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Generazioni e tecnologia in un notch
Generazioni e tecnologia in un notch
Generazioni e tecnologia in un notch
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Generazioni e tecnologia in un notch

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Generazioni e tecnologia in un notch è una fotografia del rapporto che le ultime generazioni hanno con i dispositivi elettronici. La storia dell'autore si scontra con quella di suo fratello minore, nonostante ci siano solamente pochi anni di differenza. Uno spaccato di realtà che dimostra quanto il "gap generazionale" si sia allargato negli ultimi decenni, con tanto di qualche consiglio per cercare di arginare i pericoli che ne possono derivare.

LanguageItaliano
Release dateJul 23, 2018
ISBN9780463816356
Generazioni e tecnologia in un notch

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    Generazioni e tecnologia in un notch - Andrea Zanettin

    Andrea Zanettin

    Generazioni e tecnologia in un notch

    Il mio punto di vista

    La tecnologia è quel mondo sconfinato che nessuno, nemmeno i più grandi esperti della Silicon Valley, riesce a comprendere nella sua interezza. D’altronde, è impossibile anche solo pensare di conoscere ogni singolo aspetto di quello che potremmo definire un mondo parallelo. Sì, ho appena dato la mia criptica e anacronistica definizione del tech, un luogo dove sembrano esistere più sognatori che lavoratori e che possiede quel non so che di magico che ti cattura sin da subito. Non si spiegherebbe altrimenti quel mio primo contatto con questo mondo, all’età di 6 anni. Mio padre mi fece usare per la prima volta un Personal Computer, un macchinario che all’epoca non riuscivo assolutamente a inquadrare. Ero allo stesso tempo curioso e spaventato da quella gigante scatola di alluminio che iniziava a emettere un rumore simile a un jet non appena si sfiorava il fatidico pulsante rotondo posto in bella vista. Avevo adocchiato mio fratello più grande premere diverse volte quel tasto, dicendomi ogni volta che doveva fare delle ricerche per la scuola. Io ovviamente non ne capivo nulla, ma le sue espressioni non erano molto felici quando fissava quello schermo per quei pochi minuti che gli servivano. In realta, quindi, vedevo quel macchinario come qualcosa di assolutamente superfluo e da utilizzare solamente quando si doveva fare qualcosa di non proprio piacevole. E ora toccava a me, mio padre mi stava dicendo di premere quel pulsante rotondo che dava il via a tutto questo. Quel misto di paura e curiosità rimaneva, ma la figura paterna

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