L'altra faccia della musica
()
About this ebook
Related to L'altra faccia della musica
Related ebooks
Antonin Artaud: il corpo esploso Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa danza e l'agitprop: I teatri-non-teatrali nella cultura tedesca del primo Novecento Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsVirale. Il presente al tempo dell'epidemia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSpettatori di ombre: Rileggendo il mito della caverna Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuali giovani per quale futuro?: Dalla formazione all'occupazione: i giovani visti dal mondo del lavoro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsApologia di Socrate Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTilliette: Cristianesimo e modernità filosofica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'Arte del Narrare Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAstrattismo e Dadaismo: Poetiche dell'antilirico Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIllustrazione delle medaglie dei dogi di Venezia denominate Oselle Edizione seconda con correzioni ed aggiunte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPersiani: Edizione Integrale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsArmare il Principe: Per un umanesimo militante Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAttivismo, orgoglio e tradizione ambrosiana: I cattolici nelle fabbriche milanesi dal secondo dopoguerra al Concilio Vaticano II Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa fonte: Un percorso di fede fra la Fonte Q e le Scritture Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsScacchiera africana. Cina e USA: strategie a confronto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCostruttori di apparecchiature di Fisica in Chiavari tra la seconda metà dell’800 e la prima metà del ‘900 Rating: 3 out of 5 stars3/5Lettere di un prete modernista Rating: 0 out of 5 stars0 ratings750 anni dalla nascita di Dante Alighieri [Apice 1/2016] Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSettantotto: Comincia l'agonia della prima repubblica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsHannah Arendt e il ’68: Tra politica e violenza Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTerritori dell'umano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAlternanza formativa: Radici storiche e attualità di un principio pedagogico Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLanger: La conversione ecologica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDon Carlo Gnocchi: Una vita al servizio degli ultimi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI Versi livornesi di Giorgio Caproni (sottotitolo Filologia d'autore e critica della varianti) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDalla semiotica alla tecnica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDall'eremo: Lettera ai fratelli delle chiese d’oriente Rating: 0 out of 5 stars0 ratings"Ai tempi di Gesù non c'era il registratore": Uomini giusti ai posti giusti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAlbert Camus: A sessant’anni dalla morte Rating: 3 out of 5 stars3/5Nuda Storia Antica Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Music For You
Storia del Jazz Classico Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsManuale del Compositore per Passione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingscorso di armonia e arrangiamento Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome eseguire il trasporto della melodia o degli accordi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPiano Jazz Vol. II Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome Armonizzare una Melodia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCapire la musica-Didattica degli elementi musicali Rating: 5 out of 5 stars5/5Canto e postura, principi posturali ed osteopatici al servizio del cantante Rating: 5 out of 5 stars5/5432 Hz La Rivoluzione Musicale: L’accordatura aurea per intonare la musica alla biologia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTecnica Moderna per Pianoforte Rating: 5 out of 5 stars5/5Il Gesto Musicale: origini e culture Rating: 5 out of 5 stars5/5Come armonizzare una scala e trovare gli accordi Rating: 5 out of 5 stars5/5Canzoniere eBook: 100 Supersuccessi testi e accordi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuaderni Musicologici - Armonia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA scuola di canto: Verso una corretta educazione della voce e dell'orecchio Rating: 5 out of 5 stars5/5Lezioni private - Il pianoforte: Guida all'ascolto del repertorio da concerto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Pianoforte nella Didattica 1 - Imparare Esplorando Rating: 3 out of 5 stars3/5Doremat, la Musica della Matematica - Il Testo: Insegnare e imparare la matematica con la musica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNumero + Suono = Musica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuaderni Musicologici (Ritmo, Melodia, Armonia, Timbro) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome fare una modulazione armonica Rating: 5 out of 5 stars5/5Non si canta con le corde vocali Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsManuale di basso elettrico Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsProcesso al Solfeggio Rating: 5 out of 5 stars5/5Musicista 2.0: Come guadagnare scrivendo musica per venderla online Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCaged. Diteggiature per chitarra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSuonare il pianoforte (Tradotto): Con domande e risposte sul pianoforte Rating: 5 out of 5 stars5/5Piccolo Glossario Sinottico Musicale Rating: 5 out of 5 stars5/5
Reviews for L'altra faccia della musica
0 ratings0 reviews
Book preview
L'altra faccia della musica - Luigi Fiorentini
Ponnau)
Premessa
Le motivazioni che mi hanno spinto alla stesura di questa breve raccolta di saggi, sono nate in seguito alla mia personale difficoltà nel dover teorizzare tutte quelle scelte linguistiche presenti nelle mie composizioni musicali. In realtà, i miei primi veri e propri tentativi li ho già espressi in un precedente libro di narrativa, da cui ho preso spunto per poter così scrivere un romanzo a sfondo esoterico e quindi tornare, con il presente lavoro, al mondo della musica.
Per poterla realizzare, dunque, mi sono dedicato al recupero di alcuni tra i vari articoli che scrissi quando collaboravo con lo staff di un periodico d’informazione artistica; ad essi, però, ne ho aggiunti altri di più recente fattura.
In questo opuscolo ho cercato di trattare tutti gli argomenti da una prospettiva spiccatamente critica – se non propriamente provocatoria – allo scopo di poter mettere in risalto il lato meno nobile e dignitoso della musica, di cui tanti ignorano o fanno finta di ignorare; tutto ciò, però, nella speranza di trovare un modo adeguato per poter consigliare ai giovani di come cercare di migliorare le condizioni umane di una società sempre più tendente al collasso.
Le conoscenze trattate nel presente libro, sono il solo frutto di esperienze sperimentate e maturate in ambito prettamente personale, ma anche di lunghi anni di analisi e accurate osservazioni. La libera esposizione delle mie considerazioni – talvolta pur azzardate – dimostrano palesemente la mia chiara estraneità dall’apparire un servo di partito o il portaborse
di qualche illustre personaggio sempre pronto a indirizzare il proprio pupillo
– ma mai in maniera del tutto disinteressata – in qualsivoglia canale privilegiato.
Un altro motivo piuttosto significativo, che mi ha convinto di realizzare il presente lavoro, è stato quello di voler fornire qualche suggerimento utile a tutti quegli studenti – o semplici appassionati di musica – che esprimano il desiderio di voler approfondire alcuni tra i molteplici aspetti più insoliti della musica. Inoltre, ho pure sentito la necessità di scoprire tutto ciò che di davvero nocivo si possa nascondere all’interno della buona arte, cercando così di effettuare un tentativo atto a sviare gli ignari dal potenziale rischio di cadere nella morsa delle più spiacevoli situazioni: anoressia, intolleranza razziale, vacuità del consumismo, ottusità di determinate tendenze, illusioni del male...
A tal proposito, voglio augurarmi che l’umanità stia sempre in guardia da ogni sorta di speculazione o da ignobili manovre affaristiche che spesso mirano a sfruttare la buona essenza della musica, sempre e comunque a scapito di quegli artisti sensibili e onesti: proprio di coloro i quali si sentono veramente animati da intenzioni sane e costruttive.
Luigi Fiorentini
Bergamo, 7 dicembre 2014
La danza, un’arte da rivalutare
C on l’avvicinarsi dell’estate, si avvicina anche la stanchezza: è il momento più atteso, il momento in cui si decide di staccare la spina
, di riposarsi. Prima del tanto meritato riposo, però, è quasi necessario, d’obbligo – se non proprio d’obbligo – esporre il proprio prodotto finale, il degno risultato dello sforzo come sintesi di tutto il lavoro accumulato nel corso nell’anno scolastico appena conclusosi.
Tale prova, tale dimostrazione, dunque, consiste in brevi spettacoli chiamati saggi
. In questo determinato periodo, si avverte un frenetico susseguirsi di saggi e spettacoli di fine anno, per cui accademie, corsi civici comunali, istituzioni scolastiche pubbliche e private si mobilitano fino allo stremo. Spesso la loro riuscita è dovuta al sostegno morale dei genitori di quei ragazzi che dovranno affrontare le suddette prove; certe volte, purtroppo, anche se molto raramente, il giudizio negativo e avventato di qualche papà o di qualche mamma con l’intento di sminuire il lavoro degli insegnanti, rischia di causare un eventuale calo dell’autostima nel proprio figlio! A parte l’ignoranza e l’alterigia, intrinseche nell’essere umano, è gratificante per tutti gli elementi coinvolti la dimostrazione di quanto acquisito e maturato durante tutto l’anno scolastico così, talvolta, uno scrosciante applauso potrebbe risultare molto più eloquente di lunghi e ripetitivi discorsi.
Nonostante la mia esperienza fosse circoscritta al solo ambito musicale, ho potuto constatare quanto entusiasmante sia la danza
. Essa è vista come un’arte d’ èlite per le sue fattezze delicate e soavi, però, tanto per la sua valenza pedagogica quanto per l’affinamento della postura corporea e della coordinazione dei movimenti, dovrebbe estendersi – se non alla massa – almeno ad una più alta percentuale della popolazione infantile e preadolescenziale.
All’inizio di giugno del 2011, una prestigiosa accademia di danza della pianura bergamasca ha presentato uno strepitoso spettacolo coreografico presso il palazzetto dello sport di quella città. È stato suggestivo assistere ai sinuosi balletti che si sposavano magnificamente con alcune immagini pittoriche di Raffaello, Picasso, Monet, Matisse ed altri, che facevano da sipario alle immortali melodie di grandi musicisti come Shostakovic, Delibes, Adam, Vivaldi e Offenbach. Dal raffinato snodarsi della danza classica
alla frenetica e accesa hip hop
, dal propedeutico ai più alti livelli accademici, tutte le allieve della scuola di ballo hanno manifestato grande impegno e serietà, nonostante dal loro viso trapelasse serenità mista a divertimento.
A rendere memorabile questo particolare evento, ci hanno pensato le coreografie di esperti istruttori provenienti dalle più prestigiose accademie di danza della Lombardia.
Ah, dimenticavo, vorrei aggiungere una considerazione che non si riferisce tanto a una particolare istituzione, ma che è legata a questa realtà e al suo complesso di idee nel suo insieme. Forse non sarà alquanto significativa per i tuttologi
dell’arte della danza, probabilmente perché il business che comporta questo tipo di addestramento supera di gran lunga il semplice divertimento che preferirebbe, invece, la maggior parte di chi lo pratica, e cioè di quell’elevato numero di giovani promesse
che vivono nel quotidiano questa esperienza, e che vorrebbero viverla senza condizionamenti: mi riferisco al fatto che, spesso, pur di raggiungere livelli ineguagliabili, tante scuole e accademie spronano le più sprovvedute e ingenue di esse a spingersi oltre il limite di situazioni alquanto autolesive, come l’anoressia, a patto di poter continuare a praticare non tanto la danza per il proprio soddisfacimento, ma per il sadico piacere di altri.
Se l’arte, anziché portare ad un sostanziale arricchimento socio-culturale, sia dell’individuo che la sperimenta che di un certo pubblico sempre pronto a valutare ed apprezzare la creatività dell’artista stesso, mirasse invece a condurre verso l’impoverimento delle proprie possibilità umane, dando spazio solo ad un gratuito masochismo, credo sia il caso di lasciarla perdere, scaricando così il peso delle responsabilità a chi è privo di scrupoli e non ha rispetto per la persona in quanto tale.
La danza classica, che nasce intorno alla metà del XVII secolo, ha sempre e comunque le sue radici nella danza popolare che, al contrario, le affonda in tempi lontanissimi. A differenza della coreografia dei giorni nostri, però, nella danza antica non mancava la presenza maschile o, volendo essere più precisi, non era priva di quella determinata essenza virile che – a dir poco – era invece più sostanziale di quella femminile.
Nell’antica Grecia, nel secondo millennio avanti Cristo, la danza si era già affermata, e in essa la figura del danzatore era predominante, così come lo è diventata nel famoso ballo moderno ma di origini popolari: il sirtaki. Per non parlare dei più recenti danzatori spagnoli di flamenco o dei nobili cavalieri che accompagnavano le loro dame nell’esecuzione dei valzer viennesi, basti pensare che intorno al XIV secolo, presso l’Impero Ottomano, la danza individuale maschile anticipava di oltre seicento anni le sinuose e spettacolari performance di Isadora Duncan. Anche tra i sovietici – come il balletto dell’ Amata russa che esegue sia balli folcloristici che danze dei soldati cosacchi – la coreografia è tutta al maschile ed esprime le sue brillanti movenze grazie al solo intervento di uomini al culmine della loro virilità.
Oggi, la figura del ballerino classico è quasi esclusivamente monopolizzata da quella scontata e fuorviante idea che l’arte della danza debba essere prerogativa degli individui con tendenze omosessuali! Se da un lato ci poniamo il compito di contrastare l’insorgere dell’anoressia, nella speranza di poter vedere snodarsi sul palcoscenico ragazze più in salute
, perché non sfatare il mito del ballerino gay? Se la danza nasce con l’intento di rappresentare simbolicamente il movimento corporeo di una collettività, facendone rivivere sia l’aspetto mitologico che l’importanza sociale, sarebbe egualmente giusto valorizzare la natura delle figure umane che la esprimono: donne e uomini, dunque!
Da Rudolf Nureyev a Roberto Bolle – tanto per citare i nomi più eccelsi della coreografia internazionale – sembra che nessuno abbia mai fatto mistero della loro particolare tendenza sessuale. Fermo restando che ognuno debba sentirsi in dovere di manifestare liberamente le proprie inclinazioni, senza porre limiti alle proprie capacità – correndo, a volte, il rischio di comprometterle – dovrebbe essere altrettanto giusto e comprensibile che le scuole di danza o le accademie aprano le loro porte a chiunque, in egual misura – cioè anche agli eterosessuali, senza preclusione alcuna – evitando ogni forma di lottizzazione o di favoritismo,