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Giacomo da Itri
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Giacomo da Itri

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About this ebook

Un grande personaggio emerge da secoli bui e ci racconta la sua vita spesa al servizio dei Papi e della Chiesa del XIV secolo. La crisi delle istituzioni ecclesiastiche, le lotte politiche dell'Italia del tempo, il confuso e tragico periodo del Grande Scisma d'Occidente fanno da sfondo al racconto. Questo grande personaggio nato nel piccolo centro aurunco di Itri, nel basso Lazio, partecipa ed è tra i principali attori nel grande palcoscenico della Storia.
LanguageItaliano
Release dateMay 12, 2018
ISBN9788833461274
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    Giacomo da Itri - Paolo Manzi

    giacomo-itri_fronte.jpg

    Giacomo da Itri. Una vita nella Chiesa del XIV secolo

    di Paolo Manzi

    Direttore di Redazione: Jason R. Forbus

    ISBN 978-88-3346-127-4

    Pubblicato da Ali Ribelli Edizioni, Gaeta 2022©

    Saggistica – Storia e cultura

    www.aliribelli.com – redazione@aliribelli.com

    È severamente vietato riprodurre, in parte o nella sua interezza, il testo riportato in questo libro senza l’espressa autorizzazione dell’Editore.

    Paolo Manzi

    GIACOMO DA ITRI

    Una vita nella Chiesa del XIV secolo

    AliRibelli

    Ringrazio:

    il giornalista scrittore Alfredo Saccoccio per la consulenza storica;

    il pittore Davide Manzi per la realizzazione della copertina.

    Sommario

    In illo tempore I

    Il giorno diventerà notte

    In illo tempore II

    18 settembre 1381 - Napoli, Chiesa di Santa Chiara

    In illo tempore III

    Anni prima - Roma 17 gennaio 1377

    Papa Urbano VI

    Dietro le quinte

    Un secondo papa

    Conseguenze politiche

    Conseguenze dello scisma

    La politica di Urbano verso Napoli

    Carlo D’Angiò Durazzo e la sua guerra

    Strategia della regina Giovanna

    Trattative tra Urbano VI e Carlo

    Carlo di Durazzo incoronato re di Napoli

    Il cardinale di S. Prassede sbarca a Napoli

    18 settembre 1381 - Napoli Chiesa di Santa Chiara

    Varie fonti

    In illo tempore: IV

    Inizio della carriera ecclesiastica

    Arcivescovo di Otranto

    Incarico contro gli eretici

    Supervisore dei monasteri greci in Italia meridionale

    In Avignone

    Nunzio Apostolico in Toscana

    Patriarca di Costantinopoli

    Rapporto di amicizia con S. Caterina da Siena

    Ritorno a Otranto

    A Roma

    In illo tempore: epilogo

    Varie ipotesi

    Il giorno diventò notte - 1 gennaio 1386

    Legenda:

    Fonti e Bibliografia

    In illo tempore I

    Il giorno diventerà notte

    Il giorno diventerà notte, il buio prenderà il posto della luce, le tenebre ci avvolgeranno. Le stelle non brillano più. Una volta erano il riferimento per il viandante di questa terra, adesso indicano la via della perdizione. Non distinguiamo più la luce del sole dal riflesso della luna. Saturno sta avendo il sopravvento sulle altre stelle. La terra non è più in armonia con il firmamento celeste, il disordine sconfiggerà l’ordine del creato senza che noi ce ne accorgiamo.

    Solo la Chiesa ci può salvare, ma la Chiesa povera e pura, come erano puri Gesù e Francesco. La Chiesa deve essere povera come lo erano Gesù e i suoi apostoli e come è stato S. Francesco. Invece, in questi anni, si è messa al servizio dei potenti e dei re di Francia, è diventata una meretrix magna, ricca e corrotta.

    Le gerarchie ecclesiastiche conducono una vita nel lusso, nella corruzione dei palazzi e delle corti. Da quando i papi hanno scelto Avignone, come loro dimora, la Chiesa si preoccupa solo delle cose terrene e legifera con gli istinti della carne, è diventata ecclesia carnalis.

    I più alti rappresentanti, i cardinali e vescovi, vivono come principi e la popolazione non ha da mangiare. Il papa che ha regnato una generazione passata ci ha scomunicato. Al contrario siamo noi i veri seguaci di Cristo. Solo noi mettiamo in pratica la regola di S. Francesco, nella povertà, come ci ha insegnato lui, seguendo il messaggio di Gesù.

    Verrà il tempo in cui sulla cattedra di S. Pietro salirà un rappresentante del nostro ordine. Lui sarà povero, non possiederà beni terreni e porterà a termine la grande riforma della Chiesa.

    Carestie e guerre si abbatteranno sulla terra. Tutti ne pagheremo le conseguenze. Pregate, osservate i precetti che Gesù ci ha lasciato: Beati i poveri di cuore. Preparatevi alle miserie e ai tormenti che colpiranno questa terra.

    Monaci, fraticelli solitari, predicavano per campagne e villaggi.

    La popolazione intimorita e confusa pregava, si batteva il petto, si cospargeva il capo di cenere e accorreva nelle chiese.

    In quel tempo, inverni lunghi, freddi e senza pioggia, alternati a stagioni estive brevi e piovose, impedivano la maturazione del grano, dell’uva e dei prodotti della terra. I raccolti delle campagne erano miseri e i viveri scarseggiavano. In tante regioni i nobili e il clero se ne accaparravano quanto più potevano lasciando la popolazione alla fame.

    In illo tempore II

    18 settembre 1381 - Napoli, Chiesa di Santa Chiara

    I fumi acri delle candele riempiono il vuoto delle navate e si mischiano all’aria calda dei finestroni aperti. La chiesa di S. Chiara lentamente si riempie di persone vocianti concitatamente, a bassa voce. Entrano uomini vestiti con mantelli lunghi fino sotto le ginocchia, seguiti dai servi con poltrone e cuscini, l’odore salmastro del sudore si mescola a quello delle candele. D’un tratto, la folla fa spazio riverente fin sotto le transenne, un silenzio carico di attesa riempie la chiesa. Arriva il nuovo re di Napoli, Carlo III d’Angiò Durazzo, con tutta la servitù, baldacchini e stendardi; va spedito fino alla poltrona accanto all’altare. Nell’attesa, un sottofondo di chiacchiericcio riempie il silenzio.

    Fuori, ai piedi della scalinata della chiesa, arrivano carrozze scoperte trainate da cavalli, seguite da persone armate con lance, spade e con la testa coperta da elmi. Dalla prima scendono degli individui con vestiti tipicamente ecclesiastici. Tra questi ultimi, il primo sceso dà ordini agli armati con gesti e con voce perentoria, i quali si apprestano a far scendere dai carri del seguito altre persone con catene alle mani e ai piedi. Tra queste, in tutto quattro, due indossano vestiti color porpora. Anche loro sono gente di chiesa e altre due sono vestite più dimessamente. Quattro armati accerchiano il primo incatenato e gli altri due con i vestiti dimessi. Altri quattro armati spingono e accompagnano la seconda persona incatenata, col vestito color porpora, su per la scalinata fino all’entrata della chiesa e lo consegnano a quattro chierici vestiti di bianco, i quali, preso in consegna il prigioniero, aspettano il permesso di entrata. La gente all’interno si ammutolisce improvvisamente. La persona scesa per prima, constatato il silenzio

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