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L'Arban e la Saman
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Ebook88 pages1 hour

L'Arban e la Saman

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About this ebook

Cosa rischieresti per amore?

Corre l'anno 1211 d.C. Cinque anni dopo essere stato dichiarato "khan", Chinggis Khan e le sue orde di invasori si stanno diffondendo rapidamene su tutta la pianura della Cina settendrionale, proprio nel cuore del nűzhen. Il loro obiettivo: la conquista del potente impero Jìn.

Tra i guerrieri mandati a Liaoning c'è un ufficiale di basso rango (un arban) di nome Mongke Nichan, un uomo spirituale alla ricerca della sua anima gemella al fine di compiere una profezia attesa a lungo dal suo cuore.

Ma trovare la sua metà e convincerla ad accettarlo sono due cose completamente diverse in questa storia d'amore ambientata nel periodo di guerra che ti porterà nel cuore stesso del misticismo asiatico e nella parte più intima dei ranghi della possente Orda Mongola.

LanguageItaliano
Release dateNov 4, 2018
ISBN9781386905080
L'Arban e la Saman

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    L'Arban e la Saman - Laurel A. Rockefeller

    L’Arban e la Saman è un è un’opera di finzione di Laurel A. Rockefeller ambientata nei primi anni della conquista mongola della dinastia Jìn (金朝).  Tutti i personaggi sono opere di finzione senza riferimento diretto a nessuna persona reale, vivente o deceduta.  Pur ispirandosi in parte a personaggi storici, qualsiasi nome o caratteristica simile a qualsiasi persona, del passato, presente o futuro, è puramente casuale.

    Adoro la canzone Spring in Luoyang? che compare sia in italiano che in cinese in questa novella?  Gli spartiti si trovano in Music of the Korean Renaissance: Songs and Dances of the Fifteenth Century di Jonathan Condit, Pubblicato da Cambridge University Press (2009)

    Copyright © 2018 Laurel A. Rockefeller

    Tutti I diritti riservati.

    Per la mia famiglia spirituale—ovunque vi troviate e chiunque siate!

    Che possiamo ritrovarci presto in amore e pace.

    Tavola dei Contenuti

    C

    C

    C

    C9

    C5

    C2

    note storiche:........................................................................................................................53

    Capitolo Uno

    Biya del clan degli Aisin si ergeva come un salice tra i suoi studenti. Piccola ma agile, indossava le vesti bianche e il copricapo bianco di una sciamana appena iniziata. Ad adornare la parte anteriore della corona cerimoniale c’era una penna remigante bianca di girfalco. Col tempo, ne avrebbe guadagnate altre mentre continuava a imparare e crescere. Sebbene nata e cresciuta nella vicina Mukden, Biya ricevette una formazione avanzata nella capitale centrale di Zhongdu, giù al sud, il che le diede un nuovo apprezzamento per la vita nei paesi più piccoli e nei villaggi della patria, villaggi che si basavano sulla coltivazione del grano e del miglio per il pane, piante di lino per il tessuto e pecore, buoi e maiali per carne e latte. Nelle foreste coltivavano cera, miele, semi di pino e ginseng che il suo popolo aveva scoperto secoli prima essere un medicinale molto potente. Le medicine del suo popolo erano così potenti che i cinesi le adottarono nonostante il loro disprezzo generale per i popoli del nord, i quali venivano definiti barbari e trattavano il suo popolo come poco più di animali.

    Fu, infine, questo atteggiamento ad inacidire la capitale per Biya. Come poteva prosperare e crescere come persona, e soprattutto come essere spirituale, quando molti di quelli intorno a lei la odiavano per essere parte di quella che consideravano una razza inferiore? Nonostante tutto il fascino della bellissima capitale, con i suoi numerosi templi e santuari delle culture di tutto il mondo, Biya scoprì che la pace era più facile tra la sua propria gente, anche se molti dei suoi studenti preferivano la caccia o la pesca alla lettura e alla scrittura!

    All’improvviso, Biya si risvegliò dal suo incantamento a causa del rumore di molti cavalli che galoppavano a un ritmo feroce. Biya si rivolse ai bambini, Ayambi! Andate subito dentro! Mentre i bambini si sparpagliavano e si dirigevano verso il rifugio, Biya si fermò ad affrontare i cavalieri in avvicinamento.

    Taifin! Chiamò l’ufficiale nűzhen quando arrivò e smontò da cavallo. Esaminando l’abito di Biya si inginocchiò con reverenza, Sei la saman qui?

    Sì, lo sono, dichiarò Biya.

    Vi porto gravi notizie. Mukden è caduta. Il generale Jebe l’ha assediata per conto di Chinggis Khan.

    Che Abka Hehe ci aiuti! gridò Biya. Tutta la forza dell’orda è diretta qui?

    Non direttamente, non a tutta forza dei loro guerrieri. Secondo l’ultimo rapporto erano diretti a sud, verso Zhongdu, spiegò il cavaliere.

    Zhongdu? chiese Biya allarmate.

    Sei spaventata, mia signora.

    Non più di tre anni fa ho finito i miei studi lì e mi sono guadagnato il diritto di indossare la sacra piuma di girfalco. Molti dei miei insegnanti si trovano ancora della città ricordò Biya.

    Mi dispiace per la sua perdita.

    Non li combatteremo?

    Come potremmo con guerre su due fronti? La guerra con i Song persiste nel sud. Chinggis Khan attacca la patria qui al nord. Come potremmo mai fronteggiarli?

    Dobbiamo resistere, se non lo faremo perderemo tutto ciò che siamo dichiarò semplicemente Biya. Umiliato, il cavaliere si voltò e guidò il suo cavallo verso cibo e acqua.

    Quella notte visioni notturne sommersero i sogni di Biya. Una faccia che non aveva mai visto prima fluttuava davanti a lei, i suoi occhi un verde penetrante che sembrava raggiungere la sua stessa anima. Venti-nove arcieri pronti alla carica sembravano volare intorno a lui, il suo deel splendeva di fuoco e furia. Sangue ricopriva le sue mani. All’inizio sembrava il sangue di un guerriero nemico. L’urlo di una donna riecheggiò. Dolore, angoscia, terrore. Dolore dentro di lei. Un altro grido, questo più giovane—un bambino appena nato. Il sangue sulle sue mani—non di un guerriero ma di un bambino! Una voce fragorosa risuonò: Sarà come sarà! Ti accontenterai Ansimando, Biya si svegliò per ritrovarsi sola nel suo letto.

    ––––––––

    Due settimane dopo suonarono le campane d’allarme nel paese Jurchen. La terra tremò in risposta ai trenta guerrieri e i loro cavalli in avvicinamento. Biya si era preparata per l’occasione, adornandosi con cura per riflettere il suo stato. Se il paese doveva cadere, doveva farlo senza che si perdesse nessuna vita. Ora non era il momento di opporsi al khan, a meno che non avesse insistito sulla questione.

    Dieci minuti dopo che gli uomini dell’orda sfondarono la semplice palizzata a difesa del paese. Orgogliosa, l’orda di uomini arban fece marciare i suoi guerrieri per il centro del paese. Biya avanzò a grandi passi e gli venne incontro, Mini bata sei venuto a reclamare questo paese.

    Chi sei? chiese l’arban.

    Biya. Sono la saman di questo posto. Gli Dei ti proibiscono di sconfinare in questo luogo. Li hai ignorati. Ci sarà un prezzo da pagare.

    Padre Cielo ci ha donato questa terra come nostra rispose l’arban.

    Sono parole del tuo sama o tue? Abbiamo sentito che il tuo khan si dirigerà a sud verso Zhongdu. L’hai abbandonato? ribatté Biya.

    L’arban smontò da cavallo e incontrò gli occhi di Biya con i suoi,

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