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I giovani del calcio scommesse nel profondo Sud
I giovani del calcio scommesse nel profondo Sud
I giovani del calcio scommesse nel profondo Sud
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I giovani del calcio scommesse nel profondo Sud

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About this ebook

Intrecci, vittorie, sconfitte, 
castelli di carte che crollano e sogni che prendono forma, sullo sfondo contrastato dell'Italia meridionale 
e del gioco d’azzardo.

Il centro scommesse Matrix 24 di Melito di Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, è un punto di ritrovo fisso per un gruppo di amici appassionati di calcio. Giovanni, Walter, Domenico, Giuseppe, Santino scommettono non solo il fine settimana, ma anche in altre occasioni. C’è chi  mette a punto dei sistemi che ritiene infallibili, chi si affida più all’intuito e al caso. Le cifre vinte o perse talvolta sono importanti, e determinano l’andamento del pomeriggio o della serata trascorsa insieme. Per alcuni col tempo diviene un vero e proprio business, come un lavoro. Per altri un modo semplice (ma rischioso) per riuscire a guadagnare di più alla fine del mese e togliersi qualche sfizio. Il centro scommesse è inoltre un vero punto d’osservazione su diversi fatti che accadono nel piccolo paese. I giovani del calcio scommesse nel profondo Sud è un libro sul calcio, sul gioco, sulle altre passioni di un gruppo di amici che ha solo voglia di divertirsi e di stare insieme.
LanguageItaliano
Release dateJul 26, 2018
ISBN9788856792546
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    I giovani del calcio scommesse nel profondo Sud - Domenico Pangallo

    © 2018 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-567-9254-6

    I edizione aprile 2018

    www.gruppoalbatros.com

    Libri in uscita, interviste, reading ed eventi.

    I giovani del calcio scommesse

    nel profondo Sud

    È la sera di Natale, e dopo l’abbuffata della cena della vigilia e del pranzo del 25, la gente si riversa sulla via principale per smaltire il cibo consumato. Sono le 19 e c’è un via vai di studenti che colgono l’occasione della festa per incontrare qualche amico o qualche amica. All’inizio della via principale c’è un bar, che è anche tabacchino e agenzia di scommesse sportive. Il titolare è Matteo che sta conversando con i suoi amici fidati. Ci sono: Giovanni, Walter, Domenico, Santino e Giuseppe. Dice Domenico a Santino:

    «In queste feste si nota che hai messo su qualche chilo in più».

    La risposta di Santino è immediata:

    «Infatti, ho mangiato come un dannato tutto, dal primo al dolce, e nel frattempo ho accumulato cinque chili in più. Prometto che dopo le feste andrò a correre per ritornare al peso abituale!».

    Si parla del più e del meno quando Giovanni dice a Walter:

    «Questa estate ti abbiamo fatto ubriacare, nella discoteca barcollavi come un dannato!».

    Giovanni ricorda che hanno bevuto il Moët & Chandon, champagne che di solito beve la comitiva quando si trova in discoteca oppure nei pub di ritrovo ogni sabato sera.

    Chiede Santino a Giuseppe:

    «Ma quanto vi costa bere ogni sabato sera il Moët & Chandon?».

    Giuseppe risponde:

    «Chi non è lupo non si metta la pelle». Come per dire che sono giovani valenti, quindi, spendono il denaro in quel modo. Aggiunge poi Giuseppe:

    «Ogni sabato ci costa dalle 350 alle 500 euro, poiché il Moët & Chandon in alcuni pub costa 50 euro a bottiglia, invece, d’estate, quando ci sono le serate con qualche personaggio famoso, nel giro delle discoteche il Moët & Chandon arriva anche a 100 euro a bottiglia».

    Insomma, sono frequenti le serate in cui bevono molto. Questa compagnia è solita passare il sabato in questa maniera, le spese se le dividono in parti uguali, e siccome sono giovani, che stanno bene, poiché le scommesse fruttano, possono permettersi questo tipo di tenore di vita.

    Poi parlano degli aperitivi che consumano in diversi bar, mettendo in evidenza la differenza tra questo o quel locale, il prezzo e la roba che viene data al cliente. Ogni tanto squilla il telefono di qualcuno del gruppo che viene chiamato dall’amico o dall’amica, da casa, dal fratello o dalla sorella, dal cugino o dalla cugina. Quella sera finisce prima del solito, con poche bevute, visti gli stravizi degli ultimi giorni.

    È Santo Stefano, la comitiva si ritrova verso le 10 al centro scommesse di Matteo. Giovanni invita gli amici a fare colazione nel bar, e tutti accettano l’invito a parte Matteo, che è impegnato nel centro scommesse, e che chiede agli amici di portargli un cornetto.

    Arrivati al bar c’è un cugino di Walter che invita la compagnia a consumare quello che vogliono, poiché è lui ad offrire. Prendono tutti il caffè accompagnato da un cornetto: in quel frangente il bar è pieno di gente ed anche se non si parlano la compagnia è conosciuta da tutti. Terminata la colazione escono dal bar avviandosi al centro scommesse. Matteo aspetta il cornetto per fare colazione, subito portato da Giovanni.

    Si parla di calcio dandosi i pareri sulle squadre che vincono o perdono in modo da giocare la scommessa. Poi discutono di dove passeranno il capodanno. Walter dice:

    «Quest’anno ho intenzione di andare in Polonia, a Cracovia, con qualche mio amico!».

    Giovanni, invece, dice che passerà il capodanno a Praga! Giuseppe e Domenico dicono che resteranno al paese, al massimo andranno in qualche veglione di capodanno che si organizza in qualche sala dei dintorni.

    Matteo sconsiglia a Walter e Giovanni di andare all’estero, poiché ha letto sul giornale che l’Europa nei prossimi giorni sarà colpita da temporali ed uragani di grande intensità.

    Matteo, facendo i conti, dice che nella vigilia di Natale nel suo centro scommesse sono stati vinti in totale oltre 20.000 euro, divisi tra chi ha vinto 250 euro, chi 500 euro, chi 800 euro e chi 1.500 euro.

    «Sono contento che nel mio centro scommesse abbiano vinto tutti quei soldi, almeno fanno le feste contenti i giocatori che hanno azzeccato le scommesse».

    Nel pomeriggio la comitiva si divide e con due macchine girano per il paese. Durante la giornata arriva Nino il pompiere, dannandosi, poiché avendo sbagliato il solo risultato di una squadra non è riuscito ad azzeccare la scommessa. Gli dice Matteo:

    «Vedrai che la prossima volta, non giocando la squadra che ti ha fatto perdere i soldi, azzeccherai senz’altro la scommessa!».

    Risponde Nino:

    «Questa volta è stato il Borussia Dortmund, vedrai che la prossima volta non azzeccherò il Bayern Monaco, quest’anno le squadre tedesche se la sono presa con me!».

    Dice Giovanni:

    «Nino, a furia di scommettere sulle squadre tedesche qualche giorno azzeccherai la giocata!».

    Replica Nino:

    «In questo momento sento che la fortuna mi passa vicino e non so approfittarne!».

    Nino prova con un’altra scommessa ed appena ha finito saluta il gruppo, il lavoro l’aspetta, deve fare il turno di pomeriggio nei pompieri.

    Dopo qualche minuto arriva Gaetano, un tipo tirchio, d’età sui sessant’anni, appassionato di calcio e scommesse. Da giovane giocava al Totocalcio, un gioco inventato negli anni ’60, che per più di quarant’anni ha fatto sognare lo sportivo e il tifoso, poiché per vincere si dovevano azzeccare 13 squadre, con montepremi che ti cambiavano la vita). Gaetano gioca con moderazione, azzeccando in un mese molte scommesse, che anche se sono di cifra inferiore alle normali giocate. Riesce a portare a casa il denaro che si prefigge, conoscendo il calcio come ben pochi. Dice ai giovani che si dannano l’esistenza giocando, che non bisogna giocare cifre grosse, ma cifre di piccola entità e conoscere soprattutto il calcio e le squadre che al momento sono sicure, cioè, quelle che lottano per qualche trofeo nazionale.

    Giovanni un giorno organizza una partita di calcetto e contatta per telefono i giocatori che dovrebbero far parte di questo incontro. Trova dodici ragazzi, tra cui Domenico, Walter, Giuseppe, Santino e Matteo, l’appuntamento è intorno alle 20,30 nel campetto di calcio.

    Durante la partita, Massimiliano, un giovane trovato da Giovanni, difensore e di corporatura massiccia, alto 1,90 e con un piede molto grande, dà un calcio a Domenico su un contrasto. Domenico accusa il colpo, il calcio dato da Massimiliano alla sua caviglia è così doloroso che deve rinunciare a giocare e così dopo poco anche gli altri escono dal campo. Matteo, uomo d’esperienza, dice a Domenico di rientrare a casa e mettere sulla ferita del ghiaccio.

    Domenico si fa accompagnare a casa e dice alla madre che ha bisogno del ghiaccio, poiché mentre giocava a calcetto si è fatto male ad un piede. La madre gli dà il ghiaccio avvolgendolo su una busta e gli dice di mettere lo stesso ghiaccio sul punto della ferita e di tenerlo stretto per un bel po’. Appena depositato il ghiaccio sulla contusione, Domenico non resiste per il dolore, gridando oh mamma, oh mamma, e la madre nel sentire ciò accorre. Lo tiene stretto per più di mezz’ora e la contusione si sgonfia, allora sua madre esperta di queste cose va a comprare una pomata e gliela spalma sulla contusione.

    Ora, il più è fatto, la contusione è quasi del tutto scomparsa, il dolore piano piano è cessato.

    È la mattina della vigilia di capodanno ed il gruppo è raccolto nel centro scommesse di Matteo, quando incominciano a dialogare. Dice Walter:

    «Tutti abbiamo un destino nella vita, chi s’afferma come calciatore, chi s’afferma nello studio, chi s’afferma nel commercio, ma tutti siamo destinati a morire, quindi, in questa terra, è meglio rispettarci finché si è vivi. Anche quelli che sono ricchi sfondati come il calciatore Messi, oppure gli Agnelli, gli industriali più importanti d’Italia, sono destinati ad essere sotterrati. A Palermo qualche boss è vissuto per vent’anni nell’agiatezza, e ad un tratto viene un uomo piccolo di statura ed anche con una pancia che gli spara dei colpi di pistola uccidendolo; quindi, è vero che ha vissuto per vent’anni nell’agiatezza, ma ad un tratto il destino ha voluto così».

    Tutti sono del parere che bisogna in questa vita fare del bene, rispettarsi l’uno con l’altro, evitare le tragedie in cui durante l’esistenza si è coinvolti, insomma, trovare gli equilibri giusti per far sì che l’esistenza della vita sia più lunga possibile.

    Poi, si scommette sulla Premier League, le uniche partite che si giocano a Natale e a Capodanno. Ognuno gioca la sua scommessa, cercando il parere dell’uno o dell’altro del gruppo. Qualcuno si lancia dicendo che se becca la scommessa offrirà a tutti una cena a base di pesce nel migliore ristorante della zona: la dichiarazione d’invito

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