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I giovani di Holden - Vol. 4
I giovani di Holden - Vol. 4
I giovani di Holden - Vol. 4
Ebook336 pages4 hours

I giovani di Holden - Vol. 4

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About this ebook

Una miscellanea di trenta racconti e altrettante poesie, che rappresenta un assaggio del meglio che la dodicesima edizione del Premio Letterario Nazionale Giovane Holden ha prodotto a livello lirico e narrativo.
LanguageItaliano
Release dateNov 1, 2018
ISBN9788832922295
I giovani di Holden - Vol. 4

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    I giovani di Holden - Vol. 4 - AA. VV.

    edito.

    Classifica finale

    XII ed. Premio Letterario Nazionale Giovane Holden

    Sezione Romanzo inedito

    Marina Berti - Adozione

    Francesco Uccello - Lo Scarabeo

    Sergio Cimino - Stud pensa nell’angolo

    Premio Speciale della Giuria:

    Francesca Mazzella - La quinta stagione

    Viviano Vannucci - Le amiche della sposa

    Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

    Laura Bresciani Stancic - La bicicletta viola

    Anna Maria Ceppo - Cronache di normale follia

    Achille Massimiliano Chiappetti - Quartiere Italia - Roma 1943

    Elisabetta Costanzo - Parti di me

    Anta&Gerda D - Romanzo dei miei Spiriti

    Angelo de Marco - Il Quadro dell’Amore e del Dolore

    Maurizio Di Palma - Viaggio nella memoria

    Alessia Finco - Occhiali con lenti rosa

    Massimo Fossati - La sera del nuovo giorno

    Giuseppe Sergio Gabetta - La peschiera

    Nunzia Gionfriddo - Cioccolata calda per due

    Maria Elisabetta Giudici - Il Re di carta

    Giorgia Gozzi - Pazzo… di te

    Pietro Matino - L’affare Donnolo

    Maria Patrizia Orato - Chi ha ucciso Cappuccetto Rosso?

    Gian Carlo Parini - L’eco del silenzio

    Barbara Piazza - Quando il pomodoro sapeva di pomodoro

    Bruno Previtali - Le donne del condottiero

    Francesca Maria Roagna - Oltre la luna piena

    Paolo Santoro - Dalla porta dell’oceano

    Donatella Schisa - La nebbia quando sale

    Emanuela Serughetti - Sottopelle

    Jessica Servidio - Carmen

    Marcello Liborio Strommillo - Il viaggio dell’alba. Storia di Giambattista e dei suoi amici

    Alessandra Vega - Diario di una stronza

    Sezione Racconto inedito

    Stefano Frigieri - Sotto la città

    Paolo Barsanti - Autopsia a Ponterotto

    Christian De Iuliis - Il cugino Gianni

    Premio Speciale della Giuria:

    Claudia Delicato - Nemmeno uno sguardo

    Marco Mora - La procedura di Smith

    Marco Salomone - Il coccodrillo

    Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

    Virginia Antoniucci - 99 cent

    Davide Bacchi - Il professore

    Giovanni Cavone - Tale - L’Uomo più strano del mondo

    Davide Ceraso - Con tutto il cuore…

    Alessandro Corsi - Nel mare dell’infinito

    Carmela Denina - L’impasto segreto

    Franco Duranti - Allora, ti ha baciato?

    Maddalena Frangioni - C’era una volta la confessione...

    Laura Gamberini - Niente tacos per Santa

    Davide Lucchesi - Fantasmi a Vukovar

    Raffaella Marini - Istinto filiale

    Alice Mazzola - Il prezzo

    Cristina Moriconi - Phil il Pluricorno

    Marino Muratore - Raul, lo scrittore medioevale

    Emanuela Portunato - Rosa

    Domenico Pujia - Portatemi in Paradiso

    Edoardo Rossi - Granelli di vita

    Sergio Saponati - Julio

    Donatella Sarchini - Cinquantaquattro

    Giuseppe Sorrentino - Amore necessario

    Andrea Spinelli - Di un altro colore

    Alessandra Vega - Medusa

    Anna Maria Zanchetta - Maledetta Memoria

    Sam Zanobi - Necromanzia

    Sezione Poesia inedita

    Giorgia Alderuccio - Apnea danzante

    Veronica Manghesi - Origine

    Gabriele Gallo - Io, Rosa

    Premio Speciale della Giuria:

    Erica Leoni - Ho raccolto

    Maria Elena Matassa - Il tempo incalcolabile ha accarezzato quest’erba

    Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

    Salvatore Addesso - La notte del sentiero

    Enrico Barbieri - Pensi, o Dio

    Maria Cristina Biasoli - Dolce mistero

    Rita Bompadre - In controcanto

    Devid Bracaloni - Era solo un’illusione

    Erica Caser - L’accusa

    Gabriella Cinti - Il luogo della verità

    Stefania Clerici - Il mango dolceamaro

    Luigi Delle Donne - A Giada

    Giulia Ferrara - Costruzioni

    Edoardo Firpo - Incanto

    Domenico Franco - Il colore dell’alba

    Roberto Lasco - Porta di luce

    Graziella Longo - Ritorno (Return home)

    Emanuele Martinuzzi - Perla

    Rocco Pagliani - L’ombra

    Francesco Perrucci - Una vita

    Lorenzo Piro - Creta

    Riccardo Rossi - La chiave del destino

    Simone Sagripanti - In questa notte di maggio

    Donatella Sarchini - Musica delle storie

    Giuseppe Schembari - A conti fatti

    Sara Spolverini - Il gioco delle tre carte

    Francesco Tremazzi - Condominio

    Patrizia Valpiani - Voglio tornare

    Sezione Romanzo edito

    Davide Staffiero - Il programma

    Gianfranco Lucca - Il progetto

    Francesco Sala - Fili di fumo

    Premio Speciale della Giuria:

    Catia Proietti - Da ora in poi

    Lea Valti - Interlude

    Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

    Chiara Albertini - Nel cuore di una donna

    Teresa Antonacci - Una storia imperfetta

    Francesco Berti - Il flagello dell’est

    Anna Maria Carossino - Focaccino. Viaggio in Africa

    Sergio Cova - Il Modigliani perduto

    Serena Di Caprio - Petali di me

    Gianni Di Claudio - Cento merli per coda

    Giuliano Di Gennaro - Non siamo mai soli

    Fiorella Franchini - Il velo di Iside

    Lorenzo Galantino - Tutto appariva in bianco e nero

    Ezio Gavazzeni - Rosso notte

    Giulio Irneari - Il patto

    Riccardo Sghedoni, Luca Incerti Spalanzani - Agua de vida

    Masha Magarik - Scattami una Polaroid sulla Piazza Rossa

    Simona Manganaro - Diario di bordo

    Maria Teresa Milani - Quando soffia l’ostro

    Lucia Paoletti - codice b321. Andata e ritorno

    Sergio Pozzi - La nove sul Tredici

    Claudia Provenzano - Le Ragioni degli Altri

    Paolo Massimo Rossi - Il venditore di pensieri altrui

    Igor Salomone - L’eredità spezzata

    Donatella Schisa - Il posto giusto

    Sabrina Cinzia Soria - Il destino non c’entra

    Christian Spinello - Sotto il peso delle nuvole

    Cecilia Valenti - Dieta, bugie e amore

    Sezione Poesia edita

    Giuliana Di Gaetano Capizzi - L’oro del giorno

    Giovanni Tavcar - Dilagante eternità

    Angela Ambrosini - Ora che è tempo di sosta

    Premio Speciale della Giuria:

    Antonella Tissot - Finestre sull’anima

    Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

    Luz Marina Aguzzoli - Origine

    Virgilio Atz - In-frazioni di vita

    Adua Biagioli Spadi - Il tratto dell’estensione

    Isabella Coluzzi - Soffio di vento

    Matteo Manfredini - Corri fin che vuoi

    Gianni Marcantoni - Orario di visita

    Emanuele Martinuzzi - L’oltre quotidiano

    Paola Paradisi - Poetando qua e là

    Sabina Perri - Siamo colori

    Andrea Petricca - Poesiade - 99 poesie

    Lidia Sella - Strano virus il pensiero

    Sezione Racconti editi

    Gaetano Barreca - La Tagliatrice di vermi e altri racconti

    Teodoro Lorenzo - Le streghe di Atripalda

    Luca Barbieri - Five fingers

    Premio Speciale della Giuria:

    Mark Mc Candy - Solo post in piedi

    Vittorio Venturi - Storie di lucida follia

    Lista finalisti pari merito (in ordine alfabetico):

    Bianca Blq - L’inquietudine dei Sensi

    Armando Bonato Casolaro - Histoires Extraordinaires

    Francesco Grano - Racconti di donne, tarocchi e briganti

    Paola Iotti - Sembrava un cavallo ma era un cielo stellato

    Giulio Luppi - Soprannome Dreamer e altre fantasie esistenziali

    Isidoro Malvarosa - Contratti di affetto

    Armido Malvolti - Un nonno per amico

    Federica Marta Puglisi - Ibisco

    Antonella Tissot - Mi sono scordata di fare colazione

    Letizia Tomasino - Adamo ed Eva e altre storie

    Sezione Poesia

    Salvatore Addesso

    Finalista Sezione Poesia

    La notte del sentiero

    Fisso il foglio bianco.

    Mi immergo nel suo silenzio,

    mio.

    Sibila dinanzi alla fragilità del tempo

    questo cuore

    ed è subito scontro.

    Intrappolato in un presente tiranno,

    vetrina delle gioie della vanità umana

    urlo, nel vento.

    Poi una farfalla,

    un battito d’ali di speranza

    ruggito d’umiltà.

    Vita,

    una scala d’oro,

    si erge sui fallimenti della realtà.

    Il caffè che borbotta nella caffettiera,

    il profumo del cornetto.

    È giorno.

    Giorgia Alderuccio

    1a classificata Sezione Poesia

    Apnea danzante

    Abbondanza inaspettata

    di sensi in festa.

    Colori riemergono

    dal grigio fondale

    e si sfumano in raggi.

    Raggi lunghi,

    veloci come stelle cadenti,

    verso l’alto scompaiono nell’etere

    e li riscaglia un cupido di vita

    dal mio nucleo di lava.

    Mi ci ritrovo in mezzo

    li scanso

    li osservo

    mi emoziono

    li tocco

    li bevo

    li piango

    mi trafiggono.

    Hanno lame lungo i lati,

    punte in cima,

    scalfiscono le stelle ancora non nate.

    Se non li vedo li bramo,

    in questo spazio universale,

    li cerco,

    in questa atmosfera immota

    immonda.

    Li trovo,

    gli sorrido e mi allontano

    ma mi hanno già notata,

    mi hanno già agguantata,

    avvolta

    nel calore agghiacciante

    di un abbraccio elettrico

    di spasmi e nervi.

    Respiro appena

    respiro a pena.

    Apnea danzante

    apnea straziante

    ti prego tienimi in vita.

    Apnea fa’ da ponte

    tra un sospiro e un altro,

    fa’ da descrizione

    tra un episodio e un altro,

    fa’ da battito di ciglia

    tra una visione e un’altra:

    sii la visione vincente

    sii la visione dell’epifania

    sii un orgasmo senza corpo né attanti

    sii la curva imperfetta sulla quale cammino

    sfidandomi a non farmi male

    irreversibilmente.

    Enrico Barbieri

    Finalista Sezione Poesia

    Pensi o Dio

    Pensi o Dio che sarò perdonato

    anche se perseverai cosciente

    in ciò che seppi essere un errore?

    Causai dolore a chi non seppe

    e per questo mi imputerai

    minor colpa e minor pena?

    Credei puri i miei pensieri

    nel fare ciò che feci, credei

    di respirare dopo anni vuoti

    d’ogni slancio, quando tu

    Dio mi prendesti e altrove

    ponesti le mie membra

    e il mio pensiero. Mi parve

    di camminare lungo nuovi

    sentieri e inesplorate contrade

    amiche, ma poi di nuovo altrove

    mi buttasti, e dopo mesi

    di pena di nuovo a ritroso

    a ritrovare instabili equilibri

    e incerti giorni a metà sospesi

    tra la mente e il cuore.

    Ora te ne sei andato, Dio,

    chiamato altrove da chi vanta

    urgenze più della mia, e io

    qui come una boa salgo e scendo

    in un mare agitato di passione

    e di tristezza indeciso dove

    andare a naufragare. Ci fossero

    almeno i tuoi angeli a proteggermi

    tutti fuggiti, tutti silenti quando

    i giorni a venire più che speranza

    sono zavorra sulle mie spalle minute.

    Maria Cristina Biasoli

    Finalista Sezione Poesia

    Dolce mistero

    Dolce mistero è

    quando si dirada la marea

    sulla sabbia smossa

    e lo sguardo si allunga

    fino all’orizzonte.

    Ho perso il conto dello spazio,

    del vasto pensiero tremante,

    di fiori in bocca tra alberi di pesco

    e di quando scrivevo frasi

    fantastiche nel cielo.

    Dolce mistero è

    quando cadono le foglie

    e lo sguardo si allarga tra le nubi

    passando attraverso

    le ragnatele dei rami spogli.

    Ho perso il conto dei silenzi,

    delle verità non dette,

    di ogni volta che ho rubato sguardi

    e della brezza che accarezza i volti.

    Dolce mistero è

    il mio tempo da consumare.

    Rita Bompadre

    Finalista Sezione Poesia

    In controcanto

    La strada del ritorno

    affida il suo vincolo interno

    al passaggio evidente di

    quotidiane fughe

    incurva il segno della continuità

    orientando il luogo circoscritto

    ad un esilio invisibile

    nei paesaggi del tempo

    schiarito in distanza da un

    sortilegio disincantato.

    Assecondo l’impercettibile sollievo

    di ogni incertezza

    in prossimità dei tuoi scenari

    dilegua l’indugio di nebbia e

    nel respiro disgiunto

    torno tra le tue braccia.

    Devid Bracaloni

    Finalista Sezione Poesia

    Era solo un’illusione

    A tutte le donne che subiscono violenze;

    a tutte le donne: carezze divine per l’uomo.

    Ha spento tutti i sogni

    che avevi da bambina;

    li ha distrutti piano, piano, a dosi,

    così come si dà una medicina.

    Li ha distrutti per i pantaloni

    stirati male

    e, l’altra volta,

    perché non hai saputo cucinare.

    Ora la mente prova a ragionare,

    ma il cuore non l’ascolta:

    sente che questo amore

    è malato e non trova

    un rimedio al dolore.

    Piangi da sola, al buio in una stanza:

    tutti lo sanno,

    ma nessuno ne parla.

    Nessuno che ti chieda

    se ancora vivi dentro;

    se ti è rimasta almeno la speranza!

    Tu, che fino a ieri

    eri per lui la vita, il mondo, il centro,

    adesso sei una mania di possesso,

    poco più di una serva,

    al massimo una bambola del sesso.

    Ma tu lo sai: l’amore è un’altra cosa!

    È donare la luce,

    come fa il sole,

    che nella notte posa

    i raggi luminosi sulla luna.

    È una quercia, che accoglie tra i rami,

    l’ultimo colpo d’ali

    di un’intensa carezza,

    mentre la sera imbruna.

    L’amore è darsi

    sempre la mano

    sulla via del destino;

    è guardare lontano,

    dando ai cuori il medesimo obiettivo.

    Per te questo è l’amore;

    questo, il suo inconfondibile sapore!

    Ancora piangi: la felicità

    resta un miraggio,

    perché ti manca la forza e il coraggio

    per dire basta.

    Nella notte ti affacci dal balcone:

    un bel ragazzo bacia una ragazza

    e, nel ricordo di quell’emozione,

    ritorneresti volentieri indietro,

    a quando il tuo uomo ti desiderava

    e ti correva dietro;

    a quando amarsi

    non era un’illusione.

    Erica Caser

    Finalista Sezione Poesia

    L’accusa

    Giudicata Frine,

    la colta, la raffinata cortigiana.

    Amante di bestie pronte a sbranarla.

    Assetate della sua giovane beltà.

    Strappate le vesti,

    si svela un corpo scolpito nel peccato.

    Osservata, scrutata con bramosia

    da chi non può, da chi non deve!

    Tu, dal vestito di velluto rosso,

    dai sani principi, casti, puri sentenzi la sua fine.

    Occhi lussuriosi, mani che cercano,

    scavano morbosi nelle carni.

    Invoca pietà, l’agnello al suo carnefice.

    Lavare con l’acqua non puoi…

    Il sangue vivo, rosso come il tuo prezioso abito scorre.

    Nulla salverà la tua anima dalla prigione eterna.

    La bestia l’ha gettata nel buio, nel vuoto.

    Senza respiro, senza difesa, senza luce!

    Gabriella Cinti

    Finalista Sezione Poesia

    Il luogo della verità

    Lo spazio di perla fluido

    dove si aggira la tua volatile essenza,

    sconta l’opaco assedio del nulla.

    Guardo i contorni frastagliati del limite

    suggerire all’infinito

    l’espansa rete del cosmo.

    La tua stella è ostile alla forma,

    nostra prigione di materia,

    oscura è ogni parola

    che non salti nella luce.

    Il passaggio d’ombra,

    ora mio solo cammino,

    si disnera per radianti filamenti.

    La cometa del desiderio

    ha danzato in favore del sogno

    nel balzo di fuoco

    ruotante di splendore.

    Il volo svuotato di cielo

    nella nebbia senza altezza

    percorre le strade cercando i tuoi segni.

    Senza nominare ora mi additi

    il luogo della verità

    nel limite estremo

    da cui parte il mio viaggio,

    l’oltre dell’oltre

    per camminare nel tuo pensiero.

    La rotta è per mari celesti

    e plaghe di parole

    per divenire figlia dell’acqua

    e della poesia, se la Signora delle

    rive mi fluisce nel respiro.

    Persisti nella vitrea

    incandescenza dell’istante,

    lampeggi armonia di guarigione,

    nei tuoi soffi generosi di infinito.

    Significami così il cuore dell’Essere.

    Stefania Clerici

    Finalista Sezione Poesia

    Il mango dolceamaro

    Mangiavi il mango

    nel tuo Paese,

    nelle pause del lavoro,

    su qualche roccia,

    vicino agli alberi:

    lasciavi che l’aria

    scorresse nel tuo corpo

    e ti accarezzavano i sorrisi

    degli amici e di tuo fratello,

    il mango era ancora verde

    e aveva quel sapore dolceamaro

    della magia che si perde.

    Non sapevi ancora

    che tuo fratello sarebbe stato ucciso

    e che tu avresti rimpianto

    il cielo dell’America

    negli alveari grigi

    di un’anonima periferia.

    Luigi Delle Donne

    Finalista Sezione Poesia

    A Giada

    Donna

    vitrea,

    scendendo

    ogni giorno

    quegli scalini

    successivi al primo,

    e risalendoli,

    mi accorgo

    perché la mia vita

    è in subbuglio.

    Non potrei mai

    essere il primo,

    perché

    il mio animo

    non lo acquieterò.

    Fino a quando

    vivrò sopra

    le righe,

    magari

    troverò una donna sopra

    le righe,

    ma non te!

    Giulia Ferrara

    Finalista Sezione Poesia

    Costruzioni

    Come minimo

    stai lì a guardare

    i pezzi cadere di te.

    Come minimo

    li ricomponi

    incollando i miei perché.

    Edoardo Firpo

    Finalista Sezione Poesia

    Incanto

    Quasi poeta

    per grazia ricevuta,

    nel viaggio in versi

    di condizioni avverse.

    Sul confine naturale

    tra l’uomo e l’animale,

    a spulciare la coscienza

    fino in fondo al corridoio.

    Oltre la porta ci sono i Poeti,

    saranno loro a condurti oltre.

    Io ritorno dalla mia parte,

    senza l’abito della domenica,

    sopra lo sporco che non si intona,

    ma è ciò che sono contemplo e amo.

    Domenico Franco

    Finalista Sezione Poesia

    Il colore dell’alba

    Fulgea l’alba negli occhi

    tuoi d’oro, miele la bocca,

    dove è il sogno? Fresca luna.

    Carezze, nei nostri destini,

    nuovi piaceri sulla tua pelle,

    anime perse, corpi vicini.

    Un mare che colora la città,

    nel suo lento inizio

    come un’onda la mia mano,

    sospiro nelle lievi spume.

    Giardino di desideri

    di rose impazzite al vento

    e spine, ferite

    delicate s’aprono

    e svaniscono,

    è acqua

    che bagna le nostre vite.

    Gabriele Gallo

    3o classificato Sezione Poesia

    Io, rosa

    Mi dicesti che ero bello come una rosa.

    In realtà,

    ti confesso,

    mentivi a tua insaputa,

    pur avendo ragione a metà.

    Delle rose

    non possedevo la bellezza,

    banale e comune,

    piuttosto, l’esile e inutile vita,

    spaventata

    in un cartoccio di spine.

    Delle rose

    avevo solo il respiro corto e vanitoso.

    I giorni contati

    di chi scavato via dal terreno,

    annaspa,

    prega,

    senza radici.

    Roberto Lasco

    Finalista Sezione Poesia

    Porta di luce

    Nel limpido trapasso

    delle celesti gocce d’universo,

    un chiarore sparso

    di colori fluttuanti e puri

    permea lo Spirito

    e lo guida laddove il mare

    si perde tra i fondali remoti

    di un oceano di silenzio.

    Tutto si confonde fra i fiordi

    di una gelida amenità,

    rinfrancata da silvane atmosfere,

    che spalancano al mondo

    la paradisiaca Porta di luce.

    Erica Leoni

    Premio Speciale della Giuria Sezione Poesia

    Ho raccolto

    le mie ossa.

    Erano flauti spezzati

    erano liane pietrificate

    erano solchi

    in terre sperdute.

    Le ho benedette

    con le lacrime

    di mille morenti

    stelle marine.

    E ho atteso

    dissolte stagioni

    e amori precari,

    finché sotto

    innominate costellazioni

    le mie ossa

    sono diventate

    salici ridenti

    scroscianti albe

    zingari strumenti

    percossi e amati

    una volta e ancora cento

    dalla fugace tramontana.

    Graziella Longo

    Finalista Sezione Poesia

    Ritorno (Return home)

    Ritorno a casa

    al mio crepuscolo,

    buie

    mi appaiono le strade

    scure-voglio vederle-ritorno.

    Fragile vita

    che alberga in meco

    mi sospira di navigare

    nuove venture, speranza incerta

    in questo mare

    senz’onda.

    Né pace, né tregua

    il sole si dilegua

    vaghi pensieri albergano

    in me miserere,

    ponendomi in croce.

    Veronica Manghesi

    2a classificata Sezione Poesia

    Origine

    Su quel letto pallido

    disfatto

    dai lembi inermi

    sei come livida petunia

    pietosa riserva

    della gemma che fu.

    Cerco nello sguardo

    oramai liquefatto

    sbavature di cielo

    ad imbastire l’ultima tenerezza,

    una tepida reminiscenza.

    Mi ancoro

    al tuo braccio scavato,

    polsi diafani

    dove ancora distillano

    azzurri tralci pulsanti

    una spola fra le ossa

    uguale alla mia

    il legame che germina

    nel petto come sotto terra

    madre

    che scorri via dal mio fusto flesso

    sprofondando in esso.

    Emanuele Martinuzzi

    Finalista Sezione Poesia

    Perla

    Se non fosse per l’architettura assente

    di queste stelle, giunte al buio come questue

    di nubi, non ci saremmo eclissati, nuda

    preghiera che brucia, l’uno nell’altro.

    Se non fosse per i nomi di queste pietre,

    martiri che brancolano nei nostri sguardi

    come aridi gorghi, non saremmo

    letto di fiume, l’uno per l’altro.

    Radici di vuote mani il tetto che ci custodisce,

    polvere il simulacro del nostro viaggiare,

    calice rotto il ventre, l’ebbrezza del nostro riposo

    insonne e morente.

    Quello che cerchiamo è il calore di perdersi,

    una parola in rovina che annaspi nel sentimento,

    ira e fuga, mosaico di labbra, aurora

    dipinta con ciò che scolora.

    Maria Elena Matassa

    Premio Speciale della Giuria Sezione Poesia

    Il tempo incalcolabile ha accarezzato quest’erba

    così che posso finalmente pronunciare l’incantesimo.

    Un giardino di rose e due volti rivolti all’indietro

    si girano lentamente e gli occhi sono trasparenti

    il tempo presente e il tempo passato saranno

    forse ugualmente presenti nel tempo futuro.

    Non mi è dato di spingermi oltre le siepi

    che collegano i nostri spazi lontani

    fa’ che siano spazi assoluti.

    La voce che non mi è dato di ascoltare

    si raccoglie in una conchiglia

    e le parole, più crudeli del tempo,

    si abbassano verso il suolo

    sfiorano l’erba come un trascorrere

    fa’ che non risorgano, ma siano ingoiate anch’esse.

    Indietro, dentro di noi attraverso gli occhi bianchi

    fino ad esistere mute e a persistere, ma mute.

    Qui nella stanza nulla risorge

    l’orlo del domani tacerà ancora

    eppure, il gesto:

    le mani di entrambi si muovono,

    si toccano.

    Rocco Pagliani

    Finalista Sezione Poesia

    L’ombra

    Di questa vertigine infinita

    confine non sono le lacrime,

    di questo dolente chiaroscuro

    conforto non sono i colori.

    Liberante follia è sfuggire

    alle trine infìde della ragnatela,

    all’incombere cupo dell’ombra,

    che tutto ingoia

    nel faticoso respiro del tempo.

    Non vagare più

    tra i contorti meandri della mente,

    tra i vaneggianti rovelli della memoria,

    e approdare nudo al caldo nido,

    per dare alla fine un senso

    al veleggiare stanco dei sogni,

    all’abito sdrucito della speranza.

    Francesco Perrucci

    Finalista Sezione Poesia

    A chi soffre di Alzheimer e a mia nonna

    che ho accudito sino al giorno della sua morte

    Una vita

    senza,

    né più ricordi.

    Spenti,

    quegli occhi.

    Antichi,

    pensieri risuonano.

    Urla,

    lontane vanno.

    Vane,

    emozioni fuggiasche.

    Percorrono,

    ciò che di me resta…

    Lorenzo Piro

    Finalista Sezione Poesia

    Creta

    Assimilata la prostrazione della mezza,

    attraversiamo il labirinto ineludibile

    componendo sconfortate melodie

    in memoria della creatura insussistente.

    Squadrati dalla luna indifferente

    posata sull’inquietudine dell’isola,

    e illuminati a intermittenza da lanterne

    moribonde per gli instancabili notturni,

    gli angoli dell’enigma indecifrabile

    osservano il cammino dei viandanti.

    Ma ecco: s’interrompe all’improvviso,

    colto di sorpresa dai fuochi artificiali

    fioriti inaspettati dall’esterno,

    germogli, legati di menzogne

    nel vaso delle mura irregolari.

    E ci fermiamo, e ci pensiamo.

    Pensiamo ai momenti di sfacelo;

    consideriamo i ricordi nei rimpianti

    trascinando il rimanente nella tomba.

    Conserviamo il tempo nella mente

    e la mente nel tempo dei ricordi:

    e sono dodici prosèrpine malate

    trascorse da parole inascoltate.

    Parole sussurrate di profeta:

    sui misteri degli anfratti tenebrosi;

    sulla mano tentennante e tremolante

    protesa al tentativo del contatto

    con l’invisibile creatore della vita;

    e sul palmo appiccicoso,

    verdastro nell’abisso sconosciuto,

    alla ricerca del leviatano taciturno,

    di inutili conferme di esistenza

    del mostro tauriforme di regioni parallele.

    E il fallimento ai cancelli del sapere.

    Ma volevamo, dopotutto,

    assicurare la scomparsa del divino;

    per celebrare e festeggiare la salvezza

    della stirpe destinata alla condanna.

    Così, gli anziani scrollarono la testa:

    troveremo la risposta per peccare

    nell’assenza del giudizio universale;

    per peccare e reprimerne i rimorsi,

    giustificando gli ondeggianti controsensi

    estirpando delle futili invenzioni

    ritratte dal sognare di un bambino.

    Ma riuscendo finalmente nell’impresa,

    cosa mai potrà cambiare?

    Il prossimo futuro comunque cederà

    alla quiete tremebonda delle orbite lontane

    -il silenzio doloroso della morte,

    del giudice, del padre desolato

    dagli sbagli del figlio denunciato-

    lontano dai velieri sul mare mormorante,

    dove esplodono le fiamme del banchetto.

    Dove i compagni esultanti nelle danze

    cominciano la festa nei vapori inebrianti,

    e i sorrisi inconsapevoli del vero;

    mentre qui, nel terrore acchiocciolato,

    ovattato riecheggia il contrabbasso

    modulato dal malinconico vicino,

    un soffio accennato appena appena

    come un incubo di neve tenebrosa;

    accompagnato dallo sguardo naufragato,

    dal cieco addensamento di dolore

    e consapevole della fine ineluttabile.

    E così tra i rampicanti onnipotenti

    continueremo a vagare menomati

    per il rimorso della morte dell’obbrobrio,

    impediti eternamente nel ritorno

    e nel risveglio della luce immaginaria.

    Riccardo Rossi

    Finalista Sezione Poesia

    La chiave del destino

    Ricordo bene il giorno

    in cui il cielo si spezzò,

    e Borea cinse la terra

    nello sdegno del cordoglio.

    Un segno scese sulla vita

    il creato si sfumò:

    il picco era l’abisso,

    l’orizzonte il mare nero,

    il campo arso come duna;

    amici immobili ed assorti,

    vivi nella veglia del dolor.

    E dal palco del nulla

    vidi cadere un omino,

    che precipitava febbrile

    con una chiave lucente;

    al suo passar s’aprivan

    le ombre, amanti del fato

    e delle eclissi perenni.

    Da quel lume d’alba

    discese il suo riflesso;

    al

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