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Qualcosa di magico
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Qualcosa di magico

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Romance - romanzo (155 pagine) - Cosa può accadere quando Luca, giovane coltivatore e amante della campagna e Allegra, perfetta cittadina metropolitana, si incontrano, anzi si scontrano sotto lo stesso tetto? Sono davvero così diversi o scopriranno che qualcosa di profondo li unisce?


Il nonno di Allegra come ultima volontà chiede alla nipote di trasferirsi per un mese nella sua casa in campagna. Lì la ragazza conosce Luca, che si definisce "un noioso coltivatore marchigiano". All'inizio tra i due sembra esserci antipatia reciproca, in quanto i ragazzi appartengono a due mondi apparentemente lontani anni luce. Ma le cose non sono mai come appaiono a prima vista. Riuscirà Allegra a dare un senso alla sua vita forse grazie anche all'aiuto di Luca? Una storia divertente, che fa sognare ma anche riflettere su ciò che è importante e conta per essere felici.


Cinzia Marini nasce a Macerata nel 1974. Frequenta l'Istituto Tecnico per Periti Aziendali e Corrispondenti in Lingue Estere per poi proseguire gli studi presso la Facoltà di Scienze Politiche sempre a Macerata. Vive in un piccolo paesino del maceratese, Treia. Attualmente è mamma e casalinga a tempo pieno. Si dedica oltre ai suoi bambini alla passione per la cucina e la lettura. La sua prima opera, Io sogno anche di giorno, è stata pubblicata dalla casa editrice Antonio Tombolini Editore nella collana Amaranta. Il suo secondo romanzo, Tu credi nell'amore?, ha trovato collocazione nella sezione "rosa" della casa editrice Lettere Animate.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateSep 11, 2018
ISBN9788825406764
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    Qualcosa di magico - Cinzia Marini

    Animate.

    1

    La giornata non poteva iniziare peggio. Mi ha chiamato mia madre per dirmi che questa sera dovrò essere presente alla lettura del testamento di mio nonno. Io e il nonno ci siamo sempre voluti un bene dell'anima, ma proprio perché uguali caratterialmente ci siamo scontrati spesso anche su questioni marginali. Per prima cosa lui non ha mai approvato che non mi interessassi alle sue proprietà. Il nonno era un vecchio burbero ma dal cuore d'oro. Aveva perso la nonna quando lei aveva settant'anni ed era rimasto solo nella sua grande casa sulle colline del maceratese e con i suoi immensi campi coltivati. Non ho mai saputo di preciso quanti appezzamenti di terra possedesse o quante persone avesse alle sue dipendenze ma so per certo che tutti lo apprezzavano per la sua autorevolezza, la sua grande forza di volontà e il suo carisma.

    Sono stata un po' la pecora nera della famiglia perché mio fratello si è laureato in veterinaria e ora lavora con la sua ragazza. Mia sorella, invece, da sempre appassionata di agricoltura e animali, ha aperto un agriturismo con annesso un bel maneggio. Solo io ho, per così dire, tradito le mie origini contadine quando mi sono iscritta alla facoltà di lettere. Dopo innumerevoli sacrifici finalmente mi sono laureata e ho cominciato a lavorare in uno studio di commercialisti associati. Cosa ha a che fare la mia laurea con denunce dei redditi e simili? Nulla, ma è l'unica occupazione che ho trovato dopo innumerevoli ricerche e quasi quando avevo perso la speranza sono stata contattata per la mansione di segretaria. Con i tempi che corrono ho preso subito al volo l'occasione promettendo a me stessa di continuare nella ricerca di un lavoro più attinente ai miei studi. Dovrei continuare la scuola per l'insegnamento ma essendo impegnata allo studio dalle otto alle dieci ore al giorno non è così semplice.

    Al lavoro ho conosciuto l'uomo con cui pensavo di aver raggiunto finalmente una stabilità emotiva. Ma purtroppo, così come aveva ipotizzato il mio argutissimo nonno, la storia non è durata. Non ho mai pensato di innamorarmi follemente di qualcuno e di essere ricambiata proprio perché in trent'anni di vita non mi è mai capitato e non credo che il grande miracolo succederà adesso. Semplicemente io e Ludovico stavamo bene insieme, stessi interessi, buona affinità a letto. E che dire di tutte quelle favolette sulla passione, sulle farfalle nello stomaco e il batticuore per il tuo lui? Non mi è mai successo, eppure non mi sento diversa dalle altre. Sono solo più razionale, ecco tutto. E forse è l'unico modo per proteggersi dalle delusioni e dall'infelicità. Perché dovrei stare male per un uomo che non lo merita? E che mi ha abbandonato promettendomi il suo sostegno e il suo amore? Chi mi conosce bene sa che non sono così fredda e insensibile come molti mi dipingono ma il mio è solo istinto di conservazione. E se le mie compagne di scuola ai tempi delle superiori mi chiamavano Sharp come la calcolatrice, le mie più care amiche sanno che se a volte sono un po' rigida è perché non voglio soffrire, soprattutto per amore.

    Mi costa molto ammetterlo, ma solo una volta ho conosciuto un uomo che mi ha fatto perdere letteralmente la testa, ma quello è stato un amore a senso unico. Oddio, per la verità avrebbe potuto anche durare, se mi fossi accontentata di una storia senza una solida base dietro, vissuta pensando unicamente al presente, senza pianificare nulla. Quando gli dissi: – Non sono così, non posso vivere nell'incertezza, senza sapere se sono l'unica per te, se un giorno vorrai rendere il nostro rapporto più stabile e alla luce del sole, come tutti gli esseri umani di questo pianeta – lui si tirò indietro. Proprio così, perché il mio lui non voleva rendere ufficiale la nostra unione. Cosa avrei dovuto fare? Andare a letto con un uomo che non se la sentiva di avere per sé una sola donna e voleva campo libero con le altre palesando la sua assoluta libertà? Secondo me non può esserci altro motivo che giustifichi questo comportamento se non una totale mancanza di maturità e rispetto verso gli altri. Quando sono riuscita a togliermi le fette di prosciutto dagli occhi ho rinunciato a lui e ho smesso di sperare nell'amore, finché non ho incontrato Ludovico. Un tipo calmo, cordiale con tutti, affabile, il classico bravo ragazzo. Insomma, siamo stati bene per un po' finché non ha avuto un periodo di incertezza e ha deciso di prendersi del tempo per riflettere. Un giorno mi chiama e mi dice così, sui due piedi, che ha riflettuto e ha capito che non siamo fatti per stare insieme. A suo dire starò meglio da sola, perché i nostri caratteri sono assolutamente inconciliabili: io sono troppo precisa, fredda e razionale. Ludovico appartiene a quel genere di persone che necessitano continuamente di complimenti e rassicurazioni, poverino, gli devono essere mancate le coccole da piccolo e quindi niente da fare, non c'era più storia.

    – Ok – mi sono detta, quasi sollevata – non mi serve un uomo con la sensibilità di un elefante che mi accusa di essere un ghiacciolo.

    Dopo quest'ultimo evento ho chiuso definitivamente con gli uomini. Sono tornata a essere la vecchia Sharp e non concedo più la mia amicizia così facilmente. Per alcuni credo di essere una perfetta stronza, non do neanche la possibilità di conoscermi, ma in questo momento della mia vita non riesco a fare altrimenti. Forse arriverà il giorno in cui mi innamorerò sul serio e sarà un amore reale e reciproco, ma adesso sono ancora troppo scossa per quello che è successo.

    Mi vengono le lacrime agli occhi ripensando a mio nonno, quando diceva che sarebbe stato veramente felice di partecipare al mio matrimonio.

    – Sono sicura che sarà un giorno bellissimo e tu sarai lì accanto a me – gli avevo detto cercando di rassicurarlo anche se mi sentivo morire dal dispiacere, al pensiero che la sua salute cagionevole lo stesse abbandonando. Lui mi aveva dato un buffetto affettuoso sulla guancia e aveva sorriso.

    – Ludovico non è l'uomo adatto a te e presto te ne renderai conto. Non mi piace chi ostenta con troppa sicurezza la sua condizione economica e il suo status sociale. È un tipo infido che si nasconde sotto la patina del bravo ragazzo, credimi.

    Ero scoppiata a ridere. – Dai, nonno, non esagerare, dici così solo perché non lo conosci bene.

    Il nonno si era seduto accendendo la pipa e aspirando pensoso il suo tabacco aveva risposto: – Sono vecchio, è vero, ma non ho mai sbagliato quando ho espresso il mio giudizio su una persona, mi basta poco per inquadrarne una. Cosa ne diresti se ti presentassi il nipote di un mio amico, anzi direi più che un amico, per me quasi un fratello?

    – Ma a chi ti riferisci, nonno? – avevo chiesto dubbiosa. – A Osvaldo?

    Osvaldo è stato per molti anni il braccio destro di nonno. – Suo nipote potrebbe essere la persona giusta per te – aveva osservato sornione.

    – Nonno, sai che i matrimoni combinati andavano alla grande cent'anni fa, se non prima – avevo osservato ridendo.

    – Non vuoi fare contento questo povero vecchio? – aveva chiesto osservandomi con i suoi profondi occhi azzurri.

    – Fosse stato in un altro momento l'avrei pure fatto ma ora non posso. Ho un impegno con Ludovico.

    – Ah, quella mezza calzetta – aveva esclamato il nonno con enfasi.

    – Eh va be', meglio chiudere l'argomento – avevo terminato. – Non voglio arrabbiarmi con te, sai che ti voglio troppo bene! – E lo avevo abbracciato prima di salutarlo per andare al lavoro.

    Da quel giorno sono passati tre mesi. Il nonno ha avuto un attacco di cuore improvviso e se n'è andato senza darmi il tempo di salutarlo e di dirgli quanto gli volessi bene. Questa sera ci sarà la lettura del testamento. Preferirei non andarci pur di non ripercorrere mentalmente gli ultimi momenti della vita del nonno e dopotutto delle sue proprietà non mi importa niente. Ho un lavoro, non dico di nuotare nell'oro ma guadagno quanto basta per un'esistenza decente. Dopotutto non sono una che è dedita a grandi spese, il mio guardaroba è abbastanza limitato, esco poco ed è una vita che non vado in vacanza. Alcuni direbbero che sono una perfetta noiosa e forse è vero. Mi piacciono le cose pianificate e il controllo su determinati aspetti della vita. Non sopporto i tentennamenti e le incertezze, soprattutto nei rapporti di coppia e forse sarà per questo che Ludovico mi ha mollato. Riconosco a volte di essere troppo rigida, sarà anche per l'educazione ricevuta o per la mia insicurezza personale che cerca di tenere sotto controllo eventi e situazioni.

    Sento squillare il cellulare. È Monica, una delle mie coinquiline. – Stasera ti andrebbe di andare a prenderci una pizza?

    – Ho la lettura del testamento di nonno – le rispondo – ma immagino che non andrà tanto per le lunghe.

    – Ok, chiamo Sabrina per darle conferma. Mi ha chiesto lei di vederci, vuole parlarci di una cosa.

    – Allora a dopo. – Chiudo la conversazione con un presentimento. È alquanto strano che Sabrina voglia parlarci e organizzi addirittura una cena per farlo.

    Sono quasi arrivata sotto casa. Tanto per rovinarmi la giornata incontro Ludovico davanti al portone. – Ti ho mandato diversi sms – mi dice – perché non hai risposto?

    – Non li ho visti e sinceramente quand'anche l'avessi fatto non avrei risposto ugualmente – esclamo, palesemente scocciata. – Cosa c'è di così urgente?

    – Ho bisogno di una cosa – sembra titubante.

    – Dimmi, allora, se è così importante da aspettarmi sotto casa.

    Ludovico abbassa gli occhi. – Riguardo i regali che ti ho fatto… Ecco, li vorrei indietro.

    – Non c'è problema – rispondo – anzi, li avrei lasciati nella cassetta della posta così da poter fare a meno di rivederti – esclamo.

    – Povera Allegra, mi dispiace molto che tu stia così male a causa mia – dice con tono ipocrita.

    – Sei sulla strada sbagliata, caro – preciso. – Non è così, anzi, se devo essere sincera, credo sia stata la decisione migliore per entrambi. Sarebbe stata comunque solo questione di tempo.

    – Sì, sì, certo – esclama Ludovico con un sorriso beffardo

    Aveva ragione mio nonno, penso, sei solo uno stronzo.

    – Comunque, se posso darti un consiglio, Allegra, dovresti abbandonare quella tua aria da prima della classe!

    Questo è troppo pure per Sharp, la calcolatrice. – Ma vaffanculo! Non dicevi così fino a poco tempo fa, specialmente sotto le lenzuola.

    – Quello è un altro discorso – ammette sorridendo come un ebete. – Ma immagino che per voi donne sia più semplice.

    – Sinceramente non riesco più a seguirti – ribatto nella speranza che si dilegui dalla mia vista nel più breve tempo possibile.

    – Lascia perdere, tanto non capiresti – risponde con lo sguardo da sapientone. – Non potevamo stare insieme, siamo troppo diversi.

    – Ci puoi scommettere – gli rispondo con enfasi. – E ora togliti dalla mia vista, per favore.

    – Da domani sicuro – mormora come se fosse scampato a un'esecuzione. E si allontana senza nemmeno degnarmi di uno sguardo.

    – Dio, credo di essere la persona più ingenua del mondo, l'unica capace di prendere enormi cantonate e non riuscire a capire affatto gli uomini. Ecco perché continuo a collezionare fregature – mormoro tra me e me.

    Con la consapevolezza che solo cambiando la mia personalità e il mio carattere riuscirò a salvarmi in questo mondo schifoso dove anche innocui delfini si tramutano in squali affamati di sangue, mi avvio verso lo studio del notaio sapendo che nulla potrà rovinarmi la giornata più di quello che è appena successo.

    Avevo sperato di tornare a casa con l'animo sereno e invece il nonno mi ha giocato uno scherzetto dei suoi, proprio come quand'era in vita. Non ci sono state grandi sorprese per quanto riguarda la divisione dei beni, dopotutto il nonno non ha mai fatto preferenze tra i suoi figli e nipoti ma quest'ultima richiesta non l'avrei mai e poi mai immaginata. La seduta era quasi al termine quando il signor Damiani, il notaio, mi chiama chiedendomi di aspettare ancora qualche minuto.

    – Suo nonno ha lasciato questa lettera per lei – mi dice consegnandomi il documento. – Conosco già il contenuto perché il signor Giovanni me ne aveva parlato.

    Sono confusa, non immagino cosa possa aver scritto mio nonno in questa lettera e mi domando perché non mi abbia mai anticipato nulla. La apro. Mi vengono le lacrime agli occhi quando riconosco la calligrafia un po' ridondante del nonno.

    Ciao principè esordisce e mi sembra quasi di vederlo quando pronuncia questo nomignolo che ha sempre usato fin da quando ero piccolissima. "Se stai leggendo questa lettera è perché sono partito per il viaggio di cui abbiamo parlato tante volte e sto per raggiungere tua nonna. Questi ultimi tempi ho molto pensato a lei e soprattutto quest'ultima settimana l'ho sognata spesso. Le ho chiesto di poter restare insieme e lei mi ha risposto che non era ancora giunto il tempo. Durante il mio ultimo sogno però mi ha preso per mano e mi ha abbracciato. Ora potremo stare insieme, mi ha rassicurato,e sarà per sempre. Le ho confessato di avere paura. Sono un vecchio fifone, tua nonna me lo diceva sempre. Ma ora veniamo a noi, cara la mia principè. Non voglio costringerti, sai che ti voglio bene e vorrei vederti felice ma ti chiedo di fare solo una cosa per me. Ti starai chiedendo perché non l'abbia fatto quand'ero ancora in vita e anzi, abbia aspettato fino a questo momento. A un certo punto ho pensato che tu avessi raggiunto gli obiettivi che ti eri prefissata e fossi felice. Poi un giorno sei tornata da me piangendo e mi hai raccontato che Ludovico ti aveva ferito, offeso, che al lavoro eri stanca e stressata e che in un momento di follia avevi pensato di abbandonare baracca e burattini e andartene. Ma non lo hai fatto. Sei una persona lucida e razionale, vuoi delle certezze e non ti do torto. Tuttavia dovresti lasciarti andare un po', pensare di più a come vivere la tua vita senza interferenze esterne, seguendo solo il tuo cuore. Quello che ti chiedo ora è di passare un mese, un solo mese nel podere di campagna dove tante volte venivate tu, Andrea e Francesca da piccoli. Ci saranno Osvaldo, sua moglie Lunetta e il loro nipote Luca e lì potrai vivere in una dimensione diversa dove il tempo assume un altro valore e anche le priorità cambiano. Sono sicuro che al termine di questo breve periodo potrai vedere le cose in modo diverso e non te ne pentirai. Ti saluto con un grande bacio e con

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