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Quei graffi sulla pelle e nell'anima: soffrire e piangere significa vivere
Quei graffi sulla pelle e nell'anima: soffrire e piangere significa vivere
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Ebook98 pages1 hour

Quei graffi sulla pelle e nell'anima: soffrire e piangere significa vivere

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About this ebook

L'amore di una madre verso suo figlio è un legame unico e indissolubile. Quando Alessandro, mio figlio, contrasse la meningite iniziò per me e per la mia famiglia una lunga, lenta, inesorabile “discesa all’inferno„ Ho deciso di scrivere un diario di quei giorni difficili per non dimenticare.
Parole come istantanee, capaci di tratteggiare con precisione l’esistenza di una sola persona, ma al contempo di raccontare anche un po' di me e della malattia che ha segnato per sempre la mia esistenza. Un libro composto da frammenti della memoria che vanno a ricomporre lo sfaccettato mosaico dei rapporti fra genitore e figlio. Un messaggio di speranza per chi come l’araba fenice risorge dalla cenere di un immenso, profondo, devastante dolore.
Vola con me sulle ali della speranza.
LanguageItaliano
Release dateMay 19, 2018
ISBN9788828326038
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    Quei graffi sulla pelle e nell'anima - cinzia stabile

    Ringraziamenti

    Prefazione

    Inizio questa mia storia con una affermazione: Non sono una scrittrice. Nonostante questo, con parole semplici, racconto una brutta esperienza che ha sconvolto la mia vita e quella dei miei familiari. Era da molto tempo che pensavo di scrivere questa storia, fortunatamente a lieto fine, di mio figlio Alessandro. Ho avuto bisogno di tempo e calma per mettere insieme i pezzi e ora che sono un po' più serena voglio mettere nero su bianco tutte le emozioni, impressioni, paure, dolori e gioie che ho provato fin da quando era ricoverato in rianimazione.

    Il titolo mi è venuto un giorno, all'improvviso, guardando mio figlio che mi salutava, notando il segno della tracheostomia sul suo collo.

    Questo servirà di sicuro a liberarmi da tutte le tensioni che ho accumulato giorno dopo giorno e mi auguro che sia di aiuto a chi è in difficoltà, celebrando insieme l'importanza della vita.

    Nel mio piccolo ho cercato di mettere per scritto tutta la speranza che portavo nel cuore durante i mesi più difficili della mia vita e ringrazio profondamente tutti coloro che hanno speso qualche ora della propria esistenza per condividere questa dolorosa esperienza.

    Un ringraziamento speciale va a Papa Francesco, che con le sue care parole ha contribuito a rendere questa piccola avventura letteraria ancora più preziosa:

    D.S.M 19 Maggio 2016

    Gentile Signora,

    Ho tanto gradito il dono del libro che lei ha scritto per raccontare le ferite del suo cuore di mamma durante la malattia dell'amatissimo Alessandro. La vita riserva sempre delle sorprese e i dolori, anche se le cose vanno per il meglio, lasciano sempre un segno nel profondo dll'anima. La guarigione è un dono dell'amore di Dio La debolezza e la soffrenza dei nostri affetti più cari e più sacri possono essere una scuola di vita. E' importante educare i figli a questa vicinanza alla malattia vissuta in famiglia e, quando i momenti del dolore sono accompagnati dalla preghiera, tutto si fa coperta dei doni più veri.

    Dobbiamo dire grazie al signore per queste belle sperienze di fraternità che ci aiutano a attraversare il difficile momento del dolore e della soffrenza. Questa vicinanza cristiana è un vero tesoro di sapienza che fa capire il Regno di Dio meglio di tanti discorsi. L'Anno dela Misericordia che stiamo vivendo è proprio un invito a contemplare le carezze di Dio.

    In segno della mia vicinanza affettuosa invio a lei e ai suoi familiari la mia benedizione del Signore.

    E perfavore non dimentichi di pregare per me.

    Sua Santità Papa Francesco Bergoglio

    Introduzione

    Inizio questa mia storia con una affermazione: Non sono una scrittrice. Nonostante questo, con parole semplici, racconto una brutta esperienza che ha sconvolto la mia vita e quella dei miei familiari. Era da molto tempo che pensavo di scrivere questa storia, fortunatamente a lieto fine, di mio figlio Alessandro. Ho avuto bisogno di tempo e calma per mettere insieme i pezzi e ora che sono un po' più serena voglio mettere nero su bianco tutte le emozioni, impressioni, paure, dolori e gioie che ho provato fin da quando era ricoverato in rianimazione.

    Il titolo mi è venuto un giorno, all'improvviso, guardando mio figlio che mi salutava, notando il segno della tracheostomia sul suo collo.

    Questo servirà di sicuro a liberarmi da tutte le tensioni che ho accumulato giorno dopo giorno e mi auguro che sia di aiuto a chi è in difficoltà, celebrando insieme l'importanza della vita.

    Nel mio piccolo ho cercato di mettere per scritto tutta la speranza che portavo nel cuore durante i mesi più difficili della mia vita e ringrazio profondamente tutti coloro che hanno speso qualche ora della propria esistenza per condividere questa dolorosa esperienza. Un ringraziamento speciale va a Papa Francesco, che con le sue care parole ha contribuito a rendere questa piccola avventura letteraria ancora più preziosa.

    (inserire lettera Papa)

    1

    Una domenica di fine inverno, precisamente nel giorno della Festa della Donna, io e mio marito Romano ci eravamo svegliati da non molto. Avevo da poco finito di fare colazione ed ero pronta come al solito a uscire con Willy, il nostro piccolo cane.

    Quando sentii squillare il telefono andai a rispondere e all'altro capo c'era Manuel, l'amico di Alessandro che divideva la stanza con lui durante il soggiorno di lavoro presso la rinomata stazione sciistica del Sestriere, il quale mi avvisava che mio figlio era stato ricoverato in ospedale, ma che non dovevo preoccuparmi, perché era tutto sotto controllo. Parlai con il medico dell'ospedale, che mi disse che Alessandro era in uno stato di sepsi e che molto probabilmente doveva subire un intervento all'appendice o alla coliciste.

    Dopo un attimo di smarrimento replicai che, dopo aver messo il necessario in valigia, sarei partita al più presto per Pinerolo.

    Mentre preparavo un po' di cose che sarebbero servite per la degenza di mio figlio e qualcosa per noi, pensavo che in quattro o

    cinque giorni se la sarebbe cavata, quindi non importava portare

    tante cose. Feci qualche telefonata per avvisare i fratelli di mio marito, portai Willy dalla mia mamma, gli spiegai cosa era successo senza allarmarla, anche perché ero relativamente calma, e senza alcuna esitazione partimmo.

    2

    A Pinerolo noi c'eravamo già stati con Alessandro alcuni giorni prima, quando decidemmo di andarlo a trovare al Sestriere.

    Ricordo perfettamente quella sera, come mi emozionai nel rivederlo dopo più di due mesi che era lontano da casa. Mi mancava molto mio figlio.

    Lo sentivo tutti i giorni per telefono quando smetteva di lavorare eppure il vuoto

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