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Thomas vuole sapere
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Thomas vuole sapere

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Si suol dire che, nella vita, l'esperienza sia la ricetta migliore per imparare. Tuttavia, è anche vero che esistono età in cui la sola esperienza non può bastare e dov'è più che mai necessario il sostegno degli adulti che danno forma ai giorni dei più piccoli. "Thomas vuole sapere" racconta proprio questo: l'assumersi con piacere la nobile responsabilità di segnare la giusta parte del tracciato della crescita del bambino; il non farsi travolgere dalla fretta del mondo, ma fermarsi, ascoltare e colorare ciò che quella stessa fretta non potrà mai lenire. L'anziano, nonno del bimbo protagonista, sa che le età dell'infanzia sono età molto importanti, nelle quali si fondano le basi per il futuro. Un futuro che risulterebbe passivo e infruttuoso se il suo nipotino credesse "io sono così e non posso cambiare in meglio" - poiché cresciuto senza regole e visioni costruttive -, e più florido se invece egli fosse motivato a perseguire il sacro miglioramento perché cresciuto con disciplina, sana autostima ed educazione alla libertà di pensiero. Età di lettura: da 11 anni.
LanguageItaliano
PublisherLUPIEDITORE
Release dateOct 18, 2018
ISBN9788829531981
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    Thomas vuole sapere - EDOARDO DE LUCA

    EDOARDO DE LUCA

    THOMAS VUOLE SAPERE

    Titolo

    THOMAS VUOLE SAPERE

    Autore

    Edoardo De Luca

    Editore

    LUPIEDITORE

    Sito internet

    http://www.yndy.it

    Tutti i diritti sono riservati a norma di legge. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con alcun mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’Autore e dell’Editore. È espressamente vietato trasmettere ad altri il presente libro, né in formato cartaceo né elettronico, né per denaro né a titolo gratuito. Le strategie riportate in questo libro sono frutto di anni di studi e specializzazioni, quindi non è garantito il raggiungimento dei medesimi risultati di crescita personale o professionale. Il lettore si assume piena responsabilità delle proprie scelte, consapevole dei rischi connessi a qualsiasi forma di esercizio. Il libro ha esclusivamente scopo formativo.

    Abbiamo ricevuto un dono grandissimo: la VITA.

    Essa può regalarci momenti favolosi che ci fanno

    toccare il cielo con un dito, e può sottoporci ad

    altri più bui che ci mettono seriamente a dura prova.

    Ma dobbiamo ricordarci sempre, nelle gioie e ancor

    di più nelle difficoltà, senza alcuna paura o

    esitazione, che la vita è meravigliosamente BELLA.

    Auguro a Thomas Vuole Sapere di far felici tanti

    adulti e tanti bambini!

    Catherine Quinol

    In arte Katrin From Black Box

    Cantante

    PREFAZIONE PER GLI ADULTI

    Si suol dire che, nella vita, l’esperienza sia la ricetta migliore per imparare. Tuttavia, è anche vero che esistono età in cui la sola esperienza non può bastare e dov’è più che mai necessario il sostegno degli adulti che danno forma ai giorni dei più piccoli.

    Thomas Vuole Sapere racconta proprio questo: l’assumersi con piacere la nobile responsabilità di segnare la giusta parte del tracciato della crescita del bambino; il non farsi travolgere dalla fretta del mondo, ma fermarsi, ascoltare e colorare ciò che quella stessa fretta non potrà mai lenire.

    L’anziano, nonno del bimbo protagonista, sa che le età dell’infanzia sono età molto importanti, nelle quali si fondano le basi per il futuro. Un futuro che risulterebbe passivo ed infruttuoso se il suo nipotino credesse io sono così e non posso cambiare in meglio – poiché cresciuto senza regole e visioni costruttive –, e più orido se invece egli fosse motivato a perseguire il Sacro miglioramento perché cresciuto con disciplina, sana autostima ed educazione alla libertà di pensiero.

    Per avvalorare tutto ciò, il nonno sa anche che non può non accogliere la richiesta di Thomas, cioè quella di ricevere conforto per le sue paure e spiegazioni ai suoi dubbi. E questo, ovviamente, l’anziano deve farlo servendosi del mezzo migliore che esista per attraversare nel modo più trasparente possibile il percorso della vita di ogni uomo: il dialogo. Probabilmente, vi starete chiedendo qual è il motivo per cui mi preoccupo così tanto della formazione dei bambini e dov’è nato il bisogno di scrivere questo libro.

    Ve lo spiego comunque.

    Il più delle volte, l’accendere la tv è per me sinonimo di sofferenza, rabbia, perplessità. Il venir a conoscenza di tristi notizie, negli anni si è rivelata una consuetudine che non ha mai dato cenno di rallentare, e che talvolta mi fa rimanere esterrefatto da dettagli sempre più terrificanti che caratterizzano alcuni eventi.

    Le domande che mi pongo nel rapportarmi a tutto ciò che di negativo ascolto e vedo accadere sono sempre le stesse: ma com’è stato possibile? gli uomini potranno mai cambiare? Perché si arriva a tanto? Come un cane che si morde la coda, quelle domande rimangono domande e i meccanismi adottati dalla società restano invariati: le giornate trascorrono, tutto va avanti e, no a quando i protagonisti di tali vicende sono gli altri, io continuo ad essere e comportarmi da spettatore.

    Be’, con onestà intellettuale, devo prendere coscienza che non ha senso rammaricarsi o lamentarsi di qualcosa, se poi non si fa nulla per mettervi riparo. devo prendere co- scienza che il comportarsi discretamente non basta. Che ci vuole dell’altro. Sì, a volte una premurosa parola, un saggio consiglio può aprire nuovi orizzonti, e quindi fare la differenza.

    Non sto dicendo che cambierò il mondo (perché il mondo cambierà quando tutti capiranno che devono essere tutti a doverlo cambiare. Non un singolo individuo, né un gruppo di persone); sto dicendo che non ho intenzione di tirarmi in- dietro di fronte ai problemi e darò il mio contributo con le mie idee e, soprattutto, con il mio esempio.

    Ebbene, se cerco di trovare una soluzione a quello che tutti definiamo male e che, puntualmente, contesto con tanta amarezza, in modo pressoché logico giungo ad un’unica conclusione, che porrò anch’essa sotto forma di quesito: ma bisogna aspettare di creare oltraggio, di essere arrestati, di subire un processo, di soffrire e far soffrire per poi mettersi al lavoro per riabilitare se stessi ad una vita definibile normale? o, più semplicemente, non sarebbe meglio agire sull’educazione dell’individuo dal principio? Fare un lavoro completo ed essenziale da quando i pensieri sono incontaminati e la mente è sgombera dalle cattive distrazioni del mondo? da quando ancora non si è abituati a niente, in modo da abituarsi al BUONO? Proprio in merito a questo, mi sovviene un’ineccepibile realtà appartenente al mondo botanico: è bene agire sulla postura della pianta quando essa è giovane.

    Il mio auspicio da uomo prima che da scrittore, in una società dove tutto è in complesso e veloce mutamento, è che le generazioni più giovani della mia maturino una sempre più onesta visione delle cose e della vita. Che aprano le porte della loro volontà alla Pace, all’Altruismo e all’Amore. Che eliminino dalla mente una concezione quasi sempre in grado di insediarsi senza che ci se ne possa accorgere e che può essere a dir poco letale: quella del fossilizzarsi, del restare vittime dell’infruttuosità che idee non maturate spingono a credere o che il proprio raziocinio, per pigrizia o per orgoglio, impone sbadatamente.

    Per riuscire in tutto questo, è però necessario che siano le generazioni più anziane a compiere il primo passo. è in- dispensabile che ci si ricordi in ogni momento che sono i genitori a mettere al mondo i gli e non il contrario. È fondamentale che gli adulti capiscano, senza paura e pregiudizi, qual è la matematicità con cui la vita è capace di rivelarsi. Adottando ancora una volta una massima che ci lega alla natura, si può tranquillamente affermare: ciò che si semina si raccoglie.

    Padri e madri, uomini e donne, è tutto in mano a noi.

    Apriamoci ai nostri gli senza dare nulla per scontato su ciò che pensiamo di loro e su ciò che essi pensano di noi e degli altri, senza opprimerli, ma avvalendoci del dialogo e di regole e principi sani. Con l’obiettivo di FAR CAPIRE.

    Perché questi imparino ad affrontare i problemi e le difficoltà che nella vita possono incontrare, e a godere di gioie e di soddisfazioni.

    EDOARDO DE LUCA

    Paura del buio, paura della vita

    Un bel pomeriggio di primavera, quando la natura si sta- va risvegliando, un nonno ed il suo nipotino erano distesi sul verde prato di una collina.

    L’aria, abbastanza calda, dava un grande senso di pace che spinse il fanciullo a volersi

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