Fenomenologia di Mika: «Ti prego, potresti diventare mio fratello?»
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La tesi di Eco (che viene brevemente richiamata all’inizio del saggio anche in virtù di curiose analogie tra i due personaggi), si basa sull’analisi del “personaggio Bongiorno”.
E laddove l’assoluta mediocrità veniva individuata quale motivo della grande popolarità del “personaggio Bongiorno”, in questo caso la ragione di fondo della popolarità sta nella percezione di assoluta straordinarietà del personaggio Mika, non solo da parte dei mezzi di comunicazione ma soprattutto da parte del pubblico.
Questa percezione emerge chiaramente dagli articoli di stampa e da quello che pensano e postano sui “social” le centinaia di migliaia di fan italiani, in gran parte giovani e giovanissimi.
Sono stati visionati decine di articoli di stampa e migliaia di post, di questi ne sono stati selezionati un centinaio tra quelli più significativi e quindi organizzati a seconda dell’argomento su cui la popstar, direttamente o indirettamente, ha suscitato l’interesse dei suoi followers (diritti civili, bullismo, rifugiati, cultura, famiglia…); non mancano ovviamente quelli, assolutamente imperdibili, frutto di pura e semplice adorazione. Per tutti è comunque rigorosamente riportato il nickname dell’autore.
Il saggio in definitiva non parla tanto di Mika quanto dei suoi fan, o meglio parla di Mika parlando dei suoi fan.
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Fenomenologia di Mika - Lucia Di Maro
Note
MIKE E MIKA
Dichiariamo subito, come appare anche evidente fin dal titolo, che questo trattatello si ispira alla celebre Fenomenologia di Mike Bongiorno con cui Umberto Eco, nel 1961, analizzò i motivi dell’incredibile successo di Bongiorno nell’Italia di quegli anni. Studiandone i comportamenti, lo stile, perfino le famose gaffes, Eco concludeva che il successo riscosso dal presentatore era dovuto
al fatto che in ogni parola del personaggio cui dà vita davanti alle telecamere traspare una mediocrità assoluta... Lo spettatore vede glorificato e insignito ufficialmente di autorità nazionale il ritratto dei propri limiti... Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello.
Purtroppo non possiamo sapere a quali conclusioni sarebbe arrivato Eco se avesse applicato la stessa metodologia per analizzare i motivi del successo di Mika, né abbiamo la presunzione di sostituirci al grande semiologo e filosofo.
E nemmeno sembri irriverente l’accostamento tra il celebre Mike nazionale
e la giovane popstar d’origine libanese che pure, curiosamente, qualche punto in comune mostrano d’averlo pur non potendosi immaginare due personaggi più lontani e diversi.
Per esempio il vero nome di entrambi è Michael; entrambi di origini statunitensi per parte di padre e soprattutto entrambi divenuti popolarissimi in Italia grazie al mezzo televisivo, fatte ovviamente le dovute proporzioni in considerazione che all’epoca di Bongiorno esisteva un unico canale televisivo.
Qual è il segreto di Mika? Se lo domandano opinionisti, critici musicali e critici televisivi di fronte al fenomeno della popstar che piace sia ai giovani e giovanissimi, che affollano i suoi concerti, sia ad un pubblico più maturo e musicalmente più impegnato. Insomma lo straordinario successo della popstar nel nostro Paese è un dato di fatto inconfutabile, perché come dice Marianna Rizzini «...ovunque ti giri c’è il Mika che piace…» (Il Foglio
).
E allora qual è il segreto di Mika?
Proviamo a rispondere a questa domanda usando gli strumenti che dominano oggi la nostra quotidianità, ovvero i media e i social, in grado da soli – in base a meccanismi imperscrutabili – di determinare il successo planetario di personaggi totalmente anonimi fino al giorno prima. Focalizziamo perciò l’attenzione non tanto sul personaggio quanto su quella platea, reale e virtuale insieme, che costituisce il mondo del web e che tramite Facebook, Instagram, Twitter etc… di lui parla e soprattutto con lui parla.
Sottolineando però il fatto che non si tratta solo di fan in senso per così dire tecnico
, perché sono tantissimi coloro che pur non amandolo e seguendolo come musicista si sentono comunque sollecitati a interagire con lui comunicando impressioni e stati d’animo.
Sono stati quindi visionati, limitandoci al solo nostro Paese, decine di articoli di stampa e migliaia di commenti postati sui social, di cui quelli qui riportati – per ognuno dei quali viene indicato il nickname dell’autore – costituiscono perciò un piccolissimo ma significativo campione[1].
Lo sguardo su questa multiforme platea regala sorrisi, riflessioni e forse più di una