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Il mistero della Torre Templare
Il mistero della Torre Templare
Il mistero della Torre Templare
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Il mistero della Torre Templare

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Il mistero della Torre Templare conferma e rafforza la radice del pensiero […] fondato sulla constatazione, che nonostante il nostro tempo sembra aver scelto l’aristotelica via della ragione del metodo, in realtà persegue la platonica via della mistica e del sogno. Al di là della dottrina proposta, l’Autrice esprime un messaggio universale che non può non essere condiviso da qualsiasi coscienza e ragionevolezza, dal momento che è l’esperienza quotidiana a dimostrare che l’idea del progresso legata alle speranze del futuro sbiadisce all’insorgere dell’idea dell’uomo in armonia con le energie viventi, cosmiche, senza tempo. E’ l’armonia, è l’amore.
LanguageItaliano
Release dateJun 12, 2018
ISBN9788869243967
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    Il mistero della Torre Templare - Marilyn Lefèvre

    Il mistero della Torre Templare

    da

    Le avventure di Sara...sarà ?!?!?!

    Marilyn Lefèvre

    IL MISTERO DELLA TORRE TEMPLARE

    EDIZIONI SIMPLE

    Via Trento, 14

    62100 Macerata

    info@edizionisimple.it / www.edizionisimple.it

    ISBN edizione digitale: 978-88-6924-396-7

    Stampato da: WWW.STAMPALIBRI.IT - Book on Demand

    Via Trento, 14 - 62100 Macerata

    Tutti i diritti sui testi presentati sono e restano dell’autore.

    Ogni riproduzione anche parziale non preventivamente autorizzata costituisce violazione del diritto d’autore.

    Prima edizione cartacea: giugno 2005

    Seconda edizione cartacea: giugno 2005

    Terza edizione cartacea: ottobre 2011

    Prima edizione digitale: maggio 2018

    Copyright © Marilyn Lefèvre

    Copertina a cura di Simona Breccia

    Diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo, riservati per tutti i paesi.

    INDICE

    PREFAZIONE

    ANGÈL

    LE RICERCHE DI SARA

    I TEMPLARI

    LA STELLA

    LA DEA BONA

    IL TERZO LUOGO

    SIBILLA

    IL PROFESSORE

    IL PUGNALE

    LA VERITÀ

    LA RICERCA

    SVEGLIA PROFESSORE!

    SAN LEO

    ANGEL COLPISCE ANCORA

    IL CONSIGLIO DELL’ANGELO

    L’AIUTO DELLA MADRE TERRA

    L’INGENUITÀ DEL PROFESSORE

    IL MESSAGGIO DELL’ANTICO MAESTRO

    LE DOMANDE

    RIPRENDIAMOCI I FILE DELLA NASCITA

    ZIZZÌ

    QUANDO IL CORAGGIO VINCE LA PAURA

    IL TEMPIO DELL’UOMO

    IL CRITICO INTERIORE

    ALLA RICERCA DI CAMELOT

    IL MISTERO È SVELATO

    APPUNTI DI VIAGGIO

    RINGRAZIAMENTI

    ANCORA DUE PAROLE...

    BIBLIOGRAFIA

    PREFAZIONE

    Aprire gli occhi una mattina e pensare:

    Oggi comincio a scrivere un libro, è stata una sensazione particolare.

    Sentivo il desiderio di lasciare a chi viene dopo di me il messaggio che ho ricevuto, negli anni, forte e chiaro.

    Per di più pensare di scriverlo a quattro mani con il mio Angelo, inizialmente mi sembrò proprio una cosa strana.

    Ma tutto questo pazzia non è, e se la scienza ufficiale ci facesse l’onore di studiare con meno scetticismo i fenomeni definiti impossibili e inimmaginabili, forse scopriremmo che sono tante le persone che vedono fiorire in loro capacità spirituali e sensoriali, quanti i capelli in testa ad un africano giovane e sano.

    Questo fremito creativo mi prese in un periodo particolarmente felice della mia vita e mi ha portato fin qui, ad incontrare voi, cari lettori.

    Dunque, dicevo, ho scritto a quattro mani con il mio Angelo. I suoi arti spirituali, anche se non si vedevano, erano così forti e potenti che in alcuni momenti faticavo a stargli dietro.

    Prima di cominciare la mia avventura nel mondo creativo, mi sono chiesta: Sei pronta ad essere messa in discussione? Hai il coraggio di sentirti dire che sei matta da legare?.

    Dopo i primi momenti d’incertezza, il mio cuore ha risposto con altrettante domande: Perché mortificare le qualità dell’animo umano? Perché ridurre la fantasia, l’astrarsi dal mondo, il contatto con l’invisibile ad una facoltà riservata ai matti? Perché questi fenomeni accadono più sovente ai contadinelli o a persone semplici e poco istruite? Non sarebbe meno difficoltoso per un Angelo o per un santo comunicare con un uomo colto? Non potrebbe capire meglio il messaggio? .

    L’amico celeste, che mi accompagna da sempre, sentendo il dubbio che mi dilaniava, decise di prendere la parola: No, non è più facile, perché per ricevere i messaggi, si devono aprire dei canali che sono puri nei puri e semplici nei semplici. La mente non deve fare da padrona, poiché l’informazione deve fluire sulle ali della genuinità, della limpidezza e della fede. La comunicazione non può essere distorta o corretta, altrimenti perderebbe la sua efficacia.

    Chiarito questo punto, mi sono chiesta:Di cosa voglio parlare? Qual è il messaggio che voglio trasmettere?.

    Anche qui l’intervento celeste è stato provvidenziale: "Perché non scrivi circa la teoria dello specchio? Con l’occasione potresti riferire le peripezie della tua amica... l’americana mezza svitata, Sara. Quella signora cinquantenne che andava sempre insieme con una francesina dalle grandi doti di sensitività.

    Potresti riferire i guai che hanno combinato e con l’occasione parlare della conoscenza di sé che apre file su file dell’anima, allo scopo di pulire, lucidare e riordinare la vita."

    Potrebbe essere piacevole!, gli confermai, felice che anche questa volta il mio Angelo avesse fatto centro.

    Così ho cominciato ed eccomi qui a spiegarvi cosa intendo per teoria dello specchio.

    La vera matrice dell’esistenza è nel mondo spirituale degli archetipi, i quali, per potersi apprezzare, devono vedersi, perciò cosa c’è di meglio di un po’ di materia compattata che recita la commedia della vita?

    L’essere umano ha dentro di sé mondi infiniti, alcuni noti, ma la maggior parte sconosciuti. Ogni universo corrisponde a facoltà che si evidenziano mano a mano che si aprono i file dell’anima. Insomma ci circondiamo d’archetipi corrispondenti a simboli che rispecchiano la nostra personalità. La casa è un simbolo, la macchina è un simbolo, così pure il neo sulla spalla e la cellulite.

    Tutto corrisponde al nostro mondo che, come pittori esperti, andiamo dipingendo sulla tela che è la materia.

    Tutto è gioco... e ora viene il bello, perché nella partita entra la legge della risonanza.

    Come un diapason, noi vibriamo soltanto con ciò che ci corrisponde o che, per dirla in modo semplice, riusciamo a capire.

    Infatti, tutti, indistintamente, abbiamo della realtà oggettiva una visione parziale, dovuta a quel diapason che vibra in continuazione, e ci mostra sia quello che ci attrae, e ancor meglio quello che rifiutiamo.

    Allora, direte voi, quello che non ci piace ci appartiene? No, non è possibile!.

    Invece sì... tutto il mondo è parte di noi, altrimenti non lo noteremmo nemmeno!

    Cos’è quello che ci crea sensi d’antipatia o disgusto? La nostra ombra, quella parte del mondo che rifiutiamo, o perché la nostra cultura l’ha mostrata come negativa e disprezzabile, oppure perché la famiglia ci ha forgiato con la mentalità opposta.

    Perché quest’ombra ci assilla, ci disturba, ci tormenta? Perché è quella parte della medaglia a due facce, che non vogliamo accettare come nostra. Non mi appartiene! diciamo le prime volte che ci confrontiamo con la teoria dello specchio, ma poi, andando a scavare sempre più in profondità dentro di noi, in un anfratto nascosto, ritroviamo la nostra ombra, non come l’abbiamo vista nella materia, ma come archetipo spirituale e se saremo accompagnati dal cavalier coraggio, dalla dama fede e dalla principessina umiltà, allora la riconosceremo e le diremo: Non piangere, vieni con noi, anche tu fai parte della mia essenza!.

    Solo in questo modo scioglieremo i nodi che tengono serrata la nostra coscienza e renderemo il nostro vagare per il mondo leggero come il jolly dei tarocchi, che incede gioioso portando con se soltanto un fagottino poggiato su una spalla.

    Capisco che non è facile cambiare impostazione mentale specialmente all’inizio del cammino interiore, però per conoscerci la filosofia dello specchio è il mezzo più sincero e diretto che abbiamo a disposizione. Abbiamo gli occhi girati verso l’esterno e se i nostri avi non avessero inventato lo specchio, ci saremmo potuti specchiare esclusivamente guardando nelle pupille del nostro prossimo.

    Spero di essere stata esaustiva, in ogni caso nel corso del racconto spiegherò meglio la mia teoria, con degli esempi pratici.

    Per concludere vorrei confessarvi che questo libro è nato come lascito testamentario ai miei nipotini, dei quali soltanto tre sono attualmente entrati a far parte del gioco terreno.

    Gli altri, per scelta dei miei figli, sono ancora nel mondo invisibile, ma non per questo meno presenti. In alcuni momenti li percepisco vicino a me gioiosi, scalpitanti e pieni d’amore. Cari ragazzi meravigliosi!

    Per dovere di cronaca mentre scrivo ho superato il traguardo dei cinquant’anni, ma una vocina interiore mi conferma che la mia anima è antica.

    Per concludere, conscia di aver fatto la prima donna e d’aver occupato troppo spazio, come mi rimbrotta di continuo il mio editore, voglio precisare che l’impulso che mi ha spinto a prendere carta e penna è stata la speranza che i messaggi angelici, siano utili a coloro i quali, timorosi verso i sentimenti, le emozioni, gli intuiti e le fantasie, li reprimono, pensando che siano caratteristiche ad esclusivo uso e consumo dei matti. Invece queste meravigliose potenzialità fanno parte di un emisfero cerebrale per troppo tempo misconosciuto, rifiutato e relegato in un magazzino dedicato alla prima infanzia, dove abbiamo riposto i trenini e le bambole.

    Ciò nonostante parte del nostro cervello ci appartiene ed è indispensabile per assemblare un uomo integro e completo, parte essenziale di un mondo in via di sviluppo, impegnato a cambiare l’ottica della vita.

    Ho sempre raccomandato, durante gli incontri con persone interessate all’argomento che tratto: Di quello che dico prendete soltanto ciò che vi risuona nel cuore, il resto lasciatelo andare perché non vi appartiene.

    Voglio perciò affermare che la mia verità è soltanto mia e non è legge per nessuno.

    La Verità Vera, quella con la V maiuscola è composta di un’infinità di verità quante sono le persone e le cose visibili e invisibili, conosciute e sconosciute, immaginabili e inimmaginabili.

    In fine permettetemi di rendere omaggio al mio Angelo, riportando un suo messaggio: "Non ti attaccare alla persona, che è umana, è un messaggero nello spazio-tempo, cerca piuttosto di capire il messaggio che viene dal cielo.

    Alza il velo e sappi guardare.

    Non siete soli!".

    Con tanto affetto.

    Marilyn Lefèvre

    Prima parte

    A Colui che ha creato

    la nostra umanità

    in segno di stima e amore,

    per non dimenticare.

    I

    ANGÈL

    Caro lettore, prima di srotolare il tappeto volante che ci porterà lontano, io, la scrittrice, e i miei personaggi vogliamo tutti insieme ringraziarti ed esprimerti la nostra riconoscenza per aver voluto accordare il tuo prezioso tempo alla lettura di ciò che racconteremo in questi scritti.

    Consigliata dal mio editore (e tu puoi immaginare quanto sia importante questa figura per uno scrittore) interverrò fuori campo per chiarire alcune idee della protagonista, o per fare luce sulle situazioni più ingarbugliate.

    Per una migliore comprensione sia di questo romanzo, sia degli altri [1] che vedranno come protagonista Sara, è bene conoscere la filosofia dello specchio. Io, che ne sono una sperimentatrice convinta, la posso riassumere in poche parole.

    L’Universo che vedi e che la tua anima rileva con gioia o con dolore, con soddisfazione o con rabbia, ti appartiene. Noi andiamo in risonanza soltanto con quello che conosciamo. Pensa quante cose sconosciute esistono là, fuori della tua visuale, e che la coscienza non comprende! Tutto ciò che la mente può captare viene trasmesso nel tuo mondo e gli dà una sembianza vera e reale. Con troppa facilità dividiamo con un colpo di sciabola ciò che ci piace da ciò che rinneghiamo. Pensando di possedere soltanto la realtà della nostra consapevolezza, ci portiamo dietro tutte quelle cose che ci disturbano e che vorremmo cancellare dalla nostra vita. Finché non accetteremo la nostra ombra e non le daremo la giusta posizione ci voteremo ad un inferno interiore fatto di parzialità, alimentando sempre più il desiderio di quell’altra parte di noi di cui sentiamo la mancanza. Più cerchiamo di allontanare le caratteristiche che pensiamo non ci appartengano e più la loro presenza si farà prepotente e prenderà nella nostra esistenza l’immagine della suocera, del figlio, dell’amica; altre volte si faranno notare per mezzo d’accadimenti riportati dal telegiornale, o personaggi intervenuti a talk-shows, o esperienze fatte da conoscenti occasionali… e così via.

    Ma da tutto possiamo fuggire, fuorché dalla nostra ombra!

    Perciò, caro amico, ascolta: tu sei me ed io ti rappresento. Sappi che in te c’è lo scrittore che vuole nascere, come in me c’è il lettore che ha la curiosità di conoscere. Ringrazio la Vita che mi ha voluto regalare questo magnifico incontro.

    Ma ora, finalmente, andiamo ad incominciare… su il sipario, e buon divertimento!

    *****

    Sara aprì gli occhi e pensò Accidenti!. La sensazione di essere in ritardo la colpì al petto prima ancora di aver guardato la sveglietta che aveva sul comodino. Lei era abituata a percepire i segni e uno di questi era Jack, che ogni mattina faceva la doccia con tale puntualità da meritare l’appellativo di orologino svizzero. Non che fosse un omino, anzi era alto un metro e novanta e aveva la stazza di John Wayne, ma, con gran rammarico di Sara, non ancheggiava come l’attore, che nell’incedere, aveva a suo parere, l’eleganza di un cow boy in doppio petto… ciò nonostante, e malgrado gli anni trascorsi, Jack era sempre un bell’esemplare da mostra, come lei e le sue amiche solevano definire gli uomini piacenti quando si ritrovavano insieme, gioiose e spensierate, per feste speciali o semplici riunioni. Le venne in mente quando quella signora tedesca, che aveva partecipato al primo raduno di scalmanate nel paesino delle Marche in cui viveva, pronunciò la frase che era rimasta impressa nelle loro menti come una medaglia al valore sul petto di un generale pluridecorato per meriti di guerra: L’uomo lavora dall’alba al tramonto. La donna, sempre.

    Non che Sara fosse una femminista, ma essendo nata a New York e avendo nel suo dna una tradizione da pioniera, credeva che un po’ di sana contestazione costruttiva fosse indispensabile come un pizzico di sale nel pane.

    Quella mattina scese di corsa dal letto, quasi inciampando nelle lenzuola, e si precipitò in cucina come un treno espresso ad alta velocità. Bevve il suo latte orzocaffettato e, simile ad una valanga, si lanciò in bagno.

    Ciao Jack! disse al marito che si stava asciugando, lanciandogli uno sguardo di sottecchi. "Accidenti, pensò, bisogna che quest’ometto me lo curo un po’ di più… è ancora così belloccio…

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