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A mór l’istà. Muore l'estate: Poesie in lingua ferrarese e italiana
A mór l’istà. Muore l'estate: Poesie in lingua ferrarese e italiana
A mór l’istà. Muore l'estate: Poesie in lingua ferrarese e italiana
Ebook39 pages19 minutes

A mór l’istà. Muore l'estate: Poesie in lingua ferrarese e italiana

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Se si è nati dove e quando si parlava solo il dialetto, non importa quali studi si siano fatti e quali vicende ci abbiano accompagnato ad accantonare la parlata di un tempo: prima o poi emerge, con determinazione, la voglia di ripensare quegli etimi, di riascoltare quelle voci, di scrivere quello che forse non era destinato, allora, ad essere scritto. Succede. Succede anche a chi, come Luciano Montanari, sa scrivere molto bene in Italiano, prova ne siano le sue produzioni di racconti e romanzi. In questa silloge di venti poesie in lingua ferrarese troviamo voci antiche, genuine e spontanee, che documentano una conoscenza sincera e schietta di questa “strana parlata”, con l’apporto di qualche voce recente, certo, com’è naturale che sia. E sempre precisa e incisiva è la descrizione dei moti dell’animo, delle stagioni, dei luoghi e delle cose, con le parole di questa lingua “poveretta”, ma in realtà di una preziosità unica. (Floriana Guidetti Bacilieri)
LanguageItaliano
Release dateMay 4, 2018
ISBN9788828319344
A mór l’istà. Muore l'estate: Poesie in lingua ferrarese e italiana

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    A mór l’istà. Muore l'estate - Luciano Montanari

    DIGITALI

    Intro

    Se si è nati dove e quando si parlava solo il dialetto, non importa quali studi si siano fatti e quali vicende ci abbiano accompagnato ad accantonare la parlata di un tempo: prima o poi emerge, con determinazione, la voglia di ripensare quegli etimi, di riascoltare quelle voci, di scrivere quello che forse non era destinato, allora, ad essere scritto. Succede. Succede anche a chi, come Luciano Montanari, sa scrivere molto bene in Italiano, prova ne siano le sue produzioni di racconti e romanzi. In questa silloge di venti poesie in lingua ferrarese troviamo voci antiche, genuine e spontanee, che documentano una conoscenza sincera e schietta di questa strana parlata, con l’apporto di qualche voce recente, certo, com’è naturale che sia. E sempre precisa e incisiva è la descrizione dei moti dell’animo, delle stagioni, dei luoghi e delle cose, con le parole di questa lingua poveretta, ma in realtà di una preziosità unica. (Floriana Guidetti Bacilieri)

    RIMPIÀNT

    RIMPIANTI

    A vrév...

    Oramài a la tgnós a memòria

    tùta la stòria, la stòria dal mónd:

    a vòl dir èsar trist, esr’alègar;

    a vòl dir lauràr fòrt, mo par chi?

    Vìvar l’è stà sémpr’uη cumbàtar:

    una guèra, mó parché, cóntra chi?

    Gh’àl dirìt l’òm

    d’impónras, da sémpar, sul più dèbul?

    A mì – ch’a sóη tant stuf – am bastarév

    ad vìvar una vita int la quiét:

    na cà vècia, sol na capunàra,

    mó con d’atóran di bèj àrbul vérd,

    e luntàη purasà da tanta źént.

    Là, iη cal rifuģ uη pó a l’antìca,

    a vrév, finalmént, par una vòlta,

    dśmandgàram fóra al mónd e iηlùdram

    ad scrìvar, par al rest

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