi sull'altro universo e le creature che lo popolavano. Con l'unica differenza che non era per il bene del prossimo. Ma qualcosa andò storto durante l'ultimo esperimento del dottore. Una nuova minaccia si stava abbattendo sul mondo, e presto Devon, Walter, Leon e tutti gli altri se ne sarebbero accorti. Ancora all'oscuro dei recenti avvenimenti che si sono verificati nel centro di ricerche sulle alpi svizzere, i ragazzi stavano godendosi la vittoria per il recupero dei floppy su cui Anchisi aveva nascosto dati importantissimi sull'organizzazione. L'Idra chiamata HVR, che aveva mostrato le altre teste insieme a quella di Von Reicher. Il signor Cooper, il signor Gao, il signor Barengo, il professor Naran, la dottoressa Lemaire e il segretario MacReary erano, insieme al Generale e al defunto Anchisi, i capi dell'organizzazione. Nel centro di ricerche però avvenne un incidente durante la visita di Vladimirov, mandato a cercare una talpa che vendeva informazioni all'esterno. Ciò che ne scaturì fu la morte di tutto il personale e la liberazione di alcune creature ottenute mediante l'ibridazione genetica tra esseri umani e creature dell'altro universo. La struttura entrò quindi in una fase di quarantena, sigillandosi del tutto, non prima che Vladimirov e i suoi uomini riuscissero ad uscirne. Bloccate all'interno, le creature hanno avuto modo di vagare liberamente tra i freddi e bui corridoi del centro, mentre il Colonnello fuggiva con il resto dei suoi uomini verso la più vicina stazione di comunicazione, al fine di allertare il Generale sui recenti sviluppi.
Ignaro di tutto, Leon decise di organizzare una spedizione in solitaria verso il centro di ricerche, mentre gli altri si sarebbero diretti in Inghilterra, nella contea del Wiltshire, a Salisbury, dove erano stati inviati i file trafugati all'HVR, al fine di capire chi si nascondesse dietro questa manovra.
Capitolo I
Era la mattina del 20 giugno 1989. Nelle strade di Berlino echeggiava ormai da una settimana il continuo ed incessante rumore di mezzi pesanti, martelli pneumatici, urla dei manifestanti e festeggiamenti per lo smantellamento del muro che divideva la città.
Il Generale se ne stava seduto alla scrivania del suo ufficio, vestito con un completo gessato blu, camicia azzurra e cravatta argentata, intento a fumare una sigaretta e leggere alcuni documenti, quando venne interrotto dal suono dell'interfono.
- Sì? - chiese Von Reicher con voce fredda e distaccata.
- Signore, c'è il Colonnello Vladimirov sulla 1 - rispose la sua segretaria all'altro capo.
- Passamelo - concluse l'uomo, alzando la cornetta del telefono e rispondendo.
- Generale, sono Vladimirov! - gridò l'uomo all'altro capo, con in sottofondo un forte rumore di vento, che disturbava parecchio la comunicazione.
- Colonnello, è una settimana che non fa rapporto. Spero abbia una buona scusa - disse il Generale con fare iracondo.
- Signore, abbiamo un grosso problema... -
- Parli, Colonnello! -
- C'è stato un incidente, Signore. La base è attualmente sigillata in seguito alla quarantena. -
- Cosa? -
- E non è tutto, Signore. Il dottor Nishimura è morto. -
- Com'è successo? -
- Alcuni dei suoi esperimenti hanno preso il sopravvento e spazzato via tutto il personale della struttura. Io e alcuni dei miei uomini siamo riusciti ad uscire appena in tempo, ma nel tentativo di recuperare un radiotelefono siamo rimasti bloccati nella galleria d'accesso alla base, che è crollata davanti a noi. Fortunatamente avevamo dell'acqua, ma abbiamo dovuto scavare a mani nude per uscire. Abbiamo raggiunto il campo base e solo ora abbiamo potuto comunicare con lei. Ci serve la squadra di contenimento, con l'armamento pesante e le attrezzature per aprire le porte corazzate - spiegò Vladimirov.
- Ha avuto modo di salvare campioni e file? - chiese quindi il Generale.
- Sì, certo Signore. Ho tutto in una valigetta. -
- Ben fatto Colonnello. Lei resti al campo base. Le mando subito un elicottero per il recupero. Torni qui a Berlino con il materiale. -
- Signore, vorrei restare qui a coordinare la squadra di contenimento, se possibile. -
- Non serve, Colonnello. La struttura è perduta, ormai. I dati e i campioni sono in salvo. -
- Ma Signore... Vuole davvero lasciare la struttura così? -
- Non discuta, Colonnello. Abbiamo ciò che ci serviva. La struttura sarebbe stata comunque chiusa una volta ottenuti quei dati e Nishimura ucciso una volta appurato il suo tradimento. -
- Capisco Signore... -
- Bene, torni a Berlino con i suoi uomini e si dimentichi di quel posto. E questo è un ordine. Sono stato chiaro? -
- Sì, Signore. Chiarissimo... -
- Bene. Le invio l'elicottero. La attendo con la valigetta - concluse il Generale, interrompendo la chiamata e lasciando Vladimirov senza parole.
Nel frattempo, al rifugio di Monteriggioni, Leon era seduto al tavolo del salotto, intento a studiare una mappa del Massiccio di Mishabel. Indossava una t-shirt bianca, dei jeans e degli scarponcini marroni. Lì vicino alla mappa c'era una bottiglia di Chivas e un bicchiere con del ghiaccio.
- Ehi! - esclamò improvvisamente Cheryl, prendendo l'uomo alle spalle e spaventandolo. La ragazza indossava una salopette in jeans, con una maglietta rossa e delle scarpe da ginnastica bianche.
- Ti dispiacerebbe fare un po' di rumore quando ti avvicini? - chiese Leon, riprendendosi dallo spavento. La ragazza sorrise.
- Dov'è finito il tuo udito super infallibile? - replicò Cheryl, muovendosi attorno al tavolo, volgendo lo sguardo alla mappa.
- Ancora a studiare queste carte? - aggiunse. Leon annuì.
- Sì, a breve dovrò partire. Non posso andare allo sbaraglio - rispose l'uomo.
- Come la vedi? -
- Direi che è fattibile. Ma ci vuole un mezzo adatto al terreno. -
- Moto da cross? -
- Sarebbe l'ideale. -
- Perché mi sa tanto che stai per fare una stronzata? -
- Forse perché è una stronzata? -
- E allora non farla! -
- Devo! Altrimenti le nostre vite non torneranno mai alla normalità. -
- Ma che senso ha una vita normale se poi non ci sei tu con me? - concluse Cheryl, dando poi le spalle all'uomo e raggiungendo la finestra, intenta ad accendersi una sigaretta.
- Io non ti lascio, Cheryl. Mettitelo bene in testa. Sei la cosa più importante che ho. Ma se vogliamo una vita normale ci sono cose che dobbiamo fare ora che possiamo - spiegò l'uomo, alzandosi dal tavolo e raggiungendo la ragazza, abbracciandola da dietro le spalle. Cheryl non fece nulla, rimanendo immobile, con la sigaretta accesa in bocca.
- Ci credi ancora a questa cosa della vita normale, eh? - chiese la ragazza.
- Senza di te non ci crederei nemmeno - rispose Leon, dandole un bacio sulla testa.
- A proposito, ma Roger dov'è? - aggiunse l'uomo.
- Mi pare sia andato al camper da Devon e Fiona a prendere una cosa. -
- E che ci fanno Devon e Fiona al camper? -
- Credo stiano giocando alla dottoressa e l'ammalato
... - concluse Cheryl.
Intanto, proprio nel camper, c'erano Devon e Fiona, completamente nudi e intenti a fare sesso come se non ci fosse un domani. Lei stava seduta sul lavello del cucinino, avvinghiata con le braccia attorno al collo di lui e la gamba sinistra sul suo sedere, mentre il ragazzo invece era in piedi e la prendeva con irruenza, mantenendola per i fianchi, con i loro corpi sudaticci che si sfregavano a vicenda. Gli unici rumori che si sentivano erano i gemiti di piacere dei due, misti al respiro affannoso e il ritmico sbattere di una delle porte dei mobiletti della cucina, che era semichiusa e veniva colpita dal ginocchio di Devon. Tutto intorno c'erano vestiti e oggetti vari, buttati a terra o sul tavolo.
- Ti spiacerebbe allentare la presa? Ahhh... Mi stai... soffocando... - disse il ragazzo, prendendo fiato. Fiona però strinse ancora più forte, fregandosene di quello che il ragazzo le aveva appena detto.
- Non fermarti o ti ammazzo! Ah... Ahhhhhhhh... - gridò la ragazza, raggiungendo l'apice del piacere, mentre Devon cominciò a mostrare un preoccupante colorito violaceo.
Improvvisamente la porta del camper si aprì ed entrò Roger, che in quell'occasione vestiva con una maglietta dei Pink Floyd, dei pantaloni marroni e delle scarpe da ginnastica grigie.
- Ehi, sorellina? Devon? Come v... Oh Cristo! Oh, no... No! Ma che cazzo! Almeno mettete un cartello fuori dalla porta, o un calzino, qualcosa che faccia capire, insomma... - si interruppe Roger, che vide di sfuggita i due fare sesso sul lavello della cucina, per poi coprirsi gli occhi con una mano come un bambino.
Devon e Fiona, ancora affannosi, si staccarono ed afferrarono le prime cose che avevano sotto mano per coprirsi. Lei prese la camicia blu di Devon, mentre lui afferrò una delle padelle sul cucinino per coprirsi l'uccello.
- Scusa Roger. Tutto okay? - chiese Devon, visibilmente in imbarazzo.
- Tutto okay una sega! Se dovete farlo, fatelo sul letto. Sul quel cucinino ci preparo il pranzo quando lavoro. Cristo! - rispose a tono Roger. Fiona si mise a ridere.
Poi Roger raggiunse l'armadietto di fianco alla postazione computer e prese una busta di plastica bianca, in cui c'era una seconda busta, però trasparente, dalla quale si potevano vedere pacchetti di filtri, cartine e un vero e proprio cespuglio di marijuana che la riempiva completamente. Ne era almeno qualche chilo.
Guardò quindi i due con fare sconvolto e decise improvvisamente, senza alcun motivo particolare, di cambiarsi la maglietta. Si sfilò quella dei Pink Floyd, mettendola nella cesta dei panni sporchi vicino al bagno e afferrò dall'armadio una maglietta rossa col volto di Ray Charles.
Improvvisamente gli squillò il cellulare e rispose.
- Pronto? -
- Roger, sono Leon, dove sei? -
- Sono al camper. Ero andato a prendere una cosa. Ma ora passo