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Per il Bene di un Bambino
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Per il Bene di un Bambino

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About this ebook

Ginny Ford è felice di aver ottenuto l'ambito incarico di donna delle pulizie dei direttori della PhizzFace Inc. Ma la sua gioia è presto rovinata da un ritrovamento accidentale avvenuto durante le pulizie, che la porta a pensare che nel corridoio dei direttori ci sia qualcosa che non va. Scavando più a fondo, è sconvolta dalla scoperta di casi di corruzione e di una rete segreta di pedofili rimasta nascosta per anni, della quale fanno parte proprio le persone che ha conosciuto e di cui ha iniziato a fidarsi. Incapace di sopportare un tale peso sulla coscienza, decide che non può rimanere in silenzio e che deve trovare un modo di aiutare tutti i bambini coinvolti. Tuttavia, scopre che ha inconsapevolmente messo in pericolo la sua famiglia nel tentative di aiutare i bambini…

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateJul 12, 2018
ISBN9781547538331
Per il Bene di un Bambino

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    Book preview

    Per il Bene di un Bambino - Stevie Turner

    Riconoscimenti

    I miei ringraziamenti vanno a Ferdi Nazim della NSPCC[1] per l'aiuto e i consigli dati durante la stesura di questo libro.

    Ringrazio inoltre Libbie Grant per la copertina e il Caleb’s Book Formatting Service.

    Dedicato alla mia amica Sandra, che ci è stata portata via troppo presto.

    Sinossi

    Ginny Ford è felice di aver ottenuto l'ambito incarico di donna delle pulizie dei direttori della PhizzFace Inc. Ma la sua gioia è presto rovinata da un ritrovamento accidentale avvenuto durante le pulizie, che la porta a pensare che nel corridoio dei direttori ci sia qualcosa che non va. Scavando più a fondo, è sconvolta dalla scoperta di una rete segreta di pedofili rimasta nascosta per anni, della quale fanno parte proprio le persone che ha conosciuto e di cui ha iniziato a fidarsi. Incapace di sopportare un tale peso sulla coscienza, decide che non può rimanere in silenzio e che deve trovare un modo di aiutare tutti i bambini coinvolti. Tuttavia, Ginny capisce troppo tardi che, schierandosi contro i suoi datori di lavoro, ha messo in pericolo tutta la sua famiglia.

    PARTE 1

    CAPITOLO 1

    LISCIANDO NERVOSAMENTE IL suo grembiule blu della PhizzFace con una mano e stringendo il suo cappotto e la sua borsa con l'altra. Ginny Ford fece un respiro profondo, controllò se ci fossero ciocche di capelli ribelli che si erano liberate dalla sua folta coda e bussò alla porta dell'ufficio.

    Avanti.

    Ciao, Bob. Volevi vedermi? Ginny si sforzò di sorridere e di non lasciar trasparire la paura che provava.

    Immagino che tu ti stia chiedendo perché ti ho fatta chiamare. Bob Fenton fece un cenno con il braccio, indicando una sedia vuota.

    Ginny annuì e si sedette con cautela sul bordo della sedia, con braccia e gambe incrociate, nel tentativo di difendersi da eventuali parole pungenti che potevano nascondersi tra le solite banali chiacchiere del suo supervisore.

    Emma ha deciso di non tornare dopo il suo congedo annuale. I signori mi dicono di essere più che soddisfatti del lavoro che hai svolto nello stabilimento; sei affidabile e sei tra le donne delle pulizie che lavorano con noi da più tempo. Se vorrai occuparti del corridoio dei direttori, l'incarico sarà tuo. Ci sarà il solito aumento che deriva dal lavorare ai piani alti, come ben sai, e potrai anche guadagnare di più con gli straordinari quando dovrai pulire dopo le conferenze.

    Ginny si chiese se aveva sentito bene. Per un attimo rimase troppo sconvolta per parlare.

    Emma se n'è andata? Perché mai avrebbe dovuto volersene andare? Ginny pensò all'amica, che cercava con difficoltà di crescere da sola i suoi figli.

    Evidentemente ha trovato un lavoro migliore, per cui, beh, le auguro buona fortuna. Cosa ne dici? Vuoi l'incarico o no?

    Ginny percepì un'insolita impazienza nella voce di Bob. Sedendosi in modo più rilassato, gli mostrò uno dei suoi sorrisi migliori.

    Certo che sì! Per chi mi hai presa? Chi non vorrebbe il corridoio ai piani alti? Sentì la felicità pervaderla al solo pensiero.

    Siamo d'accordo, quindi. Lo farò sapere al signor Randolph. Da domani sarà Sue a occuparsi del tuo attuale incarico, quindi inizierai lunedì mattina, alle sei in punto come sempre. Ogni tanto il lunedì ci saranno alcune ore extra in cucina dopo che avrai lasciato Trudi a scuola, perché a volte i signori hanno delle conferenze il venerdì pomeriggio. Ricordati di compilare questo foglio ore e mi assicurerò che ti vengano pagate. Le porse un foglio in formato A4.

    Fantastico. Grazie, Bob. Prese la pagina e lanciò un rapido sguardo al foglio ore a lei ancora estraneo prima di riporlo in borsa. Spero di riuscire a capire come funziona.

    Andrà tutto bene. C'è un cervello, sotto tutti quei riccioli. Ci vediamo domani.

    L'atrio di granito e marmo lucidati della PhizzFace Incorporated aveva appena iniziato a riempirsi con il solito viavai mattutino quando Ginny salì le scale per arrivare dal piano sotterraneo, dove si trovava l'ufficio del suo supervisore, al piano terra. La fontana ornamentale nel mezzo dell'atrio stava zampillando e il suono dell'acqua che rimbalzava sulle pietre levigate vicino alla base le faceva sempre venire voglia di andare in bagno. Odiava uscire passando dalle porte girevoli e come al solito aprì la porta d'ingresso per i disabili che si trovava poco distante, a destra.

    A domattina, Ginny.

    Ci vediamo, Will. Salutò il portiere sorridente quando gli passò davanti.

    Quei dieci minuti in più passati con Bob l'avevano fatta uscire in ritardo; sapeva che Larry stava scalpitando per andare in ufficio. All'attraversamento pedonale desiderò intensamente che il traffico si fermasse; saltellò con impazienza da un piede all'altro. Quando finalmente ebbe percorso Frobisher Street per poi sfrecciare a sinistra verso Grove Gardens riuscì a vedere suo marito e sua figlia che la aspettavano; entrambi guardavano impazienti nella sua direzione. Uno dei due aveva un'espressione furiosa, mentre l'altra dondolava con nonchalance, aggrappandosi al cancello del giardino.

    Dove sei stata? Devo andare!

    Scusami, ma ho delle buone notizie da darvi più tardi. Gli diede un rapido bacio sulla guancia mentre lui la superava per dirigersi in fretta verso l'auto. Forza signorina, è ora di andare a scuola. Prese la mano di sua figlia e sospirò dalla gioia e dal sollievo.

    Che buone notizie, mamma?

    Trudi, una bambina di sette anni, era furba come una volpe; dall'indole artistica e creativa, proprio come la madre. Ginny le sorrise con affetto mentre le stringeva la mano.

    Mamma ha ottenuto un aumento e il lavoro più comodo di tutti. Guardò in basso verso sua figlia per assicurarsi che avesse il contenitore per il pranzo nella mano libera, mentre iniziavano il breve tragitto fino alla scuola.

    Cosa farai?

    Dovrò pulire gli uffici dei cinque direttori della PhizzFace.

    E perché è un bel lavoro?

    Perché non creano molto disordine.

    Perché non puoi restare a casa e scrivere altri libri?

    Te l'ho detto; non sono riuscita a trovare un agente per poterli vendere e devo guadagnare qualcosa cercando comunque di badare a te.

    Perché non li vendi tu, allora?

    Ci provo, ma non sono in molti a volerli comprare.

    Perché no?

    "Perché ci sono migliaia, milioni di altri scrittori là fuori, tutti che cercano di vendere i loro libri nello stesso momento."

    Allora perché non li vendi in un altro momento?

    Le continue domande di sua figlia iniziavano a starle sui nervi. Ginny fece girare Trudi verso Arcadia Road quando arrivarono alla fine di Grove Gardens.

    Riesco a vedere Tom Osborne! È il mio fidanzato ora!

    Trudi lasciò la mano di sua madre e corse avanti. Ginny rallentò, sorrise in direzione della schiena di sua figlia che si allontanava e si godette l'improvviso attimo di pace e tranquillità. All'ingresso del cortile, attese rimanendo un po' in disparte rispetto agli altri genitori che chiacchieravano gli uni con gli altri, cercando di metabolizzare del tutto la proposta di Bob fino a quando la campanella che segnalava l'inizio delle lezioni non suonò, al che rispose al cenno di saluto di sua figlia salutandola di rimando. Quando il cortile della scuola fu sgombro Ginny ripercorse i suoi passi, desiderosa di tornare a casa per prepararsi una tazza di caffè forte e farsi una bella doccia calda.

    Dopo una doccia ristoratrice approfittò della casa vuota per mettersi al computer e occuparsi di scrivere e fare networking, alzandosi solo quando lo stomaco l'avvertì che era ora di pranzo. Dopo un panino si occupò di un capitolo piuttosto impegnativo fino alle 14:45, quando, dando un'occhiata all'orologio, abbandonò con riluttanza il suo mondo virtuale e uscì di casa, dirigendosi a passo svelto verso il cortile della scuola. Ancora una volta, rimase in disparte rispetto alle altre madri mentre cercava con lo sguardo la sua migliore amica Emma, ma, non vedendola, pensò che probabilmente i suoi figli erano malati e non erano andati a scuola.

    Robert è venuto a scuola oggi? Ginny baciò sua figlia quando le venne incontro nel cortile.

    No; non l'ho visto. Trudi porse a sua madre il contenitore per il pranzo vuoto e la sua cartellina per la lettura e saltellò al suo fianco.

    Magari ha la varicella. Ginny sorrise a Trudi. Grazie al cielo tu l'hai già avuta.

    Non c'era neanche Ryan. Trudi salutò un compagno di classe che si stava allontanando in direzione opposta alla sua.

    Probabilmente ce l'ha anche lui.

    Ginny aveva sempre detestato la mezz'ora immediatamente successiva al ritorno da scuola di Trudi. C'erano i soliti sospiri e la solita riluttanza nel leggere e nel finire i compiti e Ginny cercava sempre di firmare il libro degli esercizi e finire il tutto prima che sua figlia fosse troppo stanca.

    Hai dei compiti da fare stasera? Ginny incrociò le dita.

    Devo solo leggere. sospirò Trudi.

    Leggiamo un paio di capitoli, poi firmerò il libro degli esercizi. Papà dovrebbe arrivare poco dopo e potremo cenare.

    Che c'è per cena? Non sento nessun profumo dalla cucina. Trudi arricciò il naso.

    Vediamo cosa c'è nella credenza. disse Ginny, cercando di glissare sull'argomento.

    Quando Ginny ebbe finito di controllare la lettura ed ebbe firmato il libro, Trudi iniziò a lamentarsi di essere affamata come un lupo. Ginny accese il forno e prese dal frigo un grosso vassoio coperto di carta stagnola.

    Cosa c'è lì? Trudi iniziò a sollevare uno degli angoli della carta stagnola.

    Via le dita; vai a cambiarti, tra poco si cena.

    Quando sentì la chiave di Larry che girava nella toppa, il tavolo era ormai apparecchiato, le lasagne stavano finendo di cuocere, diversi ortaggi colorati erano al dente nella pentola a pressione e il vino era in frigo. Ginny baciò il marito e si godette la sensazione di sicurezza che le trasmettevano le sue braccia strette attorno a lei.

    Alla fine non mi hai detto quali buone notizie hai ricevuto stamattina.

    Te lo dirò mentre mangiamo. Ora lasciami servire la cena.

    Dov'è Tru?

    In camera sua; chiamala e dille che la cena è pronta.

    Ginny spense il forno e la pentola a pressione e prese tre piatti dallo scaldapiatti che si trovava sotto il piano cottura.

    "Bob mi ha assegnato il corridoio dei direttori e quando ci sarà una conferenza potrò guadagnare qualcosa in più con gli straordinari." Ginny riempì i piatti di lasagne e verdura.

    A Trudi non piacciono le lasagne. Larry tornò in cucina e lanciò un'occhiata ai piatti.

    Sarà una bella lotta farle mangiare qualcosa.

    Mi stavi ascoltando?

    Sì; qualcosa sui direttori. Cosa stavi dicendo?

    Vieni a sederti e te lo ripeterò.

    Larry finì il piatto di lasagne e posò forchetta e coltello.

    Davvero ottime notizie quelle per il lavoro, ma cosa farai se dovrai rimanere a lavorare fino a tardi il lunedì o in un giorno in cui non c'è scuola? La guardò con aria interrogativa.

    Dopo cena andrò a trovare Emma; è sempre a casa dopo le sette. Le chiederò se le dispiacerebbe portare Trudi a scuola al posto mio o farla stare da lei per qualche ora quando dovrò fare gli straordinari. Ovviamente ti chiamerei se dovessi rimanere a lavorare fino a dopo le otto e mezza il lunedì mattina e dovresti portare tu Trudi a scuola mentre vai al lavoro. Ma non credo che Emma avrà problemi; ho badato ai suoi figli più di una volta.

    Ginny si versò un altro bicchiere di vino e si preparò all'imminente scontro di volontà mentre guardava l'espressione risoluta di sua figlia.

    Dai Trudi, mangiane un altro po' per mamma, per favore.

    Non mi piacciono le lasagne.

    Te ne darò un altro po' da mangiare e poi potrai avere del budino. Ginny creò con la forchetta un mucchietto di cibo su un lato del piatto di sua figlia.

    Non voglio quella roba con la carne. Mi piace solo la pasta.

    Va bene; mangia solo la pasta allora. Ginny era contenta di vedere sua figlia mangiare anche soltanto quello, magra com'era. Ti andrebbe dello yogurt dopo?

    Non mi piace lo yogurt.

    "Cos'è che ti piace, allora?" sospirò Larry.

    Cioccolato. Trudi sorrise al padre.

    Non puoi mangiare il cioccolato se non mangi la cena. Larry sorseggiò del vino e sospirò.

    Oh, papà, ti preeego... mi fa male il piede! Trudi si ispezionò la caviglia e si tolse una scarpa.

    E cosa c'entra un piede dolorante con il non mangiare la cena? Larry posò il bicchiere sul tavolo con un po' troppa forza e Ginny trasalì.

    Fa troppo male per mangiare!

    Ginny sospirò mentre guardava la figlia ripetere la solita vecchia routine.

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