Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

La scatola di Stephen King
La scatola di Stephen King
La scatola di Stephen King
Ebook197 pages2 hours

La scatola di Stephen King

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Stephen King iniziò a scrivere alla tenera età di otto anni, io, influenzato dai suoi lavori ho iniziato a scrivere i miei racconti trent’anni dopo. Credo che condividiamo una stessa ragione che ci porta ad avere una passione per la scrittura. Conoscere la paura in tutte le sue sfaccettature. Negli anni seguenti e durante tutta la mia vita ho analizzato tutti i lavori di Steve e sono arrivato alla conclusione, condivisa da tutti i suoi fan, che lui sia il re della letteratura horror di tipo psicologico. Stephen King è un uomo molto intelligente che conosce bene le persone e la loro interiorità. Se non fosse uno scrittore sarebbe sicuramente diventato uno psichiatra. O almeno io ne sono convinto. I suoi primi racconti sono quelli che ci colpiscono di più. Sono racconti scritti con sentimento e un alto livello di fantasia, proprio come i suoi primi libri. I miei racconti sono un tributo al re e un riconoscimento di quello che si sarebbe potuto trovare nella scatola di manoscritti andata perduta e che apparteneva a suo padre Donald Edwin King della quale non sono mai stati rivelati i contenuti. Potrebbe essere che il giovane Stevie tredicenne scelse alcune di quelle storie per riscriverle? Sicuramente no, ma forse ne restò influenzato e segnato per tutta la vita. Quando avevo tredici anni mi ritrovai tra le mani l’antologia di racconti "Night Shift" e ne rimasi chiaramente influenzato. Dopo aver letto l’intero libro, iniziai a scrivere le mie storie, restando influenzato in ogni parte dal maestro King. Immagino che questo significhi che sono il fan numero uno di Stephen King. O forse significa che sono un fanatico di Stephen King.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateAug 14, 2018
ISBN9781547540846
La scatola di Stephen King

Read more from Claudio Hernández

Related to La scatola di Stephen King

Related ebooks

Fantasy For You

View More

Related articles

Reviews for La scatola di Stephen King

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    La scatola di Stephen King - Claudio Hernández

    La scatola di Stephen King

    Claudio Hernández

    Prima edizione eBook: gennaio 2017

    Titolo originale: La caja de Stephen King.

    ©  2017 Claudio Hernández.

    ©  2017 Immagine di copertina: Iván Ruso, 2017.

    contatti: https://www.facebook.com/KAOS1973ISV web: http://irs1973.blogspot.com.es/

    Tutti i diritti riservati.

    Nessuna parte di questa pubblicazione, incluso il disegno di copertina, può essere riprodotta, registrata o trasmessa in alcun modo e con qualunque mezzo, inclusi quelli elettronici, chimici, meccanici, ottici, di registrazione, su internet o in fotocopia, senza il permesso preventivo dell’editore o dell’autore. Tutti i diritti sono riservati.

    Dedico questo libro a mio suocero che è sempre stato e sempre sarà mio padre, dal cielo, ovunque tu sia, ho bisogno che continui a stare al mio fianco in questa vita tanto dura.

    Indice

    La scatola di Stephen King

    Indice

    Introduzione

    La scatola dei racconti

    Il becchino

    La ragazza 10

    Mele marce

    Nella bocca del verme

    Il babau sotto il lenzuolo

    Tutto ciò che hai perso

    È ora di salutarsi

    Non pronunciare mai il mio nome

    Epilogo

    Sinossi de Gli inizi di Stephen King

    Introduzione

    Stephen King iniziò a scrivere alla tenera età di otto anni, io, influenzato dai suoi lavori ho iniziato a scrivere i miei racconti trent’anni dopo. Credo che condividiamo una stessa ragione che ci porta ad avere una passione per la scrittura. Conoscere la paura in tutte le sue sfaccettature. Negli anni seguenti e durante tutta la mia vita ho analizzato tutti i lavori di Steve e sono arrivato alla conclusione, condivisa da tutti i suoi fan, che lui sia il re della letteratura horror di tipo psicologico. Stephen King è un uomo molto intelligente che conosce bene le persone e la loro interiorità. Se non fosse uno scrittore sarebbe sicuramente diventato uno psichiatra. O almeno io ne sono convinto. I suoi primi racconti sono quelli che ci colpiscono di più. Sono racconti scritti con sentimento e un alto livello di fantasia, proprio come i suoi primi libri. I miei racconti sono un tributo al re e un riconoscimento di quello che si sarebbe potuto trovare nella scatola di manoscritti andata perduta e che apparteneva a suo padre Donald Edwin King della quale non sono mai stati rivelati i contenuti. Potrebbe essere che il giovane Stevie tredicenne scelse alcune di quelle storie per riscriverle? Sicuramente no, ma forse ne restò influenzato e  segnato per tutta la vita. Quando avevo tredici anni mi ritrovai tra le mani l’antologia di racconti Night Shift e ne rimasi chiaramente influenzato. Dopo aver letto l’intero libro, iniziai a scrivere le mie storie, restando influenzato in ogni parte dal maestro King. Immagino che questo significhi che sono il fan numero uno di Stephen King. O forse significa che sono un fanatico di Stephen King.

    Lo stesso King ha ammesso molte volte di aver scritto racconti e novelle influenzato da qualcuno o pensando ad una persona. Ad esempio scrisse Dolores Claiborne pensando all’attrice Kathy Bates. Si immaginò come avrebbe potuto reagire quella donna se il suo scrittore preferito avesse smesso di scrivere del suo personaggio preferito. King pensava a lei. E io penso a King quando scrivo, è un istinto, non lo posso evitare.

    Stephen King fu magistralmente influenzato dai fumetti della DC degli anni cinquanta. Inoltre restò affascinato dalle storie di H.P Lovecraft, Edgar Allan Poe, Ray Bardbury e anche Richard Matheson. Ne fu influenzato. Dalle loro storie, dalla loro narrativa, dal loro stile. E anche il cinema esercitò una influenza su di lui. Il piccolo Stevie riscriveva le proprie versioni dei film quando tornava a casa. Io ho iniziato a scrivere dopo aver letto Materia grigia, Primavera da fragole, So di che cosa hai bisogno e Il compressore, tutte parte del libro Night Shift (A volte ritornano).  Rimasi affascinato dalle sue storie come lui era rimasto affascinato da qyelle di H.P Lovecraft. E avrei potuto essere influenzato anche da altri scrittori come Clive Barker (Libri di Sangue) di cui anche Stephen King è appassionato.

    Influenze e l’incontrollabile Richard Bachman, una persona reticente ad accettare la società nella quale gli era toccato vivere. Nella quale molte cose lo contrariavano. Stephen King scrisse sempre sotto la sua influenza e con la sua capacità di mostrarci il lato oscuro delle cose e delle persone, dentro la paura e la paranoia con due diversi nomi.

    Non sono l’unico che scrive sfruttando l’influenza di altri. Nel 2003, Ridley Pearson, amico di Stephen King, scrisse la sceneggiatura di The Diary of Ellen Rimbauber (El diario de Ellen Rimbauber). Non è una eccezione, ma solo un ulteriore esempio. Lo stesso Stephen King trasse ispirazione da un hotel nel quale aveva soggiornato, chiamato The Montressor Hotel. E il Montressor è un riferimento chiaro a una storia di Edgar Allan Poe intitolata Il barile di Amontillado. E questo gli fu utile per il racconto che stava scrivendo.

    È stato anche molto influenzato dalla morte. Nel 1967 vendette il suo primo racconto The Glass Floor nel quale una donna muore nella sua stanza. E fu anche molto influenzato dalla paura, e basta vedere la sua brutta esperienza quando vide una scena del film Bambi, nella quale il cucciolo è circondato dal fuoco. Anche a me è successa la stessa cosa quando ho visto Carrie per la prima volta. La vendetta finale nello scenario del ballo di promozione, nella quale Carrieta White libera tutta la sua furia, mi spaventò.

    E dopo è arrivato The Shining (Shining). Per questo scrivo racconti e novelle horror e con essi voglio rendere omaggio al re, passatemi la ridondanza. Può sembrare un paradosso? Non voglio scusarmi perché mescolo le nostre vite tanto distanti. È assurdo scrivere questo libro? Sto cercando di usare il suo nome per poter pubblicare i miei libri? No, lui fa parte di me da tantissimi anni proprio come succede a molti lettori abituali di King, ma la mia passione mi ha portato oltre. Molto oltre.

    Claudio Hernández

    La scatola dei racconti

    Se Stephen King avesse la possibilità di scegliere quali racconti gli sarebbe piaciuto trovare nella scatola che trovò in soffitta, senza dubbio sceglierebbe i suoi. Ma non sappiamo cosa trovò quel giorno Stephen King, o almeno non lo sappiamo con certezza e nei dettagli. Tra tutti risaltava il libro di racconti di H.P. Lovecraft. Ma c’erano anche manoscritti e molti fogli liberi che facevano parte di vari racconti. C’era abbastanza materiale per poter pubblicare per anni. E non sapremo mai se oltre alle influenze, Stephen King prese qualcosa di più dalla scatola. Questa è la storia di Steve, un bambino che dal momento che trovò la scatola vede la sua vita cambiare completamente e, con il passare del tempo vede che tutto attorno a lui cambia. Ogni storia influenza Steve, Gli incubi sono ricorrenti e scopre presi il potere della premonizione e la capacità di conoscere la parte interiore delle persone. Le iniziali DEK trovate in uno dei risvolti della scatola lo incuriosiscono fin da subito e tutto sembra ruotare attorno ai racconti trovati nella scatola. Insieme ai manoscritti ci sono lettere di rifiuto e una croce in ogni angolo. A partire da lì tutto ciò che succede non è casuale e la quotidianità non è quel che sembra. Fino a che la sua vita giunge a una tragica conclusione. Ed è in quel momento che si rivela la vera identità della sua storia. 

    1

    A tredici anni Steve ha trovato una scatola piena di manoscritti, nella soffitta della casa di sua zia. È lì di passaggio e sarà una delle molte case nelle quali vivrà fino a diventare adulto, molti anni dopo. Allora si ricorderà di quando era bambino e quello che provò quando trovò la scatola, alla quale darà ben presto il nome di Inizi. Steve si avvicina alla scatola di cartone ingiallita e impolverata, sistemata come una forma sinistra nella penombra. Si avvicina lentamente, ma senza titubanza. E pensa che improvvisamente ne potrebbe uscire un topo enorme con grandi denti e una coda grossa come un manico di scopa. Ma Steve di avvicina comunque. Ancora un po’. È in silenzio e dalle sue labbra agitate non esce nemmeno un soffio, i suoi occhi aperti come piatti scrutano nella penombra attorno alla scatola. Non c’è nulla. Tranne la scatola. Si avvicina ancora di più ad essa e il cuore inizia a battere con rapidità fuori controllo, in un’onda crescente. Sempre di più. Inizia a sentire caldo. Le prime gocce di sudore gli imperlano la fronte e una di loro entra nel suo occhio destro. Istintivamente si porta la mano agli occhi e sistema i suoi enormi occhiali con montatura in osso che stanno per cadere per terra e sono già stati riparati in passato con del nastro adesivo. Si avvicina sempre di più, il cuore al galoppo sembra ora battergli in mano. Tocca la scatola prima con la punta dell’indice, poi con tutte le dita. La scatola è chiusa. Steve curva le labbra, inspira l’aria e poi la espira con un soffio potente. La polvere si alza in tutte le direzioni come una tormenta di sabbia. Nota quindi le iniziali D.E.K su uno dei risvolti della scatola.

    Che?

    Steve soffia ancora per eliminare la polvere che ancora copre la scatola. Ora il suo cuore gli esplode nel petto. 

    Che sarà amico Steve? Attento a quel che troverai dentro la scatola. Così lo avvisa la sua voce interiore.

    Ora con le due mani inizia ad aprire la scatola di cartone. E vede qualcosa all’interno. Non fa paura, non ci sono topi e nemmeno serpenti, o delle monete di cui si ricordò mentre guardava dentro la scatola, alcune monete che un suo amico aveva nascosto in soffitta per proteggerle dal fratello maggiore.  Si ricordò anche che aveva aperto il barattolo delle monete quando il fratello gli aveva detto che nel bosco c’era un ragazzo morto. Ma ben presto i ricordi svaniscono mentre guarda nuovamente all’interno della scatola. Fogli, ingialliti, impacchettati e tenuti insieme da una corda sottile. Erano dei manoscritti. Fogli slegati e numerati. Tutti i fogli erano scritti. Molto testo e a prima vista tutti avevano una nota aggiunto che diceva, si leggeva a malapena, siamo spiacenti, riprovi in un’altra occasione.

    Steve tolse tutti i manoscritti dalla scatola mentre dava un’occhiata ai fogli, c’erano parole interessanti come artigli come spatole, e si trasformò in un mostro e morte. Erano le otto e mezzo della mattina e i primi raggi del sole osavano passare tra i buchi nella parete di legno. Il ritmo frenetico del cuore ebbe un fremito di entusiasmo. A Steve piacevano quelle parole e presto immaginò che fossero storie di paura o forse di fantascienza. E trascorse la mattina in soffitta leggendo quelle vecchie pagine ingiallite e strappate, mentre i raggi del sole si muovevano dentro la soffitta formando ombre con forme diverse. E anche se il battito si era ormai pur entusiasta o emozionato, si domandava cosa diavolo significassero quelle iniziali. D.E.K.

    La faccia più orribile che si potesse vedere sussurrò Steve.

    E continuò a leggere frasi scabrose, alcune orribili e altre che per lui erano attraenti.

    Aveva trovato una cassa piena di racconti horror e storie di fantascienza. Erano cose che lo entusiasmavano.

    2

    Passare i giorni a leggere nella penombra della sua camera i manoscritti trovati era la cosa migliore che gli potesse capitare, dato che a scuola era oggetto di ogni tipo di burla e la cosa lo infastidiva molto.  Steve, un ragazzino di tredici anni che aveva appreso ad amare l’arte della lettura e della scrittura era davvero un bimbo solitario agli occhi del mondo. Le sue parole, quando parlava, si sentivano appena. Parlava poco. Di fatto sussurrava e i suoi amici si potevano contare sulle dita di una mano. Lui e la sua nuova scoperta occupavano ora gran parte della sua vita.

    A scuola cercava di defilarsi, chiudeva gli occhi dietro le lenti pesanti dei suoi occhiali quando gli dicevano parolacce. La sua miopia era evidente e camminava incurvato perché era molto alto e molto magro. I capelli neri, schiacciati sulla testa come una massa gelatinosa, potevano dare forma a qualunque tipo di pettinatura. Secondo lui, ogni cosa non succedeva per caso, ma aveva una ragione. Un significato. Lo scoprì mentre divorava i racconti perduti di quella scatola, le cui iniziali ancora lo lasciavano perplesso.

    3

    Mentre finiva la sigaretta con una boccata profonda, Steve guardò con la coda dell’occhio il finale di uno dei racconti.

    Mi piace! disse improvvisamente, mentre lasciava cadere i fogli giallastri sul letto.

    Di che parla? chiese interessato suo fratello.

    Di un uomo che si gonfia a forza di bere birra e si trasforma in una massa informa che divora i gatti si affrettò a raccontare Steve con un insolito luccichio negli occhi.

    Uhmm, va bene rispose Ben con la mentre altrove.

    È fantastico! Tutto quello che sto leggendo è fantastico. Parla di macchine che prendono vita, di un serial killer, di una città controllata dai bambini. Steve era entusiasta e la sua voce si faceva sempre più grave. Ci sono anche alunni che muoiono e tornano dalla morte!

    Ti sono sempre piaciuti i racconti horror, vero fratellino? la sua voce sembrava distante.

    Steve si portò una mano all’occhio destro per togliersi una cispa e tolse con grande cura gli occhiali. Non disse nulla. Si limitò a togliere la cispa con il dito indice e sbatté le palpebre leggermente. Quindi si rimise gli occhiali e rimase con un’aria dubbiosa, la guancia appoggiata sulla mano chiusa a pugno. Rimasero in silenzio a lungo. Ben guardava attraverso il vetro sporco della finestra. Stava nevicando copiosamente e i fiocchi di neve si schiantavano contro il vetro andando in mille pezzi. Chissà, forse disegnavano forme impossibili.

    Improvvisamente la voce di Steve risuonò roca, ma forte.

    Un giorno sarò uno scrittore professionista e mi comprerò un’auto enorme fece alcuni movimenti con le mani e poi lasciò cadere le braccia. Lasciò anche cadere la sigaretta ormai consumata e la schiacciò con il piede sinistro.

    Ben si voltò a guardarlo e fece di sì con la testa.

    4

    Gli incubi erano ricorrenti e i lavori, per portare qualcosa in più in una casa povera erano semplicemente imbarazzanti. Steve, insieme ad alcuni compagni di scuola, dovette scavare per una intera settimana delle fosse dove sarebbero state interrate le bare. Steve non li vide e quindi chiese a sua madre se avesse mai visto veramente morire qualcuno.

    Due volte gli rispose.

    Steve puntellò

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1