Tenere radici
()
About this ebook
Related to Tenere radici
Related ebooks
Sono nata in un piccolo borgo... Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLettere a Gian - (tratto da una storia vera) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa verità di Rode, una madre in cerca di giustizia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsChronos Best. Racconti di quotidiana straordinarietà Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Mulino dello Spirito Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Grido di Protesta: Memorie dell'Olocausto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'eredità dei tre autori Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsEsclusa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDietro quella montagna mi è rimasto Dio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSei sorelle del Novecento Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAlza la testa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGemelli dalla nascita (con tanto di pedigree) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna famiglia della porta accanto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFavole Alchemiche Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNon avevo scelta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTornare A Casa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'uomo con la camicia bianca Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMia Mamma Sta Morendo, Doverei Essere Triste? Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDolce ricatto: Harmony Collezione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAmare e morire una volta sola Rating: 0 out of 5 stars0 ratings[Mille scarpe da lucidare] Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl mio miglior nemico Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'armadio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLuci e ombre di Colette Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFurono solo margherite Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa mia vita Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDimmi che ti manco Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuelli che stanno peggio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRicordi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe parole di mio padre Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
General Fiction For You
La Divina Commedia: edizione annotata Rating: 4 out of 5 stars4/5I Malavoglia Rating: 4 out of 5 stars4/5I fratelli Karamazov Rating: 4 out of 5 stars4/5Confessioni di uno psicopatico Rating: 4 out of 5 stars4/5Il maestro e Margherita Rating: 4 out of 5 stars4/5Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI fratelli Karamazov Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUlisse Rating: 4 out of 5 stars4/5L'isola misteriosa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFaust Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI promessi sposi Rating: 4 out of 5 stars4/5Nanà Rating: 4 out of 5 stars4/5La coscienza di Zeno Rating: 4 out of 5 stars4/5Il sogno della camera rossa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRacconti dell'età del jazz Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa metamorfosi e tutti i racconti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFiabe novelle e racconti popolari siciliani Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Diario di Anne Frank Rating: 4 out of 5 stars4/5Lotta fra titani Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLeggende e Misteri: dell' Emilia Romagna Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDANTE dalla lingua alla patria: Nel settecentenario della morte (1321-2021) siamo ancora "Figli del Duecento" Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAlla ricerca del tempo perduto Rating: 5 out of 5 stars5/5Il piacere Rating: 3 out of 5 stars3/5Il settimo papiro Rating: 5 out of 5 stars5/5Fiabe Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl libro dell'inquietudine Rating: 4 out of 5 stars4/5Tutte le fiabe Rating: 4 out of 5 stars4/5Il richiamo di Cthulhu Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe metamorfosi Rating: 4 out of 5 stars4/5Il primo angelo Rating: 5 out of 5 stars5/5
Reviews for Tenere radici
0 ratings0 reviews
Book preview
Tenere radici - Donatella Cazzin
radici
Tenere Radici
Donatella Cazzin
Tenere Radici
Capitolo I
I miei genitori
Mio padre nacque in una famiglia di contadini il primo giugno del
1924. All'anagrafe lo certificarono come Massimiliano (nome che
non usò mai nell'arco della sua vita).
Tutti lo conoscevano come Romeo: allora si usava dare diversi
appellativi o abbreviazioni che non comparivano nei documenti.
Oltre a questo nome, aveva altri soprannomi, come Biagio o
Pieretto Assaggiano, ma l'appellativo che si portò dietro per molto
tempo era il figlio di N.N. (un’espressione latina da Nescio = non
conosco, Nomen = nome. Un marchio per indicare i figli non
riconosciuti dai padri).
Mia nonna Maria da giovane s’innamorò di un uomo che abitava
2 case più in là. Per lui invece, lei era una tra tante, perciò quando
lei rimase incinta lui non volle riconoscere il bambino, avendo
fatto sesso prima del matrimonio la reputava una donna poco
seria. La famiglia di mia nonna cercò d’imporre che lui si
prendesse le sue responsabilità ma lui giurò davanti ad un
crocefisso che non era il padre. Antonio, il fratello di mia nonna,
gli disse:
"Visto che hai giurato il falso Dio punirà te e la tua discendenza
per sette generazioni"
Mia nonna decise di tenersi il bambino e assieme a suo fratello
Antonio lo allevò.
Antonio diceva di aver rinunciato a farsi una famiglia tutta sua
per non lasciare mia nonna sola con il bambino. Secondo la
versione di mia madre, da giovane, Antonio si era innamorato di
una donna che però lo respinse, e con questa esperienza chiuse
con le donne.
9
Mio padre fu un bambino gracile e malato di asma, non tanto utile
nel lavoro dei campi, ma finite le scuole elementari Antonio
decise di mandarlo a lavorare, perché non essendo figlio suo
doveva cavarsela da solo. Intanto, 2 case più in là, suo padre
biologico si era sposato e aveva altri figli che studiarono ed
ebbero una vita diversa dalla sua.
Figli illegittimi affetti della psicosi della guerra erano ovunque,
quasi la regola anziché l’eccezione, ma il rammarico di essere un
figlio di N.N. accompagnò mio padre per tutta la vita. Ricordo
infatti, ogni tanto (nei suoi momenti di sconforto) lo sentivo
maledire il padre.
Mia madre Iolanda nacque l’11 giugno del 1929 in una famiglia
numerosa: lei era la decima di 12 figli. Suo padre, che faceva il
muratore, finito il lavoro gli piaceva andare al bar con gli amici a
bere un bicchiere di vino; era anche uno cui piaceva spararle
grosse.
Mia nonna era una donna molto bella e aveva molti corteggiatori,
e mio nonno per conquistarla si presentava sempre vestito bene:
al dito portava un anello d'oro e al collo una collana d'oro; le
aveva fatto credere di stare bene di famiglia, gli amici e il fratello
lo avevano spalleggiato in questo; lui la voleva a tutti i costi,
aveva paura che lei non lo accettasse per quello che era. Il giorno
del loro matrimonio, quando tornarono a casa, gli amici gli
chiesero di restituire tutto, nemmeno il vestito che indossava era
suo, ma del fratello. Mia nonna presumeva di aver sposato un
uomo benestante, ma si ritrovò e vivere in ristrettezze. Mia nonna
raccontava che mio nonno quando si trovava con gli amici diceva
che a casa avevano salami e soppresse, non mancava nulla. Un
giorno, un nuovo amico gli disse:
"Se hai quest’abbondanza, vai a prendere una soppressa che la
mangiamo in compagnia"
"Vai tu da mia moglie e dille che ti ho mandato io. Le dici:
Ferdinando ha chiesto di darmi una soppressa da mangiare in
compagnia"
Quando mia nonna sentì bussare alla porta e venne a sapere la
richiesta, prese la scopa e cominciò a gridare:
10
"Tu e tutta la combriccola volete la soppressa? Disgraziati, io ho
11 figli da sfamare! Ve la do io la soppressa sulla testa!"
Nel frattempo, al bar, mio nonno con gli amici che conoscevano
mia nonna e sapevano come avrebbe reagito, se la ridevano a
crepapelle. In realtà, avevano troppe bocche da sfamare e non
avendo cibo da dare a tutti, mia nonna mandò mia madre a vivere
con la nonna materna. Questa scelta, mia madre la visse come un
abbandono. Finita la quarta elementare andò a lavorare in una
famiglia benestante di Mirano come baby-sitter e cameriera, e
quando il bambino divenne un po' grandicello e la famiglia non
ebbe più bisogno di lei, trovò lavoro come serva, presso una
famiglia veneziana.
Romeo e Iolanda s’incontrarono in una balera del paese, dopo 3
anni di fidanzamento si sposarono, andarono ad abitare con
Antonio e Maria. Ben presto cominciarono i litigi, ad Antonio non
piaceva il carattere di mia madre che era tenace e non si faceva
sottomettere da lui, era abituato con mio padre che non si ribellava
mai, inoltre mio padre doveva consegnare ogni mese lo stipendio
in casa. Chi comandava in casa era Antonio. Nel 1954 nacque mia
sorella Francesca, la primogenita, e a quel punto la convivenza
divenne a dir poco burrascosa: a mia madre serviva denaro per la
piccola, ma Antonio non voleva darglielo.
D'accordo con mia madre, mio padre, decise di non dare lo
stipendio in casa, quindi trovarono un casa con camera e cucina
in affitto, poco distante da dove abitavano. Presero le poche cose
che avevano e traslocarono. Dopo 18 mesi, nel 1956, nacque
anche la seconda figlia, Elisabetta. Avevano 2 meravigliose
bambine. La vita scorreva, mio padre voleva avere un figlio
maschio per tramandare il cognome. Mia madre restò in stato
interessante un'altra volta, ma con l'arrivo di un altro figlio la mia
famiglia non poteva abitare in quella casa, che era vecchia, il tetto
era rotto, pioveva dentro e c'era poco spazio.
Una domenica del 1961, all'età di 32 anni, mia madre era pronta
a concepire la vita della sua terza figlia. Nacqui io: 2 minuti dopo
la mezzanotte, era il primo maggio. Mia madre chiese
all'ostetrica, poiché erano passati solo 2 minuti la mezzanotte, se
11
poteva certificare che ero nata 2 minuti prima della mezzanotte,
questo perché all'anagrafe ufficialmente sarei stata registrata nel
mese di aprile, così, la mia famiglia avrebbe preso un mese in più
di assegni familiari. Io possiedo 2 date di nascita: una reale e
quella dove sono stata registrata all'anagrafe. Nella numerologia
chi ha 2 date di nascita deve considerare la vera data come la
propria natura più intrinseca e profonda, mentre quella tracciata
nell'anagrafe come la personalità deve adeguarsi all'ambiente
circostante. Decisero che mi sarei chiamata Donatella (è un nome
di origine latina ed è un diminutivo di Donata, e in genere si da ai
figli molto attesi). I miei genitori, Iolanda e Romeo, che
desideravano ardentemente un maschietto, quando nacqui bella e
sana furono comunque felici e mia madre disse a mio padre:
"Ci fermiamo qui, non possiamo fare una squadra di calcio per
avere il maschio"
Ancora neonata venni battezzata diventando così una persona di
religione cattolica. Il Battesimo significa essere liberato dal
peccato originale e dal suo istigatore il diavolo
. Il prete oltre a
versare dell’acqua sul capo, unge con l’olio benedetto, in questo
modo si è fortificati dalla forza di Cristo contro il male. Mi venne
detto che se per disgrazia fossi morta prima del Battesimo, non
avrei avuto le condizioni necessarie per andare in Paradiso. La
mia anima sarebbe finita nel Limbo, il luogo dei bambini buoni.
La mia nascita inevitabilmente portò le mie sorelle a essere
gelose, le attenzioni -che fino a quel momento erano solo per loro-
ora dovevano dividerle con me.
Qualche settimana dopo, mio padre per festeggiare la mia nascita,
regalò un vestito nuovo a mia madre. Era il primo regalo che
riceveva.
2 giorni dopo mia madre mi lasciò a casa con le mie sorelle:
"Devo andare a prendere 2 cose al negozio, fate attenzione a
vostra sorella, torno subito", disse.
La bottega di alimentari si trovava di fronte casa nostra.
La gelosia dei bambini è un sentimento troppo grande da gestire
da soli e possono avere delle reazioni non razionali, infatti,
appena mia madre uscì da casa le fecero un dispetto. Mentre
12
aspettava di essere servita vide che dalla porta di casa stava
uscendo un fumo nero, presa dal panico corse a casa. Nella sua
mente si era formata la paura che le mie sorelle mi avessero
buttato nel fuoco della stufa. La prima cosa che fece fu quella di
assicurarsi che stessimo bene, poi guardò le mie sorelle per capire
cosa fosse successo. Francesca disse:
E’ stata Elisabetta, ti ha bruciato il vestito nuovo!
E’ vero, sono stata io
rispose Elisabetta, "ma è lei che mi ha
suggerito di farlo!"
Perché lo avete fatto?
urlò mia madre.
Adesso non ci vuoi più bene, hai attenzioni solo per lei
,
risposero loro.
Questa forma di gelosia sottile tra sorelle rimase per tutta la vita.
Nel 1961 dopo 6 mesi dalla mia nascita ci trasferimmo tutti in
un'altra casa vecchia, ma in condizioni migliori di quella
precedente.
La casa
Fino all'età di sette anni abitai in una vecchia casa dotata di
elettricità ma non di riscaldamento, era su 2 piani; al primo
c'erano la cucina e una scala che portavano al piano superiore, un
ampio sottotetto dove al centro c'era la stufa a carbone, un
soggiorno e le stanze da letto. I mobili erano pochi, la stanza più
arredata era la cucina. Mia sorella Francesca iniziò a lavorare da
una magliaia a 12 anni e con i suoi primi stipendi aiutò mio padre
a comprare la cucina, una credenza stile anni ‘60 bianca e azzurra
laccata con un tavolo e 6 sedie. Al muro c'era un lavello di marmo
per lavare i piatti con una tenda tutto attorno per nascondere il
bidone dello scarico dell'acqua, una vecchia stufa economica
bianca a legna e un piccolo fornello a gas con 2 fuochi e un
frigorifero. In un angolo della stanza, sopra a un ripiano c'era una
radio: una grande scatola quadrata impiallacciata di noce
nazionale biondo che sul davanti aveva 3 tasti per sintonizzarsi
sul canale preferito. Mia madre la accendeva mentre preparava il
pranzo, prima ascoltava il giornale radio che comunicava le
13
notizie del giorno e poi ascoltavamo una specie di Hit-parade che
allietava i nostri pranzi. Non mancava mai la canzone di Gigli
Beniamino, Mamma son tanto felice perché ritornerò da te,
cantata dall'idolo di mio padre Claudio Villa. Io ero felice quando
sentivo la canzone di Nilla Pizzi, Papaveri e papere. Le camere
erano 2, quella dei miei genitori, con il letto di legno e i