La Scala delle Vite: Le Leggi Fondamentali della Teosofia
By A. Besant
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Molti indizi segnano oggi — oltre al ravvivamento dello spirito religioso, palese ovunque — anche l’ammissione di una più vasta coscienza nell'uomo. Per cui egli è in relazione con più di un mondo e stando tuttora nel mondo fisico gli è dato di essere in contatto effettivo con mondi non fisici, inaccessibili ai sensi. dei quali abbiamo una più o meno vaga intuizione pur senza ancora percepirli.
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La Scala delle Vite - A. Besant
MONDI
PREFAZIONE
Queste sei conferenze furono tenute alla Sede della Società Teosofica in Adyar, allo scopo di presentare un semplice schizzo delle idee fondamentali dell’Antica Sapienza ad un pubblico colto, ma non ancora edotto di tale argomento. Esse vengono pubblicate nella speranza che possano raggiungere in ogni paese persone le quali si trovino nelle stesse condizioni, e portar loro il seme di verità utili al progresso dello spirito umano. La Teosofia so- la può scongiurare le catastrofi verso le quali precipita la civiltà occidentale; e sin d'ora si scorge da vari indizi che essa riesce a compiere la sua benefica missione, riportando i giovani popoli Ariani alle fonti dell'antica Sapienza Ariana.
In questo piccolo libro è soltanto indicata la via che conduce a tale Sapienza. Chi intende percorrerla, conviene lo faccia da sé, niuno può sostituirsi a lui per quell'ascensione.
Annie Besant
Adyar,Maggio 1910
CHE COS’E’ LA TEOSOFIA ?
In questi ultimi tempi sono state tanto numerose le domande intorno alla Teosofia, così che credo opportuno esporre, con tutta semplicità ed a grandi tratti, le nozioni generali su questo argomento tanto discusso, affinché ogni persona, anche nuova a tali studi, possa comprenderne l’indirizzo generale e lo scopo. Cercherò di trattare il soggetto nel modo più chiaro eliminando per quanto mi sarà possibile ogni tecnicismo, così che esso riesca accessibile ad ogni persona di media cultura.
Non voglio già dire che la Teosofia possa essere in tutti i suoi aspetti messa alla portata degli ignoranti; ma ogni persona di intelligenza comune e fornita di qualche coltura, abituata a servirsi della mente negli affari del mondo, può con un lieve sforzo di attenzione capirne i principali insegnamenti e le conseguenze che ne derivano.
Taluni di questi insegnamenti sono così semplici da poter essere facilmente assimilati da tutti e costituire una buona guida per la condotta di ognuno; ma di nesso fra le varie dottrine e il modo in cui tutte si riuniscono in una grande Sintesi di Vita non possono essere afferrati che dalle persone di un livello intellettuale piuttosto elevato.
La Teosofia nell’attuale sua forma venne presentata al mondo soltanto nel 1875, ma essa è antica quanto l’umanità civile e pensante. Molti sono i nomi sotto i quali fu conosciuta nelle varie parti del mondo; ma, per quanto diversi i nomi, essi avevano tutti lo stesso significato. Il motivo per cui parve necessario ai nostri giorni di riportarla alla luce, fu la rapida e pericolosa invasione del materialismo fra i popoli che tengono il primato nella civiltà del mondo.
Nel progredire e nell’estendere i suoi confini, la scienza si inoltrava sempre più sulla via del materialismo, e l’agnosticismo diventava la principale caratteristica dello scienziato. In tale periodo critico, e sotto l'influenza dell’opinione prevalente in Europa, si diffondeva il concetto che, mentre all’’uomo è dato conoscere ogni cosa percepibile ai sensi e tutto ciò che si fonda sulla ragione e da essa si desume, all’infuori dei sensi e del raziocinio egli non possiede alcun mezzo, alcuna facoltà per l’acquisto di altre conoscenze, per venire a contatto più intimo con l’universo in cui vive. Impossibile dunque all’uomo varcare tali angusti confini: nulla conoscerà intorno ai più profondi problemi della vita, della sua origine e del suo fine, nulla di ciò che significano le parole Dio, immortalità, Spirito. Questa disposizione di mente, grazie alla penetrazione dell’influenza europea, andava spargendosi pure in Oriente e nelle colonie, minacciando di invadere il mondo intero; ed allora i Grandi Custodi dell'Umanità nella loro Sapienza deliberarono che le antiche verità fossero riproclamate in una forma adatta all’uomo dei nuovi tempi.
Tutte le religioni del passato furono rivelate sotto un aspetto atto a portare un progresso nello sviluppo del popolo a cui erano date; ed ai giorni nostri è stata riproclamata la verità che sta alla base di tutte le religioni affinché, senza che alcuno perda i benefizi della propria fede, emerga chiaramente il fatto che tutte le religioni hanno i medesimi intenti, essendo soltanto i rami di un medesimo albero.
Questo era, di necessità, l’aspetto della religione confacente al nostro tempo; e tanto più ne era importante, anzi necessaria, la divulgazione, in quanto che la Scienza cominciava a propugnare, benché con scopo diverso, teorie in certo qual modo analoghe. La critica scientifica delle manifestazioni religiose le relegava tutte nella così detta Mitologia Comparata. L’esame attento delle vestigia e delle rovine del passato, le ricerche degli archeologi, lo studio degli scritti provenienti da antichissime civiltà, i risultati degli scavi e le traduzioni delle più remote iscrizioni avevano indiscutibilmente provato che le dottrine fondamentali di tutte le religioni sono identiche, che i loro codici di morale nei relativi stadi di civiltà furono ,gli stessi, che le vite dei loro fondatori ebbero fra loro notevoli somiglianze, che financo le cerimonie, le forme, i riti ed i sacramenti delle varie religioni, differendo solo in alcuni particolari, contenevano una fondamentale conformità di idee. Tali indizi di identità venivano da coloro che non credevano in alcuna religione, adoperati a combattere e a screditare tutte le religioni.
Si voleva dimostrare che invariabilmente la religione, creata prima dall'ignoranza, avesse poi con l’andar del tempo assunto forme superiori, ma che grazie ai progressi della scienza poco tarderebbe a suonare per lei l’ultima ora.
Tale era l’atteggiamento del .mondo occidentale, quando venne riproclamata la Sapienza Antica. Primi campi d’azione di questo movimento furono l’America e l’Europa, e parve naturale prendere per essa al pensiero greco un nome che ne esprimesse le antiche idealità.
Qualche tempo dopo l’avvento di Cristo la parola Teosofia, Sapienza Divina, era stata usata nelle scuole neoplatoniche, ed era poi stata impiegata in tutte le scuole di filosofia.
I mistici tutti in Europa l’avevano pure adotta, così che nel pensiero moderno essa ha un significato abbastanza preciso e tale da essere afferrato da ogni persona un poco versata nelle questioni religiose, mistiche o filosofiche. Essa ha il suggello della tradizione e ne riporta alle menti colte tutto il contenuto.
Prima ancora dell'era cristiana si trovano le medesime dottrine sotto il nome di Brahmavidya, termine sanscrito, nel quale Brahma significa Dio e Vidya Sapienza, quindi Sapienza Divina, ed anche sotto quello di Paravidya, cioè Suprema Sapienza.
Un grande Istruttore, interrogato una volta da un discepolo intorno alla conoscenza, gli rispose che due sono le specie di conoscenza: l’inferiore e la superiore. Tutto ciò che può venire insegnato da un uomo ad un altro, le scienze, le arti, la letteratura ed anche le scritture sacre, doveva essere classificato come forma della conoscenza inferiore, mentre la conoscenza dell’Uno, la quale conferisce quella di tutto, la conoscenza di Lui, era la suprema, la più alta Sapienza.
Questa è appunto la Teosofia ossia « la conoscenza di Dio che è Vita eterna ».
Contro l’asserzione della scienza, che tutte le religioni abbiano avuto origine dall’umana ignoranza, si levò dunque trionfante la proclamazione che le religioni non sono figlie dell’’ignoranza, ma della Divina Sapienza: che esse sono come tante vie percorse dall’uomo alla ricerca di Dio. La Religione è infatti la perenne aspirazione che spinge lo spirito umano alla ricerca dell’elemento divino, e le varie religioni del mondo sono appunto i diversi metodi di questa ricerca.
Investigando la storia e studiando le civiltà dei diversi popoli dall’estremo Oriente all’estremo Occidente, si trovano in ogni regione, in ogni epoca, testimonianze della sete inestinguibile che prova l’uomo per la Divinità. E’ un grido insistente che risuona nei secoli sulle labbra di tutta l’umanità! Il poeta ebreo efficacemente lo formulava in questi termini : «Come il cervo si strugge per il rivo d'acqua, così l’anima mia sospira per te, o Dio ». Giordano Bruno impiegò un’immagine analoga, paragonando questa aspirazione dell’uomo verso Dio alla spinta dell’acqua: come l’acqua infatti tende a salire al livello dal quale scese, così lo spirito umano sempre anela ad innalzarsi alla Divinità che è la sua origine.
Ma chi brama non solo di aspirare, di sperare, di credere, bensì di sapere in forza di una convinzione fondata, incrollabile, deve cercare il Divino Spirito non fuori, ma dentro sé stesso. Non interroghi lo scienziato, perché questi può dire soltanto che nella Natura vi sono delle leggi invariabili; né il teologo, il quale non gli propinerebbe che vane argomentazioni; l’artista potrà forse soddisfare un poco di più, ma esalterà solo la Bellezza, emanazione divina certamente, ma che non è tutto e meno ancora otterrà dal filosofo immerso nelle sue astrazioni.
Bisogna dunque penetrare arditamente nelle profondità del proprio essere; nella più riposta cavità del proprio cuore si deve cercare il mistero nascosto, il mistero che in verità merita di essere da noi ricercato... e là, là soltanto si troverà.
Ma una volta che là dentro Lo si è trovato, si scopre che tutto l’Universo inneggia al Suo nome ed alla Sua gloria.
Questa è la Verità fondamentale, la Verità delle Verità. Questa è la Sapienza Divina che noi chiamiamo Teosofia. Questa è la nuova proclamazione della più antica e più grande di tutte le Realtà fatta al mondo moderno.
La Teosofia poi ci insegna due dottrine fondamentali: l’immanenza di Dio e la fratellanza umana. Tutte le antiche scritture sacre insegnano "che Dio è in ogni luogo ed in ogni cosa, ma questa verità è ora così dimenticata in Occidente che riesce a molti nuova e strana nel sentirla predicata, come oggi avviene e talvolta persino da pulpiti cristiani.
La Bhagavad Gita, ad esempio, dice :
« Non vi è cosa mobile od immobile
che esister possa senza di Me » (X, 39)
E più oltre:
« Con una sola parte di Me
stesso sostenendo tutto l’universo,
Io dimoro » (X, 42)
Anche i più notevoli pensatori moderni hanno espresso la stessa speranza in termini consimili: Tennyson per esempio invoca intensa- mente il proprio Spirito per incitarlo a parlare allo Spirito Divino, poiché « Spirito e Spirito si possono unire», e dice inoltre:
« Egli mi è vicino più che il respiro, Più vicino delle mie stesse mani e dei piedi ».
Dio si manifesta nella molteplicità delle forme. Tutti i pensieri, tutta