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Storia della letteratura italiana del cav. Abate Girolamo Tiraboschi – Tomo 4. – Parte 1: Dall'anno MCLXXXIII fino all'anno MCCC
Storia della letteratura italiana del cav. Abate Girolamo Tiraboschi – Tomo 4. – Parte 1: Dall'anno MCLXXXIII fino all'anno MCCC
Storia della letteratura italiana del cav. Abate Girolamo Tiraboschi – Tomo 4. – Parte 1: Dall'anno MCLXXXIII fino all'anno MCCC
Ebook445 pages5 hours

Storia della letteratura italiana del cav. Abate Girolamo Tiraboschi – Tomo 4. – Parte 1: Dall'anno MCLXXXIII fino all'anno MCCC

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La prima opera completa di storia della letteratura italiana. Tomo 4. – Parte 1

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LanguageItaliano
PublisherE-text
Release dateSep 1, 2018
ISBN9788828101338
Storia della letteratura italiana del cav. Abate Girolamo Tiraboschi – Tomo 4. – Parte 1: Dall'anno MCLXXXIII fino all'anno MCCC

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    Storia della letteratura italiana del cav. Abate Girolamo Tiraboschi – Tomo 4. – Parte 1 - Girolamo Tiraboschi

    Informazioni

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    QUESTO E-BOOK:

    TITOLO: Storia della letteratura italiana del cav. Abate Girolamo Tiraboschi – Tomo 4. – Parte 1: Dall'anno MCLXXXIII fino all'anno MCCC.

    AUTORE: Tiraboschi, Girolamo

    TRADUTTORE:

    CURATORE:

    NOTE: Il testo è presente in formato immagine sul sito The Internet Archive (http://www.archive.org/). Alcuni errori sono stati verificati e corretti sulla base dell'edizione di Milano, Società tipografica de' classici italiani, 1823, presente sul sito OPAL dell'Università di Torino (http://www.opal.unito.it/psixsite/default.aspx).

    CODICE ISBN E-BOOK: 9788828101338

    DIRITTI D'AUTORE: no

    LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet: http://www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze/

    COPERTINA: [elaborazione da] San Tommaso d'Aquino  - 1476 – Polittico di Carlo Crivelli (circa 1435 –circa 1495) - National Gallery - London - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Polittico_del_1476,_s._tommaso_d%27aquino.jpg - Pubblico dominio.

    TRATTO DA: Storia della letteratura italiana del cav. abate Girolamo Tiraboschi ... Tomo 4. [-9.]: 4: Dall'anno 1183 fino all'anno 1300. 1. - Firenze: presso Molini, Landi, e C. o, 1806. - VIII, 239, [1] p

    CODICE ISBN FONTE: n. d.

    1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 25 marzo 2014

    INDICE DI AFFIDABILITÀ: 1

    0: affidabilità bassa

    1: affidabilità standard

    2: affidabilità buona

    3: affidabilità ottima

    SOGGETTO:

    LIT004200 CRITICA LETTERARIA / Europea / Italiana

    DIGITALIZZAZIONE:

    Ferdinando Chiodo, f.chiodo@tiscali.it

    REVISIONE:

    Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it

    Ugo Santamaria

    IMPAGINAZIONE:

    Ferdinando Chiodo, f.chiodo@tiscali.it (ODT)

    Carlo F. Traverso (ePub)

    Ugo Santamaria (revisione ePub)

    PUBBLICAZIONE:

    Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it

    Liber Liber

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    Indice

    Copertina

    Colophon

    Liber Liber

    Indice (questa pagina)

    PREFAZIONE

    INDICE, E SOMMARIO DEL TOMO IV. PARTE I.

    STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA DALL'ANNO MCLXXXIII FINO ALL'ANNO MCCC.

    LIBRO I. Mezzi adoperati a promuovere gli studj.

    CAPO I. Idea generale dello stato dell'Italia in quest'epoca.

    La pace di Costanza invece di render felici le città italiane è origine di nuovi sconvolgimenti.

    Molte città vengon presto a guerra le une contro le altre.

    Guerre in Sicilia per la successione a quel trono: morte di Arrigo re di Sicilia e imperadore.

    Fazioni de' Guelfi e de' Gibellini quanto funeste all'Italia.

    Principj di Federigo II: sua assunzione all'impero.

    Carattere di questo principe.

    Principio de' diversi dominj di Italia: vicende della Sicilia dopo la morte di Federigo.

    Carlo di Angiò occupa quel regno. Rodolfo eletto imperatore.

    Vespri Siciliani; serie dei re angiovini e aragonesi.

    Potenza de' marchesi di Monferrato, dei Visconti, e degli Estensi.

    Prospetto generale della letteratura italiana in quest'epoca.

    CAPO II. Favore e munificenza de' principi nel fomentare gli studj.

    Divisione dell'Italia in diversi dominj.

    Federigo II si può non senza ragione dire italiano.

    Quanto ei fosse versato in ogni genere di letteratura.

    Protezione da lui accordata alle scienze.

    Notizie di Pier delle Vigne, suo cancelliere, quanto incerte.

    Favola che ne narra il Tritemio.

    Notizie di esso; suo gran favore presso Federigo II.

    Onorevoli ambasciate a lui affidate.

    Trovasi al concilio di Lione.

    Diverse opinioni intorno alla disgrazia e alla morte di Pietro.

    Si esamina qual sia la più verisimile.

    Riflessioni sul racconto che ne fa Matteo Paris.

    Lettere di Pier delle Vigne.

    Altre sue opere; se egli, o Federigo II fossero autori del libro De tribus impostoribus.

    Impegno di Manfrendi e di Corrado re di Sicilia nel promuover gli studj.

    Lo stesso fanno Carlo I e Carlo II.

    Profondo sapere di Innocenzo III papa.

    Leggi da lui promulgate in favor delle lettere.

    Onorio III ne segue gli esempj.

    E così pure Gregorio IX.

    E dopo lui Innocenzo IV, Alessandro IV e Urbano V.

    Diverse università erette da Niccolò V.

    Azzo VII d'Este favorisce i poeti provenzali.

    Forse altre notizie di questo genere giaccion tuttora nelle biblioteche.

    CAPO III. Università ed altre pubbliche scuole.

    Prospetto generale delle scuole italiane di questo secolo.

    Gelosia dell'università di Bologna di non perdere i suoi professori.

    Smembramento di essa per la fondazione della università di Vicenza, che presto cessa.

    Turbolenze nella università di Bologna: scuole pubbliche in Arezzo.

    Nuovo smembramento dell'università di Bologna per la fondazione di quella di Padova.

    Fondazione della università di Napoli fatta da Federigo II.

    Questi sopprime l'università di Bologna; ma il suo editto non ha esecuzione.

    Fiore in cui ella era nel corso di questo secolo.

    Stato dell'università di Padova ne' primi anni di questo secolo.

    Nuova università in Vercelli, in cui forse fu per qualche anno trasportata quella di Padova.

    Si ripiglia la serie delle vicende dell'università di Padova: carattere degli storici di essa.

    Essa ancora dopo la metà del XIII secolo era in gran fama.

    Se ad essa fosse trasportata da Gregorio X quella di Bologna.

    Interdetto per breve tempo posto sopra quella di Padova.

    Premure di Federico II per l'università di Napoli.

    Corrado figlio di Federigo II rinnova lo studio in Salerno per contrapporlo a quello di Napoli.

    Il re Manfredi rende poscia l'università a Napoli.

    Privilegi ad essa accordati da Carlo I.

    E poscia da Carlo II.

    Se Federigo II fondasse l'università di Ferrara.

    Ivi però erano fin dal sec. XII pubbliche scuole.

    Scuole pubbliche di giurisprudenza in Roma.

    Università aperta in Piacenza.

    Se fosse allora fondata quella di Macerata.

    Quanto fosser celebri le scuole legali di Modena.

    Concorso numeroso di forestieri alle medesime.

    Scuole reggiane e loro celebrità.

    Scuole pubbliche in Parma.

    Stato delle scuole milanesi, e delle pavesi.

    Scuole pubbliche in Trevigi.

    Se la università di Pisa fosse allora fondata: altre pubbliche scuole.

    CAPO IV. Biblioteche.

    Per qual ragione fossero anche in questo secolo poche e scarse le biblioteche.

    Copisti de' libri in diverse città.

    Prezzo de' codici: lusso in essi introdotto.

    Notizie di alcune biblioteche.

    Biblioteche monastiche.

    Vantaggi di queste benchè scarse biblioteche.

    CAPO V. Viaggi.

    Utilità de' viaggi riguardo alle lettere.

    Viaggi di Marco Polo: in quale lingua fossero da lui scritti.

    Loro edizioni e versioni e diversità che passa fra esse.

    Viaggi in Tartaria e in Persia di Niccolò e Matteo, padre e zio di Marco.

    Passano alla corte del gran Kan dei Tartari, da cui spediti a Roma tornan poscia a quella corte con Marco.

    Lor soggiorno di più anni a quella corte.

    Loro viaggio all'Indie, e ritorno a Venezia.

    Confronto delle Relazioni di Marco colla storia di quei paesi.

    Vicende de' viaggiatori dopo il loro ritorno: prigionia di Marco.

    Qual fede debbasi alle descrizioni fatte da Marco Polo.

    Risposta alle accuse che da alcuni si danno alle Relazioni del Polo.

    Altre accuse, e risposta alle medesime.

    Elogi fatti alle Relazioni di Marco.

    Viaggi di Ricoldo de Montecroce.

    Tentativo de' Genovesi per trovar la via per mare alle Indie orientali: scoperta delle Canarie.

    LIBRO II. Scienze.

    CAPO I. Studj sacri.

    Nuove eresie: fondazione de' Predicatori e de' Minori.

    Lettore di teologia introdotto nella metropolitana di Milano.

    Se in Bologna fossero scuole pubbliche di teologia.

    Probabilmente vi erano, ma solo nei monasteri.

    Anche in altre città erano somiglianti scuole.

    Notizie del celeb. ab. Gioachimo: diversità di opinioni intorno ad esso.

    Epoche della sua vita: sue rare virtù.

    Sue opere, e apologia di esse.

    Varj pareri intorno alle sue profezie.

    Anche mentr'ei viveva, se ne spargevano alcune false.

    Che debba credersi di quelle che sono inserite nelle sue opere.

    Giudizio datone dal Papebrochio.

    Quelle intorno ai romani pontefici son certamente supposte.

    Professori italiani di teologia in Parigi.

    Epoche della vita di s. Tommaso d'Aquino.

    Esame di alcune circostanze di essa.

    Sue opere e loro carattere.

    Elogi che han fatto alcuni illustri moderni scrittori.

    Epoche della vita di s. Bonaventura.

    Sue opere e loro pregi.

    Prepositivo e Desiderio professori nella stessa università di Parigi.

    Rolando cremonese domenicano.

    Altri domenicani Professori in Parigi.

    Notizie del b. Gio. da Parma.

    Si continua l'esame della stessa quistione.

    Teologi agostiniani in Parigi: Egidio da Roma.

    Agostino Trionfo d'Ancona.

    Jacopo da Viterbo.

    Quanto sia gloriosa all'Italia questa serie dei suoi professori in Parigi.

    Chi fosse il primo autore delle Concordanze bibliche.

    Scrittori contro le eresie: Moneta cremonese.

    F. Rainero Sacconi.

    Buonaccorso.

    Scrittori contro gli errori dei Greci. Buonaccorso bolognese.

    Niccolò da Otranto sostenitore dei medesimi errori.

    Altri scrittori sacri.

    Cronache monastiche.

    Scrittori delle Vite de' SS. F. Jacopo de Voragine.

    CAPO II. Filosofia e Matematica.

    Stato infelice della filosofia innanzi al sec. XIII.

    Jacopo cherico veneziano è il primo a tradurre in latino le opere di Aristotele.

    Altre traduzioni di esse: vicende della dottrina d'Aristotele in Francia.

    Nuove traduzioni di Aristotele, e di altri autori greci ordinate da Federigo II e da Manfredi.

    Urbano IV promuove molto gli studi filosofici.

    Ordina a s. Tommaso di tradurre e di comentare le opere di Aristotele.

    Altre opere filosofiche di s. Tommaso.

    Opere matematiche di Campano novarese.

    Opere astronomiche del medesimo e di altri.

    Leonardo Fibonacci porta in Italia i numeri arabici.

    Giordano Nemorario del Bosco, fu di patria tedesco.

    Astrologia giudiciaria fomentata da Federigo II.

    E da Ezzelino da Romano.

    Notizie di Guido Bonatti, sua patria e suoi principj.

    Predizioni delle quali si vanta.

    Altre cose ammirabili, ma favolose, che di lui si raccontano.

    Notizie che si ricavano dalle opere del Bonatti.

    Se Guido sul fin de' suoi giorni entrasse nell'Ordine dei Minori.

    Sua morte e sue opere.

    Gherardo cremonese da Sabbioneta dee distinguersi dall'altro Gherardo cremonese più antico.

    Opere del primo.

    L'astrologia giudiciaria insegnata in Padova e in Bologna.

    Vitellione tedesco scrittor di Ottica, ma vissuto molto in Italia.

    Epoca dell'invenzione degli occhiali sconosciuti agli antichi.

    Essa appartiene agli ultimi anni del secolo XIII.

    L'inventore ne fu Salvino degli Armati.

    La bussola nautica fu conosciuta agli antichi.

    L'invenzione di essa non si dee ai Cinesi.

    Diversità di opinione tra gli Scrittori francesi nell'indicarne la più antica menzione.

    Testimonianza di alcuni scrittori del sec. XIII, che ne ragionano.

    Passo di Brunetto Latini.

    Non si pruova che esso fosse invenzione di Flavio Gioia di Amalfi.

    Risposta ad alcuni argomenti in favor degli Amalfitani.

    Nè i Francesi, nè i Tedeschi, nè gli Inglesi se ne possono dire inventori.

    Non è improbabile che questa scoperta si debba agli Arabi.

    Scrittori di filosofia morale.

    Notizie di Albertano giudice e delle sue opere.

    Scarso numero de' professori di filosofia in Bologna.

    Anche in Padova se ne trovano assai pochi.

    CAPO III. Medicina.

    Sollecitudine dei principi nel promuover lo studio della medicina.

    Leggi perciò promulgate.

    Celebrità in cui continuava ad essere la scuola salernitana.

    Professori di essa celebri: Pietro Musandino, e Mauro.

    Altri professori ivi rinnomati.

    Collegi de' medici instituiti in alcune città.

    Quanto fiorisse lo studio della medicina in Bologna.

    Alcuni de' più celebri professori ivi: Ugo da Lucca.

    Rolando cremonese, Niccolò di Fernham, Sinigardo d'Arezzo.

    Taddeo d'Alderotto; notizie della sua vita.

    Di quanta stima ei godesse.

    Ricchezze insigni da lui raccolte colla sua arte.

    Suo testamento, sua morte e sue opere.

    Guglielmo da Brescia.

    Bartolommeo da Varignana.

    Simone da Genova: risposta ad una accusa del Marchand.

    Progressi della chirurgia: Ruggiero da Parma.

    Rolando pure da Parma.

    Bruno da Longoburgo.

    Teodorico da Lucca domenicano, e poi vescovo.

    Guglielmo da Saliceto.

    Lanfranco milanese.

    Giovanni Passavanti.

    Note

    STORIA

    DELLA

    LETTERATURA ITALIANA

    DEL CAV. ABATE

    GIROLAMO TIRABOSCHI

    TOMO IV. - PARTE I.

    DALL'ANNO MCLXXXIII FINO ALL'ANNO MCCC.

    www.liberliber.it

    PREFAZIONE

    Innanzi a' precedenti tomi della mia Storia ho trattenuti non brevemente i lettori or su uno, or su altro argomento che alla materia, di cui in essi dovea trattarsi, mi sembrava opportuno. Innanzi a questo nulla mi si offre che richiegga lungo proemio; nè io son tra quelli che pensano che una lunghissima prefazione aggiunga ornamento e fama ad un libro.

    Io mi compiaccio nel vedermi omai giunto alla metà della difficil carriera che ho presa a correre; poichè tutta l'opera non oltrepasserà, come credo, l'ottavo, o il nono volume. Il favorevole accoglimento troppo maggiore di quel che io potessi sperare, con cui è stata ricevuta finora questa mia Storia, mi accresce lena e coraggio a continuarla; poichè ben dolce e piacevole è la fatica che riesce gradita a coloro per cui si sostiene. Mi si permetta perciò a questo luogo di attestarne la sincera mia riconoscenza agli eruditi Italiani, a' quali nondimeno io temo che l'amore, e la stima da cui son giustamente compresi per la comune lor patria, abbia renduta questa mia opera più pregevole per avventura, ch'ella non è per se stessa. I quai ringraziamenti io debbo singolarmente e a tutti gli autori di Giornali e di Novelle letterarie, che sembrano aver gareggiato a vicenda nell'animarmi al proseguimento del mio lavoro, e a più Accademie d'Italia, e a quella particolarmente sì celebre di Cortona, che coll'aggregarmi a' lor socj me ne hanno accordata una troppo onorevole ricompensa.

    A questi sentimenti che la gratitudine da me richiede, io debbo aggiugnere, o a dir meglio, rinnovare una preghiera da me altre volte già fatta. Questa mia Storia è indirizzata all'onore di tutta l'Italia; e tutti perciò io prego gli eruditi Italiani a volermi comunicare quelle notizie e que' lumi che posson giovare ad accrescerglielo sempre maggiore. Se ne' tomi finor pubblicati essi osserveranno ch'io abbia commessi errori, o abbia commesse tai cose che nella Storia della Letteratura Italiana non dovesser tacersi; e se riguardo a' tempi, de' quali debbo ancor ragionare, essi hanno monumenti, osservazioni, e scoperte che ne' libri stampati e non difficili a ritrovarsi non s'incontrino, niuna cosa mi potran fare più grata, che avvertirmene cortesemente. Mi lusingo di aver già mostrato abbastanza ch'io son ben lungi dal volermi arricchire delle altrui spoglie, e che rendo volentieri ad ognuno quella gloria che gli si dee; ed essi potran perciò persuadersi che userò in modo dei lumi da essi somministratimi, che ne rimanga loro tutta la lode.

    Io altro non bramo che di esporre nella vera sua luce, quanto debbano all'Italia le lettere e le scienze tutte, acciocchè e alcuni tra gli stranieri apprendano a sentire e a scrivere con minor disprezzo degl'Italiani, e alcuni ancora tra gli Italiani cessino finalmente di essere ammiratori troppo ciechi e adulatori troppo servili degli stranieri.

    INDICE, E SOMMARIO DEL TOMO IV. PARTE I.

    Storia della Letteratura Italiana dall'anno MCLXXXIII fino all'anno MCCC.

    LIBRO I.

    Mezzi adoperati a promuover gli studj.

    CAPO I.

    Idea generale dello stato dell'Italia in quest'epoca.

    I. La pace di Costanza in vece di render felici le città italiane è origine di nuovi sconvolgimenti. II. Molte città vengon presto a guerra le une contro le altre. III. Guerre in Sicilia per la successione a quel trono: morte di Arrigo re di Sicilia e imperadore. IV. Fazioni de' Guelfi e de' Gibellini quanto funeste all' Italia. V. Principj di Federigo II: sua assunzione all'impero. VI. Carattere di questo principe. VII. Principio de' diversi dominj d'Italia: Vicende della Sicilia dopo la morte di Federigo. VIII. Carlo d'Angiò occupa quel regno: Rodolfo eletto imperadore. IX. Vespri siciliani: serie dei re angiovini e aragonesi . X. Potenza de' marchesi di Monferrato, dei Visconti, e degli Estensi. XI. Prospetto generale della letteratura italiana in quest'epoca.

    CAPO II.

    Favore e munificenza de' principi nel fomentare gli studj.

    I. Divisione dell'Italia in diversi dominj. II. Federigo II si può non senza ragione dire italiano. III. Quanto ei fosse versato in ogni genere di letteratura. IV. Protezione da lui accordata alle scienze. V. Notizie di Pier delle Vigne, suo cancelliere, quanto incerte. VI. Favola che narra il Tritemio. VII. Notizie di esso: suo gran favore presso Federigo II. VIII. Onorevoli ambasciate a lui affidate. IX, Trovasi al Concilio di Lione. X. Diverse opinioni intorno alla disgrazia e alla morte di Pietro. XI. Si esamina qual sia la più verisimile. XII. Riflessioni sul racconto che ne fa Matteo Paris. XIII. Lettere di Pier delle Vigne. XIV. Altre sue opere: se egli, o Federigo II, fossero autori del libro De tribus impostoribus. XV, Impegno di Manfredo e di Corrado re di Sicilia nel promuover gli studj. XVI. Lo stesso fanno Carlo I, e Carlo II. XVII. Profondo sapere di Innocenzo III, papa. XVIII. Leggi da lui promulgate in favor delle lettere. XIX. Onorio III ne segue gli esempj. XX. E così pure Gregorio IX. XXI. E dopo lui Innocenzo IV, Alessandro IV, e Urbano IV. XXII. Diverse Università erette da Niccolò IV. XXIII. Azzo VII d'Este favorisce i poeti provenzali. XXIV. Forse altre notizie di questo genere giaccion tuttora nelle biblioteche.

    CAPO III.

    Università ed altre pubbliche scuole.

    I. Prospetto generale delle scuole italiane di questo secolo. II. Gelosia dell'università di Bologna di non perdere i suoi professori. III. Smembramento di essa per la fondazione dell'università di Vicenza, che presto cessa. IV. Turbolenze nell'Università di Bologna: scuole pubbliche in Arezzo. V. Nuovo smembramento dell'università di Bologna per la fondazione di quella di Padova. VI. Fondazione della università di Napoli fatta da Federigo II. VII. Questi sopprime la università di Bologna; ma il suo editto non ha esecuzione. VIII. Fiore in cui ella era nel corso di questo secolo. IX. Stato dell'università di Padova ne' primi anni di questo secolo. X. Nuova università in Vercelli, a cui forse fu per qualche anno trasportata quella di Padova. XI. Si ripiglia la serie delle vicende dell'università di Padova: carattere degli storici di essa. XII. Essa ancora dopo la metà del XIII secolo era in gran fama. XIII. Se ad essa fosse trasportata da Gregorio X quella di Bologna. XIV. Interdetto per breve tempo posto sopra quella di Padova. XV. Premure di Federigo II per l'università di Napoli. XVI. Corrado figlio di Federigo II rinnova lo Studio in Salerno per contrapporlo a quello di Napoli. XVII. Il re Manfredi rende poscia 1'università a Napoli. XVIII. Privilegi ad essa accordati da Carlo I. XIX. E poscia da Carlo II. XX. Se Federigo II fondasse l'università di Ferrara. XXI. Ivi però erano fin dal sec. XIII pubbliche scuole. XXII. Scuole pubbliche di giurisprudenza in Roma. XXIII. Università aperta in Piacenza. XXIV. Se fosse allora fondata quella di Macerata. XXV. Quanto fossero celebri le scuole legali di Modena. XXVI. Concorso numeroso di forestieri alle medesime. XXVII. Scuole reggiane, e loro celebrità. XXVIII. Scuole pubbliche in Parma. XXIX. Stato delle scuole milanesi, e delle pavesi. XXX. Scuole pubbliche in Trevigi. XXXI. Se l'università di Pisa tosse allora fondata: altre pubbliche scuole.

    CAPO IV.

    Biblioteche.

    I. Per qual ragione fossero anche in questo secolo poche e scarse le biblioteche. II. Copisti de' libri in diverse città. III. Prezzo dei codici: lusso in essi introdotto. IV. Notizie di alcune biblioteche. V. Biblioteche monastiche. VI. Vantaggi di queste benché scarse biblioteche.

    CAPO V.

    Viaggi.

    I. Utilità de' viaggi riguardo alle lettere. II. Viaggi di Marco Polo: in qual lingua fossero da lui scritti. III. Loro edizioni e versioni, e diversità che passa fra esse. IV. Viaggi in Tartaria e in Persia di Niccolò e Matteo, padre e zio di Marco. V. Passano alla corte del gran Kan de' Tartari, da cui spediti a Roma, tornan poscia a quella corte con Marco. VI. Lor soggiorno di più anni a quella corte. VII. Lor viaggio all'Indie, e ritorno a Venezia. VIII. Confronto delle Relazioni di Marco colla storia di que' paesi. IX. Vicende de' viaggiatori dopo il loro ritorno: prigionia di Marco. X. Qual fede debbasi alle descrizioni fatte da Marco Polo. XI. Risposta alle accuse che da alcuni si danno alle Relazioni dei Polo. XII. Altre accuse, e risposte alle medesime. XIII. Elogi fatti alle Relazioni di Marco. XIV. Viaggi di Ricoldo da Montecroce. XV. Tentativo de' Genovesi per trovar la via per mare all'Indie orientali: scoperta delle Canarie.

    LIBRO II.

    Scienze.

    CAPO I.

    Studj sacri.

    I. Nuove eresie: fondazione de' Predicatori e de' Minori. lI. Lettore di teologia introdotto nella metropolitana di Milano. III. Se in Bologna fossero scuole pubbliche di teologia. IV. Probabilmente vi erano, ma solo ne' monasteri. V. Anche in altre città erano somiglianti scuole. VI. Notizie del celebre ab. Gioachino: diversità di opinioni intorno ad esso. VII. Epoche della sua vita: sue rare virtù. VIII. Sue opere, e apologia di esse. IX. Varj pareri intorno alle sue profezie. X. Anche mentr'ei viveva se ne spargevano alcune false. XI. Che debba credersi di quelle che sono inserite nelle sue opere. XII. Giudizio datone dal Papebrochio. XIII. Quelle intorno a' romani pontefici son certamente supposte. XIV. Professori italiani di teologia in Parigi. XV. Epoche della vita di s. Tommaso d'Aquino. XVI. Esame di alcune circostanza di essa. XVII. Sue opere e loro carattere. XVIII. Elogi che ne han fatto alcuni illustri moderni scrittori. XIX Epoche della vita di s. Bonaventura. XX. Sue opere, e loro pregi. XXL Prepositivo e Desiderio professori nella stessa università di Parigi. XXII. Rolando cremonese domenicano. XXIII. Altri Domenicani italiani professori in Parigi. XXIV. Notizia del b. Gio. da Parma francescano; s'ei sia l'autore dell'Evangelio eterno. XXV. Si continua 1'esame della stessa quistione. XXVI. Teologi agostiniani in Parigi. Egidio da Roma. XXVII. Agostino Trionfo d'Ancona. XXVllI. Jacopo da Viterbo. XXIX. Quanto sia gloriosa all'Italia questa serie de' suoi professori in Parigi. XXX. Chi fosse il primo autore delle Concordanze bibliche. XXXI. Scrittori contro le eresie: Moneta cremonese. XXXII. F. Rainero Sacconi. XXXIII. Buonaccorso. XXXIV. Scrittori contro gli orrori de' Greci: Buonaccorso bolognese. XXXV. Niccolò da Otranto sostenitore de' medesimi errori. XXXVI. Alcuni scrittori sacri. XXXVII. Cronache monastiche. XXXVIII. Scrittori delle Vite de' SS. F. Jacopo da Voragine.

    CAPO II.

    Filosofia, Matematica.

    I. Stato infelice della filosofia innanzi al sec. XIII. II. Jacopo cherico veneziano è il primo nel tradurre in latino le opere d'Aristotele. III. Altre traduzioni di esse: vicende della dottrina d'Aristotele in Francia. IV. Nuove traduzioni di Aristotele e di altri autori greci ordinate da Federigo II o da Manfredi. V. Urbano IV promuove molto gli studj filosofici. VI. Ordina a s. Tommaso di tradurre e di comentare le opere di Aristotele. VII. Altre opere filosofiche di s. Tommaso. VIII. Opere matematiche di Campano novarese. IX. Opere astronomiche del medesimo e di altri. X. Leonardo Fibonacci porta in Italia i numeri arabici. XI. Giordano Nemorario ossia del Bosco, fu di patria tedesco. XII. Astrologia giudiciaria fomentata da Federigo II. XIII. E da Ezzelino da Romano. XIV. Notizie di Guido Bonatti, sua patria e suoi principj. XV. Predizioni delle quali egli si vanta. XVI. Altre cose ammirabili, ma favolose, che di lui si raccontano. XXII. Notizie che si ricavano dalle opere del Bonatti. XVIII. Se Guido sul fin de' suoi giorni entrasse nell'Ordine de' Minori. XIX. Sua morte e sue opere. XX. Gherardo cremonese da Sabbioneta dee distinguersi dall'altro Gherardo cremonese più antico. XXI. Opere del primo. XXII. L'astrologia giudiciaria insegnata in Padova e in Bologna. XXIII. Vitellione tedesco scrittor di ottica, ma vissuto molto in Italia. XXIV. Epoca dell'invenzione degli occhiali sconosciuti agli antichi. XXV. Essa appartiene agli ultimi anni del sec. XIII. XXVI. L'inventore ne fu Salvino degli Armati. XXVII. La bussola nautica fu sconosciuta agli antichi. XXVIII L'invenzion di essa non si dee a' Cinesi. XXIX. Diversità di opinioni tra gli scrittori francesi nell'indicarne la più antica menzione. XXX. Testimonianze di alcuni scrittori del secolo XIII, che ne ragionano. XXXI. Passo di Brunetto Latini. XXXII. Non si pruova ch'essa fosse invenzione di Flavio Gioja d'Amalfi. XXXIII. Risposta ad alcuni argomenti in favor degli Amalfitani. XXXIV. Nè i Francesi, nè i Tedeschi, né gl'inglesi se ne possono dire inventori. XXXV. Non è improbabile che questa scoperta si debba agli Arabi. XXXVI. Scrittori di filosofia morale. XXXVII. Notizie di Albertano giudice e delle sue òpere. XXXVIII. Scarso numero de' professori di filosofia in Bologna. XXXIX. Anche in Padova se ne trovano assai pochi.

    CAPO III.

    Medicina.

    I. Sollecitudine de' principi nel promuover lo studio della medicina. II. Leggi perciò promulgate in Sicilia da Federigo II, e da Carlo I. III. Celebrità in cui continuava ad essere la scuola salernitana. IV. Professori di essa celebri: Pietro Musandino e Mauro. V. Altri professori ivi rinomati. VI. Collegi de' medici istituiti in alcune città. VII. Quanto fiorisse lo studio della medicina in Bologna. VIII. Alcuni dei più celebri professori ivi: Ugo da Lucca. IX. Rolando cremonese, Niccolò di Fernham, Sinigardo d'Arezzo. X. Taddeo d'Alderotto; notizie della sua vita. XI. Di quanta stima ei godesse. XII. Ricchezze insigni da lui raccolte colla sua arte. XIII. Suo testamento, sua morte e sue opere. XIV. Guglielmo da Brescia. XV. Bartolommeo da Varignana. XVI. Simone da Genova: risposta a un'accusa del Marchaud. XVII. Progressi della chirurgia; Ruggiero da Parma. XVIII. Rolando pure da Parma. XIX. Bruno da Longoburgo. XX Teodorico da Lucca domenicano, e poi vescovo. XXI. Guglielmo da Saliceto. XXII. Lanfranco milanese. XXIII. Giovanni Passavanti.

    STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA DALL'ANNO MCLXXXIII FINO ALL'ANNO MCCC.

    La letteratura italiana comincia omai ad offrirci un meno spiacevole ed assai più ampio argomento di storia. Sette secoli appena han potuto darci materia bastante pel terzo tomo. Il quarto, in cui ora entriamo, si stenderà poco oltre ad un secolo. E nondimeno non siamo ancora che ai primi sforzi fatti da' nostri maggiori per spogliarsi della antica rozzezza, e per giungere allo scoprimento del vero. Ma questi sforzi medesimi vogliono essere esaminati con diligenza, perchè e piace e giova sempre non poco il vedere da quai tenui principj abbiano le cose più grandi avuta origine. Perciò ci conviene necessariamente cambiare in parte l'ordine e il metodo finor tenuto; e dove in addietro ogni tomo ha comprese più epoche, ed ogni epoca ha avuto il suo libro, in avvenire un'epoca sola, e di non molto lunga durata, occuperà tutto un tomo, e i libri saranno assegnati al compartimento delle materie. Nel I si tratterà in generale de' mezzi con cui si promosser gli studj; nel II comprenderemo ciò che appartiene alle Scienze; nel III finalmente avran luogo le belle lettere e l'arti liberali. Così all'ordine delle cose corrisponda l'esattezza delle ricerche, e possa questa mia qualunque fatica accrescere nuova gloria all'Italia, e renderla oggetto di ammirazione, e forse ancora d’invidia, alle straniere nazioni.

    LIBRO I.

    Mezzi adoperati a promuovere gli studj.

    CAPO I.

    Idea generale dello stato dell'Italia in quest'epoca.

    La pace di Costanza invece di render felici le città italiane è origine di nuovi sconvolgimenti.

    I. Non fu mai per avventura così lieta l'Italia, come allor quando ella avea maggior motivo di piangere le sue imminenti sventure. La pace di Costanza stabilita l'an. 1183 avea finalmente condotte le città italiane, singolarmente di Lombardia, a quella libera indipendenza, per cui esse avevano sostenute in addietro sì lunghe e sì ostinate guerre. Trattone il supremo dominio, e qualche diritto ad esso non necessariamente congiunto, che rimaneva all'imperadore, esse poteano reggersi a lor piacere, scegliere i lor magistrati, far quelle leggi che più credessero opportune, introdurre le arti, promuovere il commercio; erano in somma a guisa di tante repubbliche, signore di lor medesime, e a cui per esser felici bastava il volerlo. Qual cosa potea omai sembrare che mancasse ancora all'Italia per risorgere all'antica sua grandezza? E nondimeno, onde sperava la sua maggior felicità, indi ella ebbe appunto la sua rovina. Gl'imperadori si consideravano, ed erano veramente ancora sovrani d'Italia, benchè le avessero accordata la libertà; e volean pure mostrarle a' fatti, ch'essi non ne avean perduto l'alto dominio. L'Italia non ricusava di render loro gli onori dovuti alla maestà imperiale; ma volea in ciò ancora mostrarsi libera, e vegliava gelosamente, perchè la sua indipendenza non sofferisse alcun danno. Ed ecco la prima origine di nuove guerre tra l'Italia e l'Impero. Le città italiane inoltre erano ugualmente libere, ma non forti ugualmente. Questa disuguaglianza di forze destava nelle più potenti città desiderio d'ingrandimento, e timore di essere sopraffatte nelle più deboli. Quindi la gelosia dapprima e l'invidia, poscia le vicendevoli leghe, e finalmente le aspre e sanguinose guerre tra le une e le altre. Le discordie per ultimo tra 'l sacerdozio e l'impero, che in quest'epoca ancora furono assai frequenti, dividevano in contrarj partiti anche le italiane repubbliche, ciascuna delle quali attenevasi a quella fazione a cui o la religione, o l'interesse, o qualunque altro motivo stringevale; anzi una stessa città vedeasi spesso divisa in contrarj partiti, e i cittadini prender gli uni contro gli altri le armi e combattersi con più furore, che non avrebbon fatto contro i loro stranieri nemici. Per tal maniera ebbe a conoscer l'Italia che quella libertà medesima da cui ella si prometteva sì gran vantaggi, le era troppo fatale, ed ella stessa perciò, sotto pretesto di conservarla, tornò a farsi soggetta. La necessità di avere autorevoli personaggi che le conducessero in guerra, e in pace le regolassero saggiamente, determinò molte città italiane a sottoporsi ad alcuni de' lor cittadini medesimi, che per nobiltà, per ricchezze, o per forze fossero più potenti. E quindi presero origine i diversi dominj in cui fu allora divisa l'Italia, i quali però non ebbero fermo stabilimento, se non dopo ostinatissime guerre o tra i possenti rivali che aspiravano a tal dominio, o tra le città medesime che ubbidivano a diversi signori. Tal fu la condizion dell'Italia nell'epoca di cui prendiamo a trattare. Ma ci conviene svolgerne partitamente

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