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La Tunica Nera
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Ebook104 pages1 hour

La Tunica Nera

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About this ebook

In una cupa giornata di primavera una giovane donna si toglie la vita, gettandosi da un ponte. Due settimane più tardi, quattro signori facoltosi si risvegliano incatenati alle pareti di un garage sotterraneo. La polizia indaga e il caso viene affidato a Donnie Duke, un singolare detective, dal passato misterioso e tormentato. Attraverso numerosi interrogatori dovrà scoprire le inconfessabili verità che si nascondono dietro al sequestro.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateSep 20, 2018
ISBN9788827847688
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    La Tunica Nera - Enrico Aschieri

    rocce.

    PARTE PRIMA

    Capitolo 1

    Due settimane più tardi, in un ampio garage totalmente vuoto, un uomo alto e distinto si trovava incatenato mani e piedi a un tubo dell’acqua, contro una parete grigia e umida. Chiedeva aiuto urlando come un pazzo, strattonando invano le catene d’acciaio che lo vincolavano al muro. In quella stanza grigia e fredda, altri tre signori si trovavano prigionieri, incatenati similmente.

    <> lo ammonì un uomo magro con i capelli lunghi scuri e il naso adunco, incatenato contro la stessa parete, a pochi metri.

    <> suggerì bruscamente un baffone robusto, sulla cinquantina, immobilizzato contro il muro di fronte.

    <> chiese un biondo di bell’aspetto, di circa quarant’anni, a pochi metri dal baffuto, sullo stesso muro grigiastro.

    <> rispose il baffone, con tono arrogante.

    L’uomo dai capelli lunghi li guardò uno a uno e chiese:

    <>

    <> rispose l’uomo con i baffi.

    <> affermò il biondo con espressione stupita.

    <> intervenne l’uomo distinto, che aveva appena smesso di urlare: <>

    Tutti e quattro portavano giacca e cravatta e sembravano usciti da una riunione. Il loro abbigliamento dimostrava un certo livello sociale, ma in quel garage inquietante, lo charme e la posizione non fornivano conforto. Il clima era teso e la paura e l’angoscia dominavano le loro menti. Storditi, portati in quel luogo misterioso, ma per quale motivo? Si erano risvegliati incatenati, con una ferita alla testa e avevano cercato di liberarsi, senza però riuscirci. Non sapevano come fuggire, e l’unica ancora di salvezza era la consapevolezza che qualcuno, forse, li avrebbe cercati.

    Rapiti e imprigionati da circa un giorno, non sapevano esattamente quanto tempo fosse passato e tanto meno che ora fosse. La stanza non possedeva finestre, e appariva come un bunker sotterraneo. Da un lato, una porta marrone era collocata al centro della parete, dall’altro un portone grande, che probabilmente serviva per le auto. I quattro non si erano ancora presentati, e il medico, finite le lamentele, cominciò per primo. Si chiamava Jack Williams ed era un primario di pronto soccorso, proprietario di un prestigioso studio privato. L’uomo magro con i capelli lunghi si chiamava Daniel Blain e possedeva una catena di night club e discoteche. Il biondo, un imprenditore nel settore immobiliare, possedeva un numero sconfinato di appartamenti e ville. Il suo nome era Bill Drake. Infine il signore con i baffi si chiamava Hugh Peterson e dirigeva una ricca azienda di elettrodomestici da lui fondata.

    <> ragionò ad alta voce Hugh, <> continuò rabbioso.

    <> replicò Bill.

    <> controreplicò il baffone.

    La discussione si accese per via delle diverse teorie e la conversazione diventò presto una bagarre. Il dibattito tuttavia, andò presto scemando, e i sequestrati si chiusero nei loro pensieri.

    A un tratto, un leggero rumore di passi ruppe il silenzio:

    <> esclamò Daniel voltando il collo verso sinistra, fissando la porta che si trovava al centro della parete.

    <> urlò disperato, ma nessuno rispose.

    <> disse Bill, sperando nel miracolo. Al di fuori della porta marrone, tuttavia, non si udì più nulla. Era come se qualcuno fosse sceso da alcuni gradini posti a destra dell’entrata, e si fosse fermato dietro la porta, non si sa per quale motivo.

    Daniel intuì che la speranza di Bill era venuta meno, e che lì dietro non potevano esserci i poliziotti, ma un rapitore.

    <> urlò, rivolto alla persona nascosta, ma nessuno rispose.

    Un istante dopo la luce si spense, e i quattro uomini restarono al buio.

    <> urlò Jack con voce tremante.

    La porta si aprì piano piano, scricchiolando terribilmente e una timida luce filtrò dentro il garage. Non si capiva se provenisse da fuori o se fosse una luce artificiale, posta in un'altra stanza. Non garantiva una buona visuale, ma permetteva soltanto di intravedere qualcosa.

    <> sbraitò Hugh con affanno.

    Calò di nuovo il silenzio e si sentirono soltanto i loro respiri.

    <> continuò Hugh, con il cuore in gola, rivolto all’oscura presenza. Dall’altra parte però, anche questa volta, nessuno rispose. Quel silenzio di tomba era più inquietante di qualunque suono.

    <> chiese Daniel gridando, cercando di darsi coraggio. Non era facile affrontare una situazione del genere, e l’assenza totale di risposte non faceva altro che aumentare l’angoscia.

    I quattro restarono con il fiato sospeso fino a quando il medico cominciò a sbraitare dal terrore: una figura nera incappucciata si materializzò nella penombra e rimase immobile a fissarli.

    Capitolo 2

    La luce troppo debole non permetteva di identificare con esattezza l’individuo, ma si notava l’inquietante vestito che portava indosso: una lunga e spaventosa tunica scura. La sua testa, avvolta da un cappuccio, lo rendeva simile a un fantasma.

    <>

    Daniel non ricevette risposte, e la figura spettrale avanzò lentamente, con passo funebre. Sembrava di vedere la morte in persona. In una mano s’intravedeva una lunga lama affilata. I prigionieri rimasero a bocca aperta senza riuscire a dire nulla. Erano letteralmente pietrificati, perché in vita loro non avevano mai assistito a una scena tanto spaventosa e teatrale. La sagoma oscura si diresse verso Hugh, il quale terrorizzato si appiattì contro la parete, tremando come una foglia. L’incappucciato indirizzò la lama verso il petto del baffone, e senza pensarci due volte, gli trafisse il cuore. Il malcapitato urlò prima di paura, poi di dolore, prima di perdere i sensi e tacere per sempre. I tre superstiti guardarono in silenzio e con orrore quell’orribile scena, che il buio quasi totale, per loro fortuna, teneva in gran parte nascosta. Lo stupore mischiato con la paura, arrivava a livelli tali che era impossibile riuscire a reagire. La figura oscura, estrasse la lama dalla vittima, la pulì con il mantello e si voltò verso i tre, scrutandoli uno a uno. Ci fu un momento di stallo, e i secondi diventarono secoli, poi l’assassino uscì dalla

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