Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

L'amore Proibito
L'amore Proibito
L'amore Proibito
Ebook216 pages6 hours

L'amore Proibito

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Questo romanzo è stato ideato e scritto per far comprendere che non c’è differenza fra un eterosessuale e un omosessuale, un ragazzo come il personaggio di questa storia può amare, soffrire come qualsiasi altro… purtroppo la mentalità delle persone creano le differenze e queste possono rendere impossibile la vita di un ragazzo omosessuale.
“L’Amore Proibito” è un romanzo drammatico, emozionante, che può appassionare il lettore, come ha appassionato me a scriverlo. Il mio personaggio è un ragazzo che affronta la vita, con enormi sofferenze interiori. Intorno a lui, ruotano altri personaggi che incideranno, nel bene o ne male, la sua vita, forgiando il suo carattere e facendogli conoscere anche il proprio lato oscuro.
LanguageItaliano
Release dateAug 27, 2018
ISBN9788866613527
L'amore Proibito

Related to L'amore Proibito

Related ebooks

Gay Fiction For You

View More

Related articles

Reviews for L'amore Proibito

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    L'amore Proibito - Tiziana Barba

    L’Amore Proibito

    Tiziana Barba

    L’Amore Proibito

    2018

    Tiziana Barba

    Tutti i diritti di riproduzione, con qualsiasi mezzo, sono riservati.

    In copertina: Every breath for the rest of my life Svetikd, 2016 - iStock-520842386

    Prima edizione Agosto 2018

    Scrivere Edizioni

    ISBN ePub: 9788866613527

    ISBN Libro Cartaceo: 9781717742209

    Capitolo primo

    Roma, giorni nostri, in un quartiere altolocato, all’interno di una villetta stile inglese, viveva la famiglia Valloni, composta dal marito Umberto, un uomo rigido, rigoroso, aveva quarantanove anni, era alto, magro e aveva i capelli castano scuro lisci e i suoi occhi erano dello stesso colore, la moglie invece si chiamava Annalisa, era magra, bassa e aveva i capelli biondi, mossi, non molto lunghi e ben curati, andava spesso al parrucchiere, ci teneva ad apparire bella, soprattutto per il marito, lei era molto succube di lui.

    Umberto, lavorava in un’industria importante d’abbigliamento uomo, era rispettato dai suoi colleghi e dal suo capo, quindi pure lui badava molto alle apparenze, quindi era rigoroso nel vestirsi bene, sempre in giacca e cravatta.

    Essi avevano due figli, Manuela di vent’anni e Andrea di diciotto anni, lei era una ragazza, vivace, allegra e un po’ ribelle, infatti, aveva sempre da obbiettare suoi rimproveri dei genitori, se le dicevano di ritirarsi più presto, o di non frequentare gente sbagliata, lei era anche molto bella, pure se non era molto alta, però aveva un bel fisico, le curve al punto giusto, i suoi capelli erano mossi e biondi, come la madre e aveva il colore degli occhi, azzurro cielo, invece il fratello, era un ragazzo, timido, riservato, parlava poco, ma quando lo faceva, non si risparmiava di dire quello che pensava, a scuola andava benissimo, frequentava l’ultimo anno di Liceo.

    Lui era un bel ragazzo, aveva il fisico e l’altezza di suo padre e lo stesso colore dei capelli e dei occhi, per causa del suo carattere chiuso, non usciva mai da casa, ma un giorno a scuola, sentì una conversazione dei suoi compagni, che si stavano per organizzare per un concerto, che si svolgeva, all’interno di un noto teatro, Andrea che era appassionato di musica, si interessò al quel argomento, Claudio se ne accorse e li disse ehi, unisciti a noi, perché te ne stai sempre seduto a disparte, come vedo, l’argomento, rientra nelle tue corde, lui arrossì e declinò l’invito, l’altro scosse il capo.

    Poi, all’uscita da scuola, lo venne a prendere sua sorella, in auto, lui entrò e durante il tragitto, Manuela li domandò beh! Fratellino! Come è andata oggi a scuola?, lui la guardò, se come li avesse fatto una domanda da un milione di dollari e non spiccicò parola, lei seccata disse come vedo, sei di molte parole oggi!, lui sorrise, sfoggiando la sua splendida dentatura bianca e si sistemò i capelli, con la mano tesa e rispose come vedo, stai in vena di scherzare, sorellina! Il tuo capo ti ha dato lo stipendio?, lei s’innervosì e con rabbia inserì la terza marcia e replicò smettila Andrè, di sfottermi con il mio lavoro, alla fine quel taccagno mi pagherà, ieri sono stata fino a tardi a fargli da segretaria.

    Poi, arrivarono a casa, lei parcheggiò e scesero, lui afferrò lo zaino e se lo mise in spalla, lei aprì il cancelletto ed entrarono nel minuscolo giardino, aprì la porta d’entrata ed si avviarono all'interno dell'abitazione, Annalisa stava dinanzi al lavello, a lavare la frutta, Umberto stava seduto in tavola, con l’aria tesa, poi dissesedetevi, è pronto da mangiare, i due si accomodarono, intorno al tavolo rettangolare di legno scuro, la cucina era in stile americano, la donna quando si sedette, si accese una sigaretta, Andrea fu l’unico a lanciargli sguardi di rimprovero, lei se si accorse e la spense.

    Dopo il pranzo squillò il telefono, Manuela, corse a rispondere dicendo sicuro è per me, il fratello invece aiutò la madre a sparecchiare, Umberto uscì per recarsi sul lavoro per il turno serale, Manuela poi rientrò delusa nella cucina e disse al fratello non era il mio Lorenzo, è per te Andrea un certo Claudio De Luci, un tuo compagno di classe, lui la guardò sbalordito era la prima volta che un suo compagno li telefonasse.

    Così andò a rispondere, raggiunta la consolle dove stava deposto il telefono e afferrò la cornetta dicendo pronto, Claudio che devi dirmi?, l’amico sorridente li rispose: Andrè, il concerto è per questa sera, io e i miei amici abbiamo un biglietto in più, vuoi unirti a noi?, l’altro felice li disse: Va bene, dove c’incontriamo?, l’amico rispose veniamo noi a prenderti, con l’auto, tu tieniti pronto per le nove, ok?, lui acconsentì dicendogliva bene, scusa ma non mi ricordo chi canta, l’altro rispose Le ali ferme, il nuovo gruppo rock, sai provengono da Latina.

    Poi, verso sera, Andrea, dopo che finì di studiare la storia sugli imperatori romani, conservò il libro e si diresse verso l’armadio, lo aprì e con il viso sofferto, guardò il suo guardaroba, non aveva nulla di bello, da indossare, quindi stava per rinunciare alla serata, poi sentì bussare alla porta, aprì ed era sua sorella che sorridente le mostrò dei soldi e li dissefinalmente mi ha pagato, poi notò l’espressione malinconica sul volto del fratello e li domandò che cosa hai? Ti è morto il gatto?, lui con un mezzo sorriso disse spiritosa! Senti oggi devo uscire, ma non ho nulla di bello da indossare, mi dai una dritta?, lei scoppiò a ridere non ci posso credere! Andrea che esce a passaggio! Chi è la fortunata che ti ha trascinato fuori di casa?, lui arrossì e rispose che cosa hai capito! Vado ad un concerto con Claudio e i suoi amici, ti ricordi la telefonata? Quindi aiutami!.

    Manuela si diresse verso l’armadio e osservò gli indumenti e perplessa replicò non capisco nostro padre, perché non ti abbia dato qualcosa dell’industria dove lavora, hanno certi capi! Da paura! Ascoltata Andrè, l’unica cosa buona che tieni è questo paio di jeans, blu notte con i tasconi e questa felpa a righe orizzontali, azzurre e verdi, molto, stile anni ottanta, lui la guardò estasiato, certo che sua sorella trovava la soluzione per tutto, quindi di corsa afferrò gli indumenti consigliati e corse in bagno vado a farmi una doccia in velocità.

    Dopo, suonarono al citofono, rispose Annalisa e li disse ai ragazzi di attendere, intanto Claudio sarcasticamente disse ai suoi amici si fa attendere il tipo! Nemmeno se fosse una donna! gli altri scoppiarono a ridere, solo Danilo, trovando di cattivo gusto la battuta, non rise e lo guardò male. Egli era un bel ragazzo, aveva i capelli lisci castani chiari e suoi occhi erano verdi, indossava un giubbotto di pelle, di colore nero, scolorito e un paio di jeans neri strappati e pieni di toppe, di carattere era scontroso, ma estroverso, amava godersi la vita e i concerti e i giri sulla sua moto usata.

    Poi, uscì Andrea e richiuse il cancelletto alle sue spalle, Claudio li presentò Danilo, quest’ultimo li strinse la mano con tenacia, l’altro tanto la forza di quella stretta, si sentì la sua mano dolorante, poi Antonio disse beh! Ragà, saliamo in macchina, così Claudio si mise al posto di guida, Antonio si mise affianco a lui, dietro si sedettero Manuel, Danilo e Andrea, durante il tragitto, Claudio accese la radio e alzò il volume, per vantarsi, che possedeva degli altoparlanti potenti, Manuel si mise a cantare a squarciagola, Danilo si accese una sigaretta e rivolgendosi verso Andrea li domandò ehi bello! Fumi?, lui si voltò e tremando li rispose no, non fumo, ma grazie lo stesso, tutti risero, Antonio scherzando esclamò: Andrè, non stare teso, mica stiamo in classe! Dai datti una svegliata fratello! Sei troppo chiuso!.

    Andrea rispose hai ragione Antonio, Danì dai passamela, l’amico gli la passò, così lui, afferrò la sigaretta, la mise in bocca e se la fece accendere, ma quando cercò di darle il primo tiro per poco non si affogava e iniziando a tossire, Danilo li diede delle pacche dietro la schiena, dopo lui rinunciò a finirla, Claudio, rise, tenendo fra i denti il suo mozzicone.

    Poi, raggiunsero il teatro, parcheggiò e scesero, Claudio pagò il parcheggio, intanto i quatto amici entrarono, consegnarono il biglietto alla cassa ed si inoltrarono nella sala, stracolma di gente, fino ai loggioni, loro preferirono sedersi in platea, Claudio li raggiunse e si affiancò ad Antonio, casualmente, Danilo capitò affianco ad Andrea, quest’ultimo per l’agitazione, di quella prima uscita tra amici, iniziò a sudare freddo, poi si guardò intorno, aveva paura se tutti lo osservassero, Danilo se accorse e lo tranquillizzò dicendogli Andrè, calmati, questa gente non sta per te, ma per le Ali Ferme, quindi rilassati e li strinse la mano, lui lo guardò meravigliato, ma tacque, il calore della mano del suo amico su la sua li piaceva, così si tranquillizzò.

    Dopo iniziò il concerto, i componenti della band stavano sul palco, ognuno dietro i propri strumenti, così dopo una breve introduzione iniziarono a suonare, il cantante aveva una bella voce grintosa e trascinante, tutti alla fine del pezzo, applaudirono, Danilo per battere le mani, tolse la mano da quella del suo amico, in quell’istante Andrea, avvertì una scossa che li partiva dal di dentro, non capiva che li stesse succedendo e guardò l’amico con i suoi profondi occhi castani a mandorla, l’altro tanto preso dal gruppo che non se ne accorse, per Andrea, Danilo era bellissimo e suoi occhi verdi lo incantavano.

    In seguito, alla fine del concerto, i cinque amici si diressero al parcheggio, era l’una di notte,Claudio disse Antonio guida tu, io sono stanco, l’amico accettò, poi quando stavano in auto, Claudio prese sonno, Antonio accese la radio, mentre guidava e dietro, Manuel si era addormentato, Danilo appoggiò la testa, sulla spalla di quest’ultimo, Andrea, lo osservò e si sentì a disagio, l’unico sveglio era lui e il guidatore, Antonio scherzando cavolo, questi qui russano di brutto! Altro che concerto! Tu Andrè, perché non dormi?, l’altro rispose: In auto non prendo mai sonno, l’altro rispose beato te! Io tengo un sonno! Mi dai cambio?. Andrea accettò, così passò alla guida e l’amico appena passò dietro, si addormentò di botto.

    Andrea mentre guidava, osservò dallo specchietto retrovisore, Danilo che stava ancora appoggiato su Manuel, il ragazzo dai capelli rossi, poi guardò Claudio che gli stava seduto affianco, aveva unto l’appoggio testa del sedile, con i suoi capelli unti di gel, li teneva mossi, di color biondo scuro, era carino come ragazzo, sempre vestito alla moda, Antonio invece il più alto di tutti, dalla corporatura esile, aveva i capelli neri cortissimi, quasi rasi e aveva un orecchino a forma di freccetta alla parte superiore dell’orecchio, indossava sempre felpe con il cappuccio e jeans a vita bassa, dove si intravedeva il bordo delle mutandine, sempre bianche e firmate.

    Però per lui, il migliore era Danilo, già il pronunciare il suo nome, li accapponava la pelle, dopo raggiunse casa sua e svegliò Claudio: Claudio svegliati, guida tu, io sono arrivato a destinazione, l’amico si svegliò e si strofinò gli occhi assonnati e li disse che ci fai alla guida?, lui arrossì e disse dato, che Antonio aveva sonno, gli ho dato il cambio, però adesso stiamo sotto casa mia, devi accompagnare tu loro, l’auto è tua, l’altro disse va beh scendi, ci vediamo a scuola, lui rise domani è domenica, Claudio sbadigliò poi dissesì è vero, sempre lucido tu eh!.

    Dopo, uscì e vide i suoi amici andarsene di corsa, quella notte Andrea non dormì, poi il mattino seguente, sentì suonare la sveglia, allungò la mano e la spense e si girò dall’altro lato, poi bussarono alla porta, lui con voce assonnata e stanca domandò chi fosse, li rispose suo padre, lui impaurito, sobbalzò dal letto e andò ad aprire. Umberto con tono severo domandò dove sei stato ieri?, lui si svegliò spaventato e si voltò a guardarlo con gli occhi assonnati e con tono annoiato rispose ad un concerto rock, con degli amici di classe, l’altro sempre con severità domandò a che ora ti sei rincasato?, lui timidamente li disse l’orario, l’uomo s’infuriò, poi venne Annalisa che voleva difenderlo, ma non aveva il coraggio, così assistette all’ennesimo rimprovero del marito verso il figlio.

    Poi, squillò il telefono, Manuela uscì dalla sua camera e corse a rispondere, questa volta era per lei, Andrea rammaricato che non era per lui, seccato entrò nella cucina, si sedette e con fame azzannò il cornetto carico di cacao, dopo, il telefono squillò di nuovo, lui e Manuela si guardarono e risero, lei disse: Vai fra, questa volta è per te, lui corse e andò nel corridoio, infatti, era per lui, Annalisa curiosa domandò alla figliama, in quel gruppo di ieri, c’era qualche ragazza? Lo vedo strano, si comporta da uno che abbia preso una cotta, Manuela sollevò le spalle per quel poco che io sappia, mi sembra di ricordare che ha detto, che erano tutti dei ragazzi, forze, se ha preso una scuffiata per una! Sicuro la ha conosciuta al concerto, meglio per lui, così si sveglia.

    Andrea poi rientrò euforico in cucina, la sorella curiosa li domandò chi era al telefono, qualche ragazza? Vecchio marpione! Non mi dici nulla?, lui sorrise e mentendo disse: l’ho conosciuta ieri si chiama Vanessa, è uno schianto, se vedessi i suoi occhi verdi! Sono stupendi! E’ un’amica di Claudio, me la presentata al teatro, si è seduta affianco a me e ci siamo tenuti per mano allungo, Manuela lo guardava, catturata da quel quadretto idilliaco che si era inventato il fratello, lui sorrise e uscì dalla cucina, si diresse in camera e si cambiò, poi entrò in bagno per gli ultimi ritocchi, dopo salutò i suoi, Manuela lo seguì fino alla porta e le diede le chiavi dell’auto mica puoi andarla a prenderla a piedi la tua bella!, lui la ringraziò ed uscì.

    Così raggiunta la macchina, entrò e mise in moto ed si avviò nel parco, lì lo attendeva Danilo, quindi dopo aver subito il traffico, raggiunse il posto e parcheggiò, scese e s’inoltrò nel parco, l’amico lo attendeva seduto alla panchina con la sigaretta fra le dita, quando lo vide la gettò a lancio nel cestino dei rifiuti, poi li fece cenno di sedersi, Andrea aveva le gambe tremolanti, per l’emozione e timidamente si sedette, l’altro si avvicinò e lo fissava intensamente, sembrava che lo bucasse con lo sguardo, poi Danilo disse interessante il concerto di ieri solo che e a me piace il rock duro e a te?, l’altro incrociava le dite nervosamente e gli rispose a voce bassa qualsiasi, non ha importanza, l’altro rispose come vedo, sei di molte parole! e rise, poi li mise il braccio intorno al collo. Andrea sudò freddo e divenne rosso e si guardò in giro per vedere, se la gente lo potesse scoprire e imbarazzato replicò sei matto? Stiamo in un parco, ci possono vedere!, l’altro li fece cenno di tacere poi si avvicinò e lo baciò sulle labbra, Andrea non riuscì a lasciarsi andare, pure, se quello che desiderava, così si staccò e li disse che stiamo facendo? E’ pazzesco tutto ciò!.

    Danilo si ritirò il braccio da suo collo, con freddezza, lo guardò imbarazzato e disse scusami, mi credevo, che anche tu lo volessi, Andrea li risposeti desidero, ma se ci scoprono per me sono guai, l’altro disse i miei sono morti, in un incidente d’auto, l’anno scorso, con loro c’era mia sorella di dieci anni, si chiamava Primula, a mia madre le piacevano quei fiori e per lei quella bambina lo era, ho sofferto molto, per quella perdita, credevo che nella mia vita non ci fosse niente di bello, ma ecco che appari tu dal nulla, bello più che mai con quel tuo sguardo orientale, ma purtroppo, non è tutto semplice come sembra.

    Andrea s’impietosì e lo accarezzò, poi appoggiò la testa sulle sue gambe, ma Danilo non li accarezzò i capelli, stava lì seduto, con lo sguardo perso nel vuoto e la testa immersa in quei brutti ricordi.

    Capitolo secondo

    Andrea poi alzò la testa da sopra le sue gambe e lo guardò e vedendo che stava triste li disse dai! Non fare così! Cerca di non pensare al passato, Danilo quando sentì così, si alzò di scatto e li disse nervoso come la fai facile! Tanto a me, sono morti i genitori e la sorella! No a te e si allontanò, Andrea abbattuto restò lì seduto e lo vide andar via e pensò che si era comportato da un perfetto imbecille ed aveva mancato di tatto, poi deluso ritornò al parcheggio, quando raggiunse l’auto vide un foglietto nel tergicristallo, l’afferrò e vide che era una multa, aveva parcheggiato in divieto di sosta.

    Certo, quella giornata, era partita con il piede sbagliato, non sapeva come dirlo alla sorella, poi salì in auto e andò a farsi un giro, non se la sentiva di ritornarsene a casa e a chiudersi nella sua stanza a rimuginare, poi vide una ragazza che cercava un passaggio, lui pur sapendo che non poteva dar passaggio agli sconosciuti, si fermò e la fece salire, era una bella ragazza, aveva i capelli biondi, legati a trecce, i suoi occhi erano azzurri, ella indossava una felpa colorata, un paio di jeans verde petrolio, ricamati e portava un giubbotto nero di pelle, con sé aveva uno zaino roller, blu di marca, aveva l’aria scanzonata e il modo di fare di chi la sapeva lunga.

    Poi quando si presentò disse mi chiamo Vanessa Milani e tu?, poi sorrise sfoggiando uno splendido sorriso, evidenziando le fossette che aveva sulle guancie, poi lui timidamente li rispose mi chiamo Andrea Valloni, lei gli rise in faccia poi vedendo la sua espressione contrariata dissescusami ma hai un cognome curioso, però! Simpatico, lui scosse il capo e accennò un mezzo sorriso, dopo le domandò dove ti devo accompagnare?, Vanessa divenne seria e li disse non ho un alloggio, sai di solito quando viaggio, vado in albergo, ma qui sono molto cari per i miei gusti, lui da ragazzo gentile che era, le propose vieni a stare da me, abito in una villetta con la mia famiglia.

    Lei sbarrò gli occhi e disse wow! Una villetta! Tuo padre è un tipo con i soldi! lui disse fa il ragioniere in un’industria di abbigliamento maschile, mia madre invece fa l’insegnante alla ragioneria, io invece vado al quinto anno di liceo linguistico, vorrei diventare interprete, mia sorella Manuela che è più grande di me, invece fa la segretaria e questo è il tutto, lei lo guardò esterrefatta e li

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1