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I "fantastici" mondi dei bambini: non solo Harry Potter
I "fantastici" mondi dei bambini: non solo Harry Potter
I "fantastici" mondi dei bambini: non solo Harry Potter
Ebook45 pages1 hour

I "fantastici" mondi dei bambini: non solo Harry Potter

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About this ebook

Breve analisi dei testi di J. K. Rowling partendo dalle fonti di ispirazione letteraria sin  dall'inizio della storia del romanzo.  La letteratura inglese ha da sempre offerto ai bambini mondi fantastici su cui sognare e su cui gli adulti dovevano meditare e la saga di Harry Potter porta avanti  quei temi fondamentali che, attualizzati,  fanno di questi romanzi dei  bestseller destinati a durare nel tempo
LanguageItaliano
PublisherCarla Aira
Release dateMay 19, 2018
ISBN9788828325840
I "fantastici" mondi dei bambini: non solo Harry Potter

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    I "fantastici" mondi dei bambini - Carla Aira

    Library

    Introduzione

    un inizio che non condivido

    Non avrei mai pensato di iniziare a scrivere un testo con una partenza tanto retorica.

    Uso il negativo, NON, per dar sfogo ad una serie d’idee sull’esatto contrario di quello che vorrei veder scritto.

    Infatti, non ho mai appoggiato pienamente quelle critiche che cercano di giustificare ogni aspetto di una narrazione, intravedendo teorie e critiche socio-politiche, nonché forme di psicologia spicciola all’interno di ogni opera letteraria.

    Per altro non ho mai apprezzato chi, dopo aver letto un libro, vuole riprodurne un altro cercando di intuire o cercando di far credere di poter entrare nella mente degli autori per spiegare il significato del significante.

    Anzi, faccio spesso leggere ai miei studenti una short story scritta da Isaac Asimov sul Grande Bardo inglese – Il Bardo Immortale, è, appunto, il titolo - in cui Shakespeare, rinato nel nostro mondo grazie ad un’invenzione prodigiosa, si stupisce quando scopre che i critici impiegano mesi e mesi per analizzare una sua opera, scrivono volumi e volumi sui suoi significati, mentre lui l’aveva completata e messa in scena in pochi giorni, per poi scriverla, a mano, occupando un centinaio di pagine.

    Un saggio che davvero fa pensare, Al Bardo e ai suoi critici.

    Eppure sto per iniziare a imitare proprio questo genere di scrittura pseudo-critica, sto per buttar giù alcune riflessioni su un romanzo, un fenomeno letterario del momento che si riferisce ad un genere indirizzato ad una fascia di pubblico generalmente considerato molto poco incline alla letteratura, e alla lettura, vale a dire i bambini.

    E questo perché non riesco a considerare la saga di Harry Potter per bambini, o almeno non solo per loro.

    Con questo un altro non ci vuole: non voglio scusarmi per essere una accanita lettrice, una fan del maghetto, e non sto assolutamente mettendo in evidenza la violenza di alcune pagine o di alcune descrizioni paurose. Ormai i bambini e gli adolescenti sono avvezzi a crudeltà ben più volutamente marcate anche solo guadando i telegiornali.

    No, sto semplicemente rimarcando un fatto che mi è apparso evidente sin dalla prima lettura de La pietra filosofale, e cioè la grande ironia con cui l’autrice scrive una satira del nostro mondo. Una satira, a mio pare che non si cela fin dalle prime pagine, anzi, viene apertamente descritta con quella consueta ironia tipicamente inglese, che noi chiamiamo freddure, ma che dovremmo imparare ad usare.

    Non è solo perché siamo lettori scafati e abituati e a vedere dietrologie ovunque, ma è assolutamente sotto gli occhi di tutti il fatto che il mondo magico di Harry Potter sia il nostro mondo. Il mondo della magia non si rifà ad una società perfetta in cui tutto funziona al meglio e gli umili, i buoni, gli onesti vincono. L’ autrice J.

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