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Eroe
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Ebook57 pages52 minutes

Eroe

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Un padre e un figlio: in mezzo l'esistenza, con il peso delle sue contraddizioni. Eroe è un racconto bellissimo, vero, scritto con maestria e grande sensibilità, che parla della vita.  

Maria Leisure attraverso la scrittura di racconti vuole discutere di psicologia, cultura e tecnologia. Della stessa autrice “I racconti dell’Inatteso” (2018) e “Emozioni future” (2018).
LanguageItaliano
PublisherPasserino
Release dateMay 13, 2018
ISBN9788893458931
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    Eroe - Maria Leisure

    arreso"

    La partenza

    Nuccio aveva trovato una cartolina per terra. La lesse, la raccolse e la portò a casa. La nascose nel portafogli. Poi ci ripensò. Sua moglie si sarebbe subito accorto della cartolina che fuoriusciva. La mise nella sua agenda dove segnava le ore di lavoro, ogni giorno. All'agenda nessuno avrebbe prestato attenzione. Si mise a leggerla un'altra volta. Poi varcò la soglia di casa e non ci pensò più. La sua cena fu buona come sempre. Sua moglie le raccontò le ultime vicende del villaggio. Quando si accorse che lui non la ascoltava più, finì il suo discorso con le solite lamentele verso di lui, il suo modo di crescere le figlie, il suo disinteresse per la vita sociale.

    Nuccio era un uomo pacifico, amava la campagna. Era alle soglie della pensione. Aveva tre figli. Il cane era morto per strada la scorsa settimana.

    - Dove vuoi andare?, si domandò.

    - Ovunque, si rispose.

    - Bene andiamo.

    Si preparò alla partenza con grande delicatezza. Aveva deciso di portare a destinazione la cartolina che aveva trovato per terra. Il nome del destinatario non era scritto sulla cartolina, solo parte dell'indirizzo. Decise di provare comunque a portarla a destinazione. Prese i suoi oggetti più cari, quasi li accarezzò. Non poteva portare tutto con sé ma solo le cose più utili, si disse. Prese la cintura di lavoro per gli attrezzi che portava solitamente sul cantiere di lavoro. Un martello e un ferro di porco potevano sempre essere utili. Poi un coltello di qualità, un berretto, delle caramelle per la gola. Un po' di soldi. Era disgustato all'idea di dover prendere dei soldi. Aveva sempre avuto uno strano rapporto con i soldi. Da giovane li aveva sempre donati a sua madre, da adulto a sua moglie. Fece un sospiro e li mise in tasca. Osservò i pantaloni di velluto che portava. Di tessuto pesante, verdi. Sarebbero stati buoni per il suo viaggio. Andò a frugare nel garage per vedere se c'era qualche vecchio zaino delle sue due figlie. Quelle due avevano accumulato tanto di quella robe lì giù, si disse. Un sacco di scuola ci doveva essere sicuramente. Ne trovò uno verde sottile dell'Invicta. Sarebbe bastato. Giusto per l'acqua e del cibo. L'idea dello zaino gli piaceva, non usava uno zaino da anni o forse non l'aveva mai usato. Per il lavoro usava un grande borsone nero offerto dalla ditta per portare i vestiti e il cambio di biancheria per la settimana. Sette paia di mutande, sette di calze e sette di magliette bianche di cotone.

    La sua preparazione durò qualche settimana. Non perché c'era tanto a fare, ma solo perché attendeva che sarebbe passata la festa del paese dedicata al santo padrone del villaggio. Aveva sempre rispettato i santi, e avrebbe fatto anche questa festa. Con il pranzo, l'arrosto, i dolci, la passeggiata in villa, le bancarelle e le luci. Tutto come nella tradizione. Passato il santo, passata la festa, si disse. Approfittò del computer di casa, ne avrebbe sentito la mancanza forse. Aveva appreso da autodidatta ad utilizzare il computer. Un po' spiando i suoi figli, un po' facendo qualche domanda non sempre accolta con pazienza. Sapeva usare l'essenziale: andare su internet per cercare della musica e leggere i post di Facebook. Spesso infestava tanto il pc di virus tanto che il tecnico si domandava come avesse fatto. Lui non se ne curava. Il pc era una sfida. E lui l'aveva colta.

    Si mise in viaggio la mattina presto. Prima però uccise la moglie a colpi di coltello sul petto, poi entrò nella camera delle due figlie quasi adolescenti e le soffocò una dopo l'altra. La prima mettendo della naftalina su un po' di cotone e bloccandole le respirazione. La seconda, la più giovane e meno resistente, la uccise in minor tempo, pugnalandola. Erano le cinque del mattino. L'aria era molto fresca. Le stelle erano ancora luminose. Il sole non sarebbe tardato a levarsi.

    - Buona giornata, Signori!, si disse.

    Dopo una breve passeggiata arrivò alla stazione del villaggio. Si sedette e osservò i binari e i pochi viaggiatori che attendevano il primo treno diretto al capoluogo.

    - Dove andranno così presto questa gente?

    - Nello stesso posto dove andrò io!

    - Bene andiamoci, si disse.

    Non era solito prendere il treno. La sua vita da muratore mal si concilia con i viaggi. La strada per andare al lavoro sui

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