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Antiche devozioni
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Antiche devozioni

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Antiche devozioni è una raccolta di preghiere, di inni sacri, di raccomandazioni spirituali, fervorini ed esercizi di pietà. Riproporre all’uomo d’oggi questi spunti di meditazione e di orazione, ci consente di recuperare quel remoto senso, sempre presente nella tradizione cristiana e cattolica, della pietà illuminata. Si tratta di un’antologia che raccoglie autori diversi in epoche più o meno vicine, tutti accomunati da questo senso intimo della pietas. “Antologia” significa scelta di fiori. E questo è appunto un mazzo di fiori antichi e sempre nuovi che si vuol offrire all’uomo attuale, sempre più distratto dall’ora fuggitiva della fretta telematica e virtuale, ma non sempre virtuosa. A proposito di fiori San Francesco di Sales ci ricorda: la Religione è come una campagna tutta tempestata di fiori gratissimi alla vista e di saluberrimo odore a tutti quelli che vogliono odorarli (Sermoni Familiari). E in Filotea: Glicera ingegnosa florivendola sapeva cambiare sì bene la disposizione e mescolanza dei fiori nei suoi mazzi che coi medesimi fiori faceva molti tra lor diversi mazzolini, tal che il pittore Parrasio, volendo a gara contraffare la diversità di tale opera ne rimase vinto, poiché non seppe in tante fogge variar la sua pittura, come faceva Glicera i suoi mazzi. Così noi abbiamo raccolto in questo campo della Religione dei fiori molto belli, predisposti in diverso modo per Antiche Devozioni- proprio come faceva Glicera -e ne abbiamo composto un bel mazzetto spirituale, tutto da odorare e da gustare.Trai fiori che sono avvinti in questo bel bouquet vi è un poeta di Monza, Deponti Paolo, di cui abbiamo il poema La Gerusalemme Conquistata, che non è riportato in questo libro.Antiche Devozioni vuole rappresentare un percorso spirituale - le opere infatti non sono state raccolte a caso - che parte dalla preghiera, passa attraverso l’effusione del canto, per giungere alla riflessione. Le riflessioni spirituali scelte sono brevi, concise, semplici ed erano state formulate apposta come accompagnamento alla preghiera per la pace interiore delle anime. A tal proposito abbiamo ripreso i Documenti et istruzioni per la tranquillità delle anime, tratti da Orazioni secrete della Santa Messa del 1796, proprio per richiamare all’attenzione quel tema forte del “De tranquillitateanimae” di memoria senecana, il cui alone avvolge anche la mistica cristiana. Speriamo con questa raccolta di aver offerto al lettore un cammino antico sì, ma sempre nuovo. Agostino esclamava: tardi ti amai, Bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai! Più che mai l’uomo d’oggi ha bisogno di soffermarsi, riflettere, meditare e soprattutto pregare, anche se “tardi”! Così potremmo dire con parole proverbiali, non tanto Voxpopulivox Dei, ma “Voce dell’anima, voce di Dio”!Ore e ore, “Uomo del mio tempo” passi al cellulare! Eppure ogni anima si potrebbe paragonare ad un cellulare trasmittente e ricevente. Nella preghiera lanciamo a Dio i nostri messaggi, manifestandogli i nostri bisogni e tributandogli il culto dovuto. Dio risponde ai nostri messaggini parlando al nostro cuore, nelle piccolissime ore del silenzio, durante la preghiera, con le buone ispirazioni, con le grazie attuali e tanti altri doni. Beata quell’anima che riesce sempre a tenere il cellulare acceso ed a captare le onde delle trasmissioni divine!
LanguageItaliano
Release dateJul 16, 2018
ISBN9788869826702
Antiche devozioni

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    Antiche devozioni - Vincenzo Capodiferro

    spirituale

    PREFAZIONE

    Antiche devozioni cristiane è una raccolta di preghiere, inni, raccomandazioni spirituali, fervorini ed esercizi di pietà. Abbiamo voluto proporre all’uomo d’oggi questi spunti di meditazione e di orazione, al fine di recuperare quel remoto senso, sempre presente nella tradizione cristiana e cattolica nella fattispecie, della pietà illuminata. Ci sentiamo in questo senso anche noi pietisti illuminati, proprio perché crediamo, che l’azione orante e di grazie procede sempre dal capo e dal petto: mente e cuore all’unisono nel rivolgersi all’Assoluto formano la pietà. L’uomo di oggi poi è affetto da molti mali: relativismo, materialismo, ateismo dilagante, post-consumismo, post-comunismo, società liquida e tante altre malattie spirituali, a volte letali per la vita in Dio. Ma vi sono anche altri mali più concreti: la febbre della comodità, che culmina nell’uso spropositato dei cellulari e dei social. I nativi digitali così soffriranno sempre di più di alienazione e di incomunicabilità. Poi c’è la febbre della fretta, dell’attivismo sfrenato: nervi sempre tesi! Tutti detrimenti del raccoglimento! Non si può più meditare! Curiosità, idee errate in filosofia, morale, politica, sono filtrate in cinema, teatro, giornali, televisione, cellulare, internet, sono diventate aeriformi, e le respiriamo tutte, tutti i giorni, anche noi cristiani. Non si distingue più vero da falso, vizio da virtù, bene da male. C’è la mania del successo. Vive bene e riesce solo chi ha successo nella vita! Di qui si avverte sempre di più, però, la sete di Dio, il bisogno di pregare. Quando ci mettiamo a pregare entriamo in comunicazione con Dio, andiamo a parlare con Lui nel suo stesso palazzo, o ci chiudiamo nella stanza, seguendo la prassi evangelica e preghiamo il Padre nostro nel segreto. Antiche devozioni cristiane si presta come tanti altri libretti di pietà, a questo scopo. Come dice Sant’Agostino: «Alle porte del palazzo di Dio c’è la Misericordia che ci permette sempre di entrare e se noi siamo titubanti ci invita». Nella preghiera si riassumono due azioni fondamentali: l’elevazione e la petizione, come asserivano gli antichi Padri. Un esempio ce l’abbiamo nel Padre Nostro: la prima parte è di glorificazione, la seconda è di domanda. La preghiera avviene sempre in prima persona, sia singolare, io, che plurale, noi, tanto ad indicare la dimensione del singolo, quanto della comunità. I due momenti: singolare e comunitario, sono necessari entrambi alla preghiera. Se accentuiamo troppo sul lato del singolo, potremmo scadere nella superbia dell’io, che si traduce in solipsismo e individualismo estremo, se al contrario, potremmo scadere nel formalismo e nel cultualismo, come nel collettivismo. Diverso è il caso di speciali vocazioni, come gli eremiti, o i contemplativi, o i claustranti. Costoro si dedicano in tutto alla vita orante, ma presso i cenobiti c’è anche il momento comunitario. Ogni anima potrebbe paragonarsi ad una stazione radio trasmittente e ricevente. Nella preghiera infatti noi lanciamo verso Dio i nostri radiomessaggi, manifestandogli i nostri bisogni e tributandogli il culto dovuto. Dio risponde alle nostre trasmissioni, parlandoci nel nostro cuore nelle ore del silenzio, durante la preghiera, colle buone ispirazioni, con le grazie attuali, etc. Beata quell’anima che riesce a captare le onde delle trasmissioni divine! E la grazia è il fine di ogni devozione. La grazia ci fa altrettanti Dei. Malebranche dice che Gesù Cristo, apportandoci la grazia, ha mantenuto la promessa del Demonio ai nostri progenitori. Ci ha fatto Dio. Per essa diventiamo amici di Dio, onde San Gregorio esclama: «O bontà di Dio! Noi non meritiamo di essere chiamati neppure suoi servi ed egli si degna di chiamarci amici,» come riporta Sant’Alfonso nell’Apparecchio alla morte. La grazia è un tesoro infinito che ci rende degni dell’amicizia di Dio (Sapienza 7,14). I Gentili dicevano che era impossibile un’amicizia tra la creatura e Dio, perché l’amicizia, come dice San Girolamo, rende simili gli amici. Era impossibile che Dio si rendesse eguale all’uomo. Eppure Dio ci chiama amici. «Essa si distingue dalla carità come il sole dai suoi raggi. Mentre la grazia eleva il nostro essere, la carità trasforma la nostra attività. Mentre la grazia è tutta la vita dell’anima, la carità è la forza vivente della grazia pronta a produrre tutte le operazioni della vita soprannaturale e soprattutto l’amore attuale di Dio, sorgente di ogni vita»¹. San Tommaso conferma: «La perfezione che risulta per una sola anima del dono della grazia sorpassa tutto il bene dell’universo». Gesù mostrò a Santa Caterina da Siena un’anima salvata dalle preghiere di lei. E la santa confidò a San Raimondo, suo confessore: la bellezza di quell’anima era tale che nessuna parola saprebbe esprimerla. Senza la grazia abituale non possiamo meritare in ordine alla vita eterna. Senza la grazia attuale, non possiamo far niente per perseverare nel bene. E aggiungeremmo: la preghiera è collegata alla grazia virtuale, che tutti gli uomini, di tutta la terra, possiedono in fieri. Concludiamo così, sperando con questo lavoro di aver prestato un’opera, anche se insignificante, ma premurosa nell’avvicinare l’uomo di oggi a Dio, che come un Padre buono attende sempre il suo figliol prodigo.

    Riportiamo brevemente il prospetto dell’opera, con le parti, che riportano tutte intere scritti inediti e stampe di inestimabile valore spirituale. Le abbiamo accorpate seguendo il filo logico del pietismo illuminato in tre momenti fondamentali: preghiera, lode (inni sacri), meditazione.

    PREGHIERE CRISTIANE, tratte da Preghiere Cristiane, di anonima devota, 1882;

    FERVORINI IN ONORE DI MARIA, tratti da Discorsini in onor di Maria, di Della Casa Domenico, 17 Agosto 1904;

    ORAZIONI PER LA CONFESSIONE E LA COMUNIONE, tratte da Orazioni secrete della Santa Messa et altre diverse. Documenti et istruzioni per la tranquillità delle anime, 1796;

    ORAZIONI ED ATTI PREPARATORI AD UNA BUONA MORTE, tratte da Ibidem;

    INNI SACRI, tratti da Strenna sacra e morale per l’anno 1844, in Opere del poeta monzese Deponti Paolo;

    RACCOMANDAZIONI SPIRITUALI, tratte da Orazioni secrete²

    ESERCIZI SPIRITUALI, tratti da Esercizi spirituali in preparazione al ricevimento del Sacro Ordine del Suddiaconato. 1909. È lo stesso quaderno donde sono tratti i Fervorini in onore di Maria³.

    Sperando, con questo modesto lavoro, di almeno aver suscitato vivi sentimenti di pietà nel lettore, auspichiamo ogni bene dalla riflessione sui temi proposti.

    Victore Christo

    PREGHIERE CRISTIANE

    Vergine celeste

    Vergine celeste, i cui devoti altari abbraccio confidente, al passo dei miei giorni combattuti e amari, una pietà il ferito core ti preme: guarda come l’anima mia, tra gli incessanti miei mali, fatta è simile al naufrago meschino, che invano si oppone alla sua prova estrema. Deh! Soccorrimi, o Benedetta, o viva fonte di tutte le grazie, ed in questo pellegrinaggio terreno, ravviva l’ormai moribonda speme, e fa che fra tanto orrore di alcun baleno l’aere si accenda e l’unica riva i miei occhi stanchi vedano dopo il lungo viaggio della vita.

    O mia Signora e Madre

    O mia Signora e Madre, a Voi tutta mi offro, ed in fede di essere vostra vi consacro gli occhi, le orecchie, la bocca, il cuore, tutta me stessa. Sì. O buona Madre, sono vostra! Voi conservatemi, difendetemi come cosa vostra, e datemi la santa benedizione. O mia Signora e Madre, ricordatevi che sono vostra. Ave Maria!

    Pensieri ed affetti per la sera

    E per terminare il giorno a te sacro, o Maria, il cuore forte batte nel dubbio di averlo santificato, o no, come era dovere. Io sono qui ai tuoi piedi per farti l’offerta di esso. Se nulla vi trovi di buono, accogli almeno la buona volontà ed il molto desiderio di piacerti che tengo nel cuore. Io sono qui per essere visitata colle tue grazie, o Maria, ma più di tutto io mi devo confessare a Voi quelle care anime del purgatorio, che sono pure tue amate figliole. Arreca loro consolazione ed efficace soccorso. Ave Maria! Visita le menti dei servi tuoi. O fonte di bontà, ricordati della nostra miseria, concedici di essere coronati, un giorno, trai beati del regno tuo. Maria, speranza nostra, abbi di noi pietà!

    Per la Santa Messa

    M’immagino di vedere nella persona del sacerdote ai piedi dell’altare, Gesù nell’orto del Getsemani, che va ad offrirsi al suo eterno Padre per noi. Mio Dio, vi domando la grazia di assistere alla Santa Messa con quella fede e pietà, con cui la Vergine assistette a quel primo sacrificio di Gesù sulla croce.

    Al Confiteor

    Mio Dio onnipotente ed eterno, mi confesso dinnanzi a Voi e a tutta la Vostra corte del cielo. Mi confesso di avervi troppo offeso ed oltraggiato colle mie colpe, delle quali mi pento con tutto il cuore, e prego la Vergine, gli Angeli, gli Apostoli e tutti i Santi del cielo che intercedano per me misericordia e salute.

    Al Kyrie

    Deh, Signore, pietà! Gesù Cristo, misericordia!

    Al Gloria

    Gesù mio, vi conosco come Figliolo del Padre, Dio come Lui, Redentore del mondo. Signore della pace, vi lodo e vi adoro cogli angeli del cielo. Fate che io viva da angelo in terra e che abbia un giorno parte del loro giubilo in Paradiso.

    All’Oremus

    Esaudite, o Signore, le orazioni della vostra Chiesa, e di questo sacerdote suo ministro, per i meriti di Gesù Cristo, Signore nostro e diffondete sopra tutti la Vostra misericordia.

    All’Epistola

    Spirito divino, che vi degnaste di parlarmi per mezzo dei profeti e degli apostoli, fatemi ora la grazia che mi approfitti della vostra istruzione, onde non abbiano a fare la mia confusione nel giorno del mio giudizio.

    Al Vangelo

    O quanto vi sono obbligato, mio Dio, che mi abbiate chiamato al vostro Vangelo! Fatemi ancora la grazia che a norma di esso abbia a regolare tutta la mia vita, né mai tema di confessarlo innanzi al mondo.

    Al Credo

    Io credo fermamente, o mio Dio, tutta la verità che la Santa Chiesa mi propone a credere, perché Voi, prima ed infallibile Verità, gliela avete rivelata.

    All’Offertorio

    Mio Dio, vi adoro e vi offro insieme col sacerdote questo sacrificio, a Vostra gloria, a ringraziamento di tutti i benefici fatti, a me ad a tutto il mondo, a soddisfazione delle mie colpe e di tutti gli uomini e vi prego, per questo sacrificio stesso, che illuminati i peccatori e gli infedeli, non cessiate mai di ricolmare tutti di tutti i beni, fino a che veniamo al compimento della Vostra misericordia in Paradiso.

    Al Lavabo

    Lavate, mio Dio, l’anima mia da ogni macchia di peccato, mentre sinceramente me ne dolgo, e conservatela sempre, dinnanzi a Voi, santa e pura.

    All’Orate Fratres

    Gradite, o Signore, il sacrificio che vi fo del mio cuore, e di tutta me stessa, come gradite il sacrificio di Gesù, al quale unisco ancora il mio.

    Al Sursum Corda

    Il mio cuore, sempre a Voi sospiri, o vera fonte di ogni bene, né mai cessino le nostre lingue di ringraziarvi di tutti i benefici, ricevuti da Voi, o Signore, Santo, Padre, onnipotente, eterno Iddio, per continuare poi ancora i nostri ringraziamenti insieme agli angeli ancora in Paradiso.

    Al Sanctus

    O Dio, Voi siete santo ed io sono peccatore! Tutto il cielo e la terra sono pieni di Voi; non vi è che il mio cuore che ne sia vuoto. Riempitelo Voi di Voi stesso, colla vostra grazia, o mio Signore.

    Al Memento dei vivi

    O Signore concedetemi di partecipare a tutti i frutti di questo santo sacrificio: vi raccomando l’estirpazione delle eresie, la concordia fra i principi cristiani, l’esaltazione della santa Chiesa, la salute e la pace di tutto il popolo cristiano. Vi raccomando la mia famiglia, i parenti, gli amici, i benefattori, quelli stessi che raccomando nelle mie orazioni, e prego per me e per loro, perché tutti possano salire con me in Paradiso.

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