Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Un uomo di pietra
Un uomo di pietra
Un uomo di pietra
Ebook163 pages2 hours

Un uomo di pietra

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Secondo romanzo dell'autrice Natalia Stone.

Abbie ama viaggiare, ascoltare la musica a tutto volume, e gli smalti colorati.

Ma Abbie è anche una ragazza insicura, e quando dopo la morte del padre si ritrova sola nella sua multinazionale, si sente smarrita. La rivalità con il nuovo arrivato al comando promette scintille...

Romanzo rosa, romance, amore.

LanguageItaliano
PublisherNatalia Stone
Release dateSep 5, 2018
ISBN9780463253410
Un uomo di pietra

Read more from Natalia Stone

Related to Un uomo di pietra

Related ebooks

Contemporary Romance For You

View More

Related articles

Reviews for Un uomo di pietra

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Un uomo di pietra - Natalia Stone

    1

    Abbie era da poco rientrata da Tokyo, speranzosa che le brutte sorprese fossero finite.

    Aveva svuotato le valige, messo un po’ di musica di sottofondo, e si era preparata una tisana calda per rilassarsi. Un po’ di cioccolata fondente e dei biscotti ipercalorici avevano completato il tutto.

    Si sentiva ancora smarrita per via della morte del padre, ma era convinta di poter fare bene alla guida della sua società. Scoprire invece che, al contrario di quanto si sarebbe aspettata, Lewis Holborow era stato scelto al suo posto, era stato un duro colpo per l’autostima e il sistema nervoso.

    La mandava in bestia e non riusciva a capacitarsene. Era un fatto che sfuggiva totalmente alle sue capacità di comprensione.

    Perché, mamma? Perché? continuava a ripetere. Come ha potuto farmi questo? Papà sapeva che sognavo di poter prendere il suo posto!

    Abbie Dermody era una versione più giovane di sua madre, una splendida ragazza con un viso dominato dagli zigomi larghi e dai grandi occhi castani. Aveva il naso diritto e labbra sensuali, perfino troppo sensuali per i suoi gusti. Il seno era piccolo e alto come quello delle africane e, delle donne di colore, aveva anche l’istintiva regalità di portamento che faceva girare la testa di tutti gli uomini che incontrava per strada.

    Quel mattino indossava un corto abito di lana nera con le maniche lunghe e la scollatura a V che metteva in risalto la sua figura sinuosa lasciando scoperta l’interminabile perfezione delle gambe, fasciate da velatissime calze nere. Con le scarpe alte, che la facevano sembrare ancora più slanciata del suo metro e settantacinque, e senza un gioiello addosso era di una bellezza abbagliante, anche adesso che aveva perso molta della sua abituale compostezza.

    Sei in grado di spiegarmelo, mamma? chiese, accavallando con involontaria eleganza le gambe dopo essersi lasciata cadere accanto a lei sul divano. Tirarmi uno scherzo simile... e proprio con Lewis Holborow, poi! Papà doveva essere impazzito!

    Abbie, tesoro mormorò la signora Dermody, scostandole dal viso una ciocca dei lunghi capelli corvini, tu sei una delle migliori designer del paese. Tuo padre temeva che gli impegni di amministrazione soffocassero il tuo talento creativo.

    Potrei fare entrambe le cose senza problemi protestò Abbie con un gesto di stizza.

    Henry la pensava diversamente.

    Tu lo sapevi, vero? domandò Abbie in tono risentito. Sapevi che papà mi diceva quelle cose solo per tenermi buona, sperando magari che un giorno avrei cambiato idea. Avresti dovuto avvisarmi... almeno sarei stata preparata. Una sorpresa così non me la sarei mai aspettata. Mai.

    Tuo padre ha fatto quel che riteneva meglio, cara ribatté sua madre con calma. E ti posso assicurare che ha riflettuto a lungo prima di decidere.

    Odio Lewis sibilò Abbie a denti stretti.

    La signora Dermody scosse tristemente il capo. Quando avrai superato lo shock, ti renderai conto che è tutto per il meglio.

    Meglio, meglio... forse per Lewis, per me no di sicuro. A proposito, dov’è adesso il grand’uomo? Si è già insediato nella sua nuova posizione?

    La morte del padre aveva trovato Abbie in Giappone, intenta a seguire un corso di tecniche di smalto. Era volata a casa per il funerale e subito dopo era ripartita alla volta di Tokyo per chiudere le faccende lasciate in sospeso e prepararsi mentalmente ad assumere il controllo della società. Invece, al suo ritorno... Le sembrava ancora impossibile.

    Sua madre annuì. Da un paio di settimane. Ai dipendenti piace e mi pare che Lewis si sia inserito molto bene nel suo nuovo ruolo. Tuo padre era certo che sarebbe stato all’altezza del compito.

    Abbie aggrottò la fronte. Stai cercando di dirmi che sapeva di stare per morire? chiese in tono sospettoso.

    Ultimamente si era sentito male ammise la signora Dermody con una smorfia piena di amarezza. Il cuore gli dava qualche problema... aveva persino parlato di smettere di lavorare.

    E non mi avete detto niente?! esplose Abbie con una rabbia che aveva la stessa intensità del suo dolore. Era inconcepibile che dei genitori tenessero la loro unica figlia all’oscuro di una questione di tale gravità.

    Solo per non allarmarti, cara rispose sua madre, sfiorandole la mano con atteggiamento consolatorio.

    E nel frattempo avete deciso di dare la presidenza a Lewis, giusto? Abbie faceva fatica a convincersi della realtà di quel che sentiva. Si alzò in piedi di scatto. Mi dispiace, mamma, ma non posso accettarlo passivamente. Adesso vado da lui a mettere in chiaro la situazione. Questo pasticcio deve essere risolto subito.

    Non servirà a niente, tesoro, è tutto legale. Bindi Dermody si passò le dita fra i capelli, turbata dalla durezza che percepiva nella figlia. Oh, Dio, non immaginavo che avresti reagito così.

    E io non immaginavo di arrivare qui e di scoprire che quell’uomo mi aveva soffiato la ditta da sotto il naso. Se pensavi che l’avrei tollerato senza fiatare, hai sbagliato.

    Sua madre scosse di nuovo la testa. Non puoi farci niente, Abbie, e litigare con Lewis non servirà a cambiare le cose. Per favore, aspetta almeno di esserti calmata un po’.

    Se non posso cambiare niente, lascia che mi tolga la soddisfazione di dirgli in faccia che cosa penso di lui e di questo sporco trucchetto. Abbie sollevò fieramente il mento, ancora più bella del solito con le guance arrossate e gli occhi che sprizzavano scintille di collera. È una situazione impossibile e lo sai anche tu. Come vuoi che lavorino assieme due persone che si detestano in modo tanto viscerale?

    Speravo che sarebbe stato diverso. Speravo che riusciste ad andare d’accordo. Lewis è un uomo in gamba.

    Solo agli occhi tuoi e di papà. Scusa, mamma, ma adesso devo andare. Se non mi tolgo questo peso dallo stomaco stanotte non dormirò.

    La società di suo padre si trovava a Hockley, nel quartiere dei gioiellieri, dalla parte opposta di Birmingham. Per arrivarci nel traffico dell’ora di punta si impiegavano più di venti minuti e Abbie li utilizzò per caricarsi di pensieri omicidi visualizzando l’espressione aggressiva e perennemente severa del suo avversario. Quando smontò dalla sua Honda nel parcheggio e marciò verso il familiare androne dell’ingresso, si sentiva pronta a far scoppiare la Terza Guerra Mondiale.

    Di conseguenza, apprendere che Lewis era fuori, fu una delusione. Ma dovrebbe essere qui da un momento all’altro aggiunse Adelaide, la segretaria che aveva fedelmente servito suo padre per dodici anni.

    Allora aspetterò annunciò Abbie con fermezza.

    La scomparsa di suo padre è stata uno shock terribile per tutti noi disse Adelaide in tono addolorato. Ha lasciato un vuoto che non potrà mai essere colmato, anche se devo ammettere che il signor Holborow gli è subentrato con molta naturalezza. Trentacinquenne e non ancora sposata, Adelaide aveva tutta l’aria di essere già mezzo innamorata del suo nuovo principale.

    Davvero? borbottò freddamente Abbie. E io che speravo che facesse un fiasco colossale.

    La segretaria sbarrò gli occhi, poi cercò di mascherare la confusione con un sorriso. Scherza, immagino?

    Abbie capì che non era il caso di mettere in piazza il pessimo stato dei suoi rapporti con Lewis e annuì. Certo che scherzo, si figuri. Vado ad aspettare nell’ufficio di mio padre. Si rifiutava di considerarlo l’ufficio di Lewis. Ah, non gli dica che sono qui, per favore. Voglio fargli una sorpresa.

    Vuole che le porti un tè?

    Abbie scosse la testa. No, grazie.

    L’ufficio di Henry Dermody aveva sempre avuto un che di caldo e di accogliente, un profumo di antico che si mescolava all’aroma del suo tabacco da pipa. Da bambina, Abbie si era divertita a sedersi sulla sua poltrona e sognare il giorno in cui da lì avrebbe guidato la società. E adesso quel sogno era stato infranto. Rigida come un palo sulla soglia, lasciò vagare uno sguardo incredulo su quell’ambiente un tempo così familiare. La vecchia scrivania di quercia di suo padre non c’era più, come anche la poltrona di pelle con i braccioli di ottone e il magnifico tappeto persiano sbiadito dall’usura degli anni. Al loro posto... l’anonimato totale.

    Fredde tonalità di grigio e ancora più raggelanti superfici metalliche. Scrivania di cristallo e poltrona ultramoderna in acciaio. Sulle pareti, rigorosamente e uniformemente grigie, quattro stampe a inchiostro racchiuse in cornici cromate. Al posto del bellissimo schedario dei primi del secolo che era stato l’orgoglio di suo padre, due mobili squadrati di plastica lucida.

    Era un luogo di lavoro e basta. A nessuno sarebbe mai venuto in mente di iniziare una chiacchierata amichevole dentro a quella specie di cella frigorifera. Dite quel che avete da dire e uscite, era il messaggio che trasmetteva. Chissà se anche gli altri riportavano la stessa impressione?

    Henry Dermody aveva sempre sostenuto che era importante avere una rapporto personale e diretto con i dipendenti. Chiunque avesse una lamentela da fare o di consiglio da porgere aveva sempre avuto libero accesso al suo ufficio in qualsiasi momento della giornata. Lui li aveva messi a sedere e li aveva ascoltati, trattandoli come trattava i suoi migliori amici. Abbie era sconvolta da quella grottesca trasformazione.

    Be’, che cosa te ne pare?

    Abbie si immobilizzò al centro della stanza con i pugni stretti, lasciò passare qualche secondo per ricomporsi, poi si girò a incrociare il freddo scrutinio degli occhi grigi dell’uomo che aveva parlato.

    Semplicemente orrendo disse senza nemmeno tentare di nascondere l’ostilità che provava nei suoi confronti. Offende il mio senso estetico e i miei sentimenti. Non hai lasciato traccia della personalità di mio padre.

    Quando qualcosa finisce, volerla trattenere non ha senso rispose Lewis Holborow in tono asciutto, levandosi la giacca mentre si portava dietro la scrivania. Non era cambiato di una virgola. Ogni suo movimento, ogni sua parola trasudavano la stessa arrogante sicurezza di sempre.

    A parte il fuggevole incontro al funerale del padre, Abbie non lo vedeva dal gennaio dell’anno precedente, quando era morta la sorella di lui. In quell’arco di tempo, tutto sommato breve, era sorprendentemente invecchiato. Sul suo viso c’erano molte più rughe di una volta, ma riuscivano solo a rendere ancora più dirompente il suo magnetismo virile, un aspetto della sua personalità che lei avrebbe sempre voluto ignorare.

    Aveva i capelli castani tagliati a spazzola e, come d’abitudine, sfoggiava una rasatura perfetta. Le sopracciglia erano sottili, perfettamente disegnate sopra due occhi che sembravano perennemente in cerca di un bersaglio da incenerire. Le bocca nascondeva la sensualità delle sue labbra e ben si intonava con la linea squadrata, aggressivamente maschile, della mascella. In piedi, con le dita appoggiate al ripiano di cristallo della scrivania, aveva l’aria minacciosa di un pericoloso felino in cerca di preda.

    Ti stavo aspettando disse con voce profonda, facendo scorrere uno sguardo insolente sulle linee sinuose del suo corpo.

    Abbie subì quell’umiliante scrutinio con espressione sprezzante. Bene, in questo caso non perderò tempo in inutili preamboli. Ti voglio fuori della ditta. Non mi importa niente della decisione di mio padre e sono disposta a pagarti una buonuscita principesca. Nei nostri discorsi era dato per scontato che un giorno gli sarei succeduta alla testa della compagnia. Non riesco a capire che cosa l’abbia spinto a cambiare idea... a meno che non sia stato qualcun altro a farlo per lui.

    L’occhiata che si scambiarono fece salire di qualche grado la temperatura della stanza, riempiendola immediatamente di una violentissima tensione.

    Ti ritieni capace di mandare avanti la società continuando a disegnare gioielli? chiese Lewis con il calore che avrebbe potuto avere una statua di marmo.

    Se non altro mi divertirò un mondo a provarci rispose lei, secca.

    A me sembra che qui ci sia posto per tutti e due.

    Questa attività è sempre stata legata alla mia famiglia. O meglio, era stato così prima dell’improvviso voltafaccia di suo padre. Più ci pensava, più si convinceva che sotto ci fosse lo zampino di Lewis.

    Una famiglia di cui potrei quasi dire di far parte, non credi?

    Il suo sorrisino beffardo la mandò in bestia, ma sfortunatamente quel che aveva detto era

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1