Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

I drammi del mare di Eugene O'Neill: guida alla lettura
I drammi del mare di Eugene O'Neill: guida alla lettura
I drammi del mare di Eugene O'Neill: guida alla lettura
Ebook83 pages1 hour

I drammi del mare di Eugene O'Neill: guida alla lettura

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Breve saggio sui drammi giovanili di Eugene O'Neill, primo grande scrittore di teatro americano e premio Nobel. Comprende un'introduzione sulla nascita del teatro americano, una breve biografia dell'autore e l'analisi delle maggiori tematiche present nei primi brevi lavori di O'Neill ambientati sulle navi.
LanguageItaliano
PublisherCarla Aira
Release dateMay 13, 2018
ISBN9788828322870
I drammi del mare di Eugene O'Neill: guida alla lettura

Read more from Carla Aira

Related authors

Related to I drammi del mare di Eugene O'Neill

Related ebooks

Literary Criticism For You

View More

Related articles

Reviews for I drammi del mare di Eugene O'Neill

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    I drammi del mare di Eugene O'Neill - Carla Aira

    carla aira

    I drammi del mare di Eugene O'Neill

    guida alla lettura

    Copertina creata da Paolo calloni

    UUID: 949e6b9c-568e-11e8-8cc2-17532927e555

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Guida alla lettura ... Eugene O'Neill

    Il teatro americano

    Il 13 dicembre 1953, due settimane dopo la morte di Eugene O’ Neill, in New York Times pubblicava un articolo del critico Brooks Atkinson che conteneva questo rimpianto: Un grande scrittore è scomparso dalla scena del mondo. Uno spirito eletto e il nostro più grande drammaturgo ci ha lasciato e adesso il mondo teatrale americano è divenuto più piccolo, più ordinario. Per consenso universale O’ Neill era divenuto il più grande scrittore di teatro in America, tanto che i suoi lavori erano già entrati nelle antologie e la sua carriera era stata descritta cronologicamente nelle storie della letteratura.

    Queste opere e poche altre [...] hanno fatto di Eugene O’ Neill il maggiore drammaturgo vivente americano... e la sua opera è unicamente di teatro, scriveva il critico O. Cargill.

    Non si trattava della solita retorica scritta dopo la morte, o su libri dedicati ad un autore. Nel caso di O’Neill non si può far altro che definirlo primo drammaturgo americano nel vero senso della parola, poiché non si può parlare di teatro in America fino all'inizio del ventesimo secolo in quanto non sarebbe appropriato definire teatro le forme sceniche che lo hanno preceduto.

    I puritani, sbarcati per primi come colonizzatori dell'America settentrionale, avevano portato con loro quel senso di peccato quasi superstizioso, insieme con il sentimento di colpa che già aveva costretto alla chiusura dei teatri inglesi dal 1642 al 1660. Inoltre, gli stessi problemi di sopravvivenza che avevano fatto ritardare uno sviluppo culturale letterario nel senso più ampio del termine, tanto più avevano impedito l'avvio di un'arte tra le più popolari ancor oggi esistenti come quella del teatro. Senza contare che la stessa influenza europea, presente in qualunque campo dell'America ai suoi inizi, la si ritrova qui, nell'ambito teatrale: basti pensare che fra i ben noti predecessori inglesi si annoverano nomi come quello di Shakespeare. Dunque, l'inizio fu difficile, meglio, si trattò di una continuazione rozza e disorganizzata del teatro della madrepatria. Infatti le prime compagnie, i primi gruppi di attori, venivano dall'Inghilterra, da Londra.

    Giustamente B. Hewitt definisce un altro Colombo il direttore del primo vero e proprio gruppo di attori che si avventurò nell'impresa di un viaggio da Londra a New York, quello di William Hallow a metà del secolo diciottesimo. Successivamente, dopo le seconde nozze della vedova di Hallow con l'attore Douglas, la compagnia fu chiamata American Company e, nel 1767, presentò la prima tragedia americana Il principe di Parzia in cinque atti, ispirata a Shakespeare e ai tragedisti inglesi. Nel 1768 New York vide il suo primo teatro, the John Street Theatre . Con lo scoppio della guerra civile in continente, la compagnia si sciolse per riprendersi solo nel 1782. Ma ormai il seme era stato gettato e la formazione di nuove compagnie, come pure la costruzione di teatri, vennero facilitati: Boston, Philadelphia, New York divennero centri teatrali di grido. Nacquero attori più preparati e capaci dei precedenti e, naturalmente, le compagnie fecero concorrenza a quelle di New York. Gli attori vivevano una vita abbastanza facile, anche se socialmente non erano ancora del tutto accettati. La partecipazione del pubblico si faceva sempre più attiva attenta, soprattutto dopo la costruzione del Park Theatre di New York nel 1798. Purtroppo, l'audio non era buono, nei posti vicino al palcoscenico non si riusciva a vedere la scena, e inoltre questo teatro non venne mai finito né ben tenuto come molti altri dello stesso periodo e fu raso al suolo da un incendio causato dall'illuminazione a candele.

    Nonostante ciò, la costruzione di un teatro completo sul modello di quell'inglese costituì una novità in America, permise la nascita di nuovi drammi composti dagli stessi capogruppo e spronò la costruzione di teatri in altre città, soprattutto dopo l'espansione territoriale. In seguito alla corsa all'oro, si cercò di portare sulla scena le figure tipiche di quella terra: l'indiano, lo yankee, il negro e in ultimo l'eroe della città e della vita 'bassa' della città.

    Gli attori si specializzarono in queste parti, anzi, addirittura si cercò di scrivere opere che si potessero adattare alle loro capacità di recitazione. Come conseguenza si ebbe quello star system di cui ha tanto sofferto la cultura americana e che porterà ad opere sempre più scadenti, per mettere in evidenza il personaggio. Nonostante ciò, il teatro stava cercando di avvicinarsi sempre di più alla realtà, soprattutto con l'espandersi e l'aumentare della popolazione per il conseguente mutamento dell'economia da agricola a commerciale ed industriale.

    L'America iniziava, così, a sentirsi forte, sia in campo economico sia in campo culturale e rifiutava l'influenza della madrepatria Inglese soprattutto in campo artistico dove ormai erano nati talenti come quelli di Walt Whitman e di Herman Melville; non solo, iniziava anche a notarsi un rifiuto degli attori inglesi.

    Si sentiva insomma la necessità di una rappresentazione tipicamente e completamente americana.

    Si cercò anche di eliminare quel divismo che aveva improntato tutta la prima metà del secolo 19° secolo con un ritorno alla compagnia stabile in cui uno o due grandi attori di grido in quel momento venivano saltuariamente a recitare.

    Ne sono un esempio la compagnia di W. E.Bunton che aprì la stagione dell’ Opera House a New York con John Brougham e Caroline Chapman e quella di Wallack, con il suo Wallack’s Lyceum che offrì agli spettatori come partecipazione straordinaria, saltuariamente, l'attrice Matilde Heron.

    Nel 1866 le scene americane offrirono anche un'altra novità, l'opera musicale, che sarà poi sfruttata commercialmente dal grande ingranaggio di Broadway. Un esempio: The Black Crook.

    Il teatro divenne intrattenimento popolare alla base del quale c’erano travestimenti come nel burlesche dove gli uomini hanno ruoli femminili e hanno il compito di mettere in

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1