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I dieci racconti
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Ebook110 pages1 hour

I dieci racconti

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Renato, in attesa del suo nuovo romanzo, pubblica questi 10 avvincenti Racconti. Uno diverso dall'altro ma con piacevoli sorprese.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateAug 15, 2018
ISBN9788827843680
I dieci racconti

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    I dieci racconti - Renato Benini

    633/1941.

    LA FALSA PARTENZA

    Roma è la  capitale d’Italia e come in tutte le metropoli in tutte le città, in tutti i paesi, ci sono famiglie ricche, benestanti e povere. Il perché di tutto questo non c’è dato sapere. O meglio, potremmo affrontare il discorso in mille modi, ma non è il caso, o almeno non ha nulla a che vedere con il seguito.

    Nelle vie di Roma da qualche tempo passeggia un Signore distinto, avrà sulla cinquantina d’anni, silenzioso non socializza per nulla con gli altri. Solo se deve ordinare un caffè, il pranzo la cena. Ovunque si fermi mangia sempre poco, e a volte chiede se può portar via l’acqua rimasta e il tozzo di pane. Se qualcuno gli chiede dove abita, risponde sempre: due isolati più in la, ovunque esso sia. Ha occhi azzurri e un accenno di barba. A volte , ha l’aria di uno a cui non interessi nulla, un qualunquista. Qualunquista anche nel senso che si comporta da uomo qualunque, anche se qualcosa in lui incuriosisce!

    Osserva molto, soprattutto il comportamento delle persone, sugli autobus, nel metrò sul treno, per strada. Ma non si lascia mai scappare un commento, eppure non è che sia muto. Forse pensa, meglio che mi faccia gli affari miei, altrimenti qui rischio grosso.

    Il Signore parla italiano, ma è un italiano strano, si capisce bene ciò che dice, ma la cadenza ti porta come a vecchi tempi, è un italiano senza vocaboli nuovi, si quelli nati negli ultimi 15/20 anni e che sono stati iscritti nei dizionari. E’ come se lui avesse studiato bene la lingua italiana da tempo, prima di arrivare qui, per non essere impreparato ad esprimersi ma soprattutto ad ascoltare.

    Un giorno di primavera, lui sempre elegante, un paio di Vigili urbani l’hanno fermato chiedendogli i documenti d’identità. Che lui ha prontamente consegnato a loro:

    CARTA D’IDENTITA’

    N° JJ 0033333

    DI

    Cognome e Nome       SCHEGGIA GIUSEPPE

    Nato il                    01/01/1968

    (atto n. 11  p s A)

    a                   Carretto in Ponza (BE)

    Cittadinanza             ITALIANA

    Residente a             Roma

    Via                   Quattro Ruote, 33

    Professione ………………………………………..

    Statura                   1,75

    Capelli                   BRIZZOLATI

    Occhi                   AZZURRI

    Segni particolari       NESSUNO

    Rilasciata dal comune di Roma il 08/08/2011 scadenza il 07/08/2021

    I Vigili Urbani sono andati più volte a casa sua, c’ è anche la cassetta della posta (in legno), ma non hanno mai trovato nessuno.

    Spesso il Signore la Domenica va in Piazza San Pietro ad ascoltare la messa del Papa, è un cattolico, anche se continua ad avere dubbi sull’esistenza di Dio, ha le idee un poco confuse. Secondo lui tutti noi ci troviamo qui per volere di qualcuno, o di un qualcosa vero. Ma è anche convinto che faccia comunque bene credere avere fede in qualcosa, ti aiuta a superare le difficoltà ad alzare la tua soglia del dolore. Se non hai fede, senti il dolore arrivare anche se non arriverà mai!

    Ogni tanto gli capita di vedere morti ammazzati per strada, i Carabinieri le ambulanze. Gente che urla, bestemmia, piange, chiede elemosina, mangia e dorme per terra su materassi sporchi, quasi sempre in compagnia di un cane.

    Un mondo che non riesce a riconoscere, lui nato nel 1968 in uno dei Borghi più  belli del Lazio, dove imparò il lavoro da falegname. Dove le famiglie vivevano di pastorizia, di poche cose. Si è vero c’era sempre quel timore paura di non farcela, ma c’era molta solidarietà, nessuno si poteva o doveva sentire abbandonato.

    Costruiva mobili poveri, tavoli sedie letti, poi casse per il pane piccoli armadi a credenza. Delle piccole cassettine da appendere, con lo scheletro in legno e della rete finissima ai quattro lati, per non far passare mosche ragni insetti, dove le famiglie conservavano il pecorino o formaggi vari. Non costruiva bare, quello no era un suo principio! Le bare, quando purtroppo servivano, il Parroco del piccolo borgo le faceva arrivare dal falegname del paese vicino.

    C’erano distese di olivi, l’olio era di prima qualità, non era D.O.P. o D.O.C.C….DC…PC…PSD…….ma era di prima qualità. C’era il fabbro, che batteva il ferro caldo per costruirne, badili picconi pale per vangare la terra. I buoi che trainavano gli aratri. Insomma un borgo da favola.

    Un giorno mentre passeggiava per una strada di Roma, notò una donna (piuttosto grossa e sporca) seduta all’ombra di una pianta, con appeso al collo un cartello in cartone con scritto: Per la misericordia di Dio e per la Santa Maria Maddalena Madre di Gesù fatemi la carità che sono sola. Il Signore notò anche che alla Signora mancava un braccio, o comunque lui non lo vedeva.

    Una cosa lo fece riflettere, mentre ripensava a quella scritta: e per la Santa Maria Maddalena Madre di Gesù. Perché solo la Madre? Non avrà avuto un Padre? E’ vero che lui non si era mai sposato, e non aveva avuto figli, anzi il Signore era ancora vergine, anche senza aver fatto nessun voto. Nemmeno lui sapeva spiegarselo. Nacque nel 1968, crescendo capì che qualcosa doveva fare, doveva fare il falegname! Quella era la sua missione, già da piccolo ci sapeva fare, qualcuno rimaneva sorpreso da tanta capacità, eppure aveva solo sette, otto anni.  Un giorno così forse inconsapevolmente, costruì una croce, ma subito la cosa gli dette fastidio, non perché Gesù fosse morto in croce, ma perché la croce è segno di sofferenza per tutti!!

    Ma adesso che stava a Roma di croci ne vedeva tante, scolpite addosso alle statue, sia come souvenir, o durante le cerimonie. Tante ne vedeva, ma quelle che più lo colpivano erano le croci che vedeva negli atteggiamenti e negli occhi delle persone sofferenti, in quelle persone lui vedeva croci.

    Al Signore una Domenica in Piazza San Pietro, per un attimo gli passò velocemente davanti un immagine. E capì l’enorme errore che aveva commesso nel 1968. Certo capì che era partito in anticipo rispetto al tempo di partenza, era partito prima dello sparo, come una falsa partenza. Ma nessuno fece ripetere la partenza, lo lasciò andare così. Certo perché se lui fosse partito correttamente, e li da dove è partito i centesimi di secondo valgono secoli, ora forse sarebbe su di un taxi o su di un barcone, o su una macchina senza pilota o addirittura un elicottero senza pilota, con sua moglie e il figlio, non suo ma di un altro, a cercar di scappare di salvare tutti e tre, da un qualcuno o un qualcosa che li sta inseguendo cercando. La Polizia i Carabinieri, un androide, o magari da qualche fans che vogliono semplicemente un autografo dal figlio!! Forse scappare dalla fame………..

    Meglio così pensò il Signore, meglio aver sbagliato la partenza, altrimenti ora sarei qui a scappare, con una donna e un figlio nemmeno mio, a scappare non saprei da cosa. E poi magari da li sarebbero nate un sacco di storie strane tipo: ma non avete pagato il taxi, state occupando una casa abusivamente. Tu Giuseppe, che sai fare il falegname, se proprio vuoi un poco di assistenza fai qualcosa, un tavolo, sedie un armadio. Fatti una baracca!! Pulisci i sentieri!!

    Meglio così, vita anonima, da solo. Sono venuto a Roma perché pensavo di trovare tranquillità serenità, città dalle mille opportunità. Si ogni tanto vedo qualcuno o qualcuna che parlano dentro, o meglio di fronte ad un altro o altra con una cosa grossa in spalla (credo la chiamino telecamera) e un microfono. C’è chi dice che tutto è sbagliato, bisogna fare degli emendamenti, bisogna che si dimetta (secondo me voleva dire che si dimentica) altri invece dicono di essere sulla strada giusta e che il pil aumenterà (per me voleva dire il caldo, cioè la punta del termometro) la disoccupazione diminuirà anche se in realtà potrebbe essere che i posti di lavoro saranno meno, o meglio in calo rispetto all’anno precedente.

    Meglio che me ne torni nel mio piccolo Borgo Antico, un orto qualche gallina tre pecore sette, otto olivi.

    In attesa di una prossima partenza, sperando sia quella giusta.

    Renato Benini

    SIAMO SOLI

    PRIMA PARTE

    Oggi domenica 14 gennaio 2018, mi sono da poco svegliato sono le 10.30. Ancora 10 minuti poi scenderò dal letto. Quando fuori è freddo, ha pure nevicato, non ho mai voglia di alzarmi. E me ne sto qui a pensare. Francesca, mia moglie, è già al lavoro dalle 6 di stamattina. Infermiera strumentista in sala operatoria; in uno dei

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